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“Il caffè nell’arte” Realizzato da Francesca Orsini
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IL CAFFE' NELL'ARTE L'apparizione del caffè nell'arte coincide con la sua diffusione nelle principali capitali europee, a partire dal secolo XVII. A Londra, Amsterdam, Parigi, il caffè si diffonde rapidamente: questa bevanda esotica e calda, alla quale vengono attribuite virtù afrodisiache e terapeutiche, conquista ben presto le corti e le classi più elevate della società.
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Il caffè nell’arte del 600 Il caffè si diffonde rapidamente a Londra, Amsterdam, Parigi: questa bevanda esotica e calda, alla quale vengono attribuite virtù afrodisiache e terapeutiche, conquista ben presto le corti e le classi più elevate della società.
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Francisco de Zurbaran (Fuente de Cantos, 7 novembre 1598 – Madrid, 27 agosto1664 ) - è stato un pittore spagnolo, tra i maggiori del secolo. Forse la più antica raffigurazione di una tazzina ricolma della calda bevanda è la straordinaria natura morta di Francisco de Zurbaran. Allineati in rigoroso ordine, secondo uno schema compositivo tanto semplice quanto studiato, i singoli oggetti emergono dal fondo scuro, delineati con precisione fotografica dalla luce che ne esalta le forme ed i volumi, immobilizzandoli nello spazio. Piatto di cedri, cesto di arance e tazza con rosa Francisco de Zurbaran (1633, Los Angeles, Norton Simon Foundation)
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Il caffè nell’arte del 700 Con il passare del tempo, bere caffè, diviene simbolo di eleganza e raffinatezza…..
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Giovan Battista Benigni
C Nel settecentesco ritratto de La famiglia Martelli di Giovan Battista Benigni (Firenze, Palazzo Martelli), l'intera famiglia è rappresentata nel salone di rappresentanza, circondata dagli oggetti che ne testimoniano la ricchezza e la classe sociale durante il rito quotidiano del caffè, con tanto di cameriere con il vassoio carico di tazzine. ritratto de "La famiglia Martelli "di Giovan Battista Benigni (Firenze, Palazzo Martelli).
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Il caffè nell’arte dell’ 800
A partire dall'Ottocento il caffè, da gustoso privilegio destinato a pochi fortunati estimatori, diviene invece sempre più una bevanda di uso comune ed inizia quindi a comparire con maggiore frequenza anche nei dipinti.
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Analizzeremo come viene rappresentato il caffè nei diversi movimenti dell’800:
impressionisti Manet Renoir (impressionisti italiani) Macchiaioli Silvestro Lega Federico Zandomeneghi Tendenze post-impressioniste Cezanne Henri Matisse Vincent Van Gogh Paul Signac (puntinismo o divisionismo o neo-impressionismo) Giovanni Boldini (Bella Epoque)
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Ideali artistici dell’arte dell’800
-nasce nel 1874 in Francia quando un gruppo di artisti organizzano una mostra alternativa a quella delle mostre ufficiali dei Salons, che avevano già rifiutato molte loro opere -movimento privo di di una base culturale omogenea perché gli artisti provenivano da esperienze artistiche e sociali diverse -Abolizione della prospettiva e del disegno netto e meticoloso -pennellate veloci e imprecise per rappresentare l’attimo fuggente -pittura en plein air (all’aria aperta) -influenza dell’invenzione dellafotografia nello studio del taglio dell’inquadratura -il movimento nasce a Firenze nel Caffè Michelangelo nel periodo verista -Diego Martelli è il primo a teorizzare “la macchia in opposizione della forma” -i macchiaioli volevano ribellarsi all’accademismo (rappresentazione storica mitica), per rivolgersi di nuovo alla rappresentazione del vero -importanza della luce, abbandono della linea di contorno e del disegno , pittura a macchie Non vogliono creare l’atmosfera di un attimo fuggente,ma la realtà in modo globale e concreto (rappresentazione del quotidiano) -Tra i movimenti più importanti troviamo il divisionismo che consiste nell’accostamento di colori puri, ma divisi -deriva dalle teorie di Chevreul sul contrasto simultaneo e sul principio della ricomposizione retinica, secondo cui i colori accostati sulla tela sarebbero stati ricomposti e fusi dalla retina dell’occhio degli osservatori -tecnica a puntini per garantire la massima luminosità Impressionismo: Macchiaioli: Neo-Impressionismo:
