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Competenze emergenti e occupazione nel turismo Professioni e Competenze nel Turismo (parte seconda) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche.

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Presentazione sul tema: "Competenze emergenti e occupazione nel turismo Professioni e Competenze nel Turismo (parte seconda) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche."— Transcript della presentazione:

1 Competenze emergenti e occupazione nel turismo Professioni e Competenze nel Turismo (parte seconda) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche Corso di Laurea in “Scienze del Turismo” A.A. 2015-2016

2 Lavorare per lo sviluppo del territorio L’esperto di sviluppo territoriale L’organizzazione di riferimento L’esperto di sviluppo territoriale lavora per conto di Enti Pubblici o privati al fine di sviluppare potenzialità inespresse di un territorio. In ambito pubblico collabora per lo più con soggetti istituzionali, con Aziende di Turismo locale, Agenzie di sviluppo o Uffici di informazione. In ambito privato collabora con Consorzi e associazioni di vario tipo. La sua collaborazione è in genere a tempo determinato o come libero professionista e risponde del suo operato direttamente ai vertici dell’organizzazione che lo ha ingaggiato. E’ esperto di marketing territoriale, specialista nelle strategie di valorizzazione di aree definite.

3 Compiti dell’esperto di sviluppo territoriale Egli deve primariamente elaborare e gestire progetti di sviluppo turistico locale che siano in grado di promuovere l’immagine dell’area geografica di riferimento; valuta fattori economici, ambientali, sociali e culturali dell’area per integrarli nell’offerta turistica globale; si relaziona con le imprese di settore e ne stimola l’innovazione; promuove partnership e sinergie tra settore pubblico e privato; cura la commercializzazione dell’offerta turistica dell’area, valutando la domanda potenziale (mediante indagini di vario tipo) e studia continuamente la concorrenza.

4 L’esperto di sviluppo territoriale: responsabilità assegnate e risorse gestite Il compito di rendere competitivo un territorio in termini di innovazione e sensibilizzazione della comunità locale verso la condivisione di strategie di sviluppo sostenibile, rende questa figura responsabile di gestione di progetti assai complessi che tendono a modificarsi in corso d’opera. Quando lavora in proprio, è responsabile dei soggetti che egli stesso seleziona e coordina. Le risorse finanziarie da gestire sono generalmente preventivate in anticipo e concordate con la committenza.

5 L’esperto di sviluppo territoriale: competenze ed abilità richieste Egli deve conoscere e saper analizzare il territorio di riferimento e le sue risorse (oltre le sue minacce, i limiti, le potenzialità …). Deve conoscere gli orientamenti del sistema turistico locale per essere un efficace interlocutore con i vari stakeholders; deve avere buone conoscenze di legislazione turistica, storia, geografia, folklore, oltre a conoscere a fondo le tecniche di marketing e le strategie di comunicazione di massa; deve saper redigere studi di fattibilità di progetti.

6 L’esperto di sviluppo territoriale: competenze ed abilità richieste In molti casi, egli rappresenta un “mediatore” tra i diversi soggetti con diversi interessi e ciò implica che tale figura abbia buone capacità relazionali che vanno dal saper proporre e persuadere, alla risoluzione di eventuali conflitti e all’integrazione di diversi punti di vista. Plus valori di questa professione sono la conoscenza di tecniche di gestione di customer satisfaction e tempismo nell’apportare eventuali correttivi. Indispensabili sono: la conoscenza di almeno 2 lingue, dei sistemi informatici e un alto livello di autonomia decisionale.

7 L’esperto di sviluppo territoriale: requisiti minimi di accesso; formazione ed esperienze precedenti E’ richiesto un alto livello di istruzione ed una certa esperienza nel settore. Trattandosi di un lavoro che richiede grande esperienza e maturità, raramente costituisce un primo impiego nel comparto. I titoli di accesso preferenziali per tale figura sono una laurea in scienze economiche o turistiche che prevedano un forte interesse nell’ambito territoriale.

8 Lavorare per lo sviluppo del territorio L’esperto in comunicazione territoriale L’organizzazione di riferimento E’ in genere un lavoratore autonomo che presta il suo servizio in proprio o all’interno di agenzie pubblicitarie, per grandi organizzazioni turistiche o per Enti pubblici, associazioni, aziende di servizi fieristici e congressuali. In ambito turistico può essere attivo in svariati contesti: agenzie di comunicazione, pubbliche relazioni, uffici stampa, enti per il turismo, catene alberghiere, aziende di promozione turistica.

