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PubblicatoLia Vecchio Modificato 10 anni fa
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Dalla storia alla letteratura Le fonti della leggenda 04-07
Artù Dalla storia alla letteratura Le fonti della leggenda 04-07
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04. Le fonti della leggenda
La Storia dei re d'Inghilterra contiene il nucleo attorno al quale la leggenda cresce in tutto il Medioevo: il concepimento di Artù, figlio di Uther Pendragon, la sua incoronazione a quindici anni, la spada Excalibur forgiata in Avalon, il suo matrimonio con la regina Ginevra ...
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Artù trionfa nella prova della spada
Lancelot-Graal (Estoire, Merlin, Suite Vulgate) Thérouanne, verso il Provenienza: biblioteca dei duchi di Milano, Pavia, riportato da Luigi XII a Blois BnF, Manuscrits, français 95 (f. 159v)
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Artù trionfa nella prova della spada
Questo manoscritto del XIII secolo trasmette la versione lunga del Lancelot-Graal in prosa, e offre un numero eccezionale di illustrazioni, create da due miniatori. La decorazione minore si estende su ogni pagina, come campitura iniziale accompagnata da bordure tracciate in rosso e blu a cinque foglie e motivi vegetali; le iniziali istoriate e miniate, la maggior parte delle quali, disposte su due registri, permettono di mostrare una sequenza di eventi in una sola immagine. Le linee di separazione terminano con figure a forma di ibridi e piccoli personaggi, animali, uccelli che integrano le scene principali o ne presentano il controsenso. L'uso di antenne che contengono motivi secondari è insolito in un manoscritto del Lancillotto in prosa, dove questo tipo di decorazione è normalmente limitato ai frontespizi. Questa miniatura è l'ultima illustrazione di una parte del Merlino. Essa rappresenta il momento del trionfo di Artù, il solo capace di rimuovere la spada dalla roccia. Egli si mostra pure degno successore di Uterpendragon, come re della Bretagna.
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Artù trionfa nella prova della spada
La parte superiore della miniatura lo mostra rimuovere la spada (per la seconda volta) davanti al vescovo, al clero e al popolo; nella parte inferiore, la pone sull'altare accanto a un calice semivelato mentre è incoronato e benedetto dal vescovo. L'illustrazione si concentra ora sulle prodezze di Artù e la sua legittimità; poi, come re accolto dalla Chiesa cristiana, in presenza dei baroni. Sulle terminazioni delle antenne, due gru reggono delle brocche e bevono nelle ciotole, mentre nella parte inferiore quattro draghi mordono le antenne. Possiamo vedervi l'anticipazione della ricerca del Santo Graal e la caduta del regno di Artù, o si tratta semplicemente di motivi del repertorio decorativo dei pittori?
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Incoronazione di Artù Pierre Le Baud († 1505), Compilation des chroniques et histoires de Bretagne Manoscritto copiato in Bretagna tra il 1480 e il 1482 BnF, Manuscrits, Français 8266 fol. 73v Capitolo XX : « Come Artù venne incoronato re di Grande-Bretagne, come sconfisse i Sassoni…"
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Artù estrae la spada dalla roccia
Robert Wace (v v.1170), Roman de Brut Romanzo scritto verso il 1155 Manoscritto copiato nel XV sec. BnF, Manuscrits, Français 1454 fol. 64v Attorno al 1155, un canonico di Bayeux, Robert Wace, adatta in francese la Historia regum Britannie di Geoffroy di Monmouth, nel suo “Roman de Brut”. Primo a parlare della Tavola Rotonda, Wace racconta la vita di Artù, ma mitiga la violenza del testo originale, facendo di Artù il modello del re cristiano, generoso e circondato da cavalieri coraggiosi. Questa figura ideale si ritrova poi in tutti i testi che ne evocano la storia, come il “Brut” (in anglo-sassone) di Layamon, o le compilazioni di Jean de Wavrin (Recueil des Croniques et Anchiennes Istories de la Grant Bretaigne, a present nommé Engleterre), di Boccaccio (De mulieribus claris) o di Vincenzo di Beauvais (Speculum historiale).
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05. Le fonti della leggenda
La battaglia di Artù contro il gigante di Mont-Saint-Michel, la conquista vittoriosa di Irlanda e Gallia, la sua campagna contro l'esercito romano e la marcia su Roma, fanno di Artù un eroe conquistatore.
