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Scuola Secondaria Botrugno – Classi I A e I B
I GIUSTI TRA LE NAZIONI Giornata della Memoria 27 gennaio 2009 Scuola Secondaria Botrugno – Classi I A e I B 1
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La banalità del male Il male non è mai radicale, ma soltanto estremo, e credo che non possegga né profondità, né dimensione demoniaca… Solo il bene è profondo e può essere radicale. Hannah Arendt 2
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al fine di ricordare non solo la Shoah, le leggi razziali,
LA LEGGE N. 211 del 20 luglio 2000 istituisce, anche in Italia, il GIORNO DELLA MEMORIA al fine di ricordare non solo la Shoah, le leggi razziali, ma anche coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati 3
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non può essere disgiunta dalla MEMORIA DEL BENE
LA MEMORIA DEL MALE non può essere disgiunta dalla MEMORIA DEL BENE di cui furono protagonisti i GIUSTI le cui storie dimostrano che ERA POSSIBILE AIUTARE ! Rifacendoci al principio contenuto nelle ultime righe delle legge 211, a conclusione di questo momento di Riflessione sulla Giornata della Memoria, noi ragazzi delle classi prime vogliamo farci portavoce dei messaggi positivi che alcuni uomini hanno lasciato al mondo intero dimostrandoci che ………….. Da ciò la scelta di presentare in questa sede, assieme al quadro di ciò che era inimmaginabile ed è avvenuto anche la possibilità di una scelta diversa: quella proposta dai Giusti………………. 4
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Yad Vashem: un luogo per ricordare
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Yad Vashem: un luogo per ricordare
Esiste un luogo a Gerusalemme chiamato Yad Vashem: significa “un posto e un nome”. È il Memoriale dei Martiri e degli Eroi della Shoah, a cui è affidato il compito di conservare la memoria de sei milioni di Ebrei, vittime dello sterminio nazista. Esiste un luogo a Gerusalemme chiamato Yad Vashem che significa “un posto e un nome”. Tale nome viene dal libro di Isaia, dove Dio dice: “concederò nella mia casa e dentro le mie mura un memoriale e un nome… darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Yad Vashem è il Memoriale dei Martiri e degli Eroi della Shoah, a cui è affidato il compito di conservare la memoria de sei milioni di Ebrei, vittime dello sterminio nazista. 6
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Il Giardino dei Giusti: la memoria del bene
Vi si accede attraverso il Viale dei Giusti. Qui, e nel vicino Giardino dei Giusti, ogni albero porta il nome di un gentile, un non-ebreo, che ha aiutato e salvato le vite degli Ebrei, rischiando la propria vita. Il Giardino dei Giusti nasce nel 1962, per volontà di Moshe Bejski, ebreo polacco, internato a Plaszow e sfuggito ad Auschwitz perché inserito nella famosa “lista di Schindler”. 7
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Il Giardino dei Giusti: la memoria del bene
Quel Giardino è uno straordinario libro, non scritto con la penna sui fogli di carta, ma con gli alberi su una collina di Gerusalemme. Quel Giardino è uno straordinario luogo che, come un libro, ci offre un insegnamento: si deve impedire che la storia rimanga solo il racconto di ciò che i carnefici hanno fatto. Il ricordo del Bene, accanto a quello del Male, rende il Male ancora più ingiustificabile. 8
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Nessuno nasce eroe, ma non tutti restarono uomini
In qualunque momento, anche il più difficile, l’essere umano può scegliere di non voltarsi dall’altra parte, può scegliere di essere responsabile delle proprie azioni e di ascoltare il richiamo dell’altro. La memoria dei Giusti ci insegna che dinanzi ad eventi atroci ed oscuri, tutti possiamo passare dalla categoria dei Bystander (spettatori) a quella di Perpetrator (carnefici), o di Rescuer (giusti). 9
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Parlamento Israeliano 1953
CHI È IL “GIUSTO” Un uomo giusto è un NON EBREO che ha rischiato la vita per venire in aiuto a degli ebrei. Parlamento Israeliano 1953 Basta che esista una sola persona degna di questo nome per poter credere negli uomini. Etty Hillesum 10
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è un uomo che ha agito secondo la propria
Il “GIUSTO” è un uomo che ha agito secondo la propria coscienza individuale, assumendosi una responsabilità individuale in un periodo storico in cui esisteva solo una coscienza di massa. 11
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La Commissione dei Giusti
È costituita negli anni ’60 con lo scopo «di PRESERVARE la MEMORIA del BENE RICEVUTO in nome di un sentimento che nasce da un dovere di gratitudine» Moshe Bejski 12
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L’onorificenza Compito della Commissione è di conferire il titolo onorifico di Giusto tra le nazioni. Chi viene riconosciuto Giusto tra le nazioni viene insignito di una speciale medaglia e riceve un certificato d’onore. 13
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Il Giardino dei Giusti Ad ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero di CARRUBO. La pratica della piantumazione nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara. Il CARRUBO viene scelto in quanto pianta PERENNE, VIGOROSA, RESISTENTE ma non solenne come il cipresso per dare un’idea di UMILTA’ e non di ostentazione. 14
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Criteri per l’attribuzione del titolo di Giusto tra le Nazioni
Non essere ebreo Aver salvato almeno un ebreo Non aver ricevuto in cambio un corrispettivo in denaro o altro Aver agito individualmente (responsabilità individuale) Aver rischiato o perso la propria vita Aver agito in profonda convinzione di coscienza 15
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Come hanno aiutato Esistono quattro tipi di aiuto concreto che un Giusto può aver dato ad un ebreo perseguitato: Nasconderlo in casa propria o presso istituzioni Fornirgli documenti falsi Aiutarlo a scappare Aver accolto un bambino ebreo nella propria famiglia 16
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TRENTASEI GIUSTI AL MONDO.