9 Compiti dell’esperto in comunicazione territoriale Questa figura professionale non è ancora molto diffusa ma se ne sente la necessità. Ad essa sono delegate la cura dell’ideazione e la realizzazione di strategie, strumenti, materiali ed eventi di informazione e promozione del settore turistico. Il comunicatore territoriale collabora alla promozione commerciale del prodotto, interagendo con il responsabile del marketing, con i programmatori e gli agenti di sviluppo turistico, con i rappresentanti di enti pubblici e privati, con la stampa e i media.

10 Compiti dell’esperto in comunicazione territoriale Tra i suoi compiti dunque figurano: la stesura di comunicati stampa, la cura di testi e grafica dei materiali divulgativi; deve saper consultare banche dati e fonti informative diversi che richiedono l’utilizzo disinvolto di tecnologie della comunicazione (word processing, computer graphic, photo shop, ecc.) Deve saper pianificare e realizzare una campagna promozionale e gestire le molte relazioni che la professione, per sua natura, richiede.

11 L’esperto in comunicazione territoriale: responsabilità assegnate e risorse gestite L’evoluzione di questa figura professionale va dall’iniziale svolgimento di mansioni tecnico- operative all’assunzione graduale di livelli di responsabilità via via maggiori e di ruoli sempre più creativi. Egli, nel tempo, arriva spesso a gestire più progetti contemporaneamente e diventa responsabile, in termini di prestazioni, dei collaboratori ai quali affida parte dei suoi compiti. Egli spesso arriva ad occupare posizioni di vertice nelle unità di marketing e comunicazione in grandi aziende turistiche.

12 L’esperto in comunicazione territoriale: competenze ed abilità richieste Si richiede una grande capacità di esprimersi in maniera persuasiva ed efficace sia oralmente sia graficamente, anche in lingua inglese. Risultano perciò indispensabili la facilità di applicazione delle tecniche di scrittura e grafica pubblicitaria, in via teorica e in via informatica. Conoscenze utili riguardano la psicologia, il marketing, l’economia e le dinamiche dei processi di acquisto ma, soprattutto, il funzionamento del sistema turistico e i suoi aspetti puramente economici.

13 L’esperto in comunicazione territoriale: competenze ed abilità richieste Le capacità di empatia, per questa figura, sono essenziali per comprendere le esigenze altrui. Tale comprensione permette una più veloce elaborazione del piano di comunicazione, basato sulla percezione dell’immagine del territorio turistico di riferimento.

14 L’esperto in comunicazione territoriale: requisiti minimi; formazione ed esperienze precedenti Se il comunicatore svolge le funzioni di “ufficio stampa” deve essere necessariamente iscritto all’albo dei giornalisti. L’accesso a questa professione richiede una formazione di tipo universitario, meglio se in discipline umanistiche, artistiche, grafiche o della comunicazione o nel settore marketing turistico. Il possesso di ulteriori master in comunicazione è preferenziale.

15 Lavorare nell’organizzazione dei viaggi: T.O Il programmatore turistico: l’organizzazione di riferimento L’unità di produzione e programmazione è particolarmente importante nella struttura organizzativa di un T.O; si affianca al booking, è generalmente alle dipendenze della direzione generale e si occupa di ideare e sviluppare nuovi “prodotti” (pacchetti). Sintetizzando il processo di intermediazione svolto da un T.O, ci sono alcune fasi essenziali all’interno delle quali la programmazione svolge un ruolo primario:

16 Le fasi della programmazione dei T.O 1.La prima fase è svolta dal vertice o dal marketing e consiste nella scelta delle aree geografiche e del tipo di viaggio in cui il T.O vuole specializzarsi e dei segmenti di clientela a cui proporre il prodotto; 2.Una volta individuati aree e segmenti di mercato, la programmazione sviluppa dei pacchetti di viaggio su misura (nel caso dei Tour Organizer) o a catalogo (nel caso dei Tour Operator); 3.I pacchetti vengono affidati ai promoter che li propongono alle agenzie di viaggio; 4.Infine, il booking si occupa di gestire le prenotazioni che arrivano da parte delle A.d.V o da parte di quei clienti che hanno acquistato il pacchetto direttamente.

17 Compiti del programmatore Al programmatore di solito viene assegnata un’area geografica specifica o una specifica tipologia di viaggio (viaggi d’affari, viaggi su misura, viaggi a tema, ecc.). Questa specializzazione è necessaria per avere un’approfondita conoscenza dei luoghi, delle strutture da proporre e, se possibile, dei clienti stessi. La predisposizione di un nuovo pacchetto richiede infatti la conoscenza delle attrazioni di tipo paesaggistico, storico- culturale o folkloristico di una determinata località, ma anche del sistema delle istituzioni (se è estera); richiede inoltre la definizione della durata ideale del viaggio, l’individuazione del percorso più appropriato con le principali tappe e la conseguente selezione delle strutture, i mezzi di trasporto, i servizi a terra e l’assistenza.

