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Pericolosità sismica (di base e locale) Vulnerabilità sismica

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Presentazione sul tema: "Pericolosità sismica (di base e locale) Vulnerabilità sismica"— Transcript della presentazione:

1 Pericolosità sismica (di base e locale) Vulnerabilità sismica
Rischio sismico Definizione È il prodotto simbolico dei seguenti fattori: Pericolosità sismica (di base e locale) Vulnerabilità sismica Esposizione Terremoto di Avezzano 1915

2 Le modalità di valutazione dipendono dalla scala di analisi
La pericolosità sismica locale Definizione Componente della pericolosità sismica dovuta alle caratteristiche locali (litostratigrafiche e morfologiche). Le modalità di valutazione dipendono dalla scala di analisi Scala territoriale Livello regionale, provinciale, comunale Analisi semplificate basate sulla geologia di superficie e sulla topografia da DEM Scala di dettaglio Area urbanizzata e singoli edifici Microzonazione sismica e risposta sismica locale

3 A cosa servono i dati di pericolosità sismica locale del progetto
Analisi di confronto tra informazioni di sismicità storica e caratteristiche morfo-litologiche locali per l’individuazione di zone potenzialmente suscettibili di amplificazione sismica locale e/o instabilità dinamiche Modifica degli scenari di scuotimento al substrato rigido per tener conto degli effetti di amplificazione/deamplificazione sismica locale Studi di risposta sismica locale Analisi di rischio sismico per: centri abitati edifici ordinari, pubblici, strategici e monumentali reti infrastruturali aree ed impianti industriali

4 Utilizzo degli effetti di sito per modificare gli scenari di scuotimento
Come Utilizzando dati esistenti, pubblici, digitalizzati e georeferenziati Strumenti Cartografia geologica in scala 1: e 1: per l’individuazione del substrato rigido in affioramento e dei depositi di copertura Cartografia delle frane censite nel Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi Italiani) per l’individuazione di aree instabili e con presenza di depositi di copertura Database della Legge 464 per il censimento dei pozzi terebrati per la ricerca di acqua

5 Utilizzo degli effetti di sito per modificare gli scenari di scuotimento
Strumenti Carta litologica d’Italia in scala 1: con accorpamento dei litotipi in 12 classi litosismiche Litotipi Classe litosismica Roccia: calcari, dolomie, calcari marnosi, diaspri, quarzareniti, lave acide, prodotti intermedi, lave basiche, lave a chimismo non noto, rocce granitoidi, plutoniti intermedie, plutoniti foidiche, filladi e micascisti, gneiss, prasiniti, ofioliti, serpentiniti, cornubianiti, marmi, dolomie metamorfiche, quarziti, granuliti, metamorfiti di basso grado, mineralizzazioni di particolare interesse SA1 Piroclastiti, tufi, ignimbriti, piroclastiti + lave, tufi pedogenizzati, scorie, lapilli, pomici e bombe SA2 Arenarie SA3 Evaporiti, diatomiti, terreni e rocce residuali SA4 Travertini SA5 Detriti cementati SA6 Complessi pelitico-arenacei e calcareo arenacei SA7 Marne SA8 Sabbie+Ghiaie, argille, terreni a granulometria mista SA9 Argille caotiche SA10 Tufiti SA11 Terreni torbosi e lignitiferi SA12 Progetto d1 dell’Eucentre – UR INGV Roma

6 Utilizzo degli effetti di sito per modificare gli scenari di scuotimento
Strumenti Carta delle categorie di sottosuolo d’Italia in scala 1: Categoria di sottosuolo Classe litosismica di “default” Attributo “consistenza ammasso roccioso” Attributo “struttura ammasso roccioso” Attributo “struttura di dettaglio” Attributo “Età del deposito” Pre-Quaternario Pleistocene Olocene SA1 A - B (6B, 6G) SA2 C (3I) SA3 (3M, 3N) (5B) (6B) SA4 SA5 (6A) SA6 (3N) SA7 SA8 SA9 D SA10 SA11 SA12 S1/D Progetto d1 dell’Eucentre – UR INGV Roma

7 Utilizzo degli effetti di sito per modificare gli scenari di scuotimento
Strumenti Database relativo a tutti i comuni abruzzesi, contenente informazioni di pericolosità di base e locale: dati identificativi del comune; classe litosismica 1: del centro abitato capoluogo considerato puntuale; categoria di sottosuolo 1: del centro abitato capoluogo considerato puntuale; distribuzione % delle categorie di sottosuolo 1: nel territorio comunale; distribuzione % delle classi litosismiche 1: nell’area urbanizzata comunale, relativa al centro abitato capoluogo, con o senza frazioni; distribuzione % delle categorie di sottosuolo 1: nell’area urbanizzata comunale, relativa al centro abitato capoluogo, con o senza frazioni; parametri di pericolosità sismica di base e locale (ag, Ss e St) per tutti i comuni considerati in maniera puntuale (Tr = 475 anni); parametri sismici (F0, Tc*, Cc) per tutti i comuni considerati in maniera puntuale (Tr = 475 anni); Parametri spettrali (Tb, Tc, Td, Se(Tb), Se(Tc), Se(Td)) per tutti i comuni considerati in maniera puntuale (Tr = 475 anni). Progetto Reluis – Linea 10 - UR INGV Roma Progetto d1 dell’Eucentre – UR INGV Roma

