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PubblicatoFiore Colella Modificato 10 anni fa
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"Che l'alimento sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo alimento, ma gli alimenti possono diventare anche veleno" (Ippocrate)
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Per definire i disturbi legati all’ingestione del cibo sono stati e vengono tuttora usati molti termini. Il termine generico è quello di “reazione avversa al cibo”. Una classificazione proposta dalla European Academy of Allergology and Clinical Immunology introduce la distinzione tra reazioni tossiche e non tossiche. Le reazioni tossiche, o da avvelenamento, sono causate dalla presenza di tossine nell’alimento e dipendono esclusivamente dalla quantità di alimento tossico che viene ingerito; un tipico esempio di reazione tossica è l’avvelenamento dovuto all’ingestione di funghi. Le reazioni non tossiche, invece, dipendono dalla suscettibilità dell’individuo e si suddividono in allergie e intolleranze.
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Il rischio di essere intolleranti
... di cosa si tratta Il sistema immunitario ha un meccanismo per riconoscere gli agenti dannosi all’organismo detti antigeni (Ag) e di eliminarli tramite la produzione di anticorpi (anti - body). Quando il delicato equilibrio del sistema immunitario si altera, tra l’altro si possono verificare delle reazioni eccessive agli antigeni, hanno luogo le allergie o le intolleranze.
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Differenza tra allergia e intolleranza
Esse sono quindi entrambe espressione della reattività, dunque del funzionamento del sistema immunitario, ma: L’allergia è immediata (compare nel giro di minuti, raramente entro qualche ora) ed implica l’intervento delle Immonuglobuline E (igE) e dei mastocisti (molecole del sistema immunitario); poiché è scatenata da meccanismi immunologici, può manifestarsi anche senza sintomi intestinali. L’intolleranza è una reazione lenta, che insorge ore o giorni dopo l’assunzione della sostanza. la sintomatologia associata è piuttosto variabile: generalmente si riscontrano sintomi prettamente intestinali (dolori addominali, diarrea, vomito, perdita di sangue con le feci), raramente vengono colpiti altri organi.
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Le intolleranze sono le più insidiose, perché i sintomi sono difficili da individuare, in quanto numerosissimi e molto diversi. È quindi praticamente impossibile arrivare ad una diagnosi di intolleranza dalla loro analisi. Esse … Possono verificarsi anche diverso tempo dopo l’entrata in contatto con gli anticorpi. Si verificano solo quando viene superata una certa soglia. Per semplificare, una persona intollerante ai pomodori può avere la reazione solo se ne mangia più di uno, magari uno a pranzo ed una a cena. Possono verificarsi solo in presenza di una combinazione simultanea di allergeni, esempio pomodoro e cavoli Anche se gli anticorpi sono già intervenuti, l’intoll può tardare a manifestarsi
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Da dove derivano e come si manifestano
Esse derivano dall'impossibilità dell'organismo di digerire un dato alimento, a causa di difetti metabolici che possono essere causati dallo stile di vita (scarsa masticazione, errate combinazioni alimentari, ecc.), o da stati emotivi alterati (stress), oppure possono essere scatenate dall‘assunzione di Antibiotici. Le Intolleranze Alimentari si manifestano quasi sempre con una sintomatologia generale più o meno sfumata (stanchezza, cefalea, gonfiori addominali postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, ecc.) o con modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria, ecc.); spesso sono correlate a disordini del Peso Corporeo, sia in eccesso che in difetto. Esse sono riconducibili all'accumulo nel tempo delle sostanze responsabili di Ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la "dose soglia“. moderazione e varietà, per evitare il rischio di diventare intolleranti ai nostri sapori preferiti. Stress: effetto immunodepressivo
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Vi sono due spiegazioni interessanti.
I gemiti di dolore di chi legge i risultati dei test d’intolleranza sono di prammatica: la lista contiene sempre i cibi preferiti! Sadismo del destino?? Vi sono due spiegazioni interessanti. La prima riguarda la reazione al dolore. In genere l’organismo attiva contemporaneamente meccanismi antagonisti; ad esempio l’attivazione di un processo infiammatorio genera sempre l’emissione contemporanea di sostanze antinfiammatorie. Così reagisce alle sostanze che provocano intolleranza con il rilascio di notevoli quantità di endorfine, sostanze che generano piacere (le stesse prodotte anche durante il bacio). Mangiando alimenti che scatenano l’intolleranza, un primo momento la risposta endorfinergica ha la prevalenza, provocando una netta sensazione di piacere.
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L’altro meccanismo è più strettamente legato al sistema immunitario
L’altro meccanismo è più strettamente legato al sistema immunitario. Una parte del cibo assunta non viene digerita risultando quindi non assimilabile. Mentre la maggior parte di queste sostanze sono espulse, una fazione passa comunque nella corrente sanguigna, dove a pieno titolo vengono riconosciute come anticorpi. Quando si eccede nell’ingestione degli stessi alimenti, il sistema immunitario diventa sensibile alla frazione “indigerita” e si attiva una risposta d’intolleranza.
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Scoprire le intolleranze (e non sottovalutarle!)
