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IL SETTORE IDRICO: Quadro normativo Metodo tariffario

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Presentazione sul tema: "IL SETTORE IDRICO: Quadro normativo Metodo tariffario"— Transcript della presentazione:

1 IL SETTORE IDRICO: Quadro normativo Metodo tariffario
Discorso introduttivo: obiettivi della presentazione fornire un inquadramento teorico del problema presentare l’approccio metodologico sollevare alcuni problemi metodologici rilevanti Caveat preliminari l’unico elemento di preoccupazione è per il risultato non per la teoria è una riflessione interna, non ci sono testi perché è una cosa di cui ha senso parlare con riferimento a casi concreti... se ne parla poco anche perché la metodologia specifica è preziosa... per esemplificare si fa riferimento al caso specifico Melbourne City Link Siena, 19 gennaio 2010

2 Sommario della presentazione
Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici Il Piano di Ambito La tariffa reale media Il controllo e la revisione tariffaria

3 Sommario della presentazione
Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici Il Piano di Ambito La tariffa reale media Il controllo e la revisione tariffaria

4 I riferimenti normativi
La L. 36/94 (c.d. Legge Galli) ha dato avvio ad un processo di riorganizzazione territoriale, funzionale ed economica dei servizi pubblici di acquedotto, fognatura e depurazione, separando le funzioni di indirizzo, pianificazione e controllo da quelle più propriamente gestionali Le principali novità introdotte dalla Legge Galli sono state trasfuse nel DLgs 152/06 (c.d. TU Ambientale), che ha riordinato le norme in materia ambientale

5 La definizione del SII Il baricentro della normativa è il concetto del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), che ai sensi dell’art. 141, c. 2 del D.Lgs. 152/2006, è “costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue” Il concetto del S.I.I., già introdotto con la L. 36/94 (ex art. 4, c. 1), riunisce in un unico ciclo di prestazioni attività prima separatamente considerate e conseguentemente organizzate secondo soluzioni particolari

6 Gli obiettivi della Legge 36/94
Art. 9, c. 1: Disciplina della gestione del servizio idrico integrato “I comuni e le province di ciascun ambito territoriale ottimale… organizzano il servizio idrico integrato… al fine di garantirne la gestione secondo criteri di efficienza, di efficacia e di economicità” La Legge 36/94 si poneva due principali obiettivi di riforma del settore idrico (integralmente trasfusi nel D.Lgs. 152/2006): il primo riguarda la ristrutturazione dell’assetto industriale del ciclo dell’acqua il secondo riguarda la regolamentazione del settore

7 L’evoluzione industriale del SII
La Legge Galli introduce una fase di riassetto industriale delle gestioni. Sono stabiliti i seguenti indirizzi generali: l’integrazione del ciclo: i servizi idrici sono riorganizzati…secondo i seguenti criteri: b) superamento della frammentazione delle gestioni, c) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri fisici, demografici tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative (art.8, c.1) la trasformazione giuridica delle gestioni in aziende: i comuni e le province provvedono alla gestione del servizio idrico integrato mediante le forme, anche obbligatorie, previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, come integrata dall'articolo 12, L. 23 dicembre 1992, n. 498 (art. 9, c. 2) il superamento delle gestioni in economia: le aziende speciali, gli enti e i consorzi pubblici esercenti i servizi, anche in economia,…confluiscono nel soggetto gestore del servizio idrico integrato, secondo le modalità e le forme stabilite nella convenzione. Il nuovo soggetto gestore subentra agli enti preesistenti nei termini e con le modalità previste nella convenzione e nel relativo disciplinare (art.10, c. 2)

8 Tre soggetti regolatori su tre livelli territoriali
A livello nazionale: l’Autorità di Vigilanza A livello regionale: leggi regionali/stadio intermedio A livello locale: l’ATO

