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Le scoperte geografiche
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Alla ricerca di nuove rotte
Nel XV secolo si affermò la convinzione che la Terra fosse sferica, ma non si avevano notizie certe sui territori al di fuori dell’Europa. Ad ovest lo stretto di Gibilterra segnava il limite del mondo conosciuto; a est le conoscenze dell’Oriente (India, Cina e Giappone) erano imprecise e mediate dai mercanti arabi. Cartina del "Vecchio Mondo" eseguita da Fra Mauro nel 1459, prima della scoperta dell'America.
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I viaggi oltreoceano del XV secolo
Dopo la caduta di Costantinopoli (1453) la Via della Seta finì sotto il controllo dei Turchi: si rendeva necessario aprire nuove vie di commercio verso l’Oriente per continuare ad acquistare spezie e prodotti preziosi. Per raggiungere le Indie e comprare direttamente nei luoghi di produzione, evitando pericolosi viaggi via terra, era necessario circumnavigare l’Africa. Le monarchie iberiche, Spagna e Portogallo, furono le prime a poter sostenere il costo delle esplorazioni e a colonizzare nuovi territori. Tra la fine del 1500 e il 1600 anche Inglesi, Olandesi e Francesi entrarono nella gara per la spartizione del mondo. Nel Quattrocento decisivi progressi nelle tecniche di navigazione e nelle conoscenze geografiche permisero le esplorazioni in mare aperto. Nell’arco di due secoli l’Europa impose il suo dominio sul mondo intero.
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I progressi nelle tecniche nautiche
CARAVELLA veliero maneggevole, resistente e molto veloce tre alberi con due vele quadrate e una triangolare equipaggio limitato possibilità di carico di viveri per lunghi viaggi GALEONE a partire dal ‘500 sostituisce la caravella più grande e più veloce della caravella perché dotato di vele quadrate di grandi dimensioni armato di cannoni che consentirono agli Europei di conquistare il dominio dei mari usato sia come nave da guerra che da trasporto PERFEZIONAMENTO DEGLI STRUMENTI DI NAVIGAZIONE: bussola, quadrante, astrolabio, carte nautiche
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Le esplorazioni dei Portoghesi
Fu il Portogallo, periferico rispetto all’Europa ma avvantaggiato dalla sua posizione sull’Atlantico, a inaugurare la grande stagione delle scoperte. Nel XIV secolo i Portoghesi raggiunsero gli arcipelaghi di Madeira, delle Canarie e delle Azzorre. Enrico il Navigatore ( ) diede un grande impulso alle esplorazioni geografiche; grazie a lui nel 1433 venne raggiunto Capo Bojador, in Africa. Ritratto di Enrico il Navigatore
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Le esplorazioni dei Portoghesi
L’obiettivo era la ricerca di un collegamento marittimo con le Indie circumnavigando l’Africa per strappare ai mercanti veneziani il controllo del commercio delle spezie. Durante le varie spedizioni i portoghesi penetrarono anche all’interno dell’Africa dando inizio al commercio degli schiavi. doppiò il Capo di Buona Speranza aprì la rotta marittima verso le Indie, fino a Calcutta Una tempesta spinse la nave di Cabral verso Ovest , sulle coste del Brasile, un territorio ancora del tutto sconosciuto.
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Il viaggio di Cristoforo Colombo
IL SUO PROGETTO: raggiungere l’Oriente passando da Occidente. si basava sulla teoria , sostenuta dal geografo fiorentino Paolo Toscanelli, che la Terra fosse sferica. I SUOI ERRORI: aveva stimato una distanza di km contro quella reale di km. non immaginava l’esistenza del continente americano tra l’Europa e l’Asia. 3 agosto 1492 Partenza da Palos: la spedizione fu finanziata dai sovrani di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, che speravano nel raggiungimento di nuove ricchezze. 12 ottobre 1492 Sbarco su un’isola delle Bahamas chiamata da Colombo San Salvador. La spedizione era composta da tre caravelle: Niña, Pinta e Santa Maria. Per altre tre volte varcò l’oceano verso Ovest, esplorando Cuba, Haiti e Santo Domingo, ma non capì mai di avere trovato un nuovo continente ancora sconosciuto.
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Le esplorazioni successive
Dopo i viaggi di Colombo le spedizioni si moltiplicarono e le conoscenze geografiche si approfondirono. Amerigo Vespucci riprese la perlustrazione delle nuove terre e intuì per primo che la terra toccata da Colombo non era una parte dell’Asia, ma un nuovo continente, che in seguito prese in suo onore il nome di America. Le coste del Nord America vennero invece perlustrate dall’italiano Giovanni Caboto, che alla fine del ‘400 compì alcuni viaggi per conto del re Enrico VII d’Inghilterra.
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La spedizione di Ferdinando Magellano
Rimaneva aperto l’enigma principale per cui tutta l’avventura aveva preso il via: come raggiungere da ovest il continente asiatico? La monarchia spagnola finanziò una nuova spedizione guidata da Ferdinando Magellano che aveva lo stesso obiettivo di quella di Colombo: raggiungere l’Oriente passando da Occidente. La sua esplorazione è una delle più coraggiose di tutta la storia della marineria. 1519 – 1522: Magellano trovò, nella Terra del Fuoco, il passaggio verso il Pacifico che poi da lui prese il nome. Raggiunse le Filippine, dove morì. Una nave della sua spedizione proseguì il viaggio compiendo per la prima volta la circumnavigazione del globo terrestre. La sfericità della Terra era stata definitivamente dimostrata.
