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LEGIONELLOSI
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Forme morbose causate da batteri del genere LEGIONELLA, germi aerobi, asporigeni, gram negativi ubiquitari in ambienti acquatici naturali (fiumi, laghi, pozzi, acque termali,…) o artificiali (acqua condottata cittadina, impianti idrici di edifici, strumenti sanitari, piscine, impianti di condizionamento,…) La specie più frequente nei casi umani è Legionella pneumophila.
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ASPETTI ECOLOGICI TEMPERATURA di CRESCITA: max crescita ° C, ma sopravvivono fino a 63°C. Ciò pone problemi negli impianti di acqua calda pH sopravvive in un range ampio tra 5,5 e 8,1 CRESCITA INIBITA da radiazioni UV, ioni Ag e Cu e Cloro ad alte dosi: le legionelle sopravvivono ai normali trattamenti di potabilizzazione dell’acqua CRESCITA FAVORITA da adesione a materiali quali silicone, teflon e plastiche varie. La crescita è anche favorita all’interno di BIOFILM ambientali, in associazione con altri microrganismi che colonizzano le superfici. Le legionelle possono sopravvivere in simbiosi con protozoi quali amebe e ciliati, aumentando così la resistenza ambientale.
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SVILUPPO DELLA LEGIONELLOSI
- CONTAMINAZIONE DELL’IMPIANTO IDRICO - SVILUPPO CARICA BATTERICA Favorito da: Temperatura ottimale, Ambiente aerobico, Presenza di elementi nutritivi (biofilm, ioni di ferro e calcare, altri microrganismi) - NEBULIZZAZIONE DELL’ACQUA - INALAZIONE
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IMPIANTI E PROCESSI TECNOLOGICI A RISCHIO
Sono a rischio tutti gli impianti ed i processi tecnologici che comportano un moderato riscaldamento dell’acqua e la sua nebulizzazione: Impianti di condizionamento Impianti idrosanitari Torri di raffreddamento Piscine Vasche idromassaggio Fontane decorative Apparecchi di erogazione ossigeno e per aerosol Sistemi di raffreddamento di macchine utensili
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MODALITA’ DI TRASMISSIONE
CONTAGIO per inalazione aerosol infetti Attraverso gli impianti contaminati il microrganismo, veicolato da particelle d’acqua, viene disperso negli ambienti chiusi, ove può essere facilmente inalato. Non esistono dimostrazioni di trasmissione interumana diretta, né la malattia si contrae bevendo acqua contaminata.
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LEGIONELLOSI Forme subcliniche ASINTOMATICHE (diagnosi esclusivamente sierologica) Febbre di Pontiac Polmonite (Malattia dei Legionari) ad elevata mortalità
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- periodo d’ incubazione 1-2 giorni
FEBBRE DI PONTIAC - periodo d’ incubazione 1-2 giorni - forma acuta, simil-influenzale, benigna - si risolve in 2-5 giorni - colpisce in genere soggetti sani di anni, di entrambi i sessi - in genere vengono riconosciute solo le forme epidemiche
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- periodo d’incubazione 2-10 giorni
MALATTIA DEI LEGIONARI - periodo d’incubazione 2-10 giorni - concomitanti patologie nel 60% dei casi - fattore rischio: età avanzata - interessamento polmonare di discreta o notevole entità (tosse non produttiva) - reperto radiologico non patognomonico Complicanze: ascesso polmonare, empiema, insufficienza respiratoria, CID, shock , porpora, insufficienza renale acuta Comuni le manifestazioni extrapolmonari, prevalentemente gastroenteriche e neurologiche
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DIAGNOSI CLINICA - febbri di origine ignota EPIDEMIOLOGICA
- polmoniti (tenere presente nella diagnosi differenziale) EPIDEMIOLOGICA CONFERMA DI LABORATORIO
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DIAGNOSI LABORATORIO METODO COLTURA 99,8 80 RICERCA ANTIGENE URINARIO
Sensibilità Specificità COLTURA 99,8 80 RICERCA ANTIGENE URINARIO 95-99 80-95 SIEROLOGIA: aumento titolo anticorpale 96-99 70-80 RICERCA MICRORGANISMO IMMUNOFLUORESCENZA 25-75
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RADIOLOGIA
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TERAPIA Supporti generali e respiratori
Antibiotici: macrolidi da soli o in associazione ai chinolonici
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EPIDEMIOLOGIA CASI ISOLATI FOCOLAI EPIDEMICI IN COMUNITÀ prevalenza estate – autunno probabilmente per: temperature ideali; maggiore utilizzo impianti condizionamento e docce
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STORIA Il genere Legionella è stato così denominato nel 1976, dopo che un’epidemia si era diffusa tra i partecipanti ad un raduno di reduci della guerra del Vietnam appartenenti alla American Legion al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quella occasione, 221 persone si ammalarono di questa forma di polmonite precedentemente non conosciuta, e 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.
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SORVEGLIANZA LEGIONELLOSI, ITALIA 2003-07, ISS
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LEGIONELLOSI E MASS MEDIA
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FATTORI PREDISPONENTI
INDIVIDUALI Età avanzata, Fumo di sigaretta, Malattie croniche, Immunodepressione VIRULENZA DEL CEPPO CARICA INFETTANTE TEMPO ESPOSIZIONE
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LEGIONELLOSI e POLMONITI
Legionelle responsabili del 1-5% delle polmoniti di comunità e del 3-20% delle polmoniti nosocomiali. Letalità media 5-15% (30-50% nelle polmoniti nosocomiali); può arrivare a 70-80% in pazienti compromessi SOTTOSTIMA CASI
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LETALITÀ 2007
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PREVENZIONE Sorveglianza epidemiologica Indagine epidemiologica
Prevenzione impiantistica Bonifica siti contaminati
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Specie in collettività
FONDAMENTALE LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI IDRAULICI Specie in collettività Strutture turistico recettive Ospedali, case di cura Residenze per anziani Stabilimenti termali
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CONTROLLO IN OSPEDALE Monitoraggio periodico reparti ad alto rischio
Presenza di Legionelle < 100 UFC/L e assenza di casi: non sono necessari interventi Presenza di Legionelle fino a UFC/L: potrebbero verificarsi casi sporadici in assenza di casi, rafforzare sorveglianza clinica ed evitare utilizzo acqua per docce e manovre che producano aerosol, nei reparti ad alto rischio; ripetere monitoraggio in presenza di casi, BONIFICA AMBIENTALE e misure di controllo Presenza di Legionelle oltre UFC/L: CONTAMINAZIONE IMPORTANTE, occorre sempre bonificare
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SORVEGLIANZA IN OSPEDALE CONTAMINAZIONE IMPORTANTE
< 100 > ASSENZA CASI NON NECESSARI INTERVENTI RAFFORZARE LA SORVEGLIANZA e MONITORAGGIO CONTAMINAZIONE IMPORTANTE BONIFICARE SEMPRE PRESENZA CASI BONIFICA E CONTROLLI
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BONIFICA MEZZI FISICI MEZZI CHIMICI
TEMPERATURA almeno 60°C (mantenuta) RAGGI U.V. FILTRI MEZZI CHIMICI IONI METALLICI rame, argento AGENTI OSSIDANTI cloro (iperclorazione), biossido di cloro, clorammine, ozono, bromo, perossido di cloro o di argento AGENTI NON OSSIDANTI
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