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PICCOLI ANIMALI SELVATICI IN DIFFICOLTA’
L’ATTIVITA’ DI RECUPERO DELLA LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA
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Cosa si intende per “recupero”
Un animale selvatico in città può trovarsi in pericolo, perché caduto dal nido, o disturbato da una delle molte attività umane, dai cani e dai gatti, dalle auto. La LAC li raccoglie, li cura e li rimette in libertà; nel caso non possano tornare in natura, trova per loro un posto accogliente. A sinistra, giovane di capinera; a destra, tre piccoli germani Rondone caduto dal nido
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Alcuni di questi animali vengono segnalati dai cittadini al centralino della sede LAC e scatta l’operazione di soccorso Prima di tutto si cerca di capire di che animale si tratti e cosa sia successo: non sempre la situazione richiede un intervento. Ad esempio, i piccoli merli sono assistiti dai genitori anche fuori dai nidi e non hanno bisogno di aiuto La sede LAC di via Solari
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Se invece si tratta di un animale ferito, in immediato pericolo, o di un piccolo abbandonato, si passa al recupero. Di solito si chiede alla persona che lo ha trovato, di portarlo in sede Naturalmente si può usare anche una scatola piccola, così l’uccellino sarà più raccolto durante il trasporto. Nella foto, una balia ferita. Ecco il modo corretto di trasportare un animale selvatico: una scatola di cartone con qualche buco per l’aria. Buio e tranquillità: in gabbia si spaventano e si feriscono
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A volte invece i volontari LAC devono recarsi personalmente a ritirare l’animale in difficoltà, se chi l’ha trovato non può venire in sede. Gli interventi di primo soccorso avvengono poi nei più svariati contesti: in auto, per strada… Questo picchio viene immediatamente liberato dalla rete illegale in cui era caduto
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Quando l’uccellino è ferito o malato è necessario l’intervento di uno dei rari veterinari aviari. Gli studi universitari non dedicano infatti molta attenzione al mondo degli uccelli e pochi sono i professionisti italiani che sono spinti dalla loro passione personale ad occuparsene. Una volta visitato e prescritta la cura, il paziente passa nelle mani dei volontari LAC, che lo accudiscono fino alla completa guarigione. Il dottor Paolo Ripepi nel suo ambulatorio
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Ogni paziente viene registrato all’arrivo in una scheda del data base, che riporta tutti i suoi dati, le cure ricevute, i progressi quotidiani e la data della liberazione in natura, o dell’affido presso una struttura adatta, nel caso di soggetti non recuperabili alla vita libera. I data base permettono anche il monitoraggio dell’evoluzione dei periodi di migrazione e di nidificazione, con il confronto dei dati raccolti anno dopo anno. Grafico che registra i pesi quotidiani dei merli recuperati fra giugno e luglio del Controllare il peso regolarmente significa verificare che l’uccellino sta crescendo correttamente
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Attività di ricerca INANELLAMENTO
Prima di liberarli, agli uccelli viene apposto un anellino inamovibile con un codice che consente di studiare i movimenti migratori delle varie specie e di capire cosa succede a un animale rilasciato in natura
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Le specie più frequenti a Milano
Il verdone e il fringuello sono uccelli granivori che vivono nei parchi e nelle zone verdi, anche piccole. I nidi sono fragili e spesso cadono dagli alberi dopo i temporali. Così è accaduto ai piccoli che vediamo nelle foto Piccolo verdone Piccolo fringuello
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Il cardellino è un’altra specie granivora frequente nei giardini privati e pubblici della città.
A causa della sua livrea coloratissima è molto ricercato per essere tenuto illegalmente in gabbia. Viene catturato da bracconieri con reti e vischio e rivenduto al mercato nero.
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Le tortore e i colombacci hanno per nido delle fragili strutture di rametti sugli alberi. A causa delle potature fatte in periodo di nidificazione (eppure la distruzione dei nidi è vietata per legge), uova o piccoli finiscono spesso a terra. Qui a destra, un piccolo di colombaccio, in basso un adulto, e qui sotto due piccole tortore
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Le cinciallegre invece fanno il nido nelle cavità degli alberi, o ben nascoste in fondo a qualche buco. Se le si trova in giro da piccole hanno sicuramente bisogno di aiuto. Mangiano insetti, carne trita, pastoncino misto al tuorlo di uovo sodo. Le cinciallegre crescono molto in fretta, imparano presto a volare e a mangiare da sole, ma restano dipendenti dai genitori (o da chi le ha allevate) ancora per qualche settimana dopo l’involo.
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Cince e codirossi si possono incoraggiare sistemando nei terrazzi e nei giardini pubblici e privati speciali nidi artificiali e offrendo cibi adatti, soprattutto nella stagione fredda. Piccoli di codirosso spazzacamino e, qui a destra, esempi di cassette nido.
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I piccoli dei merli sono molto diversi dagli adulti e spesso non vengono riconosciuti come tali. Solo nella primavera dell’anno successivo i maschi diventano neri con il becco giallo. I merli fanno anche quattro covate all’anno, iniziando già a febbraio, a causa dei cambiamenti climatici che hanno reso più miti gli ultimi inverni. I piccoli merli sono fra gli ospiti più frequenti del nostro centro, si allevano abbastanza facilmente e si possono liberare senza alcuna difficoltà.
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Anche i passeri sono fra i nostri ospiti più frequenti.
