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Il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi
MAGDALENA OZDOBA Il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi Università di Slesia Istituto della Filologia Romanza Italianistica Storia della letteratura italiana Sosnowiec, 2005
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INTRODUZIONE (pp. 3 – 6) LA VITA DI SAN FRANCESCO (pp. 7 – 8) IL CANTICO DELLE CREATURE Testo in volgare (p. 9) Testo in italiano moderno (p. 10) LA STRUTTURA VV. 1 – 4: La magnificenza di Dio (p. 11) VV. 5 – 22: La contemplazione della natura gioiosa (p. 12) VV. 23 – 26: Strofe del perdono, visione dell’umanità sofferente, afflitta dal peccato e dolore (p. 13) VV. 27 – 31: Strofe della morte (p. 14) VV. 32 – 33: Conclusione (p. 15) SCHEMA METRICO (p. 16) STILE E LINGUAGGIO (pp. 17 – 20) RELIGIOSITÀ E CONTENUTI DOTTRINALI (p. 21) FONTI (p. 22)
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INTRODUZIONE Il Cantico delle Creature o Laudes creaturarum viene considerato il primo testo letterario in volgare. Secondo l’antica leggenda francescana (legenda antiqua perusina), Il Cantico venne scritto nel 1224 e composto in tre fasi: la prima parte fu creata dopo una notte di tormenti e di acutissime sofferenze fisiche del santo, aggravate da un'invasione di topi nella sua cella, in cui si sentì tentato dal diavolo, confortato, però, da una visione celeste; versi furono aggiunti in seguito ad una disputa tra il vescovo e il podestà di Assisi; la parte finale risalì a pochi giorni prima della sua morte. INTRODUZIONE 1
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INTRODUZIONE L'ispirazione del Cantico è incentrata su :
una visione positiva della natura; la fratellanza dell’uomo e tutto il creato; l'umile e gioiosa accettazione della vita. INTRODUZIONE 2
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INTRODUZIONE Precedenti letterari del Cantico sono:
il Vecchio Testamento, in particolare i Salmi e la loro struttura parallelistica del componimento; i Vangeli, precisamente il discorso delle Beatitudini (Matteo 5,3-10; Luca 6,20- 23), il salmo 148 e il cantico dei tre fanciulli nella fornace (Daniele, 3, 51-89). Il Cantico era rivestito di un accompagnamento musicale, attribuito a Francesco stesso, sulla falsariga del canto gregoriano dei salmi. INTRODUZIONE 3
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INTRODUZIONE La lingua del Cantico è il volgare umbro del sec. XII.
Ci sono presenti influssi toscani, francesismi e latinismi. INTRODUZIONE 4
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LA VITA DI SAN FRANCESCO
1182: San Francesco nacque ad Assisi come figlio di un ricco mercante di stoffe, istruito in latino, in francese, e nella lingua e letteratura provenzale, condusse una fanciullezza spensierata e mondana. 1202: Partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale soffrì una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita. 1205: Dopo aver avuto una visione nella chiesa di San Damiano d’Assisi, Francesco si dedicò a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina. 1206: Rinunciò ai beni paterni.Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei poveri e dei lebbrosi nei boschi del monte Subasio. 1208: Nella chiesetta di Prorziuncola, durante la Messa, matura in lui la vocazione evangelica ed apostolica. Inizia la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che diventarono i primi confratelli del Prim’Ordine Franescano. 1210: L’ordine venne riconosciuto dal papa Innocenzo III. LA VITA DI SAN FRANCESCO 1
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LA VITA DI SAN FRANCESCO
1212: Anche Chiara d'Assisi prese l'abito monastico, istituendo il Second’Ordine Francescano, detto delle clarisse. : Dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco tentò un viaggio missionario verso Siria, ma un naufragio lo costrinse a tornare, e poi la malattia gli impedisce di diffondere la sua opera missionaria in Marocco. 1219: Si recò in Egitto, dove predicò davanti al sultano, senza però riuscire a convertirlo, poi si recò in Terra Santa, rimanendovi fino al 1220; al suo ritorno, trovò dissenso tra i frati e si dimise dall'incarico di superiore, dedicandosi a quello che sarebbe stato il terzo ordine dei francescani, i terziari. 1224: Sul monte Verna, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate.Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale. 1225: Nel 1225 compose Il Cantico delle Creature. Morì nel 1226. LA VITA DI SAN FRANCESCO 2