9 L’Autorità di Vigilanza: supervisione sull’attuazione della legge
L’art del D.Lgs. 152/2006, tra l’altro, cita i seguenti obiettivi per l’Autorità: assicura l'osservanza dei principi e delle regole della concorrenza e della trasparenza nelle procedure di affidamento dei servizi; tutela e garantisce i diritti degli utenti e vigila sull'integrità delle reti e degli impianti; propone gli adeguamenti degli atti tipo, delle concessioni e delle convenzioni in base all'andamento del mercato, esigenze degli utenti o dalle finalità di tutela e salvaguardia dell'ambiente; formula al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio proposte di revisione della disciplina vigente, segnalandone i casi di grave inosservanza e di non corretta applicazione; definisce, d'intesa con le Regioni, i programmi di attività e le iniziative da porre in essere a garanzia degli interessi degli utenti; L'Autorità, in base all’art. 161 del D.Lgs. 152/2006, per lo svolgimento dei propri compiti, si avvale di un Osservatorio che svolge funzioni di raccolta, elaborazione e restituzione di dati statistici e conoscitivi (dati dimensionali, tecnici e finanziari di esercizio dei gestori, tariffe, piani di investimento preventivati e realizzati, condizioni convenzionali, livelli di qualità dei servizi, etc)

10 La Regione ha un ruolo di indirizzo politico e di programmazione
La delimitazione ed eventuale successiva modifica degli ambiti territoriali ottimali (art. 147, c. 1 ) La definizione di norme e misure volte a razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi (art. 146, c. 1) La definizione di norme integrative per il controllo degli scarichi (art. 147, c. 3) La definizione di modalità di cooperazione tra gli enti pubblici locali (art. 148, c. 2) La definizione della convenzione-tipo (art.151, c. 2) regolando l’assegnazione del servizio, le forme di vigilanza e controllo, i livelli di efficienza, le penali e criteri per la definizione del piano economico-finanziario

11 L’Autorità di Ambito ha un ruolo sia organizzativo sia di vigilanza
La ricognizione delle opere esistenti (art.149, c. 2) La predisposizione del piano degli interventi e del modello gestionale (art.149, c. 3 e 5) La scelta della forma di gestione e gestione delle procedure di affidamento - cfr Legge 166/09 - (art.150, c. 1 e 2) L’esercizio di un controllo continuo sul soggetto gestore, con possibilità di applicare penali e sanzioni in caso di inadempimento (art.152)

12 L’attuazione della riforma
REGIONE AUTORITÀ GESTORE definizione degli ambiti territoriali ottimali e struttura della cooperazione ricognizione delle opere obiettivi di servizio e interventi norme e misure volte a razionalizzare i consumi e gestione degli scarichi definizione del modello gestionale gestione del processo di affidamento del servizio partecipa alle modalità di affidamento “contrattazione” della tariffa affidamento della gestione

13 L’attuazione della riforma
Fonte: Report CoViRI elaborazioni AREA

14 Sommario della presentazione
Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici Il Piano di Ambito La tariffa reale media Il controllo e la revisione tariffaria

15 Il Piano di Ambito L’art. 149 D.Lgs. 152/2006 prevede che:
“L'Autorità d'ambito provvede alla predisposizione e/o aggiornamento del piano d'ambito. Il piano d'ambito e' costituito dai seguenti atti: a) ricognizione delle infrastrutture; b) programma degli interventi; c) modello gestionale ed organizzativo; d) piano economico finanziario. “

16 I contenuti del Piano L’Autorità di Ambito effettua la ricognizione dello stato attuale (opere e servizi) e stabilisce gli obiettivi di servizio da raggiungere sul territorio Il piano degli investimenti descrive gli interventi infrastrutturali necessari al raggiungimento di tali obiettivi Il modello gestionale definisce le risorse (in termini di personale, materie prime, fabbisogno energetico, strutture amministrative, ecc.) necessari per attuare il piano degli investimenti e per erogare il servizio rispettando gli standard definiti Il piano economico finanziario, determina lo sviluppo temporale della tariffa (ricavi del gestore), dei costi del gestore e dei conseguenti risultati economici e patrimoniali

17 Gli obiettivi del Piano
Il Piano di Ambito rappresenta: lo strumento fondamentale di pianificazione (gestionale ed economica) del servizio idrico integrato la base informativa per regolare i rapporti con il gestore: superamento delle asimmetrie informative determinazione dello sviluppo tariffario individuazione degli indicatori per l'effettuazione del controllo e delle revisioni tariffarie