Spesso vengono raccolti dalla gente che pensa siano abbandonati, ma per accertarsene bisogna aspettare qualche tempo, controllando a distanza se davvero i genitori non li stiano più alimentando. Questi a fianco sono invece davvero implumi, il nido è probabilmente stato rimosso da un tetto. Quando le piume non sono ancora cresciute, anche se il clima è caldo bisogna accertarsi che non si raffreddino, usando panni di lana e borse termiche.
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I rondoni arrivano a Milano in aprile provenienti dall’Africa e formano grandi colonie in molti edifici della città, compresi la Stazione Centrale e il Castello Sforzesco. Maestri del volo, dotati di ali lunghissime e di piccole zampe, se finiscono a terra non sono più in grado di ripartire. Bisogna dar loro una spinta verso l’alto.Si nutrono in volo catturando piccoli insetti, si accoppiano in volo e dormono in volo. Si posano solo per nidificare. In giugno e luglio molti piccoli cadono dai tetti e devono essere allevati in tempo per la partenza: la specie abbandona del tutto l’Europa entro agosto. In poche settimane il piumaggio si sviluppa e le ali divengono lunghe e falcate. La LAC ne alleva circa 50 ogni anno.
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Tre piccole rondini… e tre balestrucci Queste sono le vere rondini, che costruiscono nidi a coppa sotto i tetti. Anch’esse sono migratrici e cacciano insetti in volo, ma sono in grado, a differenza dei rondoni, di levarsi in volo dal terreno e dai fili su cui spesso si posano.
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La legge 157 del 1992 protegge i nidi delle rondini, dei balestrucci e dei rondoni, ne vieta la distruzione quando sono occupati, dalla primavera all’autunno. Tutti i lavori che comportano la manomissione dei nidi vanno perciò effettuati durante l’inverno. La norma è vincolante per i privati ed i pubblici amministratori I NIDI DELLE RONDINI SONO PROTETTI Ogni caso di trasgressione e di attacco alle colonie di nidificazione di queste belle specie, araldi di primavera e utili distruttori di insetti, va segnalato alle autorità competenti, in primo luogo alla Polizia Provinciale, poi a tutte le forze di polizia.
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Anche i mammiferi selvatici possono trovarsi in difficoltà, come ad esempio questo giovane riccio ancora sveglio in autunno. Se non ha accumulato abbastanza grasso non può entrare in letargo e sopravvivere all’inverno. L’unica cosa da fare è tenerlo al caldo fino a primavera. I pipistrelli possono invece svegliarsi dall’ibernazione perché disturbati o perché la temperatura è brevemente salita. Questi piccoli, innocui e utilissimi insettivori sono strettamente protetti dalla legge e invece vengono perseguitati per assurde credenze.
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Abbandoni Soprattutto alla vigilia delle vacanze si trovano qua e là piccoli animali “da compagnia” abbandonati da proprietari di pochi scrupoli. Anche a questi dobbiamo trovare una sistemazione adeguata. Le tartarughe di terra sono protette dalla convenzione di Washington perché in via di estinzione, e ne è vietata la detenzione. Perciò a volte vengono abbandonate in luoghi inadatti Le colombe bianche pavoncelle vengono “liberate” in occasione dei matrimoni ma non sono in grado di cavarsela da sole
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I pappagalli sono anche capaci di fughe rocambolesche e contrariamente a quanto si crede possono sopravvivere per anni nei nostri parchi e giardini. Anche le tartarughe d’acqua, incautamente acquistate da piccolissime, possono raggiungere dimensioni ragguardevoli; divenute difficili da gestire in casa, vengono rilasciate in fontane e laghetti
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Attività di educazione
Prioritaria fra le attività dell’associazione è l’impegno nelle scuole di ogni ordine, per spiegare ai bambini le meraviglie della Natura e l’importanza della sua conservazione. Le generazioni future potranno così avere un atteggiamento più rispettoso
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Piccoli accorgimenti - Sagome
Un grave pericolo per gli uccelli è costituito dalle vetrate, soprattutto se in vicinanza di alberi e arbusti. Troppi voli veloci si concludono con un tragico impatto. Esistono soluzioni: una delle più semplici consiste nell’applicare strisce o sagome varie (tradizionalmente si usano quelle di uccelli rapaci) in carta adesiva sulle finestre, a cura dei privati, sulle barriere antirumore o sulle pensiline, a cura degli enti preposti.
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Gatti e auto Nel nostro paese, la nidificazione degli uccelli è concentrata nella tarda primavera-inizio estate. In questo periodo sono numerosissimi i giovani inesperti ai primi voli. Per far migliorare drasticamente le loro possibilità di sopravvivenza è necessario tenere i gatti in casa da maggio a luglio (o, se questo non è possibile, munirli di un collare con campanellino). Negli stessi mesi bisogna cercare di moderare la velocità di guida delle auto, soprattutto nelle vicinanze di siepi, zone umide e parchi.
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Protezione anfibi Di grande impegno per la LAC negli ultimi anni, la campagna per la difesa degli ultimi siti di riproduzione in città dei rospi smeraldini, svolta in collaborazione con vari enti, e in particolare con i corpi di Guardie Ecologiche Volontarie e con gli istituti di ricerca.
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Le asciutte dei Navigli
Il famigerato problema delle asciutte dei navigli, e la conseguente moria periodica di tutta la fauna in essi vivente, è stato discusso in moltissimi tavoli istituzionali, ma spesso viene ancora affrontato dai volontari LAC con secchi e stivali.
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