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PubblicatoAmerigo Brunetti Modificato 9 anni fa
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L'alleanza terapeutica, le alleanze terapeutiche. Elementi comuni e caratteristiche individuali lll Centro Sant’Ambrogio Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, Cernusco sul Naviglio La nostra realtà. Il Centro Sant’Ambrogio, ente storico dell’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli, è organizzato in molteplici comunità terapeutiche che si differenziano proprio per l’utenza che sono deputate ad accogliere. Attualmente sono presenti CPA e CPM che accolgono prevalentemente un’utenza con diagnosi che afferisce allo spettro della psicosi, un CRA dedicato prevalentemente alla cura dei Disturbi di Personalità, un CRA per la cura Disturbi del Comportamento Alimentare e un CRA che ospita pazienti sottoposti a misure di sicurezza. Ad ogni area diagnostica ci sembra poter dire che corrispondano modalità differenti di stabilire un’alleanza terapeutica e tempi differenti in cui il processo di alleanza si realizza. Caratteristiche individuali. Nonostante si possa individuare una modalità comune di stabilire un'alleanza terapeutica a seconda della diagnosi, spesso, riflettendo sui percorsi clinici, si percepisce per ogni paziente un particolare momento di apertura all'alleanza terapeutica che rimane assolutamente individuale, storicamente definito e talvolta esplicitamente riconosciuto dal paziente e condiviso dall'equipe. All'arrivo di ogni nuovo ospite in Comunità si inizia a cercare una strada condivisa perché si possa stabilire un'alleanza terapeutica che occorre non sia limitata ad una buona relazione tra il paziente e il suo terapeuta di riferimento ma che sia un investimento di stima e fiducia che il paziente sviluppa verso l'intera offerta di cura (equipe tutta e il gruppo di ospiti stesso). Gionata di Studio Mito&Realtà Milano, 25 Settembre 2015 Stefania Greppo (psichiatra), Paolo Cozzaglio (primario Area Psichiatrica) L'alleanza al CRA/CD Casa di Bianca. La Casa di Bianca è un CRA e CD che ospita in tutto 20 pazienti affetti da Disturbo del Comportamento Alimentare. Costituitasi nel 2013.Nell'ambito dei Disturbi del Comportamento Alimentare la costruzione dell'alleanza teraputica è resa problematica dalla presenza di una sintomatologia che almeno inizialmente è fortemente egosintonica per il paziente e di cui solo gradualmente riesce ad essere consapevole fino in fondo e a volersene separare. Il lavoro attivo e dinamico di terapeuta e paziente consiste nel creare un rapporto di fiducia che induca il soggetto ad abbandonare le sue false credenze in merito al cibo, al peso e alla forma corporea riconoscendole come sintomo, e a diventare consapevole del proprio disagio. L'alleanza nelle CPA/CPM San Raffaele e Residenza Le Villette Le CPA/CPM San Raffaele e Residenza Le Villette accolgono prevalentemente pazienti con diagnosi di psicosi sia dello spettro schizofrenico che affettivo e, meno frequentemente, con diagnosi di Disturbo di Personalità. L’alleanza terapeutica con questa tipologia di utenza è caratterizzata da un’iniziale diffidenza che, però, può evolvere dopo le prime fasi del percorso, in una utile e necessaria dipendenza, premessa ad un percorso riabilitativo che permetterà successivamente al paziente di riappropriarsi di precedenti autonomie, di conquistarne di nuove ed eventualmente di formulare progetti di vita più autonomi e non istituzionali. L'alleanza al CRA San Riccardo Il CRA San Riccardo accoglie prevalentemente ospiti con diagnosi di Disturbo di Personalità. L’alleanza terapeutica con questa tipologia di utenza è del tutto particolare, oltre ad aver bisogno di un tempo lungo perché si stabilisca un rapporto di fiducia tra paziente e terapeuta, accade che l’alleanza non sia stabile e continuativa nel tempo, tentativi di messa in discussione del percorso terapeutico, infrazione del contratto terapeutico, trasgressione delle regole comunitarie, fanno apparire, almeno nelle prime fasi della presa in carico, l’alleanza come una relazione continuamente a rischio di rottura. L'alleanza al CRA Fabello. Il CRA Fabello è una recente realtà comunitaria costituitasi nel 2012 con l'obiettivo specifico di accogliere ospiti sottoposti a misure di sicurezza, provenienti prevalentemente da precedenti percorsi in OPG.L'obbligo alla cura, costituito dalla misura di sicurezza, solo in sporadici casi appare come un facilitatore nella motivazione al percorso del paziente. I pazienti spesso non hanno avuto precedenti prese in carico e la consapevolezza di malattia è molto poco presente. Si deduce, dunque, che l'alleanza terapeutica con questa tipologia di utenti non è una premessa al percorso terapeutico riabilitativo ma un obiettivo da raggiungere durante il percorso stesso. Premessa. Al di là delle diverse specifiche definizioni di Alleanza Terapeutica si può pensare che essa si stabilisca nel momento in cui terapeuta e paziente sono reciprocamente consapevoli che il paziente stesso è “un Soggetto agente della cura”(Cozzaglio, 2014). Solo così il rapporto terapeutico, e quindi il percorso di cura, può essere condiviso realmente, co- costruito e declinato secondo alcune caratteristiche che lo descrivono: tipo di legame, obiettivi e compiti (Bordin, 1979,1994)
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