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Michele A. Cortelazzo Competenza orale e scritta.

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Presentazione sul tema: "Michele A. Cortelazzo Competenza orale e scritta."— Transcript della presentazione:

1 Michele A. Cortelazzo Competenza orale e scritta

2 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale per cominciare: guardiamo la tv http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ae6e37b3-53ac-4552-ba7a- 7db7f3d17f54.html http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-558d2c2c-29b8-411d-9a4c- 72db102b626c.html#p=0 (minuto 1.54.40 – 2.15.00) http://www.dailymotion.com/video/x30itye (minuto 11) http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2a160f5d-6b2d-4c76-a3e4- 849a53199abd.html#p=0 www.la7.it/le-invasioni-barbariche/video/nina-zilli-il-racconto-del-suo-nono-posta-a- sanremo-e-la-sua-esperienza-in-tv-26-03-2015-150871

3 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale L'italiano televisivo L’italiano televisivo rientra nella tipologia della lingua trasmessa che combina tratti della lingua scritta e della lingua parlata faccia a faccia. Caratteristiche fondamentali sono: a) mancata condivisione del contesto da parte di emittente e ricevente; b) unidirezionalità dell’atto comunicativo; c) eterogeneità dei riceventi; d) distanza tra il momento di preparazione del testo, quello di esecuzione e quello di ricezione; e) simulazione del parlato spontaneo; f) presenza di un apparato tecnico-economico per la preparazione e la trasmissione del messaggio.

4 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale Un po' di storia 1954: inizio delle trasmissioni ufficiali della televisione, dopo un biennio di sperimentazioni all’inizio la diffusione della televisione fu lenta per motivi di costi, si fece presto molto rapida: dai 400.000 abbonati del 1954 e 700.000 del 1957 (ma sono anni nei quali è diffusissimo l’ascolto collettivo della televisione) si arriva agli oltre 4 milioni del 1963, 11 milioni del 1972, 13 milioni e mezzo del 1980 1961: entra in funzione il secondo canale televisivo 1971: iniziano le tv private via cavo 1976: televisioni commerciali locali 1979: entra in funzione il terzo canale televisivo RAI 1977: viene stata introdotta la televisione a colori 1980: networks, costituiti da emittenti locali che trasmettono contemporaneamente lo stesso programma preregistrato 1990: sono autorizzate le emittenti nazionali, oltre a quelle della RAI.

5 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale L'italiano televisivo Stili enunciativi presenti nella televisione attuale: a) “Parlato serio semplice” – in trasmissioni di informazione e divulgazione politica, culturale o scientifica medio-alta (Tv7, Quark, tg, ); b) “Parlato sciolto colloquiale”– in trasmissioni di intrattenimento, dal varietà al quiz e “parlato trascurato o sciatto” – dal reality al talk-show; c) “Parlato simulato” – in fiction, produzioni seriali, teleteatro, ecc.

6 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale L'italiano televisivo L’italiano teletrasmesso sembra porsi al centro dell’intero ventaglio di varietà, per una serie di motivi: l’inevitabile aggancio al parlato la vastità e la distanza del pubblico destinatario, che costringono a stemperare le punte idiomatiche; la varietà interna allo stesso uso televisivo. L'italiano televisivo ha buone probabilità di influenzare il decorso degli usi linguistici dei parlanti..

7 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato sciolto colloquiale" Nelle trasmissioni che un tempo si chiamavano di "varietà", e oggi vengono chiamate di "intrattenimento" presentano forme di parlato trascurato, quando on sciatto, consone al tono disimpegnato e rilassante tipico di queste trasmissioni, analogo quello dei rotocalco rosa (quelli che si sfogliano dal parrucchiere).

8 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato sciolto colloquiale" A seconda dei conduttori, e in collegamento con la politica comunicativa della rete nella quale si colloca la trasmissione, lo stile può essere garbato ed ammiccante, semplice ma efficace; oppure, con una scelta diversa, trascurato con punte di sciatteria.

9 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato sciolto colloquiale" Nel primo caso, l’italiano si configura di uso medio, con stile decisamente colloquiale, lessico comune, con qualche levigatura colta e una sintassi disinvolta e scorrevole; nel secondo caso l'italiano si colloca a livelli più bassi della scala sociolingusitica, con esecuzioni vicine al parlato spontaneo, con intensificazione dell’apporto idiomatico e regionale involontario, insieme a tutta la fenomenologia del “parlato sporco” legata alla mancanza di progettazione del discorso.

10 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato serio semplice" La RAI sin dalle origini ha puntato su programmi di cultura “alta”, come le conversazioni con i poeti o le letture recitate di testi, come la “Divina Commedia”. Nella programmazione odierna modelli culturali sono per la divulgazione tecnico-scientifica “Quark”, condotto da Piero Angela, e per la divulgazione umanistica “Ulisse”, a cura del figlio Alberto Angela.

11 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato serio semplice" Trasmissioni di divulgazione scientifico-culturale sono prodotti ben confezionati, basati sull'armonizzazione tra linguaggio visivo e verbale, con uno stile comunicativo che si distingue per chiarezza e semplicità (ma non banalità) espositiva e moderata apertura alla colloquialità.

12 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato serio semplice" Due stili enunciativi diversi. in Quark: selezione accurata della terminologia tecnica, compensata da fraseologia colloquiale e da calibrati inserti di sintassi marcata in un quadro complessivo di scioltezza e di equilibrio della sintassi testuale.

13 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato serio semplice" Due stili enunciativi diversi. in Ulisse: vicinanza all’italiano formale aulico (più che all’italiano dell’uso medio). Forme elative (super, ultra, extra), che permettono di agganciare l’attenzione partecipativa dello spettatore. Anche qui tecnicismi che, tuttavia, sono in gran parte entrati nell’uso comune della lingua; ma anche usi informali come niente in funzione aggettivale (“niente quadri, niente tappeti o credenze”).

14 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato serio semplice" Stili analoghi nelle trasmissioni giornalistiche monologiche o nelle interviste (non nei talk show) e nelle trasmissioni religiose. Il parlato di tutte queste trasmissioni rappresenta un buon esempio di continuità tra moduli didascalici della paleo televisione e moduli di intrattenimento della neotelevisione.

15 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato simulato" E' il parlato dei vecchi "sceneggiati televisivi", del teatro trasmesso alla televisione, delle più moderne fiction seriali. In queste ultime, è oggi frequente l'utilizzo dell’italiano dell’uso medio (quello con che polivalente inserito in contesti differenziati). Si riscontrano dinamiche di variazione che spaziano dal “parlar difficile” con ricorso a tecnicismi, fino agli estremi dell’italiano informale trascurato e volgare. Notevoli gli scambi di codice tra dialetto e lingua.

16 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale il "parlato simulato" Il parlato simulato della fiction italiana, almeno nei suoi esiti migliori, si presenta abbastanza credibile, con una lingua modellata sul parlato reale, tale da poter innescare meccanismi di rispecchiamento e identificazione da parte degli spettatori.

17 Michele Cortelazzo Competenza scritta e orale Le scelte di oggi alla luce della storia del linguaggio televisivo paleotelevisione: televisione scuola di italiano neotelevisione: televisione specchio del plurilinguismo della società italiana


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