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Medicina delle catastrofi

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Presentazione sul tema: "Medicina delle catastrofi"— Transcript della presentazione:

1 Medicina delle catastrofi
Corso P. S. T. I. Catignano (Pe) 14 febbraio 2013 Medicina delle catastrofi - Ruolo e organizzazione CRI Azione di soccorso del primo mezzo CRI che interviene in una situazione complessa Principi di intervento, Triage, PMA. Muni CYTRON Istruttore Nazionale di Protezione Civile

2 Obiettivi di questa lezione /incontro:
far sapere cos’è una catastrofe ruolo ed organizzazione della C.R.I. principi di intervento della C.R.I. Triage PMA saper fare comportamento del primo mezzo (di soccorso) saper essere in grado di integrarsi nella catena dei soccorsi

3 MEDICINA DELLE CATASTROFI
E’ la branca della medicina che opera negli eventi catastrofici ed ha come obiettivi: - operare in fretta e al meglio, - trattare più vittime possibili, - limitare le sequele, - limitare le perdite

4 EMERGENZA SI E’ SOLITI AFFRONTARE EVENTI CON POCHI FERITI
E DIVERSI MEZZI: questo stato di cose permette ai soccorritori di agire in piena tranquillità, di attribuire importanza a qualsiasi lesione

5 INCIDENTE MAGGIORE: COS’E’
EMERGENZA in caso di incidente maggiore o di disastro i mezzi di soccorso e i soccorritori disponibili sono sproporzionatamente INSUFFICIENTI rispetto alle vittime si tratta di una situazione straordinaria INCIDENTE MAGGIORE: COS’E’ E’ un evento che si verifica nel momento in cui collocazione, numero, gravità o tipo dei feriti vivi possono richiedere l’impiego di RISORSE STRAORDINARIE

6 C A T A S T R O F I

7 PROTEZIONE CIVILE Obiettivi
CONOSCERE e FAR CONOSCERE i rischi (cultura del rischio); DIFFONDERE nozioni di comportamento; PREVENIRE le catastrofi; LIMITARE al massimo le conseguenze di una catastrofe inevitabile.

8 PROTEZIONE CIVILE Fasi operative
Previsione: identificazione anticipata di eventi la cui probabilità di verificarsi è elevata (analisi dei rischi, analisi storica, monitoraggio dell’ambiente, …); Prevenzione: azioni che comportano dei provvedimenti tendenti a diminuire la frequenza di eventi che recano danno o l’entità dei danni conseguenti (costruzione case antisismiche, separazione zone abitative-zone industriali, controllo dei territori…);

9 PROTEZIONE CIVILE Metodo Soccorso: messa in pratica dei piani
di emergenza con interventi atti a garantire qualsiasi forma di assistenza - Rispristino: ripresa della vita sociale nello stesso ambiente o in uno nuovo.

10 LEGGE 225 del 24/02/92 - art.11 in materia di Protezione Civile
STRUTTURE OPERATIVE LEGGE 225 del 24/02/92 - art.11 in materia di Protezione Civile

11 RUOLO DELLA C.R.I.

12 DOMANDE?

13 maxiemergenza

14 maxiemergenza

15 maxiemergenza

16 maxiemergenza

17 maxiemergenza

18 ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI
VALUTAZIONE DELLA SCENA e DEI RISCHI EVOLUTIVI RAPIDA RICOGNIZIONE per stimare n° vittime, valutare loro accessibilità e patologie prevalenti ALLARME (Chiamata al 118) - invio di risorse e personale di supporto SETTORIALIZZAZIONE (suddivisione della zona dell’evento in settori) PRIMA CLASSIFICAZIONE SANITARIA (triage / priorità di trattamento) MEDICALIZZAZIONE (PMA – triage /priorità di evacuazione) EVACUAZIONE (trasporto feriti verso ospedali) OSPEDALIZZAZIONE (ricovero ospedaliero delle vittime)

19 PRIMO EQUIPAGGIO SUL POSTO
Quali sono i compiti del primo equipaggio che arriva sulla zona della catastrofe?

20 ZONA DEI SOCCORSI RICOGNIZIONE ESTENSIONE TIPOLOGIA
PRIMA SQUADRA DI SOCCORSO RICOGNIZIONE ESTENSIONE TIPOLOGIA NUMERO APPROSSIMATIVO DEI COINVOLTI ACCESSO AL CANTIERE UBICAZIONE MEZZI COMUNICAZIONE ALLA C.O. - Centrale Operativa RISCHIO EVOLUTIVO

