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Gli usi del bosco La selvicoltura
Fin dai tempi più antichi l’uomo ha trovato nel bosco una delle prime fonti di vita. Si serviva della selva sia per alimentarsi con i suoi frutti, sia adoperando il legno per costruirsi i rifugi oppure bruciandolo per cuocere e per scaldarsi.
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Gli usi del bosco Ma poi l’uomo si è accorto che utilizzandolo “troppo” si cambiavano certe condizioni, e così il bosco spariva non ricrescendo più come una volta. Allora l’uomo si spostava e sfruttava altri boschi vicini. Tutto questo è accaduto finché non ci siamo resi conto che i boschi stavano diminuendo sempre più.
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Gli usi del bosco Nasce così la SELVICOLTURA, disciplina che regola l’uso del bosco e la sua rinnovazione per ricavarne beni e servizi.
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Che cosa produce il bosco oggi?
Come abbiamo appena accennato gli usi del bosco sono molteplici, proviamo un po’ ad elencarli: Si va dalla raccolta dei suoi prodotti come le castagne, i pinoli, le bacche di ginepro, i lamponi, le more. La raccolta dei prodotti secondari (ma non meno importanti, anzi!) come i funghi o i tartufi.
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Grazie ai fiori di alcuni alberi si ottiene miele dalle api.
Il legno da cellulosa per produrre la carta. L’ottenimento di legna da ardere per camini e forni. Il legname da opera di grandi dimensioni per fare travi, tavole, assi e da questi mobili, sedie, finestre, porte oppure interni di case o chiese.
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Oppure ricavare dei pali, cioè dei tronchi più allungati per fare delle steccionate, dei recinti o dei piloni ad esempio per sostenere le linee del telefono. O ancora legno di qualità per strumenti musicali, parquet, finiture e altri piccoli oggetti.
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Ma il bosco fornisce anche altri “servizi” da cui tutti noi traiamo beneficio, anche se non ce ne rendiamo conto: Il bosco “pulisce” l’aria trasformando l’anidride carbonica che noi produciamo in ossigeno che ci serve per sopravvivere. Le radici degli alberi vivi trattengono il terreno di certe zone ripide che altrimenti franerebbero sulle case. O2 CO2
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I boschi ben tenuti trattengono le piogge assorbendo e dilatando i tempi di rilascio dell’acqua, impedendo ai fiumi di creare pericolose “piene”. E poi l’aspetto ricreativo di un bosco, la piacevolezza e l’armonia nel camminarci dentro oppure l’incanto che provoca l’aprire la finestra di casa ed affacciarsi sul verde.
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Il bosco è anche l’unico posto in cui molti animali, grandi e piccoli, possono vivere. Alcuni si servono di alberi grandi, altri di più piccoli, altri ancora soltanto di prati ma spesso hanno bisogno di tutti questi ambienti insieme. Cinghiali Pettirosso Porcospino
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L’albero. Farnia (una latifoglia) Facciamo una parentesi e prendiamo in considerazione l’albero da solo. Esistono varie specie di albero divisi in prima battuta in latifoglie e conifere. La differenza sostanziale più grande fra queste due categorie non sta soltanto nelle foglie ma nel modo in cui si riproducono. Abete rosso (una conifera)
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Le conifere, a parte le eccezioni del Pino delle Canarie, della Sequoia e della Criptomeria Japonica, si propagano esclusivamente per seme. Il seme cade e da origine ad un nuovo individuo figlio di due piante genitrici.
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Nelle latifoglie accade che, oltre alla riproduzione sessuale, si abbia anche una “propagazione vegetativa”: le singole piante emettono dei “polloni”, cioè dei getti, dei rametti verticali che poi diventeranno delle piante vere e proprie, figlie però di un solo genitore. Quindi le conifere si riproducono per seme mentre le latifoglie o per seme o per polloni.
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Forme di governo Ma i boschi sono tutti uguali?
Perché, ad esempio, questi boschi di castagno sono così diversi?
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Uno con tanti alberi sottili che nascono dallo stesso punto e l’altro con grandi tronchi molto distanti tra loro?
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Tutto dipende da cosa si vuol ricavare dal bosco
Tutto dipende da cosa si vuol ricavare dal bosco. Si è accennato ai vari usi e anche ai modi di riproduzione degli alberi, in conformità a questi l’uomo ha dovuto disciplinare i metodi di gestione del bosco stesso. Questi metodi si chiamano FORME DI GOVERNO e si dividono principalmente in ALTO FUSTO e CEDUO.
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Per ALTO FUSTO s’intende quella forma di governo che prevede la rinnovazione del bosco esclusivamente grazie al seme. E’ chiaramente l’unico metodo che si può utilizzare per le conifere. Prevede che le dimensioni degli alberi a fine turno siano elevate e che le latifoglie non producano polloni.
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Invece il CEDUO si può applicare solo per le latifoglie poiché è costituito da tanti giovani “polloni” e da alcune “matricine”, cioè piante adulte che non vengono tagliate proprio per poter disseminare.
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A tal proposito esistono delle leggi che regolano il numero di queste matricine per rigenerare e conservare integro il bosco senza creare danni.
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