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Autonomie locali e autonomie scolastiche

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Presentazione sul tema: "Autonomie locali e autonomie scolastiche"— Transcript della presentazione:

1 Autonomie locali e autonomie scolastiche
Verso la governance della scuola di Angela Cherveddu

2 Definizione dell’argomento
Perché si parla di autonomia scolastica? Che rapporto c’è tra autonomia scolastica e autonomie locali? Quali sono le disposizioni di legge al riguardo? Da quale congiuntura socio-economica sono scaturite ? Quali sono le implicazioni concrete? ???

3 Obiettivi Fornire alcune informazioni base su:
- gli aspetti normativi che regolano il governo della scuola nello scenario attuale; - i processi che li hanno determinati. Effettuare una analisi sintetica dell’influenza che essi hanno determinato nella scuola Disegnare possibili prospettive di sviluppo per la crescita della scuola Sensibilizzare studenti e insegnanti per il successivo approfondimento

4 Cos’è l’autonomia scolastica
Principio introdotto formalmente nella scuola italiana dal 1 settembre 2000, con il DPR 275/99. Esito di un processo di decentramento di competenze dallo Stato a soggetti periferici ( autonomie istituzionali e funzionali). Affermazione del principio di sussidiarietà nei sistemi di welfare.

5 Dettagli sul percorso normativo
LA PRIMA PIETRA : la legge 59/97 ovvero il decentramento e federalismo amministrativo. Il conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed Enti Locali.(D.Leg.vo 112/98) Il Regolamento sull’autonomia scolastica (DPR 275/99 e la riforma dell’Amministrazione scolastica (D.Leg.vo 300/99) La riforma del titolo V della Costituzione.

6 La suddivisione delle competenze in materia scolastica
Lo Stato: detta le norme generali sull’istruzione, definisce la quota nazionale del curricolo e il relativo monte ore. Le Regioni : hanno competenza concorrente in materia di istruzione e competenze esclusive in materia di formazione professionale. Le Scuole: concretizzano gli obiettivi formativi nazionali traducendoli in percorsi formativi funzionali al diritto all’apprendimento degli alunni, utilizzando gli spazi dell’autonomia scolastica.

7 L’autonomia scolastica è….
1. didattica 2. organizzativa 3. di ricerca e di sperimentazione

8 Lo strumento delle scuole autonome: il POF
Consente di integrare la quota nazionale del curricolo con la quota del 20% loro riservata, tenendo conto: Delle esigenze formative degli alunni, concretamente rilevate; Delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie, dagli Enti Locali, dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio; Dell’esigenza di garantire il carattere unitario del sistema nazionale d’istruzione valorizzando il pluralismo culturale e territoriale nel rispetto delle finalità dei diversi ordini di scuola.

9 Gli spazi delle scuole autonome
AUTONOMIA ORGANIZZATIVA: possibilità di gestire in maniera flessibile il monte ore annuo delle singole discipline. Possibilità di impiego dei docenti in maniera diversificata in funzione delle scelte progettuali effettuate. Possibilità di stipulare accordi di rete tra scuole o con soggetti esterni per la realizzazione di particolari progetti.

10 Gli spazi delle scuole autonome
AUTONOMIA DIDATTICA : Possibilità di organizzare percorsi modulari per gruppi di alunni anche di classi diverse. Attivazione di percorsi didattici individualizzati in relazione alle esigenze di apprendimento degli alunni (es. stranieri, diversamente abili). Attivazione di percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività, anche sulla base degli interessi manifestati dagli alunni. Realizzazione di iniziative di recupero e di sostegno, di continuità e di orientamento, coordinandosi con eventuali iniziative assunte dagli Enti Locali.

11 Gli spazi delle scuole autonome
AUTONOMIA DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE : Si tratta di uno spazio di notevoli potenzialità, che consentirebbe alle scuole di assumere un ruolo strategico nel campo della ricerca educativa.

12 Le indagini sulla realtà effettiva (Osservatorio LUISS Roma- )
Alcuni dati quantitativi: Il 56,97% delle scuole dichiara di aver utilizzato schemi orari variati rispetto a quelli tradizionali; Il 51,91 di aver organizzato gruppi di alunni diversi dal tradizionale gruppo –classe. La pratica dell’autovalutazione d’istituto è seguita dal 40% delle scuole con questionari rivolti ai docenti, mentre solo attraverso alcuni sondaggi vengono interpellati i genitori. Nel 45,62 % delle scuole non viene utilizzato nessuno strumento di “ascolto” con funzione di verifica. Nel 65,47% dei casi gli obiettivi delle diverse componenti della scuola rispetto all’innovazione dell’offerta formativa non risultano essere convergenti . Gli utenti interni hanno fornito indicazioni per l’elaborazione del POF nel 88,7% , gli utenti esterni ( territorio) solo nel 40%.

13 Alcuni elementi di analisi qualitativa :
Le indagini sulla realtà effettiva (Osservatorio LUISS Roma- Rapporto 2004) Alcuni elementi di analisi qualitativa : Resistenza della tradizionale rigidità e separazione dei contenuti disciplinari. Scarsa disponibilità dei docenti all’introduzione di metodologie focalizzate sull’apprendimento piuttosto che sull’insegnamento. Distanze significative tra le diverse realtà regionali e i diversi ordini di scuola. Insufficiente introiezione della cultura dell’autonomia in tutti gli attori presenti nella scuola: dirigente, docenti, personale amministrativo, famiglie, studenti. Difficoltà nei rapporti tra scuola e stakeholders presenti nel territorio.

14 Quattro concetti chiave per la sviluppo dell’autonomia
Lo sviluppo del sistema educativo deve avere carattere endogeno Valorizzare il capitale umano Valorizzare il capitale sociale. Sviluppo della logica del sistema formativo integrato

15 Insieme per crescere “Nel nuovo scenario un ruolo fondamentale per l’avanzamento della cultura dell’autonomia sarà svolto dal convinto e consapevole coinvolgimento degli studenti e delle famiglie, nonché degli stakeholders presenti nel territorio,nella delineazione delle strategie di politica scolastica locale. Collaborazione, partecipazione formazione di tutti i soggetti professionali che operano nella scuola ( dirigenti scolastici, docenti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario), possono creare le condizioni per una comunità scolastica proiettata efficacemente verso una funzione di crescita culturale e sociale e di contributo allo sviluppo economico delle comunità locali e territoriali.” (A.Cocozza – “Voci della Scuola”- Ed. Tecnodid)


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