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Divina Commedia L’Inferno Primi canti
2
La selva oscura «Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura Ché la diritta via era smarrita»
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«Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta
Una lonza leggera e presta molto, Che di pel macolato era coverta; E non mi si partia dinanzi al volto… La lonza
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Il leone «ma non sì che paura non mi desse La vista che m’apparve d’un leone. Questi parea che contra me venisse Con la test’alta e rabbiosa fame, Sì che parea che l’aere ne tremesse»
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Il poeta latino Virgilio
«Mentre ch’io rovinava in basso loco, Dinanzi a lo occhi mi si fu offerto Chi per lungo silenzio parea fioco»
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Beatrice nel Limbo « Io era tra color che son sospesi E donna mi chiamò beata e bella
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La porta dell’Inferno
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Per me si va ne la città dolente, A
La terzina dantesca Per me si va ne la città dolente, A Per me si va ne l’ etterno dolore B Per me si va tra la perduta gente. A Giustizia mosse il mio alto fattore B Fecemi la divina podestate C La somma sapienza e ‘l primo amore B Dinanzi a me non fuor cose create C Se non etterne, e io etterno duro. D Lasciate ogne speranza,voi ch’intrate» C 3 terzine, strofe composte da tre versi endecasillabi ciascuna, legati da rima incatenata ABA- BCB-CDC…
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Per me si va ne la città dolente,
Una breve descrizione dell’Inferno Per me si va ne la città dolente, Per me si va ne l’ etterno dolore Per me si va tra la perduta gente. ANAFORA
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Le prime impressioni di Dante all’ingresso dell’Inferno
Sospiri, pianti e lamenti degli ignavi, nell’antinferno. Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l'aere sanza stelle, per ch'io al cominciar ne lagrimai.
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Caronte « Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio, bianco per antico pelo, Gridando «Guai a voi, anime prave!
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Le anime dei dannati « Caron dimonio, con occhi di bragia Loro accennando tutte le raccoglie; Batte col remo qualunque s’adagia»
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Il primo cerchio: Il Limbo Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l'altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è 'l terzo, e l'ultimo Lucano.
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Il secondo cerchio: I lussuriosi
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Stavvi Minòs orribilmente e ringhia…
Il Limbo Il giudizio di Minosse Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l'altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è 'l terzo, e l'ultimo Lucano.
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Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere, dal voler portate; cotali uscir de la schiera ov'è Dido, a noi venendo per l'aere maligno, sì forte fu l'affettüoso grido Paolo e Francesca
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Come vengono assegnate le pene?
Le pene sono assegnate da Dante secondo un criterio ben preciso: ogni pena corrisponde, per somiglianza o per contrasto, al peccato commesso. Tale criterio prende il nome di legge del contrappasso. I lussuriosi, ad esempio, come in vita furono travolti dalla passione, ora all’Inferno sono travolti da una bufera di vento. ( contrappasso per somiglianza) Gli Indovini, invece, come in vita pretesero di leggere il futuro, ora nell’Inferno hanno la testa girata all’indietro ( contrappasso per contrasto).
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Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante"
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