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Manet: tela nitida, particolareggiata, naturale …
…Manet 11 anni dopo Manet: tela nitida, particolareggiata, naturale … “Coppia al Pere Lathuille", Manet, (1879, Tournai, Musee des Beaux-Arts) "Colazione nello studio” 1868 , Eduard Manet (Monaco, Neue Staatsgalerie) Al contrario della precedente, questo dipinto rispecchia in pieno lo stile impressionista. Semplicemente un altro modo di vedere la realtà, ma ugualmente naturale e bellissimo. Anche qui giungiamo alla fine di un pasto ma l’atmosfera è assolutamente differente. C’è una certa intimità fra i due protagonisti che non temono di guardarsi dritto negli occhi come nel più classico dei giochi amorosi. In secondo piano un cameriere staziona esitando, con una grande caffettiera in mano. Dovrebbe servire il caffè ma teme di interrompere un momento di romantica intimità e resta in attesa di un cenno dalla coppia. I piccoli tocchi di pennello sfumano dalle fronde degli alberi e raggiungono il selciato fino a suggerire un vento lieve, primaverile, esaltando la lucentezza delle foglie che smosse, regalano allo spettatore un riverbero davvero suggestivo. Manet racconta il momento del caffè alla fine di un pranzo a base di ostriche e limoni. Il giovane appoggiato al tavolo , e la natura morta alle sue spalle, sono trattati dall'artista con lo stesso impegno: ed è proprio su questo angolo di tavola ancora apparecchiata che, fra bucce di limone, gusci di ostriche e bicchieri di vino, spunta una elegante tazzina da caffè in porcellana bianca, profilata d'oro, mentre sullo sfondo una domestica si avvicina recando fra le mani una caffettiera bollente. Il colore è dato a macchie, più nitido negli oggetti in primo piano e via via più sfumato nel fondo. Da notate i particolari: la tovaglia di fiandra, il cui realismo va oltre la trama del tessuto visibile nei piccoli scacchi o ancora la lucentezza della caffettiera resa da pennellate veloci a voler sottolineare il senso di profondità della stanza. Piccole delizie che rendono chi guarda partecipe dell’attesa per la degustazione di un buon caffè.
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Manet e Renoir Impressionisti: -Edouard Manet (1832-1883)
-Pierre-Auguste Renoir ( ) “Alla fine della colazione” Renoir (1879,Francoforte, Stadesches Kunstinstitut). Elegante e raffinato è invece il caffè raccontato da Pierre Auguste Renoir, uno dei massimi esponenti dell'impressionismo francese. Il clima rilassato ed ottimistico della vita quotidiana, di cui Renoir sarà brillante interprete, è reso con libertà e fluidità di tocco: gli effetti di luce sono sottolineati da macchie di colore chiaro, mentre l'aver tagliato le figure ai bordi della cornice suggerisce la continuità dell'azione e consente all'artista di dare all'immagine la spontaneità di un'istantanea. Sulla candida tovaglia, fra bottiglie e bicchieri di cristallo, le tazzine in porcellana finemente decorata ci rammentano che il pranzo è da poco terminato; le due dame, elegantemente abbigliate secondo la moda dell'epoca, sorridono compiaciute mentre il loro cavaliere, la scatola di cerini gettata con nonchalance sulla tavola apparecchiata, si accende una sigaretta, per alcuni immancabile complemento ad una buona tazza di caffè. “Un caffé in place du Théatre Francais“ di E. Manet ,1881 L'avventrice abbandona il suo sguardo sulla sala semivuota e si ritaglia uno spazio di osservazione privilegiato, attendendo un presumibile incontro.
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Silvestro Lega Silvestro Lega (1826 –1895) fu un pittore italiano.
