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PubblicatoFerdinando Marchese Modificato 9 anni fa
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La SCAPIGLIATURA a cura della prof.ssa Maria Isaura Piredda
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Al letterato di fine Ottocento veniva richiesto di:
promuovere la vita civile e il sentimento unitario della giovane nazione italiana divulgare i valori dominanti (amore per la patria, senso del dovere e del lavoro, fedeltà alla famiglia)
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Chi accettava questo ruolo otteneva un alto riconoscimento, come Carducci, D’Annunzio e Pascoli (celebrati come “vati” della nuova Italia) A chi non accettava questo ruolo rimaneva la via dell’emarginazione sociale e di un’arte alternativa nelle forme e nei messaggi (polemici nei confronti delle mode e delle opinioni correnti)
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Gli Scapigliati erano un gruppo di scrittori milanesi attivi a partire dagli anni sessanta
Essi prendevano a modello i poeti maledetti francesi (Baudelaire, Verlaine) Rifiutavano l’integrazione in un ordinato sistema culturale Si sentivano i rappresentanti di una superiore libertà d’arte e di vita
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Scapigliato equivale al termine francese bohème (usato per designare l’esistenza disordinata e misera di quegli artisti che manifestavano la loro protesta ai margini della società parigina)
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Il primo a parlare di “Scapigliatura” fu il narratore Cletto Arrighi nel 1858 nel romanzo La Scapigliatura e il 6 febbraio Egli dice che a Milano ci sono “individui fra i venti e i trentacinque anni, indipendenti, un po’ folli, simbolo del disordine e dell’opposizione verso gli ordini stabiliti”
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GLI AUTORI SCAPIGLIATI
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EMILIO PRAGA GIUSEPPE ROVANI ARRIGO BOITO CARLO DOSSI CLETTO ARRIGHI
IGINIO UGO TARCHETTI EMILIO PRAGA CLETTO ARRIGHI GIUSEPPE ROVANI ARRIGO BOITO CARLO DOSSI
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