18 Compiti del programmatore Questa attività è generalmente svolta in collaborazione con un corrispondente del luogo che può fornire molte informazioni sulla destinazione e funge da punto di riferimento locale per i viaggi. In quest’ottica, un altro compito del programmatore è quello di selezionare i corrispondenti adatti e di ottenere da loro i servizi richiesti secondo lo standard aziendale. Il programmatore una volta predisposto un pacchetto di viaggio deve svolgere personalmente un sopralluogo dell’itinerario individuato, per la verifica finale prima della messa in vendita: L’attività di programmazione richiede infine l’individuazione delle tariffe più coerenti, la loro negoziazione con i fornitori e la determinazione del prezzo finale.

19 Il programmatore turistico: responsabilità assegnate e risorse gestite E’ responsabilità del programmatore individuare sempre nuovi prodotti da offrire alle agenzie e soprattutto garantire che le caratteristiche dei pacchetti offerti possano attivare una domanda costante o in crescita. Di conseguenza il programmatore è spesso responsabilizzato in termini di fatturato per quanto riguarda la sua area. Deve inoltre garantire la qualità dei prodotti prima, durante e dopo lo svolgimento del viaggio. Al programmatore è affidato un obiettivo di redditività: egli non solo deve valutare tutti i costi in fase di programmazione, ma deve decidere anche se cancellare un pacchetto nel caso subentrino costi imprevisti che non lo rendono più competitivo.

20 Il programmatore turistico: requisiti minimi di accesso; formazione ed esperienze precedenti Il titolo di studio richiesto per questa professione è generalmente il diploma di scuola superiore preferibilmente ad indirizzo turistico. Tuttavia, il livello culturale, il tipo di curiosità e di preparazione che sono richiesti a questa figura rendono questa professione sempre più appetibile anche per coloro che sono in possesso di una laurea o un master a indirizzo turistico o linguistico. Una significativa esperienza nel settore costituisce un requisito spesso necessario per l’accesso a questa professione.

21 Lavorare per la “cultura” Il responsabile didattico museale L’organizzazione di riferimento Lavora prevalentemente in ambito pubblico sia come dipendente, sia come consulente. Della sua attività risponde direttamente al responsabile del museo che lo ingaggia. La sua opera è essenziale per la rivitalizzazione di spazi da destinare alla cultura, nell’ottica di una totale ridefinizione del concetto di “museo” non più inteso come luogo di sepoltura di cose antiche, ma come spazio dinamico e vitale di patrimoni culturali senza tempo.

22 Compiti del responsabile didattico museale A questa figura professionale viene richiesto di progettare e gestire attività tese alla diffusione della conoscenza dei patrimoni culturali, a favore non solo delle scuole di ogni ordine e grado ma anche delle famiglie e di ogni fascia di utenza. A tale scopo egli deve svolgere un’intensa attività di ricerca di materiale, notizie e reperti circa le collezioni del museo di riferimento al fine di esplicitarne il valore; egli elabora piani di attività per i potenziali utenti, cura la promozione delle iniziative organizzate e le relazioni con soggetti coinvolti in attività educative.

23 Il responsabile didattico museale: competenze ed abilità richieste L’attività necessita di: buone conoscenze nel campo della pedagogia e della psicologia, dei beni culturali e della loro valorizzazione; implica la capacità di analisi, di studio e di elaborazione delle informazioni che vanno prontamente tradotte nei linguaggi specifici delle varie utenze. Questa figura professionale deve possedere capacità organizzative per calibrare le varie attività didattiche secondo i livelli di istruzione e le fasce di età dell’utenza di riferimento.

24 Il responsabile didattico museale: competenze ed abilità richieste Egli deve essere inoltre in grado di cogliere tempestivamente il livello di soddisfazione dell’utenza e apportare gli opportuni correttivi; deve porre molta cura nell’implementare attività coerenti con la mission della struttura museale e definire obiettivi realistici sulla base delle risorse disponibili (finanziarie, umane, logistiche). Di fondamentale importanza è la sua capacità di tessere relazioni costruttive con il territorio di riferimento, creando occasioni di collaborazione con istituti formativi, agenzie territoriali, altri musei e luoghi di cultura.

25 Il responsabile didattico museale: requisiti minimi; formazione ed esperienze precedenti In base alla definizione dei criteri tecnico-scientifici e standard per i musei elaborati dalla Commissione Stato-Regioni, in attuazione del D. Lgs. n° 112/98, il responsabile e l’operatore dei servizi educativi devono possedere una laurea in discipline attinenti la tipologia del museo ed una specializzazione in pedagogia, oppure una comprovata esperienza in campo educativo o aver seguito corsi specifici di formazione.


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