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PubblicatoNero Salerno Modificato 10 anni fa
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1 Area promozione e protezione sociale
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I PIANI DI ZONA Il processo che i Comuni della provincia di Trieste si apprestano ad avviare, finalizzato alla progettazione condivisa dei primi tre piani di zona (uno per ciascun ambito socio- assistenziale), raccordato con i piani delle attivit à assistenziali dell ASS n.1, trova i propri riferimenti valoriali e strategici in una serie di linee di indirizzo date da:
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3 le politiche sociali europee - vedi Consiglio Europeo di Lisbona 2000; legge quadro 328/2000 e riforma del titolo V della Costituzione; legge regionale n. 23/2004, Linee guida per PDZ e PAT del 2004.
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4 La visione strategica La visione strategica Il Piano di zona è un processo di pianificazione che coinvolge la comunità locale nelle sue diverse espressioni: istituzionali, delle formazioni sociali e delle persone-cittadini. Si inizia perseguendo un primo obiettivo: costruire il sistema degli interventi e dei servizi sociali, con lintenzione di arricchire nel tempo il processo facendo diventare il Piano di zona un vero e proprio piano regolatore sociale cittadino.
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5 In tale contesto i Comuni della Provincia intendono promuovere alleanze e acquisire il consenso dei cittadini e delle Istituzioni per un Piano di zona che poggia sulla seguente visione strategica:
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6 FAR SI CHE LE POLITICHE SOCIALI NEI NOSTRI TERRITORI DIVENTINO FATTORE DI SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO, ATTRAVERSO LA PROMOZIONE DELLA COESIONE SOCIALE E LATTIVAZIONE DELLE PERSONE-CITTADINI. SI TRATTA DI LAVORARE PER ATTIVARE CAMBIAMENTI CHE INVESTANO NON SOLO LE CONDIZIONI INDIVIDUALI DEI SOGGETTI, MA ANCHE I CONTESTI E GLI STILI DI VITA DELLE PERSONE E DELLE COMUNITA, SUPERANDO LOGICHE INDIVIDUALISTICHE E ASSISTENZIALI.
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7 I principi guida del processo di pianificazione coinvolgimento e partecipazione attiva dei cittadini e della comunità locale sussidiarietà e solidarietà
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8 sostenibilità integrazione delle politiche sociali riconversione della spesa
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9 La mission del primo piano di zona Secondo una logica processuale e incrementale, attraverso il primo Piano di zona i Comuni, organizzati negli ambiti, si propongono di fare sistema per un impegno plurale e integrato su tre direttrici:
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10 promuovere il benessere delle persone e della collettività; sostenere lautonomia delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle zone; tutelare i soggetti, i gruppi, le zone a rischio.
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11 Si intende partire dal riconoscere, valorizzare, la funzione sociale (e relativa mission) dei diversi soggetti/attori che decideranno di fare sistema, individuando problematiche sociali e priorità condivise, per convergere verso unarea di impegno comune, creando sinergie, portando innovazione, riducendo sprechi e inefficienze.
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12 Ambiti e Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina concordano – per il primo triennio di programmazione - sullindividuazione dei seguenti obiettivi: 1. individuare con i partner già in rete con il Comune le azioni che consentono lintegrazione e ottimizzazione delle politiche già in atto, in relazione agli interventi ritenuti concordemente prioritari in ciascuna area tematica
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13 2. allargare lintegrazione e ottimizzazione delle politiche già in atto ai partner istituzionali che si renderanno disponibili a partecipare al processo 3. consolidare alcune sperimentazioni e innovazioni già avviate, allargando la rete dei soggetti partecipanti sulla base di un processo di coinvolgimento svolto a livello territoriale
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14 Il primo piano di zona costituisce lavvio di un processo, fondato su momenti di ascolto e progettazione partecipata. Sono individuate 5 Aree problema cui corrisponderanno 5 Tavoli tematici.
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15 Minori, famiglia, giovani e donne Disabili Anziani Esclusione sociale (inclusi immigrazione, salute mentale, dipendenze) Azioni di sistema
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16 Ambiti e Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina concordano di realizzare tale processo di programmazione con incontri a livello provinciale e di ambito.
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Migliorare laccessibilità alla rete dei servizi sociali, sociosanitari ed educativi Per realizzare gli obiettivi e le finalità del primo piano di zona, ai tavoli tematici si intende proporre di partire da una discussione orientata ad approfondire 5 assi di innovazione: 1) Ridefinire le responsabilità sociali attraverso la promozione e il riconoscimento di una funzione sociale a soggetti/formazioni sociali del territorio 2) Migliorare laccessibilità alla rete dei servizi sociali, sociosanitari ed educativi
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18 3) Migliorare e potenziare i servizi domiciliari, promuovendo e integrando laiuto delle risorse informali con quelle formali (piani assistenziali integrati con famiglie, servizi, vicinato e volontariato) al fine di contrastare listituzionalizzazione in tutti i suoi significati e pratiche, sostenendo una rete integrata di servizi socio-sanitari orientati a sviluppare azioni per il mantenimento della capacità di autogestione delle persone
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19 4) Promuovere la socialità, per una cultura del vivere insieme in città 5) Sostenere i percorsi delle persone verso una vita attiva e autonoma
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20 Per far crescere lintegrazione socio- sanitaria è necessario avviare un programma di azioni di sistema impegnato a costruire miglioramenti per: unità multiprofessionali in tutte le aree di intervento diffusione generalizzata della formulazione dei progetti personalizzati sviluppo della funzione del coordinatore del caso punti unici di accesso
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21 IL PROCESSO Il percorso da concordare va orientato a definire a fine anno un accordo di programma che sia il più possibile largo e partecipato nella sua costruzione, rispondente ai bisogni dei territori e della comunità, nella consapevolezza che il primo triennio consentirà principalmente lattivazione di un sistema di relazioni strutturate e finalizzate a creare collaborazioni coerenti.
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22 La fase dellinformazione È rivolta a: - Cittadini - Organizzazioni sindacali - Istituzioni - Terzo settore
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23 Durante gli incontri dinformazione si lavora per presentare le modalità di svolgimento del percorso e della partecipazione e stimolare la partecipazioni ai tavoli; nello stesso tempo si raccolgono dai presenti importanti segnalazioni riguardanti i bisogni emergenti nei territori, gli interventi ritenuti prioritari, altri contributi che possono essere utili ad arricchire il processo di programmazione.
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24 Le conferenze di consenso Gli incontri con interlocutori istituzionali sono finalizzati a: Svolgere un primo confronto fra le mission nellambito sociale di ciascun soggetto e le programmazioni in corso Verificare delle possibilità di coordinamento e collegamento fra le programmazioni in essere Sollecitazione a partecipare alla costruzione e al successivo lavoro dei tavoli tematici
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25 Risultato atteso: sensibilizzare, stimolare la partecipazione dei soggetti istituzionali ai tavoli; prima verifica delle aree di integrazione più facilmente attivabili
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26 È necessario rilevare linteresse e il livello di partecipazione (Scheda di Adesione) attivando sin dora canali comunicativi a diverso livello, per ottenere un contributo alla conoscenza dei problemi e per condividere priorità dintervento, programmi e azioni da realizzare insieme.
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