8 Utilizzo degli effetti di sito per modificare gli scenari di scuotimento
Prodotti Revisione della carta litosismica dell’Abruzzo sulla base della cartografia geologica in scala 1:50.000, dei fenomeni franosi IFFI, del database dei pozzi (Legge 464) e dei rilievi della geologia del Quaternario anche tramite indagine aerofotogeologica e SAR. Calcolo dei parametri di pericolosità di base e locale, dei parametri sismici e dei parametri spettrali per differenti periodi di ritorno, per tutti i comuni e le sezioni censuarie abruzzesi. Scheda di sintesi per ciascun centro abitato capoluogo contenente: dati identificativi comunali parametri di pericolosità sismica di base; parametri sismici NTC 2008; storia sismica da CFTI04, con indicazione di eventuali effetti locali; eventi sismici con Is > 6; distanza minima dalle sorgenti sismogenetiche individuali e composite del DISS; distribuzione % delle classi litosismiche e delle categorie di sottosuolo; percentuale areale di territorio interessato da movimenti franosi attivi e quiescenti

9 SCENARIO PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE
Analisi delle caratteristiche morfo-litologiche per centri abitati d’interesse (microzonazione sismica di Livello 1) Strumenti Individuazione delle zone suscettibili di amplificazione sismica e/o di instabilità dinamica locale attraverso rilievi geologici, raccolta di indagini geognostiche esistenti e analisi di foto aeree per l’individuazione di forme e processi morfogenetici Sigla SCENARIO PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE EFFETTI Z1a Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Instabilità Z1b Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti Z1c Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Z2 Zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti (riporti poco addensati, terreni granulari fini con falda superficiale) Cedimenti e/o liquefazioni Z3a Zona di ciglio H > (scarpata con parete subverticale, bordo di cava, nicchia di distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica) Amplificazioni topografiche Z3b Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo: appuntite - arrotondate Z4a Zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi litostratigrafiche e geometriche Z4b Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e conoide deltizio-lacustre Z4c Zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (compresi le coltri loessiche) Z4d Zone con presenza di argille residuali e terre rosse di origine eluvio-colluviale Z5 Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse Comportamenti differenziali

10 Analisi delle caratteristiche morfo-litologiche per centri abitati d’interesse
(microzonazione sismica di Livello 1) Prodotti Cartografie geolitologiche, geomorfologiche e delle zone suscettibili di amplificazione sismica locale in scala 1: – 1:5.000 ed indicazione preliminare delle categorie di sottosuolo e topografiche per le differenti zone

11 Studi di risposta sismica locale per siti d’interesse
(microzonazione sismica di Livello 3) Strumenti ed attività Studio geologico e geomorfologico Raccolta di indagini geognostiche e geotecniche esistenti ed esecuzione di nuove indagini geofisiche “ad hoc” (DH, MASW, array 2D – passivi, microtremori, tomografia elettrica), con l’applicazioni integrata di differenti metodologie Esecuzione di prove di laboratorio per la caratterizzazione fisico-meccanica di campioni indisturbati, anche in campo dinamico per la messa a punto di curve di degrado (modulo di taglio e smorzamento). Messa a punto di modelli litotecnici del sottosuolo Esecuzione di modellazioni numeriche 1D e 2D della risposta sismica locale

12 Studi di risposta sismica locale per edifici d’interesse
(microzonazione sismica di Livello 3) Prodotti Spettri di risposta elastici in accelerazione orizzontale, necessari per la progettazione di interventi di ricostruzione o di mitigazione del rischio sismico Revisione dei moduli della scheda “geologica” di sintesi ed allineamento ai parametri sismici previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzione del 2008 Compilazione della scheda “geologica” di sintesi per i siti degli edifici d’interesse, a costituire una sorta di fascicolo del fabbricato per la mitigazione del rischio sismico

13 Caratteristiche Struttura
La scheda “geologica” di sito Prodotti Caratteristiche Raccolta dati geologici, geomorfologici, geotecnici e geofisici Organizzazione ed omogeneizzazione delle informazioni Sequenza logica di acquisizione Individuazione di un percorso di conoscenza a) Dati generali b) Informazioni sismologiche c) Geologia d) Geomorfologia e) Geotecnica e Geofisica f) Classificazione e normativa d) Istruzioni per la compilazione Struttura 22 moduli conoscitivi

14 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A1-A5) Operatore e attività Data e identificativo scheda Cartografia Ubicazione dell’edificio Edificio

