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IL NUOVO TESTAMENTO
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IL CANONE DEL NUOVO TESTAMENTO
Il canone del Nuovo Testamento comprende: Quattro Vangeli: Matteo, Marco, Luca, Giovanni; Gli Atti degli Apostoli; Le Lettere; L’Apocalisse. L’ordine del canone non rispecchia la cronologia: le lettere di Paolo, per esempio, situate al terzo posto, sono sicuramente anteriori ai Vangeli.
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Al di fuori del canone vi sono i Vangeli cosiddetti “apocrifi” dai quali derivano molte notizie sulla vita di Gesù che ormai appartengono al nostro immaginario (ad esempio la grotta di Betlemme, la presenza dell’asino e il bue, il nome dei magi, il nome dei genitori di Maria) ma che la letteratura canonica tace.
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APOCRIFO Con il termine apocrifo, che deriva dal greco apòkryphos, nascosto, vengono comunemente indicati i libri di contenuto affine a quelli biblici, ma considerati non ispirati. Abbiamo i libri apocrifi sia nell’A.T. sia nel N.T.
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VANGELO PREDICATO E VANGELO SCRITTO.
Come per l’A.T. la stesura dell’N.T. non fu immediata ma avvenne in fasi successive in un arco di tempo di circa 50 anni. La stesura scritta si colloca in un periodo di trasmissione orale della Parola di Gesù. Gesù non scrisse nulla, né chiese agli apostoli di scrivere il suo messaggio, bensì li esortò a predicare il suo Vangelo: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fatte diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a ubbidire a tutto ciò che vi ho comandato. E sappiate che sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo.” (Mt. 28, 16-20)
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VANGELO La parola è di origine greca e significa “lieto annuncio”, “buona notizia”, “notizia di gioia e di salvezza”. Si deve distinguere tra: Vangelo di Gesù: è il messaggio che Gesù predicò annunciando il Regno di Dio. Vangelo su Gesù: è il messaggio che è stato predicato dagli apostoli ovvero l’annuncio della risurrezione di Gesù, del fatto che Gesù è il Messia Figlio di Dio, delle sue parole e delle sue azioni. Vangelo della rivelazione: è Gesù stesso in quanto in Gesù, Dio stesso che si rivela, annuncia a tutti gli uomini la salvezza.
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Dopo la morte di Gesù gli apostoli, scossi dall’avvenimento pasquale e dalle apparizioni di Gesù, guidati dallo Spirito Santo, su mandato di Gesù stesso cominciarono ad annunciare la Buona Notizia: è il Vangelo predicato, prima in aramaico, poi ben presto in greco. Via via che il tempo passava e i testimoni oculari scomparivano, divenne sempre più forte la necessità di mettere per iscritto l’insegnamento orale degli apostoli, affinché gli elementi fondamentali della fede cristiana non subissero, anche involontariamente, modifiche e manipolazioni. Il greco scritto nel Nuovo Testamento è detto “della Koinè”, è cioè una lingua comune, non letteraria, che poteva essere facilmente compresa da tutti.
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LA FORMAZIONE DEI VANGELI
Nell’elaborazione dei loro scritti, gli evangelisti si riferiscono alle testimonianze sulla vita di Gesù: sia quelle tramandate oralmente sia quelle raccolte in forma scritta e anonima, senza indicazione dell’autore. Si trattava: delle più antiche fonti che narravano la passione-morte-risurrezione; di narrazioni contenenti la raccolta dei miracoli; dei cosiddetti “loghia”, cioè i detti e le massime più memorabili di Gesù. Marco scrisse per primo il suo Vangelo, intorno al 65 d.C. circa, rifacendosi alla predicazione di Pietro e alle raccolte precedenti. Seguirono Matteo e Luca, che utilizzarono entrambi il testo di Marco, unitamente a un’altra fonte comune, la fonte “Q” (dal tedesco quelle, fonte). Giovanni scrisse molto più tardi il suo Vangelo e rielaborò il materiale in modo autonomo.
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I VANGELI SINOTTICI I Vangeli di Marco, Matteo e Luca sono detti sinottici in quanto, se si confrontano tra loro mettendoli in colonne diverse, ma nella stessa pagina, si possono cogliere le molteplici affinità e i frequenti parallelismi, dovuti al fatto che gli autori dei Vangeli sinottici usarono tradizioni orali e fonti scritte comuni. Tuttavia un’analisi più attenta rivela che ogni evangelista rielaborò i dati in modo originale e secondo le esigenze della comunità cui era rivolto lo scritto.
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SINOTTICI Da “sinossi”, termine che deriva dal greco synopsis che significa “sguardo d’insieme”. Se si ponessero i Vangeli di Matteo, Marco e Luca su tre colonne parallele, si potrebbe vedere che l’esposizione segue il medesimo schema.
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LA STORICITA’ DEI VANGELI
I Vangeli sono libri storici, in quanto riportano testimonianze attendibili su un fatto storico: la vita e la predicazione di Gesù. Tuttavia non possono essere considerati fonti storiche vere e proprie, in quanto la loro finalità non è quella di offrire un quadro completo e fedele della vita di Gesù e dei suoi tempi, bensì quella di mettere in risalto gli episodi dell’esperienza vissuta dalla Chiesa delle origini, della Pasqua di Cristo, volti a dimostrare che la presenza di Cristo risorto continua nel presente, non è un semplice fatto concluso in un’epoca storica, ma continua a verificarsi nella sua Chiesa. I Vangeli sono insomma una testimonianza di fede.
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La testimonianza evangelica si propone la finalità di far comprendere ai lettori il mistero di Cristo, Figlio di Dio, e di condurre il lettore all’adesione nella fede: “Queste cose sono state scritte perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate vita nel suo nome”.
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