21

22 AUTOPROTEZIONE SEMPRE
SICUREZZA PER SE STESSI SICUREZZA SULLA SCENA CON ATTENZIONE AI RISCHI EVOLUTIVI SICUREZZA PER I FERITI In caso di inadeguato equipaggiamento protettivo allontanarsi ossia “get out, stay out, call out” get out, uscire fuori, guadagnare l’uscita stay out, restare fuori   call out, chiamare (soccorsi)

23 COORDINATORE DEI TRASPORTI
U O L I D E Q P A G Gestisce l’accesso all’area di VV.FF. e FF.OO. Comunica con la centrale operativa Invia i soccorritori verso il Coordinatore dei Soccorritori Sanitari Regola accessi e aree di sosta dei mezzi Individua i luoghi più adatti per l’atterraggio di eventuali elicotteri

24 CSS - COORDINATORE SOCCORRITORI SANITARI
U O L I D E Q P A G Si coordina con il responsabile tecnico dei VV.FF. Comunica con la Centrale Operativa e il DSS (Direttore Soccorritori Sanitari) Coordina l’invio di soccorritori e materiali sanitari nei settori Individua l’area per l’allestimento del PMA Coordina l’invio dei feriti al PMA sulla base di una classificazione mediante Triage

25 RICOGNITORE Valuta la dinamica e i rischi
Q P A G Valuta la dinamica e i rischi Collabora con le forze presenti Stima i feriti e la loro raggiungibilità Comunica le patologie prevalenti Definisce vie d’accesso e di deflusso Richiede l’invio di risorse di supporto Delimita l’area e la suddivide in settori e cantieri Collabora al triage e forma i nidi di soccorso

26 Dove operano i soccorritori?
ZONE DI INTERVENTO Dove operano i soccorritori? CRASH: zona in cui si verifica l’evento catastrofico

27 Dove operano i soccorritori?
ZONE DI INTERVENTO Dove operano i soccorritori? CANTIERE: zona della catastrofe in cui si eseguono le prime operazioni di soccorso; è transennato ed è sottoposto a ricognizione

28 Dove operano i soccorritori?
ZONE DI INTERVENTO Dove operano i soccorritori? NORIA DI RECUPERO movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal luogo dell’evento al PMA e viceversa

29 Dove operano i soccorritori?
ZONE DI INTERVENTO Dove operano i soccorritori? NORIA DI EVACUAZIONE movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal PMA agli ospedali e viceversa

30 ZONE DI INTERVENTO

31 TRIAGE MODALITA’ DI INTERVENTO
Qual è il primo intervento dei soccorritori? E’ necessario suddividere le vittime per assegnare una priorità di soccorso e sgombero per aumentare le probabilità di sopravvivenza globali QUESTO MODO DI PROCEDERE PRENDE IL NOME DI TRIAGE deriva dal verbo francese trier che signfica scegliere

32 T R I A G E - modalità DOVE si esegue il Triage?
Va fatto a tutti i livelli: sul campo, nel PMA, in ospedale COME si esegue il Triage Applicando un PROTOCOLLO semplice e rapido CON QUALE METODO? Soffermarsi brevemente su tutte le persone e valutazione rapida Rispondere ad alcune semplici domande Assegnare a ciascuna persona un colore-codice gravità

33 T R I A G E - l’obiettivo è razionalizzare le risorse
- valutazione rapida per l’assegnazione di un codice di gravità ad ogni vittima trattamenti salvavita di minima che impegnano per qualche decina di secondi al massimo

34 TRIAGE – codici colore I colori-codice gravità per i soccorritori sono: Rosso prima priorità – in pericolo di vita se non trattati in breve tempo Giallo seconda priorità – richiedono un trattamento in poche ore Verde persone con patologie minori che possono essere trattate per ultime I codici colore di competenza medica sono: Blu pazienti così gravi da non poter essere trattati malgrado il miglior trattamento disponibile Nero deceduto