18 Le caratteristiche fondamentali del Piano
Il Piano deve presentare le seguenti caratteristiche di fondo: organicità e completezza dei dati e delle stime trasparenza sulla qualità dei dati e delle informazioni contenute individuazione e quantificazione degli obiettivi di servizio articolazione degli interventi per progetti collegamento tra obiettivi/progetti/livelli tariffari

19 La struttura del Piano Secondo lo schema generalmente accettato, il Piano dovrebbe avere la seguente struttura - Inquadramento generale - Analisi status quo del servizio idrico e delle strutture disponibili - Livelli di servizio ed evoluzione della domanda - Strategia d'intervento - Piano degli interventi - Modello Gestionale - Piano economico finanziario Allegati tecnici

20 Inquadramento generale
La sezione contiene informazioni su: il quadro geografico e idrografico le risorse disponibili e la loro vulnerabilità l'approccio metodologico seguito nella predisposizione del Piano Popolazione e territorio Struttura economica Servizio acquedotto, fognatura e depurazione

21 Analisi dell'offerta esistente
La sezione fornisce indicazioni circa: la capacità produttiva delle strutture esistenti (bilancio idrico, copertura fognatura e depurazione) la capacità e i livelli di servizio all’utenza il giudizio sul grado di conservazione e utilizzabilità delle opere e degli impianti (stato di consistenza e valutazione) il quadro organizzativo esistente

22 Evoluzione della domanda
La sezione fornisce le previsioni in merito a: il fabbisogno futuro di servizi idrici sviluppo della popolazione sviluppo del consumo specifico previsione delle punte necessità di riserve determinazione della portata necessaria previsione del volume erogato i livelli obiettivo dei servizi all’utenza in base alla normativa in base alle scelte dell’Ambito

23 Strategie d’intervento
Si indicano le strategie d’intervento nell’Ambito sulla base di: confronto tra domanda e offerta di servizi idrici identificazione delle aree critiche definizione degli obiettivi, quali: ricorso a nuove risorse idriche ricerca delle perdite possibilità di interconnessioni estensioni del servizio diverse necessità di depurazione (aree sensibili) collegamento tra aree critiche/obiettivi/interventi

24 Piano degli interventi
Gli interventi sono articolati per progetti e distinti in: nuove opere interventi di raggiungimento e mantenimento standard (manutenzioni straordinarie) Ciascun intervento è sintetizzato in una scheda riepilogativa di: natura e importo dell’opera area critica di riferimento obiettivi da raggiungere durata dell’intervento impatto gestionale dell’opera

25 Piano finanziario degli interventi
Il piano finanziario degli interventi definisce: la distribuzione temporale degli investimenti gli ammortamenti e il capitale investito anno per anno i costi operativi delle nuove opere le risorse finanziarie disponibili

26 Contenuto del modello gestionale
Il modello gestionale definisce : le caratteristiche della struttura generale del gestore il numero e le caratteristiche dei diversi poli di gestione dedicati alle seguenti attività: l’esercizio la manutenzione il pronto intervento il contatto con l’utenza la gestione degli appalti i diversi nuclei territoriali dedicati a specifiche attività operative il livello dei costi operativi del primo anno e le loro variazioni l'attuazione dei miglioramenti d’efficienza

27 Il modello gestionale deve essere concepito in modo dinamico
Il modello gestionale deve tracciare un percorso che, partendo dall’assetto organizzativo attuale, permetta il raggiungimento dell’assetto ottimale identificato in funzione degli obiettivi del servizio, delle risorse disponibili, dell’articolazione territoriale Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la predisposizione di un piano industriale dettagliato

28 Contenuto del modello gestionale: il funzionigramma tipo
Fonte: elaborazioni AREA

29 Piano economico finanziario
Il piano finanziario deve essere “…articolato nello stato patrimoniale, nel conto economico e nel rendiconto finanziario, prevede, con cadenza annuale, l'andamento dei costi di gestione e di investimento al netto di eventuali finanziamenti pubblici a fondo perduto….dovrà garantire il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario e, in ogni caso, il rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità della gestione….” Lo sviluppo tariffario risulta determinato in base a: la tariffa media ponderata delle gestioni preesistenti lo sviluppo dei costi operativi collegati al modello gestionale e al piano degli investimenti lo sviluppo degli ammortamenti collegato al piano degli investimenti la remunerazione del capitale investito Lo sviluppo tariffario deve essere sottoposto alle verifiche imposte dal Metodo Normalizzato definito dal D.M. 1 agosto 1996