Secondo la fede ebraica in qualsiasi momento della storia, ci sono sempre TRENTASEI GIUSTI AL MONDO. Essi sono nati Giusti, non possono ammettere l'ingiustizia. Nessuno sa chi sono, nemmeno loro stessi; ma quando il male sembra prevalere essi si oppongono. E' per amor loro che Dio non distrugge il mondo. 17
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In realtà l'elenco dei Giusti riconosciuti è numerosissimo.
Sono circa 22.211 i Giusti provenienti da tutto il mondo e di essi circa 300 sono italiani 18
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Tra gli uomini e donne di ogni ceto che ospitarono e protessero ebrei a rischio della loro vita troviamo: VESCOVI e SACERDOTI CATTOLICI PADRI E MADRI RELIGIOSI CATTOLICI PASTORI PROTESTANTI MEDICI FUNZIONARI DELLO STATO, IMPIEGATI COMUNALI, CARABINIERI MEMBRI DELLA RESISTENZA, PARTIGIANI E ANTIFASCISTI MA ANCHE GENTE COMUNE la cui azione ha PORTATO ALLA SALVEZZA DI MIGLIAIA DI EBREI; 19
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persone CHE SI TROVARONO A GESTIRE COMPLESSE RETI DI ASSISTENZA CLANDESTINA;
persone che nella SEMPLICITÀ DELLA LORO ESISTENZA QUOTIDIANA E NELLA SPONTANEITÀ DI UN GESTO DI AMORE hanno salvato anche una sola vita. Numerosi tra essi subirono l'esperienza del carcere, degli interrogatori e delle percosse, furono deportati in Germania e alcuni di essi non fecero ritorno dalla loro prigionia; mentre altri morirono nella lotta partigiana. Il numero dei giusti italiani è in continuo aumento con il crescere delle testimonianze e della documentazione ma risulta ancora chiaramente sottostimato in confronto a quello registrato in altre nazioni europee. 20
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Ecco di seguito riportati, solo a titolo di esempio, alcuni dei nomi e delle vicende di persone che, grazie al loro coraggio e alla loro voglia di aiutare il prossimo, sono considerate in tutto il mondo come "Giuste" 21
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Oskar Schindler: un uomo alto ed elegante
Arrivato a Cracrovia per arricchirsi, salvò più di ebrei dalla morte sicura nelle camere a gas di Auschwitz. Riuscì a tirare fuori dopo quattro settimane 300 donne che per un errore burocratico erano finite a Auschwitz: cosa giudicata impossibile e mai successa né prima né dopo quella volta. 22
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Oskar Schindler: un uomo alto ed elegante
Un giorno venne a sapere di diversi vagoni ferroviari, pieni di ebrei, che per la confusione degli ultimi mesi della guerra stavano viaggiando da giorni senza cibo né acqua da una stazione all'altra. Schindler riuscì a prendere in mano i documenti di spedizione e, senza esitare, inserì Zwittau, la sua città natale, come stazione di arrivo. Liberò i sopravvissuti - che erano solo pelle ed ossa - e li portò nella sua fabbrica di pentole, dove la moglie si prese cura di loro. 23
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Il riconoscimento di Schindler arrivò solo nel 1959, in quanto la sua figura non corrispondeva a quell’ideale che al Commissione di Yad Vashem ricercava. Solo, dietro la spinta dei "suoi" ebrei, che ancora oggi si autodefiniscono "gli ebrei di Schindler" ricevette anche in Germania una medaglia e una pensione minima. . 24
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Giorgio Perlasca: l'Italiano che si finse diplomatico spagnolo
«La vita di un uomo solo ha lo STESSO VALORE del mondo intero» La storia di Giorgio Perlasca è la storia di un uomo normale che riuscì a salvare oltre 5200 Ungheresi di religione ebraica, inventandosi un ruolo non suo, quello di ambasciatore spagnolo, lui che non era né ambasciatore né spagnolo. 25
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per oltre 45 anni tace come un vero Giusto.