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Combattimento di Artù e del gigante
Giovanni Colonna ( ), Mare Historiarum Paris, Provenienza: Guillaume Jouvenel des Ursins ; Luigi XII ; Bibliothèque royale BnF, Manuscrits, latin 4915 (f. 295v)
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Combattimento di Artù e del gigante
Rampollo di una famosa famiglia romana, amico del Petrarca, il frate domenicano Giovanni Colonna ( ) scrisse a Roma intorno al 1340, una grande storia politico-religiosa del mondo, che la sua morte ha interrotto a metà del XIII secolo. Dei tre manoscritti medievali conservati (Roma, Vat. Lat e BnF, latin 4914 e 4915), questa copia è riccamente illustrata con oltre 800 miniature. Venne realizzata per il cancelliere di Francia di Carlo VII, Guillaume Jouvenel Orsini, e illustrato da un artista anonimo noto come Maître de Jouvenel. La storia della battaglia di Artù con il gigante è raccontata nel libro VI, stranamente associata con l'istituzione della festa della Purificazione della Vergine (2 febbraio) a Costantinopoli e un richiamo alla santità di Radegonda, moglie del re Clotario I (re franco della dinastia dei Merovingi). Di conseguenza, la partenza di Artù, mortalmente ferito, per l'Isola di Avalon, da dove deve tornare un giorno, assume un aspetto messianico. Mentre il testo non lo menziona, si vede sulla miniatura in lontananza, la sagoma blu del Mont-Saint-Michel, dove la leggenda vuole che si sia svolto il combattimento.
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Combattimento di Artù e del gigante di Mont Saint-Michel
Vincent de Beauvais, Miroir Historial, traduit par Jean de Vignay (3e vol.) Bruges, verso il 1455 Provenienza: Guillaume Jouvenel des Ursins ; Luigi XII ; Bibliothèque royale BnF, Manuscrits, français 310 (f. 221 v)
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Combattimento di Artù e del gigante di Mont Saint-Michel
Il domenicano Vincenzo di Beauvais, nel 1260 compose un’enciclopedia latina, subito tradotta in diverse lingue. Al libro XXII della sezione intitolata Speculum historiale (o Miroir istoriale, nella traduzione francese), tra le leggende dei santi dalla metà del VI secolo, racconta di Artù, esaltandone il ruolo di eroe civilizzatore. L'episodio, direttamente ispirato dal Brut di Wace, è celebre: nei pressi del Mont-Saint-Michel, il re dei Britanni lotta da solo con il barbaro gigante Dinabuc, che ha rapito Elena, nipote del conte Hoel. Il miniatore William Vrelant, che ha lavorato più volte per Luigi di Bruges, ha illustrato questa copia dello Speculum historiale. Ha rappresentato qui il combattimento del re contro il gigante, simbolo della lotta tra la cortesia cavalleresca e la barbarie, e primo segno del destino glorioso che, secondo la profezia della Sibilla, doveva condurre Artù a vincere la tirannia di Roma e a occupare il soglio di Roma imperiale. Il tradimento di suo figlio bastardo Mordred doveva distruggere questa speranza.
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Inizio della ricerca del Graal
Lancelot-Graal Poitiers, verso il 1480 Provenienza: Yvon du Fou, gran cacciatore di Francia, siniscalco del Poitou; Du Chesne; Colbert; entrato nella Biblioteca del re nel 1732 BnF, Manuscrits, français 111 (f. 236)
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Inizio della ricerca del Graal
La fortunata carriera politica di Yvon du Fou († 1488) gli ha offerto i mezzi per soddisfare i suoi gusti di bibliofilo. Siniscalco del Poitou, commissionò a librai e miniatori la produzione di diversi libri, tra cui questo manoscritto. La “Quête du Graal” si apre con una grande illustrazione disposta nella metà inferiore della pagina, sopra le arme del destinatario. Vestiti alla moda del regno di Luigi XI ( ), infagottati nelle loro giacche e e cappucci, gli eroi arturiani hanno guadagnato in bonomia quanto hanno perso in eleganza. La composizione segue il filo della narrazione. A sinistra, nel suo castello di Camelot, Artù ha raccolto i Cavalieri della Tavola Rotonda, alla vigilia di Pentecoste. Arriva un messaggero del re Pellés (re del castello del Graal, a Corbenic) che richiede a Lancillotto di seguirlo. Partono subito e raggiungono un monastero (raffigurato a destra), dove Galaad – figlio di Lancillotto e della figlia di Pellès – ha trascorso la sua infanzia.
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Inizio della ricerca del Graal 2
Nella cappella, alla presenza delle monache e dei suoi cugini Bors e Lyonel, Lancillotto riveste l'adolescente, che sarà condotto il giorno successivo alla corte di Artù dall'eremita Nascieno. Nel frattempo, Lancillotto e i suoi compagni fanno ritorno a Camelot. In primo piano a destra, si svolge la prima avventura meravigliosa della Quête. Sul fiume, lungo il palazzo è apparsa una roccia vermiglia dove è conficcata una spada preziosa, promessa al miglior cavaliere del mondo. Mentre Lancillotto si rifiuta di mettervi mano e Galvano, obbedendo al comando di Artù, tenta inutilmente, solo Galaad avrà successo – così riproducendo il gesto con cui Artù era stato nominato re legittimo, alla fine, da Merlino.