30 Sommario della presentazione
Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici Il Piano di Ambito La tariffa reale media Il controllo e la revisione tariffaria

31 Il metodo tariffario è basato sul principio del price cap
Il D.M. 1 agosto 1996 prevede che: L’aumento delle tariffe viene commisurato al tasso di inflazione e a un parametro “k” Il “k” tiene conto dei recuperi di efficienza e degli obiettivi di servizio. In termini formali:

32 La tariffa media ponderata (TMP) rappresenta il punto di partenza
Il primo incremento tariffario si applica a partire dalla TMP La TMP è definita come i ricavi complessivi del servizio di acquedotto, fognatura e depurazione, rapportati al volume di acqua fatturata Il valore del “k” massimo per il primo anno dipende dall’importo della TMP: Se TMP ≤ lire/mc ⇒ k=25% Se TMP ≥ lire/mc ⇒ k=7,5% Se ≤ TMP ≥ lire/mc ⇒ interpolazione La TMP comprende, tra le altre voci e ove non già ricompresi, i ratei dei mutui in essere

33 La tariffa si articola in tre componenti
La tariffa dell’anno t-esimo si può suddividere in tre componenti: i costi operativi (C) gli ammortamenti (A) la remunerazione del capitale investito (R) Gli incrementi (“k”) sono dovuti agli incrementi registrati in queste tre componenti; il k massimo è definito come: Se Tn-1 ≤ lire/mc ⇒ k=10% Se Tn-1 ≥ lire/mc ⇒ k=5% Se ≤ Tn-1 ≥ lire/mc ⇒ interpolazione

34 I costi operativi secondo il Metodo
Secondo il Metodo normalizzato, le seguenti voci di bilancio vanno conteggiate nei costi operativi: B6 Costi per materie di consumo e merci B7 Costi per servizi B8 Costi per godimento di beni terzi B9 Costo del personale B11 Variazioni delle rimanenze B12 Accantonamenti per rischi B13 Altri accantonamenti B14 Oneri diversi di gestione (esclusi oneri di natura finanziaria, straordinaria o fiscale)

35 Un esempio di struttura dei costi operativi
Fonte: elaborazioni AREA

36 L’incidenza tariffaria dei costi operativi
Fonte: Blue Book 2008

37 I costi operativi del primo anno di applicazione del metodo
I costi operativi (COP) dipendono dal modello gestionale e dai miglioramenti di efficienza Nel primo anno, i costi operativi non possono superare i costi di riferimento aumentati del 30%. In formule: Il metodo tariffario definisce le formule per il calcolo di COAP, COFO e COTR

38 I costi operativi dell’acqua potabile: COAP
I costi operativi di riferimento per l’acquedotto, in milioni di lire, sono dati da: dove: VE = volume erogato (migliaia di mc/anno) L = lunghezza rete (km) Utdm = utenti domestici con contatore del diametro minimo UtT = Utenti totali EE = Spese energia elettrica (milioni di lire/anno) AA = Costo acqua acquistata da terzi (milioni di lire/anno) IT = Indicatore di difficoltà dei trattamenti di potabilizzazione Vi = Volume trattato dall’impianto i-esimo ed erogato all’utenza Cui = Coefficiente di costo unitario per l’impianto i-esimo N = numero impianti gestiti Vnt = Volume non sottoposto a trattamento ed erogato

39 I costi operativi di fognature: COFO
I costi operativi di riferimento per le fognature, in milioni di lire, sono dati da: Lf = lunghezza rete fognaria (km) Ab = Abitanti serviti EE = Spese energia elettrica (milioni di lire/anno)