Ma la parte più straordinaria della sua vicenda è il dopo : la sua storia lui non la racconta a nessuno, nemmeno in famiglia e per oltre 45 anni tace come un vero Giusto. Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi che lo ritrovarono nel 1987 a Padova, la sua storia sarebbe andata dispersa, come le storie di tanti altri Giusti. Ma per fortuna il destino ha disposto in maniera diversa e queste donne lo rintracciarono dopo anni di ricerche 26
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«L'HO FATTO SOLO PERCHE' ERO UN UOMO
Non potevo più sopportare di vedere persone marchiate come animali, di veder uccidere bambini. Lei cosa avrebbe fatto al mio posto? Giorgio Perlasca 27
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COSCIENZA INDIVIDUALE
Il caso di Perlasca assume un’importanza particolare dal momento che non era e non fu mai un ANTIFASCISTA, quindi agì secondo la propria COSCIENZA INDIVIDUALE 28
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UN MORBO TANTO INQUIETANTE QUANTO INESISTENTE.
GIOVANNI BORROMEO e il falso morbo di K Giovanni Borromeo, un intraprendente primario di un ospedale, riuscì a salvare la vita a un buon numero di ebrei, inventandosi una malattia immaginaria, il MORBO DI K: UN MORBO TANTO INQUIETANTE QUANTO INESISTENTE. Era scritto sulle cartelle cliniche di alcuni ricoverati speciali di << Malattie Infettive>>, perciò i tedeschi guardavano e arretravano, paurosi com'erano di epidemie. Riesce ad aggirare il loro ufficiale medico e li convince ad andarsene. 29
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<< Papà non le ha mai contate, gli è bastato salvarle.>>
Passata la paura, l'ospedale continua ad essere un centro di raccolta di perseguitati. Quante persone avrà salvato Borromeo ? Il figlio del primario così risponde << Papà non le ha mai contate, gli è bastato salvarle.>> 30
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Gino Martinoli Dirigente della Olivetti
Ingegnere dirigente della Olivetti di Ivrea, sottrasse al carcere e alla deportazione 800 antifascisti, tra cui molti ebrei, facendoli passare per impiegati della Olivetti (azienda protetta perché lavorava per i tedeschi). 31
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Angelo Rotta Arcivescovo e diplomatico italiano
In qualità di diplomatico vaticano in Bulgaria, fornì falsi certificati di battesimo, passaporti e carte di protezione, che ponevano i relativi portatori direttamente sotto la protezione dello Stato Vaticano. Creò un’intera rete costituita da numerose "case protette", le quali costituirono un rifugio per centinaia di ebrei ricercati e minacciati di morte dai nazisti. 32
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Si rese protagonista di un gesto eroico: presso la stazione ferroviaria, impedì con la propria persona fisicamente la partenza di un convoglio di vagoni carichi di deportati ebrei avviati allo sterminio. Distribuiti sul posto i passaporti vaticani che recava con sé ai prigionieri, ottenne il rilascio immediato di un centinaio di persone prima che il treno ripartisse. 33
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L’EPISODIO DI VILLA EMMA
Villa Emma è il luogo nel quale venne ospitato ed in seguito salvato un gruppo di un centinaio di ragazzi ebrei orfani di origine tedesca. I ragazzi, grazie al pronto intervento dei loro protettori locali, il Medico Giuseppe Moreali e i sacerdoti don Arrigo Beccari e don Ennio Tardio, in meno di 36 ore furono dispersi in istituti religiosi o nascosti nelle famiglie di Nonantola che li fecero passare per loro figli. Furono infine fatti fuggire in Svizzera grazie a documenti falsi prodotti dal fabbro del paese. Da quel momento Nonantola continuerà ad essere al centro di attività di resistenza per tutto il periodo dell’ occupazione tedesca. 34
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Per la loro azione GIUSEPPE MOREALI e DON ARRIGO BECCARI sono stati insigniti dell’ onorificienza di giusti tra le nazioni dall’istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Ancora oggi i “ragazzi di villa Emma”si ritrovano ogni anno a Nonantola per ricordare questi eventi e Villa Emma, per anni in stato di abbandono nel dopoguerra, è divenuta la sede di una fondazione dedicata alla pace tra i popoli. 35
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CARLO ANGELA Carlo Angela (padre del giornalista televisivo Piero Angela), medico e antifascista piemontese, durante l’occupazione tedesca offrì rifugio a numerosi antifascisti ed ebrei, falsificando le cartelle cliniche per giustificarne il ricovero nella sua opera nella casa di cura per malattie mentali di cui ne era direttore sanitario. Le azioni compiute da Angela rimasero sconosciute per oltre mezzo secolo, a causa della discrezione della sua famiglia, e vennero alla luce soltanto nel 1995, quando uno degli ebrei salvati da lui, Renzo Segre l’ha raccontato nel libro “Venti Mesi”. 36
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FARE SI POTEVA E SI DOVEVA
“Tutti sapevano, tutti. Spariva il vicino di casa, il conoscente di anni, c'erano le leggi razziali, e come si faceva a non sapere” Proprio per questo è doveroso parlare dei GIUSTI: perchè l'onore e il ricordo tributati a chi ha fatto, siano anche la testimonianza perenne che FARE SI POTEVA E SI DOVEVA e SI DEVE, E SI PUO'. 37
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