15 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A6-A8) Pericolosità di base del territorio Effetti locali osservati nel passato Evento sismico osservato (rilievo in fase di emergenza) - Parametri relativi al terremoto - Effetti locali osservati

16 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A9-A11) Substrato Litologia Principali caratteristiche dell’ammasso roccioso Copertura Tettonica

17 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A12) Morfologia - Descrizione del contesto morfologico - Descrizione del sito di ubicazione dell’edificio Informazioni qualitative Informazioni quantitative

18 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A13-A15) Idrologia Processi morfogenetici - Frane - Dilavamento - Processi fluviali Forme antropiche “Tipo di frana” Utilizzare la classificazione di Varnes (Varnes D.J., Slope movement types and processes. In: Schuster R.L. & Krizek R.J. Ed., Landslides, analysis and control. Transportation Research Board Sp. Rep. No. 176, Nat. Acad. of Sciences, pp ) e di Cruden e Varnes (Cruden D.M., Varnes D.J., Landslide types and processes. In: Turner A.K.; Shuster R.L. (eds) Landslides: Investigation and Mitigation. Transp. Res. Board, Spec. Rep. 247, pp 36-75), basata sulla tipologia di movimento (crollo, ribaltamento, scorrimento o scivolamento, espansione laterale, colamento, fenomeno complesso) e sul tipo di materiali coinvolti (ammassi rocciosi e terreni sciolti, quest’ultimi suddivisi tra prevalentemente grossolani e prevalentemente fini). Stato di attività della frana È necessario indicare lo stato di attività della frana rilevata, tenendo presente che con “attiva” s’intende un fenomeno franoso attualmente in movimento o che si è mosso entro l’ultimo ciclo stagionale; con “quiescente” un fenomeno franoso non attivo al momento del rilevamento e privo di periodicità stagionale, per il quale tuttavia permangono le cause responsabili del suo ultimo movimento e di conseguenza esiste un’oggettiva possibilità di riattivazione; infine con “inattiva” un fenomeno franoso che non può più essere attivato dall’agente morfogenetico che lo ha determinato (Canuti P., Dramis F., Esu F., 1992 – Le condizioni di instabilità dei pendii nei centri abitati. GNDCI Linea 2, CNR, Pubbl. n. 544).

19 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A16-A18) Ubicazione indagini geognostiche Principali indagini geognostiche, prove in sito e analisi di laboratorio Curve di degrado - Modulo di taglio (G) - Rapporto di smorzamento (D)

20 La scheda “geologica” di sito
Moduli (A19-A20) Classificazione disponibile per il sito da NTC - Valutazione della categoria di sottosuolo - Valutazione della categoria topografica Valutazione dei fattori di amplificazione Studi di microzonazione sismica Applicazione indirizzi e criteri Microzonazione Sismica

21 Sito web: http://www-seegeoform.it
WebGIS Sito web:

22 Il webGIS del Progetto SEE-GeoForm
Strumenti Pannello dati Strati informativi Area di visualizzazione

23 Pannello dati e strati informativi
Cosa c’è al momento nel WebGIS

24 Strati informativi: cartografia

25 Strati informativi: dati amministrativi
20 regioni 110 province 8.101 comuni (agg. 1 gen. 2011)

26 Pannello dati: informazioni alla scala comunale
Clic!

27 Sorgenti sismogenetiche composite
Clic!

28 La griglia di pericolosità sismica e i parametri sismici NTC 2008
Clic!

29 Classe litosismica 1:

30 Categorie di sottosuolo 1:100.000

31 Elaborazioni a richiesta utente
Distanza dalle sorgenti sismogenetiche Calcolo pericolosità sismica al sito Classe litosismica in scala 1: Categoria di sottosuolo orientativa in scala 1:

32 Peculiarità del Progetto SEE-GeoForm
1 Il WebGIS SEE-GeoForm non si sostituisce alle banche dati originarie 2 SEE-GeoForm si propone come una piattaforma tecnologica integrata che permetta una gestione omogenea e semplificata dei dati 3 SEE-GeoForm rimanda ai siti web specifici di progetto per dettagli ed approfondimenti 4 SEE-GeoForm mantiene una semplicità nella presentazione dei dati numerici ed una essenzialità delle informazioni disponibili 5 La selezione delle informazioni presenti nel WebGIS mira a fornire un adeguato livello di conoscenza territoriale, immediatamente utilizzabile per valutazioni preliminari di pericolosità sismica

33 Collaborazioni attive o da avviare
ISPRA – Servizio Geologico d’Italia IRPI di Perugia CNR – Istituto per le Tecnologie della Costruzione – Sede di L’Aquila EUCENTRE di Pavia Consorzio RELUIS Università di L’Aquila Regione Abruzzo Autorità di Bacino Ordine Regionale dei Geologi e Consiglio Nazionale dei Geologi


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