È considerato, insieme a Giovanni Fattorie a Telemaco Signorini, fra i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli. Silvestro Lega E' un sereno dopo pranzo anche quello raccontato, sempre nel 1868, dal macchiaiolo Silvestro Lega. Nessuna tavola imbandita a testimoniare l’avvenuto pranzo, ma solamente la luminosa e calda luce del primo pomeriggio che filtra fra le foglie di un pergolato, sotto al quale attendono tre giovani donne ed una bambina. Su una panchina sono poggiate tazzine e zuccheriera, mentre la giovane cameriera si avvicina con calma portando un vassoio con la piccola caffettiera di peltro. La visione nitida e la composizione semplificata, con il quieto brano di campagna sullo sfondo, ci immergono in un'atmosfera di tranquilla intimità familiare, di cui non può non fare parte anche il piacevole rito quotidiano all'ombra di piante e fiori. È una rappresentazione che coglie una realtà molto comune. Il realismo di Lega è dimostrato dalla capacità di rappresentare con una fedeltà anche i particolari più banali della scena utilizzando sempre la tecnica della macchia e un colore chiaro e brillante. La rappresentazione di un momento di vita quotidiana semplice serve a Lega per cogliere quell’attimo fuggente di piaceri semplici della vita piccolo borghese, vissuta in città, piccole o grandi, che conservano ancora un rapporto felice con lo spazio della campagna. L’Ottocento italiano è tutto in questo quadro: la sua vita, i suoi tempi, le sue sensazioni, la sua luce. “ Un dopo pranzo” (Il pergolato) 1868 Silvestro Lega (Milano, Pinacoteca di Brera).
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Federico Zandomeneghi
Federico Zandomeneghi ( ) è stato un pittore impresionista italiano. Federico Zandomeneghi Più mondana, invece, l'interpretazione che del caffè, dà Federico Zandomeneghi nel L'artista si ispira alle composizioni di Degas, dal quale riprende il taglio fotografico della scena ed il primo piano ravvicinato. La giovane fanciulla,il volto maliziosamente nascosto dietro una veletta e l'abito nero ravvivato da un mazzolino di violette, siede in compagnia di qualcuno di cui si intravede solamente una mano: davanti a lei, sul piccolo tavolino tondo con il ripiano in marmo, unicamente una tazzina fumante ricolma di caffè bollente che attende di essere bevuta. “Al caffè” 1884 Federico Zandomeneghi (Mantova, Palazzo Tè, Museo Civico).
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Paul Cezanne Paul Cezanne (1839-1906)
Entrò in contatto con gli impressionisti da cui apprese la pittura en plein air e la ricerca della luminosità dei colori Dal 1879 già se ne distaccò perché non ne condivideva la visione effimera e fuggevole della realtà. Paul Cezanne Supera definitivamente le tematiche impressioniste Paul Cezanne che nella "Donna con caffettiera", eseguita fra il 1890 ed il 1895, mette a frutto le continue ricerche sulla forma che tanta importanza avranno poi per i cubisti. La figura femminile, le mani abbandonate in grembo, è seduta accanto ad un tavolino sul quale, sopra una tovaglia rossa che contrasta con l'abito ed il grembiule azzurri della donna, sono posati una caffettiera ed una tazza di caffè con il cucchiaino: i contorni sono marcati da ombre scure ed i volumi sottolineati dalla luce, che ne esalta la nitida geometria. Traspare dalla scena un forte senso di quotidianità, evidenziato dai particolari delle vesti e dell'acconciatura della donna, ma anche dalla semplice caffettiera in metallo e dalla tazza priva di decorazioni, ad esclusione di un sottile bordo celeste:un momento di pausa e ristoro fra le fatiche del menage di tutti i giorni, come spesso anche un semplice caffè riesce a dare. Donna con caffetteria, , Paul Cezanne Museo d'Orsay di Parigi Tela cm. 130 x 96
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Matisse è uno dei più noti artisti del ventesimo secolo, conosciuto principalmente per essere l'esponente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves. Henri Matisse Un' inquadratura molto sensuale per una tazzina di caffè è quella che ci regala questa tela di Matisse che appartiene ad una fase artistica molto meno “arrabbiata” di quella degli esordi. I colori sono più tenui e naturali, dopo gli scandali delle sue prime esposizioni dalle tinte esplosive e trasgressive e sembrano presagire una fase più riflessiva e contemplativa dell’artista. Henri Matisse "Lorette with Cup of Coffee" Art Institute Chicago