Le intolleranze danno luogo a disturbi che creano situazioni di grande fastidio, anche se non sono patologie invalidanti. Ma attenzione: possono creare un terreno su cui si possono instaurare delle patologie anche molto gravi. Perciò è molto importante individuarle. Esistono fondamentalmente due modi di diagnosticarle: i test del sangue e la biorisonanza. I primi, anche se ci sono più usuali come concetto, hanno il grave limite di essere attendibili solo quando riconoscono una sostanza intollerante (test positivi). Per intenderci se risulta un’intolleranza alla caffeina il risultato è certo, ma ci possono essere altre intolleranze (ed in genere ci sono) in qualcuna delle sostanze date per buone. La biorisonanza, di cui fa parte la bioelettronica, indaga sulle piccole variazioni dei potenziali dell’organismo al contatto con le sostanze cui è intollerante.
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Diventare tolleranti Una volta scoperto a quali sostanze siamo intolleranti, bisogna evitare di entrarne in contatto per passare poi alla fase di superamento. Come al solito non esiste una ricetta o uno strumento comune per tutti: ogni individuo deve seguire un percorso diverso, adatto a sé. Le tecniche sono molte, in genere si basano sulla reintroduzione controllata, ma ci sono casi in cui è necessario usare una desensibilizzazione omeopatica o altre tecniche. Il trattamento va sempre accompagnato da drenaggio (eliminazione delle tossine), ripristino delle funzionalità intestinali e riequilibrio della funzionalità immunitaria. Anche se alcune forme non possono essere superate del tutto, con le terapie naturali un miglioramento sostanziale si ottiene sempre.
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Le intolleranze possono essere: - di tipo enzimatico (per es
Le intolleranze possono essere: - di tipo enzimatico (per es. intolleranza al latte, favismo), - di tipo farmacologico (per es. le reazioni alle amine vasoattive o agli additivi contenuti in alcuni alimenti). Il latte vaccino è stato considerato per lungo tempo una fonte di disturbi gastrici e di altri problemi tra cui l'orticaria (formazione di acne su diverse parti del corpo). Questi disturbi erano dovuti sia all'intolleranza al lattosio che a forme allergiche verso le proteine del latte. Intolleranza al lattosio e allergia alle proteine del latte possono manifestarsi anche nei neonati per i quali il latte è la prima fonte di proteine, nonché una fonte molto importante di nutrienti; essendo tale, il latte non può essere eliminato dalla loro alimentazione.
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Intolleranza al lattosio
L'intolleranza al lattosio è l'incapacità a digerire una quantità significativa di lattosio, il principale zucchero del latte. Questa incapacità è causata dalla mancanza della lattasi un enzima prodotto, normalmente, dalle cellule del piccolo intestino. La lattasi degrada lo zucchero del latte in composti più semplici che passano nel sangue. Una scarsa produzione di lattasi non implica necessariamente l’intolleranza al lattosio. Inoltre, ci sono anche persone con una deficienza all'enzima lattasi che, pur essendo intolleranti al lattosio, non manifestano i sintomi a tale intolleranza. La sintomatologia è dose-dipendente: maggiore è la quantità di lattosio ingerita, più evidenti sono i sintomi, che possono includere flatulenza, diarrea, gonfiore e dolori addominali.
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Normalmente, quando il lattosio raggiunge l’apparato digerente, viene scisso per idrolisi in galattosio e glucosio dall’enzima lattasi. Successivamente, il fegato trasforma il galattosio in glucosio il quale, entrando nel flusso sanguigno, innalza il livello di glucosio del sangue di una persona. Il test di tolleranza al lattosio viene eseguito su individui posti a digiuno. Prima del test l'individuo deve bere un liquido con del lattosio. Campioni di sangue vengono poi prelevati dopo un circa 2 ore al fine di misurare il livello di glucosio nel sangue (zuccheri nel sangue) che indica la capacità del corpo a digerire il lattosio. Se il livello di glucosio non aumenta il che conferma una diagnosi per l'intolleranza al lattosio.
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Contenuto di lattosio nel latte
Il latte degli animali contiene lattosio. Il latte di soia, che appare come un succo, non contiene lattosio. Tuttavia, esso contiene zuccheri che qualche volta possono causare sintomi simili all'intolleranza al lattosio. A meno che le persone non presentano un'allergia al latte vaccino, coloro che sono intolleranti al lattosio dovrebbero evitare di bere tutti i tipi di latte. L'uso di latte di capra non riduce i sintomi. Specie animali Lattosio (%) Elefante 7,4 Umani 6,5 Pecora 5,8 Mucca 4,8 Capra 4,2 Delfino 0,9
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Lattosio nascosto Anche se il latte ed i prodotti lattiero-caseari sono l'unica fonte naturale, il lattosio viene spesso aggiunto ai cibi preparati. Le persone con una tolleranza al lattosio molto bassa dovrebbero conoscere i prodotti alimentari che potrebbero contenere anche una piccola quantità di lattosio come: pane ed altri prodotti da forno Corn flakes per prima colazione Patate precotte, minestre, bevande per prima colazione margarina Carne Condimenti per insalate Caramelle ed altri snack Preparati frittelle, biscotti e dolci Carne tritata-integratori Alcuni tipi di pillole anticoncezionali Alcuni prodotti etichettati come ‘non caseari', come ad esempio la crema polvere per caffè, potrebbero anche contenere ingredienti derivati dal latte e quindi lattosio. I consumatori hanno preso l'abitudine di leggere attentamente le etichette e di controllare non solo la presenza di latte e lattosio tra gli ingredienti, ma anche il contenuto di siero, cagliata, prodotti secondari del latte, latte in polvere senza grassi. Se uno di questi ingredienti è presente sull'etichetta, significa che il prodotto contiene lattosio.
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ROSA GUGLIELMI IV D
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