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PubblicatoAdalberto Scala Modificato 10 anni fa
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Teatralità Quest'anno le classi terze lavoreranno su una oppia di opposti. A fine anno verrà realizzato uno spettacolo sugli opposti scelti : “Maschio & Femmina”.
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1° Incontro Sole -Luna Amore - Odio Notte - Giorno Maschio -Femmina
Il primo incontro abbiamo pensato a delle coppie di opposti e le abbiamo annotate su un foglio. Dopo averle scritte alla lavagna ognuno di noi ne ha scelto una. Gli opposti sono stati poi rappresentati attraverso un testo scritto e un lavoro grafico. Sole -Luna Amore - Odio Notte - Giorno Maschio -Femmina Freddo - Caldo
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2° Incontro Eugenio Montale. Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896.E' il minore dei sei fratelli. Passa la sua infanzia a Genova e a Monterosso (Cinque Terre) dove la famiglia va spesso in vacanza. Frequenta l'istituto tecnico commerciale e nel 1915 si diploma in ragioneria. Montale coltiva i propri interessi letterari e prende lezioni private di filosofia dalla sorella Marianna .Negli anni tra il 1915 e il studia musica insieme al baritono Eugenio Sivori. Entra all'Accademia militare di Parma dove chiede di essere inviato al fronte, e dopo una breve esperienza viene congedato nel 1920. Finita la prima guerra mondiale incomincia a frequentare i circoli culturali liguri e torinesi. Nel 1921 si trasferisce a Firenze dove collabora con l'editore Bemporad. Montale entra in punta di piedi nell'officina della poesia italiana con un "signor biglietto da visita", l'edizione degli "Ossi di Seppia" del 1925. Terminata la Seconda Guerra mondiale si iscrive al Partito d'Azione e inizia un'intensa attività con varie testate giornalistiche. Nel 1948 si trasferisce a Milano dove inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera. Muore a Milano il 12 settembre 1981, poco prima di compiere 85 anni. Viene sepolto accanto alla moglie Drusilla. Il secodo incontro abbiamo lavorato in palestra sul prendere e lasciare, dopo aver letto un testo “Dove si racconta di un lungo viaggio a piedi e del ritorno” Poi,in classe, abbiamo letto la poesia “ Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale “ di Eugenio Montale.
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Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale.
Eugenio Montale Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. Eugenio scrive questa poesia alla morte della moglie ricordandone la sua presenza e il rruolo che ha avuto nella sua vita
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5 Parafrasi Ho sceso, aiutandoti e facendomi aiutare, moltissime scale ed ora che tu non ci sei mi sento sempre più solo ed ogni gradino per me è vuoto. Anche vivendo assieme a lungo tempo, io sono infelice in quanto il tempo passato con te e la nostra vita insieme non sono durati abbastanza. Il mio viaggio dura tuttora, e non mi servono più le coincidenze dei treni, le prenotazioni degli alberghi, i viaggi, le umiliazioni della gente che crede che la vita vera sia quella che si vede. Ho sceso moltissime scale aiutandoti e facendomi aiutare, non perché con quattro occhi si vede di più e meglio. Le ho scese con te perché sapevo che tra di noi, i veri occhi che vedevano la realtà più profonda, anche se indeboliti dalla miopia erano i tuoi.
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3° Incontro Il terzo incontro siamo scesi in palestra con i prof di scienze motorie e la prof di italiano e abbiamo fatto una lettura su alcuni testi che avevamo prodotto noi in classe sugli opposti. Questo è il testo che ho prodotto io: GIORNO & NOTTE Di notte le emozioni sembrano più dense, quando sotto il piumone sento gli ultimi battiti del mio cuore prima di addormentarmi. Nel mio letto ripenso alla giornata passata che diventerà passato come lo diventerà tutto quello che ho vissuto oggi. In questo momento sto vivendo un'altra volta l'incrocio tra giorno e notte come lo vivrò domani e come l'ho vissuto ieri. Sognerò il futuro come ho sognato il passato tra una notte che passa e il giorno che scorre. Sotto le coperte scrivo di te, di quello che mi hai fatto vivere, di quello che succederà, tra una giornata che finisce e una giornata che mi rapisce..
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4° Incontro In palestra,seduti in cerchio abbiamo letto una pagina di diario. Elizaveta Elizaveta inizia a scrivere il suo diario all eta di 21 anni. E' nata In Russia a San Pietroburgo ma della sua vita precedente non vuole ricordare niente,non per odio ma per indifferenza. Così nel testo racconta la sua vita passata, usando spesso la parola “Indifferenza”. I suoi genitori si sono avvelenati durante la rivoluzione del Lei è povera ma si mantiene suonando.
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5° Incontro Il quinto incontro i prof ci hanno letto due pezzi di diario,uno era di una femmina e l'altro di un maschio ( Adrian & Alice ). In seguito la prof di italiano ci ha fatto trovare le somiglianze e gli opposti tra due diari,quello maschile e quello femminile. Il diario di Alice Diario segreto di Adrian Mole, di anni 13 e ¾ Divagante Preciso Femmina Maschio Famiglia Problema personale Problema oggettivo La famiglia supporta, aiuta La famiglia non interviene, lo responsabilizza Diario adolescente
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6° Incontro Il sesto incontro abbiamo assistito alla lettura di due poesie una scritta da un poeta maschio e l'altra da una femmina. Poesia Femminile:Emily Dickinson Se tu venissi in autunno, Io scaccerei l'estate, Un po' con un sorriso ed un po' con dispetto, Come scaccia una mosca la massaia. Se fra un anno potessi rivederti, Farei dei mesi altrettanti gomitoli, Da riporre in cassetti separati, Per timore che i numeri si fondano. Fosse l'attesa soltanto di secoli, Li conterei sulla mano, Sottraendo fin quando le dita mi cadessero Nella Terra di Van Diemen. Fossi certa che dopo questa vita La tua e la mia venissero, Io questa getterei come una buccia E prenderei l'eternità. Ora ignoro l'ampiezza Del tempo che intercorre a separarci, E mi tortura come un'ape fantasma Che non vuole mostrare il pungiglione Poesia maschile : Sandor Petofi Io sarò albero Io sarò albero se ti farai fiore d’un albero: se rugiada sarai mi farò fiore. Rugiada diverrò se tu sarai raggio di sole: così, mio amore, noi ci uniremo. Se, mia fanciulla, tu sarai cielo, io diverrò, allora, una stella: se, mia fanciulla, tu sarai inferno, io per amarti mi dannerò
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7° Incontro Il settimo incontro ciasuno ha scritto il posto dove scrive il proprio diario e chi non scriveva il diario doveva trovare un posto dove avrebbe scritto. In fine i testi scritti sono stati letti in palestra. In classe ci è stato letto un testo “ Eveline”(da James Joyce, Gente di Dublino). Ciascuno ha concluso l'espisodio scrivendo una pagina di diario in cui immagina di essere uno dei protagonisti (maschio per la femmina, femmina per il maschio)
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