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LA DOMANDA NASCE SPONTANEA
L’evoluzione del quiz televisivo attraverso la stesura delle domande, da «Lascia o raddoppia» ad «Avanti un altro»
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1955 – 1959: LASCIA O RADDOPPIA? Mike Bongiorno, volto già noto agli spettatori, si pone da questo momento in poi come conduttore per eccellenza del quiz italiano. Conduzione elegante, garbata e rassicurante. Fruizione collettiva. Meccanismo semplice che porta lo spettatore a empatizzare con il concorrente. Video Istuto Luce
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1955 – 1959: LASCIA O RADDOPPIA? Il concorrente si propone come «esperto» su un determinato argomento Il conduttore pone una serie di domande iniziali, per formare il montepremi di base. Il concorrente torna ogni settimana, per un massimo di 5 volte, e deve rispondere a una domanda sempre più difficile e specifica sull’argomento prescelto. Può scegliere ogni volta se «lasciare o raddoppiare», fino a un massimo di 5 milioni e 120 mila lire. Per la domanda finale il concorrente ha facoltà di portarsi in cabina un altro «esperto» sull’argomento prescelto.
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LE DOMANDE DI LASCIA O RADDOPPIA?
Aperte: senza opzioni. Multiple: partono da un cappello introduttivo per poi richiedere circa tre risposte. Iper-specifiche: il pubblico da casa non può rispondere, ma solo empatizzare col concorrente. Difficoltà crescente: il concorrente per vincere deve compiere un’impresa non comune.
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1970 – 1974: RISCHIATUTTO Dopo il successo del «Musichiere» si torna al quiz classico, al quiz «di domanda». Tre concorrenti a puntata. Domande preliminari di tipo generale. Tabellone con argomenti predefiniti. Gioco finale.
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LE DOMANDE DEL RISCHIATUTTO
La prima parte del gioco richiede una cultura di base. Il pubblico può provare a cimentarsi. Finale simile a «Lascia o raddoppia», le domande sono difficili e molto specifiche sull’argomento proposto dal concorrente. Il pubblico può solo assaporare la tensione e immedesimarsi col concorrente che preferisce.
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MIKE A MEDIASET 1982 – 1985: Superflash! 1985 – 1987: Pentatlon
1987 – 1992: Telemike Si introducono i giochi su sondaggi d’opinione e attualità. (Superflash) Il programma si commistiona al varietà (Pentatlon) Il quiz si mescola al «game» (Telemike, cultura o fortuna?) Gioco finale invariato.
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: IL PRANZO È SERVITO Uno dei primi quiz di successo in fascia diversa dalla prima serata. Atmosfera colloquiale, mai troppo tesa, giusta compagnia per lo spettatore a tavola. Domande «da fermo» rispondibili e giocabili da casa. Prove pratiche. Domande finali, leggermente più difficili, ma sempre rispondibili. Il concorrente è l’uomo comune, non c’è più la figura del grande campione. Video (min: 15)
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1996 – 1998: TIRA E MOLLA Si instaura nella tradizione dei game-preserali (Ok, il prezzo è giusto!, La ruota della fortuna, il Gioco dei 9, Luna Park.) Resta principalmente un game, ma prelude all’imminente ritorno del quiz in quella fascia. Come nel «Pranzo è servito», si utilizzano domande miste a mini-game. Le domande però sono puro pretesto per dare spazio alle doti istrioniche del conduttore. Stravolgimento del gioco finale, non più abilità ma pura fortuna. La tensione lascia il posto all’intrattenimento. La figura del «campione» carismatico scompare.
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1999 – 2006: PASSAPAROLA Interessante compromesso tra le atmosfere da intrattenimento e il ritorno al quiz classico. Atmosfera rilassata nei giochi preliminari a squadre, che richiedono una buona preparazione di base su italiano e cultura generale. La «ruota» finale. Questa volta il gioco finale, per quanto difficile, è giocabile anche da casa. Le domande sono 21 e hanno una difficoltà mista. Riappare, prima di sparire definitivamente, la figura del campione.
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2000 – 2011: CHI VUOL ESSERE MILIONARIO?
Nuova tipologia di gioco per il pubblico italiano. Domande a 4 opzioni di difficoltà crescente. Argomenti disparati, spesso di natura nozionistica. Tempo di risposta indefinito. Tre aiuti. La giocabilità da casa diminuisce man mano che si procede verso l’«alto». Non c’è il campione eroe, ma la vincita del «Milione» ha il respiro della grande impresa.
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2002 – oggi: L’EREDITÀ Risposta al milionario dopo le controversie di «Quiz show». Nuovo modo di concepire la domanda, non più nozionistica a sé, ma sempre intesa a suscitare curiosità nello spettatore. Da casa lo spettatore gioca, e anche quando non conosce la risposta aspetta che venga rivelata. Scompare la domanda impossibile. Ritorna il gioco finale. Non un quiz, ma un game di grandissimo impatto: LA GHIGLIOTTINA Dal 2006, con la conduzione di Conti, l’atmosfera cambia e L’eredità diventa il quiz serale per eccellenza, rassicurante, serio, con la giusta dose di tensione, per tutta la famiglia.
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2011 – oggi: AVANTI UN ALTRO Risposta all’Eredità, un quiz «caciarone» e confusionario contro l’impostazione seriosa di Conti. Domande scritte con lo stesso principio dell’Eredità, mai impossibili, tese a incuriosire. Ripresa del «personaggio», già visto in Luna Park, che invece di un game propone una «domanda a tema». Nasce la «domanda spettacolo», veicolata dalla verve del conduttore. Un quiz-varietà, in cui lo spettacolo non è affiancato alle domande, ma è proprio «interno» alle domande stesse. Confronto segmenti Eredità e Avanti un altro
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POSSIBILI SCENARI Fazio riporta in tv il «Rischiatutto».
Scotti con «Caduta libera», tenta la carta del coinvolgimento fisico del concorrente. Quiz estremi come «Top one». Le domande tenderanno a sparire a beneficio dei game? Il campione carismatico tornerà? Il livello delle domande resterà basso, si abbasserà ulteriormente o tornerà alto?
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