40 I costi operativi del trattamento di depurazione: COTR
I costi operativi di riferimento di depurazione dipendono dalla dimensione dell’impianto e dalla tipologia di trattamento Ct = carico inquinante trattato (kg/giorno di COD) n = numero impianti α= coefficiente funzione della classe impianto β = esponente funzione della classe impianto A = coefficiente per la difficoltà dei trattamenti –linea Acqua F = coefficiente per la difficoltà dei trattamenti –linea Fanghi

41 I costi operativi degli anni successivi al primo
Per gli anni successivi al primo, vale dove: a rappresenta gli aumenti di costo legati agli incrementi degli standard qualitativi e quantitativi del servizio previsti nel piano b rappresenta i miglioramenti d’efficienza imposti dall’art. 6 del Metodo Per quantificare i miglioramenti dell’efficienza occorre calcolare ogni anno i costi di riferimento: Se COPt ≥ COPr*(1+20%) ⇒ b=2%*COP t-1 Se COPr ≤ COPt ≤ COPr*(1+20%) ⇒ b=1%*COP t-1 Se COPt ≤ COPr ⇒ b=0,5%*COP t-1

42 Gli ammortamenti dipendono dai beni esistenti e dagli investimenti
Gli ammortamenti dipendono dagli investimenti previsti per ciascun anno e dalle aliquote fiscali Occorre che il piano degli investimenti sia articolato per categorie di ammortamento Occorre cioè indicare l’ammontare di spesa per ciascuna categoria di ammortamento

43 Un esempio di aliquote di ammortamento
 Intervento Aliquota Costruzioni e manutenzioni straord. opere idrauliche fisse 2,5 % Costruzioni e manutenzioni straord. serbatoi 2,6 % Costruzioni e manutenzioni straord. condutture 5, 0% Costruzioni e manutenzioni straord. impianti di depurazione (opere ed imp.) 5,8 % Costruzioni e manutenzioni straord. impianti di potabilizzazione (opere ed imp.) 6,4 % Costruzioni e manutenzioni straord. impianti di sollevamento (opere ed imp.) 9,2 % Attrezzatura. varia e minuta - appar. misura e contr. laboratori 10,0 % Studi, sondaggi, ricerche, esperimenti capitalizzabili 20,0 % Fonte: elaborazioni AREA

44 La remunerazione del capitale investito
La misura della remunerazione sul capitale investito è data da: REDDITO OPERATIVO: Ricavi (da tariffa) meno costi della gestione caratteristica (COP, AMM), prima delle detrazioni degli oneri finanziari e fiscali CAPITALE INVESTITO: Immobilizzazioni materiali e immateriali al netto dei relativi fondi di ammortamento (da cui vanno esclusi i finanziamenti pubblici/privati a fondo perduto) REDDITO OPERATIVO CAPITALE INVESTITO

45 Il calcolo della remunerazione
Occorre innanzitutto definire il capitale investito “medio” (CIM) dell’anno t-esimo: CIM = ( CIt-1 + Cit ) / 2, dove CIt = It - At, It sono gli investimenti dell’anno t-esimo At sono gli ammortamenti effettuati nell’anno t La remunerazione del capitale investito (ROt) viene determinata moltiplicando il valore del CIM dell’anno t-esimo per il tasso di remunerazione (t massimo predefinito pari a 7%): REMt = CIMt*7%

46 Se il “k” supera il livello massimo occorre rivedere il piano di ambito
Nel caso che il k risulti superiore a quello massimo, occorre rivedere il piano di ambito Gli investimenti possono subire spostamenti temporali o modificazioni sul livello di spesa Il processo di aggiustamento termina quando tutti i k risultano inferiori al tetto massimo

47 La centralità degli investimenti
La quota della tariffa (AMM, REM) assorbita dagli investimenti cresce negli anni Il piano degli investimenti ha effetti, attraverso il modello gestionale, anche sui costi operativi del servizio Di fatto, gli investimenti da realizzare e la loro collocazione temporale rappresentano lo strumento principale per il controllo degli incrementi tariffari Il piano degli investimenti è alla base anche del sistema di controllo sull’operato del gestore e sui livelli di servizio raggiunti

48 L’applicazione del tasso dell’inflazione programmata
La formula della tariffa prevede un incremento legato, oltre che a miglioramenti nel servizio, anche al livello di inflazione programmata Tale tasso può essere applicato direttamente alla tariffa reale media dell’anno precedente