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Gli imperi coloniali nel 1500
Trattato di Tordesillas (1494): Spagna e Portogallo si spartiscono idealmente le aree di influenza tracciando una linea immaginaria, detta raya, in mezzo all’Atlantico: le terre a Ovest erano a disposizione della Spagna, le terre a Est del Portogallo. SPAGNA Occupazione sistematica di vasti territori di Centro e Sud America grazie alle imprese dei conquistadores. PORTOGALLO Colonizzazione delle coste con basi navali e scali commerciali a protezione della rotta tra Lisbona e l’Oriente.
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Le conseguenze delle scoperte geografiche
ATLANTIZZAZIONE Le nuove rotte atlantiche che collegavano l’Europa con l’Oriente e l’America diventarono più importanti di quelle del Mediterraneo. Si affermarono nuovi porti: Lisbona, Siviglia, Londra e soprattutto Anversa, che strappò il primato commerciale a Venezia. Gli stati affacciati sull’Atlantico acquisirono rilievo politico, ricchezza e potenza; i paesi mediterranei si avviarono a un lento declino. SVILUPPO DI UN’ECONOMIA GLOBALE Tutti i continenti erano collegati dai traffici commerciali. In Europa furono importati prodotti prima sconosciuti: mais, patata, tabacco, cacao, pomodoro.
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Le civiltà precolombiane
Prima dell’arrivo di Colombo, esistevano nelle Americhe diverse popolazioni, che vivevano per lo più allo stato primitivo. Alcune popolazioni, però, riuscirono a creare una società, a formare delle civiltà: gli Aztechi e i Maya si svilupparono nella REGIONE MESOAMERICANA (sud del Messico e America centrale -azteca e maya-); gli Incas si stabilirono nella REGIONE ANDINA (Ecuador, Perú, Bolivia e Cile ). Economia basata sull’agricoltura; religione politeista, con sacrifici umani; imperialismo basato sulla conquista violenta di altri popoli (Aztechi e Incas)
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Le civiltà precolombiane
Architettura: costruirono grandi piramidi e templi, che erano il cuore delle più importanti città. Tempio delle Iscrizioni, Palenque (Messico) I Maya svilupparono un sistema di scrittura completo con cui scrissero ogni tipo di testo: di medicina, botanica, storia, matematica, astronomia... Le loro conoscenze astronomiche permisero l’organizzazione di un complesso calendario (365 giorni divisi in 20 mesi di 13 giorni e un mese extra di 5 giorni). Machu Picchu, antica città Inca in Perù edificata dall’imperatore Pachacútec intorno al 1440
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I conquistadores Protagonisti della costruzione del vastissimo impero coloniale spagnolo, erano soldati e avventurieri di ogni genere e tipo, accomunati dal desiderio di arricchirsi. Prendevano possesso dei nuovi territori in nome della monarchia spagnola, non esitando a ridurre la popolazione in schiavitù o a impiegarla nelle piantagioni o nelle miniere. 1518 Spedizione di Hernan Cortès per conto del futuro Carlo V: in qualche anno conquistò i territori messicani controllati dall’Impero azteco, ne depredò le ricchezze e rase al suolo la capitale Tenochtilan (1521). Conquista da parte di Francisco Pizarro dell’impero degli Incas, che si estendeva tra Ecuador, Cile e Perù. La Spagna si appropriò della quasi totalità dell’America meridionale ed entrò in possesso di ingentissime quantità di oro e argento, cancellando in pochi anni le antiche civiltà dei Maya, degli Aztechi e degli Incas.
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I conquistadores Le colonie americane della Spagna vennero divise in vicereami, amministrate ciascuna da un vicerè nominato direttamente dal re. L’economia si basava sulle encomiendas, appezzamenti di terra affidati a coloni e coltivati da manodopera indigena (sistema simile al feudalesimo). Gli Indios furono sterminati dalle armi, dalla durezza della schiavitù e dalle nuove malattie portate dagli europei: dei circa 80 milioni all’epoca della conquista ne sopravvissero solo 10 milioni. 1512: re Ferdinando, con le Leggi di Burgos, avviò un primo tentativo di riconoscimento dei diritti degli indigeni Carlo V condannò duramente Cortés e promulgò delle leggi a tutela degli Indios In seguito al durissimo trattamento riservato ai nativi americani, i regnanti spagnoli cercarono di limitare gli abusi dei conquistadores
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L’impegno della Chiesa
1537: Paolo III emanò la bolla Sublimis Deus, in cui si riconoscevano i pieni diritti umani degli Indios, e condannò la conversione coatta Missionari spagnoli giunsero nelle nuove terre a predicare il Vangelo e tentarono di influenzare la condotta dei nobili e dei coloni verso i nativi Il domenicano Bartolomeo de Las Casas dedicò la vita alla difesa degli indigeni dai soprusi degli spagnoli Decine di missionari gesuiti difesero gli indios creando il sistema delle reducciones, villaggi in cui i nativi lavoravano in condizioni umane e venivano istruiti Ricostruzione della reduccion di San Ignacio Minì, in Argentina
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