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IL CANTICO DELLE CREATURE Testo in volgare
Altissimu, onnipotente bon Signore, tue so' le laude, la gloria et l'honore et onne enedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato si’, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu et radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi Signore, per sor'acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato s' mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali; Beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. Testo in volgare 1
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IL CANTICO DELLE CREATURE Testo in italiano moderno
Altissimo onnipotente, buon Signore, tue sono le lodi, la gloria e l’onore e ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si attribuiscono e nessun uomo è degno (neppure) di nominarti. Tu sia lodato, o Signore, insieme a tutte le tue creature, specialmente messer fratello sole, il quale è luce del giorno e Tu ci illumini per mezzo suo. Ed egli è bello e radioso con grande splendore: di te, o Altissimo, è l’espressione. Tu sia lodato, mio Signore, per la sorella luna e le stelle in cielo le hai create splendenti, preziose e belle. Tu sia lodato, mio Signore, per il fratello vento e per il cielo nuvolo e sereno e per ogni tempo, tramite il quale tu dai sostentamento alle tue creature. Tu sia lodato, mio Signore, per la sorella acqua, la quale è molto utile e umile e preziosa e pura. Tu sia lodato, mio Signore, per il fratello fuoco, per mezzo del quale illumini la notte: ed egli e bello e portatore di gioia e gagliardo e forte. Tu sia lodato, mio Signore, per la nostra sorella madre terra, che ci alleva e ci alimenta, e produce frutti diversi con fiori variopinti e tutta la vegetazione. Tu sia lodato, mio Signore, per quelli che perdonano per il tuo amore e sostengono la malattia e ogni affanno. Beati quelli che li sosterranno in pace perché da te, o Altissimo, saranno incoronati (in cielo). Tu sia lodato, mio Signore, per la morte del corpo, nostra sorella, dalla quale nessun essere vivente può sfuggire: guai a quelli che morranno in peccato mortale; beati quelli che (la morte) troverà in grazia di Dio, poiché la seconda morte (la dannazione divina) non li colpirà. Lodate e benedite il mio Signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltà. Testo in italiano moderno
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LA STRUTTURA VV. 1 – 4: La magnificenza di Dio
Altissimu, onnipotente bon Signore, tue so' le laude, la gloria et l'honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. San Francesco parte dall’idea di un Dio altissimo, onnipotente, ma anche buono. A Lui spettano lodi, gloria ed onori. Nessuno è degno di pronunciare il nome del Creatore.
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LA STRUTTURA VV. 5 – 22: La contemplazione della natura gioiosa
Laudato si’, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu et radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi Signore, per sor'acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba. San Francesco glorifica Dio attraverso le cose visibili da Lui create. Nei versi 5-11 rivolge la sua lode agli astri: sole, luna, stelle, dei quali sottolinea la bellezza e l’utilità. Esalta la luminosità e lo splendore dei corpi celesti con un elenco di aggettivi che mettono in evidenza ogni loro aspetto positivo: il sole: bellu et radiante, la luna e le stelle: clarite et preziose et belle. Nei versi passa alla lode dei quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra. Il vento, nubilo e sereno, e ogni variazione del tempo vengono lodati perché danno sostentamento alle creature di Dio. Non vengono collegati a tempeste o eventi distruttivi, ma se ne evidenziano solo gli aspetti benefici, necessari per la vita. L’acqua è utile, pretiosa, ma anche casta (simbolo di purificazione che rinvia ai sacramenti del battesimo e della penitenza). Il fuoco, bello e iocundo, fonte di luce e calore, è simbolo di Dio (riferibile alla discesa dello Spirito Santo). La terra viene definita matre: nutrisce e governa i ritmi di vita di tutte le creature.
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LA STRUTTURA VV. 23 – 26: Strofe del perdono, visione dell’umanità afflitta dal peccato e dolore
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. In questi versi vengono lodati coloro che sanno perdonare e che sopportano ogni sofferenza e disagio, senza ribellarvisi. Solo così, nel pieno rispetto per la legge divina e imitando Cristo, si può conquistare la beatitudine e il premio divino.
