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IL BULLISMO
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Il bullismo indica un fenomeno caratterizzato da prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico. È una forma di oppressione, in cui la giovane vittima sperimenta, per opera di un coetaneo prevaricatore, una condizione di profonda sofferenza, di grave svalutazione della propria identità, di crudele emarginazione dal gruppo.
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Un comportamento da “bullo” è un tipo di azione (individuale o collettiva) che mira deliberatamente a ferire; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile, per chi ne è vittima, difendersi. Tali comportamenti sottendono: abuso di potere desiderio di intimidire e dominare.
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CARATTERISTICHE DEL BULLISMO:
Intenzionalità: il bullo agisce con l’intenzione e lo scopo preciso di dominare sull’altra persona, di offenderla e di causarle danni o disagi. Persistenza nel tempo, sistematicità: sebbene anche un singolo fatto grave possa essere considerato una forma di bullismo, di solito gli episodi sono ripetuti nel tempo e si verificano con una frequenza piuttosto elevata. E’ difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Asimmetria nella relazione sia fisica che di personalità: ciò significa che c’è una disuguaglianza di forza e di potere, per cui uno dei due sempre prevarica e l’altro sempre subisce, senza riuscire a difendersi vivendo un forte senso di impotenza.
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Nel bullismo verbale non va mai sottovalutata la pericolosità.
TIPOLOGIE DI BULLISMO BULLISMO DIRETTO è costituito dai comportamenti aggressivi e prepotenti più visibili e può essere agito in forme sia fisiche sia verbali. Atti aggressivi fisici diretti, danneggiamento della proprietà, furto o sottrazione di oggetti Commenti di umiliazione verbale. Il contenuto riguarda aspetti personali della vittima (es., caratteristiche fisiche, abbigliamento, ecc.); aspetti relativi alla sua famiglia (es., commenti volgari sul divorzio dei genitori della vittima, ecc.). Oppure delle maldicenze che vengono diffuse sul conto della vittima in sua assenza. Anche in questo caso, le dicerie possono riguardare elementi personali (“Marco puzza!”) o familiari (“Il padre di Antonio è un drogato”). Nel bullismo verbale non va mai sottovalutata la pericolosità.
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BULLISMO INDIRETTO è meno evidente e più difficile da individuare, ma non per questo meno dannoso per la vittima. Si caratterizza da uno stato di isolamento crescente in cui è confinata la vittima. Si tratta di una delle forme più “raffinate” di bullismo e consiste nell’intervenire attivamente sui rapporti di amicizia di cui gode la vittima, manipolandoli e rompendoli. In tal modo, la vittima non solo rimane isolata, ma perde anche il contributo emotivo e sociale che riceveva dalle sue amicizie più intime. Questo tipo di bullismo è il più pericoloso, il più penetrante, in quanto colpisce la vittima in una parte costitutiva del suo senso di identità, ossia l’appartenenza sociale.