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Artù e la battaglia contro i baroni ribelli
Histoire de Merlin Romanzo del XIII sec. Manoscritto copiato a Saint-Omer, verso il BnF, Manuscrit, Français 95 fol. 162v
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Artù e la battaglia contro i baroni ribelli
Dopo aver ritardato il più possibile l'incoronazione di Artù, i suoi baroni finalmente accettano la sua elezione. Nonostante le rivelazioni di Merlin sulla nascita di Artù, la testimonianza di Ulfin e Antor e la presentazione della lettera di accordo tra Uteprandragon e Merlin, i nobili continuano a disprezzare Artù e decidono di prendere le armi contro di lui. Il nuovo re beneficia del sostegno di Merlino, del popolo e della Chiesa che scomunica i suoi nemici. I baroni assediano Artù rifugiato in una torre, ma quando la battaglia comincia, Merlin dà ad Artù come stendardo un drago che sputa fiamme e che lancia un incantesimo sul campo nemico appena incendiato. Dopo aver ritardato il più possibile l'incoronazione di Artù, i suoi baroni finalmente accettano la sua elezione. Nonostante le rivelazioni di Merlin sulla nascita di Artù, la testimonianza di Ulfin e Antor e la presentazione della lettera di accordo tra Uteprandragon e Merlin, i nobili continuano a disprezzare Artù e decidono di prendere le armi contro di lui.
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Artù e la battaglia contro i baroni ribelli 2
Il nuovo re beneficia del sostegno di Merlino, del popolo e della Chiesa che scomunica i suoi nemici. I baroni assediano Artù rifugiato in una torre, ma quando la battaglia comincia, Merlin dà ad Artù come stendardo un drago che sputa fiamme e che lancia un incantesimo sul campo nemico appena incendiato. Le truppe di re Artù, beneficiando dello stendardo magico affidato da Merlino al siniscalco Keu, affrontano quelli dei baroni ribelli. Gli uomini di Artù iniziano l'attacco con la lancia prima di ricorrere alla spada. I due schieramenti si affrontano in una composizione piramidale attorno ai corpi dei soldati già caduti con i loro cavalli. L'immagine del drago che sputa fuoco, sovrastante la scena, annuncia la vittoria del giovane re.
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06. Le fonti della leggenda
Dopo la conquista, la caduta: Artù è tradito da suo nipote Mordred, che ha preso il potere e, nella battaglia finale a Camlann, viene ferito a morte e poi condotto sull'isola di Avalon.
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Battaglia di Salisbury
La Mort du roi Arthur Romanzo ddell’inizio del XIII sec. Manoscritto copiato nells Francia centrale, verso il 1470 BnF, Manuscrits, Français 112 (3) fol. 226 "Comment le Roy Artus assembla aux sesnes et aux gens Mordret où il y eut la plus cruelle bataille qui oncques fut veue ou royaulme de Logres"
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Artù uccide Mordred Boccaccio, De casibus
Jean Boccace ( ), De Casibus virorum illustrium, 1360 Manoscritto copiato in Francia nel XV sec. BnF, Manuscrits, Français 230 fol. 236 Boccaccio, nel suo De casibus, narra delle vicende di re e regine, dall'antichità al XIV secolo, reali o immaginari. La parte dedicata a re Artù racconta l'episodio in cui il re uccide il figlio e nipote Mordred e viene ferito a morte da lui.
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07. Le fonti della leggenda
Si troveranno nei romanzi successivi, i compagni di Artù: Galvano, Cador, Bédoger e Keu. Merlino non è ancora che il consigliere di Uther Pendragon.
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Yvain ou Le Chevalier au Lion
Chretien de Troyes (ca ca. 1185), Yvain ou Le Lion au Chevalier Romanzo scritto tra il 1177 e il 1181 Manoscritto copiato nel nord della Francia, verso il 1325 BnF, Manuscrits, Français 1433 fol. 80v Due scene – 1. La giostra di Yvain e Keu, che spezza la lancia e perde l’equilibrio; 2. in basso, Keu è a terra, Yvain s’impadronisce del cavallo che riporta ai cavalieri di Artù .
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Il torneo di Yvain e Keu Artù e la sua corte sono a venuti a vedere la meraviglia della Fontana. Sono sorpresi di non trovare Yvain. “E’ scappato, il fanfarone!", dice Keu. Il re consente a Keu di combattere. Non senza piacere, Yvain ha riconosciuto le armi di Keu e si lancia al galoppo contro di lui. La miniatura è divisa in due quadri. In alto, su un fondo blu e rosso, i due cavalieri si scontrano violentemente. Yvain, riconosciabile per il leone d'oro sullo scudo, la spallina e la gualdrappa del cavallo, colpisce con la lancia lo scudo del suo avversario, che cade indietro, mentre la sua lancia si spezza. Sotto, Kay capitombola a terra. Yvain, che non vuole più colpirlo, s’impadronisce del suo cavallo per restituirlo ai cavalieri di Artù che si sono avvicinati; i volti esprimono la felicità di vedere a terra colui che tratta gli altri con tanto disprezzo. Artù e la sua corte trascorrono otto giorni di festa nel castello di Yvain. Quando arriverà il momento di partire, Galvano inciterà Yvain a gareggiare nei tornei con lui, perché un cavaliere deve accrescere valore e reputazione. Laudine (signora del castello di Landuc) vi acconsente, a patto che Yvain ritorni da lei entro un anno, altrimenti gli negherà per sempre il suo amore. Lei gli dona un anello magico che lo proteggerà e gli ricorderà la sua promessa.
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