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LA STRUTTURA VV. 27 – 31: Strofe della morte
Laudato si' mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali; Beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. A questo punto San Francesco passa al tema della morte, che viene da lui chiamata sorella: nessun uomo la può evitare, in quanto fatto assolutamente naturale. Sottolinea che per l’uomo in stato di grazia, la morte è anch’essa un fatto positivo, segnando il passaggio alla vera vita e alla piena conoscenza della divinità. L’uomo pio non deve temere la seconda morte, quella definitiva, dell’anima.
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LA STRUTTURA VV. 32 – 33: Conclusione
Laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. San Francesco conclude il suo inno di grazie, invitando a lodare e benedire il Signore e di servirlo con grande umiltà.
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SCHEMA METRICO Il Cantico ha la forma di prosa rimata, assonanzata,
divisa in strofe irregolari, dai due a cinque versi. Assonanza è uguaglianza delle vocali nel suono finale di due parole o di due versi: Laudato si’, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate sole,
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STILE E LINGUAGGIO Il Cantico è la lode scritta con semplicità, serenità e fede, mantenendo il tono della preghiera – predica; la semplicità del sentimento espresso è rispecchiata da una sintassi semplice, nella quale i termini sono spesso coordinati per polisindeto, p.es.: et per aere et nubilo et sereno et onne tempo; ogni soggetto viene accompagnato da numerosi aggettivi , p.es.: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte
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STILE E LINGUAGGIO Segni del volgare umbro:
la presenza di -u finale: es.: altissimu, dignu, bellu, plurale di terza persona in –ano, - fano con una n sola, p.es.: konfano, morrano l'epitesi di ène la congiunzione ka il verbo mentovare il vocalismo di sirano l’iniziale di iorno parole come: messor ‘messere’ s(ign)or, ecc.
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STILE E LINGUAGGIO Grafie latineggianti: honore benedictione homo cum
et tucte spetialmente nocte fructi, ecc.
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STILE E LINGUAGGIO Il valore della proposizione per: valore causale:
Il Signore è lodato a causa delle sue creature. complemento di mezzo: Il Signore è lodato attraverso le sue creature. complemento d’agente: Il Signore è lodato dalle creature.
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RELIGIOSITÀ E CONTENUTI DOTTRINALI
Il Cantico delle Creature mette in luce alcuni aspetti importanti della religiosità di San Francesco: l’idea di Dio in quanto un padre amoroso; l’invito all’ umiltà, espresso negli ultimi due versi: laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate; la visione positiva della natura e dell’armonia dell’universo, nella quale si riflette l’immagine del Creatore; la convinzione della bontà e dell’utilità del creato; la lode di ogni creatura, anche la più piccola e insignificante; la celebrazione della dignità di ogni creatura e l’atteggiamento di estrema umiltà rispetto al creato; il senso di fratellanza tra l’uomo ed il cosmo; l’accettazione umile e serena degli aspetti della vita apparentemente meno felici, come la malattia, il dolore, la morte.
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FONTI F. Bajetto: Un trentennio di studi ( ) sul Cantico di Frate Sole. In L'Italia francescana, XLIX (1974). V.C. Bigi: Il cantico delle creature di Francesco d’Assisi. Porziuncola, Assisi 1993. V. Branca: Il cantico di frate sole. Studio delle fonti e testo critico. Olschki, Firenze 1994. S.Ruggieri: Materiali per uno studio sul Cantico di Frate Sole. In: Accademie e Biblioteche d'Italia, nuova serie, XXVI (1975). AA.VV.: Francesco d'Assisi e francescanesimo dal 1216 al Atti del IV Convegno internazionale (Assisi, ottobre 1976), Assisi 1977. G. Contini: Letteratura italiana delle origini. Sansoni, Firenze 1970. La letteratura italiana. Storia e testi. Il Duecento. Dalle origini a Dante. A cura di C. Muscetta. Laterza, Roma 1970 – 1980. Storia della letteratura italiana. A cura di E. Cecchi e N. Sapegno. Garzanti, Milano 1965. U. Dotti: Storia della letteratura italiana. Laterza, Bari 1991. G. Ferroni: Profilo storico della letteratura italiana. Milano, Einaudi 1992. G. Ferroni: Storia della letteratura italiana. Einaudi Scuola, Milano 1991.
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