49 Lo sviluppo del piano tariffario tipo
Fonte: elaborazioni AREA

50 Le tariffe (anno 2008) in Italia
Fonte: Blue Book 2008

51 Sommario della presentazione
Il sistema di regolamentazione previsto dalla riforma dei servizi idrici Il Piano di Ambito La tariffa reale media Il controllo e la revisione tariffaria

52 Il contenuto della convenzione di gestione
L’art.8 del Metodo stabilisce che la convenzione di gestione contenga: la TRM e il suo sviluppo massimo nel tempo, con la relativa articolazione tariffaria il costo operativo iniziale e il relativo coefficiente di riduzione il piano degli investimenti connesso alla tariffa i criteri per la devoluzione gratuita o il riscatto, al termine della concessione, degli investimenti costruiti dal gestore le modalità per la revisione tariffaria, “per la verifica dei miglioramenti di efficienza, per la verifica della corrispondenza della tariffa media rispetto alla tariffa articolata, per la verifica del raggiungimento dei traguardi di livello di servizio ovvero dell’effettuazione degli investimenti”

53 Il sistema di regolazione prevede dei momenti di controllo e revisione
Il sistema di revisione e controllo ha tre obiettivi: controllare che gli obiettivi di servizio siano stati raggiunti, coerentemente con gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi di servizio controllare che il prezzo stabilito per il SII sia consono con gli investimenti necessari apportare le modifiche necessarie agli obiettivi e alla tariffa nell’eventualità di scostamenti rispetto al Piano di Ambito

54 La revisione tariffaria è prevista su base triennale
Il Metodo prevede una revisione triennale L’Autorità può intervenire in caso di forti scostamenti dal piano finanziario e gestionale: per mancato raggiungimento dei livelli di servizio (componenti ammortamenti e remunerazione della tariffa) per scostamenti tra incassi previsti dall’applicazione della TRM e incassi effettivi dall’applicazione dell’articolazione tariffaria in caso di non rispondenza dei costi operativi “alle variazioni strutturali della produzione e distribuzione e delle conseguenti variazioni di cui all’art. 6”

55 Grazie per l’ATTENZIONE
Giovanni Caucci Senior specialist, collabora con Area Group dal 2004, dopo aver svolto attività di ricerca presso la South Australia University. Ha realizzato ricerche e valutazioni economiche e finanziarie, analisi di fattibilità di progetti di investimento e analisi strategica di imprese. Ha seguito nel settore automotive progetti per il miglioramento della reattività della rete dealers. Nel settore agroalimentare ha svolto attività di consulenza direzionale con particolare riferimento gli aspetti economici e finanziari. Nell’ambito delle Partnership Pubblico-Privato ha seguito la predisposizione di piani economici e finanziari. Nei settori regolati si è occupato dell’ implementazione di sistemi di controllo di gestione aziendale e ha maturato una profonda conoscenza delle metodologie proprie dell’attività di due diligence. Nel settore rifiuti ha effettuato consulenza alla Revet SpA per implementazione del sistema di controllo di gestione aziendale e per la predisposizione di uno studio di fattibilità per un progetto di integrazione verticale nella filiera del vetro; attualmente ricopre l’incarico professionale per assistenza economico finanziaria alla Comunità di Ambito Toscana Sud. Nel settore idrico ha svolto all’attività di sviluppo di un database per la gestione delle scadenze nascenti dalla definizione degli affidamenti del S.I.I. ad HERA SpA e ha partecipato alla predisposizione dell'offerta di gara per la selezione del partner privato del soggetto gestore dell’ATO di Caltanisetta e dell’ATO di Ragusa. Attualmente, oltre all’assistenza all’ATO di Rimini e all’ATO di Parma per le attività di pianificazione, regolamentazione e controllo, segue vari progetti per la predisposizione del piano economico finanziario e del modello gestionale per diversi ATO nazionali, e partecipa alle attività di due diligence su operazioni strutturate di finanziamento relative ad avviamento e sviluppo dei Gestori Privati operanti nel campo del S.I.I., per conto di primari istituti di credito e fondi di investimento.


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