35 TRIAGE - PROTOCOLLI “ IL PROTOCOLLO DI TRIAGE E’ L’INSIEME DEI CRITERI CHE L’OPERATORE DEVE APPLICARE PER GIUNGERE ALLA CLASSIFICAZIONE DELLA PRIORITA’ DI TRATTAMENTO” I PIU’ DIFFUSI METODI DI TRIAGE SONO: S.T.A.R.T. (Simple Triage and Rapid Tratment) C.E.S.I.R.A. (Coscienza, Emorragie, Shock, Insufficienza respiratoria, Rotture, Altro)

36 Protocollo S.T.A.R.T. I soccorritori NON considerano il codice colore nero che viene sostituito con il colore rosso / rosso nero

37 Protocollo CESIRA

38 VALUTAZIONE DELLE PATOLOGIE
ROSSO FERITI GRAVI CON PERICOLO DI VITA - Arresto respiratorio - Emorragie incontenibili - Gravi traumi cranici - Gravi ferite toraciche o addominali - Shock grave GIALLO FERITI GRAVI MA NON IN PERICOLO DI VITA - Ustioni e emorragie Gravi - Traumi cranici senza perdita di coscienza - Fratture multiple - Traumi di colonna VERDE FERITI CON LESIONI LEGGERE - Emorragie e ustioni contenute - Fratture minori - Ferite lacero contuse

39 TRIAGE – strumenti per la classificazione
BRACCIALETTI (soccorritori)

40 TRIAGE – strumenti per la classificazione
CARTELLINI (solo medici e infermieri)

41 NIDO DI SOCCORSO SCOPO: effettuare il triage primario QUANDO: elevata disparità tra soccorritori e vittime COME: - il soccorritore al centro e gli infortunati a cerchio - il materiale necessario al primo intervento vicino al soccorritore

42 Schema di NIDO DI SOCCORSO

43 P.M.A - Posto Medico Avanzato
Struttura base di assistenza con funzioni proprie di un Reparto di Pronto Soccorso Si attiva in caso di: Necessità di soccorrere numerosi feriti Alto numero di feriti gravi da stabilizzare Problemi legati al prolungarsi dei tempi di evacuazione Ospedali distanti e/o sovraffollati

44 P.M.A. Dove attivarlo In strutture già esistenti o con sistemi modulari Vicino alla zona dei soccorsi Al riparo da rischi evolutivi Vicino alle vie di accesso

45 SCHEMA DI P.M.A. - Posto Medico Avanzato

46 P.M.A. - CARATTERISTICHE Facilmente visibile con cartelli o altro
Con entrate e uscite separate e organizzate Igiene e climatizzazione adeguate per soccorritori e feriti Illuminato insonorizzato adeguatamente

47 FUNZIONAMENTO DEL P.M.A. Accettazione vittime Triage
Medicalizzazione, trattamento e stabilizzazione delle vittime Compilazione schede uscita Controllo deceduti Gestione evacuazione verso gli ospedali

48 STRUMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE AL P.M.A.
Presso il P.M.A. ha luogo un secondo triage nonché il trattamento e viene compilata una scheda di triage Tale scheda consente di registrare tutte le informazioni relative al paziente, al trattamento e alla destinazione

49 C.M.E. - Centro Medico di Evacuazione
Il C.M.E. è una struttura in cui confluiscono i pazienti di più P.M.A. nel caso in cui si abbiano molti pazienti oppure i cantieri siano molto distanti uno dall’altro Funzioni: Accentramento delle vittime da diversi P.M.A Triage più accurato in funzione dell’evoluzione clinica Ulteriore intervento sanitario Regolazione delle evacuazioni in base allo stato ed all’evoluzione clinica delle vittime ed in base alla disponibilità dei mezzi Sostituisce i reparti di degenza delle strutture sanitarie territoriali

50 SCHEMA DI C.M.E.

51 CONCLUSIONI CATASTROFE CROCE ROSSA E ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE
RUOLO E COMPORTAMENTO DEL PRIMO EQUIPAGGIO TRIAGE P.M.A.

52 DOMANDE?

53 Grazie per l'attenzione
Muni CYTRON - Delegato AE - Attività di Emergenza Comitato Locale Cepagatti - Coordinatore CRI specializzato in Protezione Civile - 2° livello - Istruttore Nazionale di Protezione Civile - Formatore Nazionale C.R.I. Muni CYTRON Istruttore Nazionale di Protezione Civile Croce Rossa Italiana Comitato Locale di Cepagatti (Pe) a cura di Muni CYTRON Istruttore Nazionale di Protezione Civile


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