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Le fonti del Diritto dell’Unione Europea
le fonti primarie, le fonti derivate e le fonti di diritto complementare
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Le fonti primarie i trattati istitutivi delle Comunità europee e dell’Unione europea: 1951 TRATTATO DI PARIGI 1957 TRATTATO DI ROMA
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Le fonti derivate Il diritto derivato comprende il diritto derivato unilaterale e il diritto convenzionale. Gli atti unilaterali possono essere classificati in due categorie: gli atti menzionati nell’art. 249 del trattato che istituisce la Comunità europea, ossia il regolamento, la direttiva, la decisione, i pareri e le raccomandazioni. Gli atti non menzionati all’art. 249 del trattato che istituisce la Comunità europea, ossia i cosiddetti atti atipici, come le comunicazioni, i libri bianchi e i libri verdi.
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Le fonti derivate Il regolamento ha portata generale. Esso è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. La direttiva vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi. La decisione è obbligatoria in tutti i suoi elementi per i destinatari da essa designati. Le raccomandazioni e i pareri non sono vincolanti.
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Le fonti complementari
sono composte da atti normativi non previsti dai trattati. Si tratta della giurisprudenza della Corte di giustizia, da un lato, e del diritto internazionale e dei principi generali del diritto, dall’altro.
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Il diritto primario: I Trattati
Esso prevale su qualsiasi altra fonte del diritto comunitario e spetta alla Corte di giustizia far rispettare questa supremazia attraverso varie forme di ricorso, come il ricorso per annullamento (art. 230 del trattato che istituisce la Comunità europea TCE), nonché la richiesta di pronuncia in via pregiudiziale (art. 234 TCE)
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Il diritto primario: I Trattati
Questi trattati enunciano le regole sia formali che sostanziali Le regole formali stabiliscono segnatamente la ripartizione delle competenze fra l’Unione e i suoi Stati membri, nonché i poteri delle istituzioni. Le regole sostanziali definiscono la sfera d’applicazione delle politiche e strutturano l’intervento delle istituzioni in ognuna di esse.
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Il diritto primario: gli accordi di associazione
L'articolo 310 del Trattato CE prevede che 'la Comunità può concludere con uno o più Stati o organizzazioni internazionali accordi che istituiscano un'associazione caratterizzata da diritti ed obblighi reciproci, da azioni in comune e da procedure particolari'. Si possono distinguere tre tipi di accordi di associazione: Accordi per il mantenimento delle relazioni particolari di alcuni Stati membri della Comunità europea con paesi terzi L'istituto dell'associazione è stato creato per tenere conto, in particolare, dei paesi e dei territori d'oltremare che intrattenevano relazioni economiche particolarmente strette con taluni paesi fondatori della CE. Si era resa necessaria l'introduzione di norme specifiche, dopo l'instaurazione di un regime doganale esterno comune nella Comunità, che aveva perturbato considerevolmente gli scambi commerciali con tali territori. Tali norme erano intese ad estendere ai paesi e territori d'oltremare il sistema comunitario del libero scambio. Accordi per la preparazione di un'eventuale adesione alla Comunità e per la creazione di un'unione doganale Un'altra funzione dell'associazione è quella di preparare l'eventuale adesione di un paese all'Unione europea. Si tratta praticamente di uno stadio preliminare di adesione, inteso a consentire il riavvicinamento delle condizioni economiche del candidato all'adesione a quelle dell'Unione europea. Un esempio di accordo di associazione, in vista di una futura adesione, è quello concluso nel 1964 con la Turchia. L'accordo sullo Spazio economico europeo L'accordo sullo Spazio economico europeo è entrato in vigore il 1° gennaio A seguito dell'allargamento avvenuto il 1° maggio 2004, esso riguarda i 25 paesi dell'Unione e i paesi dell'EFTA (Associazione europea di libero scambio): Islanda, Norvegia, Lichtenstein. La Svizzera, anch'essa membro dell'EFTA, non fa parte di questo accordo. L'accordo prevede una serie di regole comuni per quanto riguarda le relazioni commerciali ed economiche..
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Il diritto primario: gli accordi di cooperazione e commerciali
Gli accordi di cooperazione non hanno la stessa portata degli accordi di associazione, in quanto essi mirano unicamente ad un potenziamento della cooperazione economica. Accordi di questo genere sono stati conclusi dalla Comunità con gli Stati del Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia), gli Stati del Mashrak (Egitto, Giordania, Libano, Siria) e Israele (articolo 300 del Trattato CE). Numerosi accordi commerciali sono stati conclusi in materia di politica doganale e commerciale con singoli paesi terzi, gruppi di paesi terzi o nel quadro di organizzazioni commerciali internazionali. Gli accordi commerciali internazionali più importanti sono l'Accordo che istituisce l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e gli accordi commerciali multilaterali conclusi nel quadro di quest'ultimo, in particolare l'Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT 1994), l'Accordo generale sugli scambi di servizi (GATS), e l'Accordo relativo ai diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS).
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Il diritto derivato Il diritto derivato può essere definito come l’insieme degli atti normativi adottati dalle istituzioni europee in applicazione delle disposizioni dei trattati. Fanno parte del diritto derivato gli atti giuridici vincolanti (regolamenti, direttive e decisioni) e non vincolanti (risoluzioni e pareri) previsti dal trattato CE, ma anche tutta una serie di altri atti, come ad esempio i regolamenti interni delle istituzioni e i programmi d’azione comunitari.
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Regolamenti, direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri
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Azione comune (politica estera e di sicurezza comune)
L’azione comune è uno strumento giuridico previsto dal titolo V del trattato sull’Unione europea. Si tratta pertanto di uno strumento di tipo intergovernativo. Adottata dal Consiglio dell’Unione europea all’unanimità o, in alcuni casi, a maggioranza qualificata, l’azione è vincolante per gli Stati membri, i quali a meno di difficoltà rilevanti, sono tenuti a raggiungere gli obiettivi fissati
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Libri bianchi e libri verdi
: i Libri bianchi contengono un insieme di proposte di azione comunitaria in un settore specifico. Essi costituiscono a volte un prolungamento dei libri verdi, il cui scopo è quello di avviare un processo di consultazione a livello europeo. Quando un libro bianco è accolto favorevolmente dal Consiglio, né può eventualmente scaturire un programma d’azione dell’Unione nel settore interessato; i Libri verdi sono diretti a stimolare una riflessione e avviare una consultazione a livello europeo su un argomento particolare. Le consultazioni avviate da un libro verde possono condurre alla pubblicazione di un libro bianco, che proporrà un insieme di misure concrete di azione comunitaria.
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