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Ada Fonzi ha inoltre osservato che nei bulli i meccanismi di disimpegno operano in misura maggiore rispetto ai compagni prevaricati e ai coetanei non coinvolti. In particolare nei prepotenti è più elevata l’azione del meccanismo della deumanizzazione della vittima, in sintonia con il fatto che il comportamento prevaricante spesso è attuato grazie a forme di umiliazione come la denigrazione e l’offesa (Menesini, Fonzi, Vannucci, 1999). Sono stati inoltre rilevati problemi della condotta, specie a livello della scuola primaria
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CAUSE DEL FENOMENO Il bullismo viene considerato, in quest’ottica, un comportamento dipendente dall’azione combinata di molteplici variabili: la struttura di personalità del ragazzo, la tipologia familiare, le caratteristiche del gruppo dei pari, il clima relazionale presente all’interno della scuola Queste caratteristiche interagendo tra loro, co-costruiscono la condotta deviante (Menesini, 2000). L’attenzione viene, quindi, posta, non solo sui fattori di rischio o protettivi, ma soprattutto come sostiene Menesini: <<sui processi e sui meccanismi che sostengono l’attuarsi di esiti di sviluppo non adattivi>>
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Il disagio interessa sempre l’intero sistema di appartenenza
Il comportamento deviante, viene così considerato “una parte che parla per il tutto”, una “mappa” (Bateson, 1951) che può raccontare “il territorio”, ossia la dimensione psicologica, sociale e familiare del minore e i significati, affettivi ed emotivi, che egli attribuisce ai propri contesti di riferimento. I comportamenti devianti e criminali, in quest’ottica, sono allora dei “sintomi” attraverso i quali il soggetto esprime il proprio disagio e la propria sofferenza. Non sono però dei segni che classificano il soggetto, la sua struttura di personalità, il suo essere; è, infatti, opportuno non confondere “ciò che una persona fa con ciò che una persona è”, facendo, negativamente, coincidere un semplice comportamento con la globale personalità. Il disagio interessa sempre l’intero sistema di appartenenza
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CYBERBULLISMO Il bullismo online è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’ , la messaggeria istantanea, i blog, i telefoni cellulari e i siti web, con la finalità di vessare una persona o un gruppo di persone.
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CARATTERISTICHE: Anonimato del molestatore: in realtà questo anonimato è illusorio, perché ogni comunicazione elettronica lascia traccia. Però, per la vittima è difficile risalire da sola all’identità del molestatore Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via sms, messaggeria istantanea o chat, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi. Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere “un’altra persona” online come nei giochi di ruolo, possono indebolire le remore etiche, spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale. Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio nel contesto scolastico), il cyberbullo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato da lui utilizzato.
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L’USO DISTORTO DI STRUMENTI TECNOLOGICI PER:
spaventare o imbarazzare la vittima rovinare la reputazione furto dell'identità reale o in rete della vittima distruggere i dati - sfruttare e molestare sessualmente la vittima
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COME PROMUOVERE LA SICUREZZA
Assicurarsi che l'utilizzo di tali strumenti tecnologici non prevalga a scapito di spazi di aggregazione concreti, di attività sociali e ricreative e sportive Capire per quali bisogni e in che misura vengono utilizzati Assicurarsi che i ragazzi conoscano lo strumento da un punto di vista tecnico Occuparsi dell'educazione sentimentale e affettiva dando indicazioni rispetto alla privacy
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IL RUOLO DEGLI INSEGNANTI
Anche i docenti giocano un ruolo importante nella costruzione del fenomeno del bullismo in tutte le sue forme. La mancanza di regole è particolarmente rilevante nella genesi e nel mantenimento del bullismo. I docenti hanno sempre il compito di accordarsi sui comportamenti da rilevare e sul come sanzionarli. La precaria o assente condivisione sul come applicare le regole e le relative sanzioni, la mancanza di compattezza, di accordo e di alleanza tra gli adulti ed il conseguente passaggio agli studenti di messaggi incoerenti, hanno l’effetto, svelando la debolezza del sottosistema degli adulti, di aggravare la situazione.
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UN ADULTO DI RIFERIMENTO DOVREBBE:
- stabilire regole di comportamento - essere modello di responsabilità - insegnare a superare le frustrazioni - allenare a ritardare le gratificazioni - incoraggiare a prendere decisioni - dimostrare vicinanza e comprensione - condividere esperienze e difficoltà - aiutare a generare una buona autostima - risolvere democraticamente i conflitti - parlare con chiarezza dei problemi
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“l’insegnamento non si esaurisce nella didattica, ma trova espressione imprescindibile anche nell’interesse per i ragazzi, nel premiare sia l’impegno di ciascuno sia la collaborazione reciproca, nel mantenere nei loro confronti fermezza e autorevolezza accanto alla capacità di ascolto” (Crocetti, 2005).
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