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Vincent Van Gogh Disegno preparatorio
Van Gogh si sentì sempre prigioniero come un uccellino in gabbia, incompreso, isolato; questo lo portò alla depressione e al suicidio. Disegno preparatorio Vincent Van Gogh "Natura morta con caffettiera"
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Diede vita, assieme a Georges Seurat, al Puntinismo e alla tecnica del Divisionismo. Paul Signac Paul Signac nasce a Parigi l'11 novembre del 1863 da una famiglia di commercianti. Quando questa si trasferisce nei pressi di Place Pigalle, nel cuore di Montmartre, popolata da artisti, modelle e mercanti d'arte, scopre la passione per la pittura. Comincia come impressionista. Amico di Seurat, elabora con lui la tecnica del pointillisme (puntinismo, divisionismo), caratteristica del Neo–Impressionismo. Comincia poi a dipingere in un modo che sarebbe divenuto caratteristico del suo stile: sostituendo cioè, ai puntini più o meno irregolari di Seurat e degli altri, dei tocchi di colore quadrati, simili alle tessere di un mosaico. In questo quadro è raffigurata una tranquilla colazione in famiglia: il rito di un buon caffè per iniziare bene la giornata! Paul Signac -"Le petit déjeuner" ( )
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Giovanni Boldini « Per quanto superficiale e pieno di lenocini divenisse il suo lavoro, Boldini fu sempre capace di trasmettere nello spettatore la gioia ispiratagli dalle assurdità che ritraeva. Anche il più insopportabile dei suoi ritratti rivela un immenso divertimento. » Il celeberrimo “Conversazione al Caffè” raffigura due elegantissime figure femminili sedute davanti al tavolinetto di un caffé parigino. La bionda ed esile signorina fasciata in un abito nero a balze pieghettate è la modella Berthe, amante storica del pittore. Seduta di fronte a lei appare la contessa Gabrielle de Rasty, che in quel periodo (siamo nel 1879) si accingeva a prenderne il posto, subentrando nella vita sentimentale del pittore, spianandogli la via del successo. Fu infatti la bella aristocratica ad introdurlo nella grande società parigina, organizzata in salotti esclusivi che facevano opinione e a determinare la sua affermazione come «ritrattista mondano». Con taglio fotografico e pennellata ad effetto, il compiaciuto sguardo che l’artista volge alle seducenti silhouette delle due giovani donne, ci restituisce tutta l’atmosfera elegante e disinvolta che anima la vita parigina della Belle époque. Giovanni Boldini Conversazione al caffè – 1879 ca. Olio su tavola – 28 x 41 cm. Collezione privata
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Il caffè nell’arte del 900 Nel Novecento il caffè assume nuove valenze e rappresentazioni ...
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Realismo:Ivana Kobilca
Surrealiamo: Joan Mirò Cubismo : Juan Gris Arte del 900 Altre tendenze… Realismo:Ivana Kobilca Futurismo: Giacomo Balla
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nome d'arte di José Victoriano Gonzalez (Madrid, 23 marzo 1887 – Boulogne-sur-Seine, 11 maggio 1927), è stato un pittore cubista spagnolo. Juan Gris eseguita con una tecnica mista che comprende matita, olio e collage su tela. Sul tavolino di legno si riconoscono, pur scomposti in diversi piani, in una sorta di vedute multiple, due tazzine bianche da caffè, accompagnate dal consueto corredo di cucchiaini, zuccheriera, bicchieri e, naturalmente, dal quotidiano del mattino da leggere tranquillamente durante la colazione. 1914 “Petit dejeuner” di Juan Gris, cubista spagnolo ( ), New York, Museum of Modern Art - Queens
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In questa tela del 1911 Juan Gris raffigura un libro, appoggiato su un angolo, la caffettiera e al tazza bianca, indiscutibile segno di una pausa caffè! Juan Gris – "Il libro" olio su tela (55 x 46 cm ) Centre Georges Pompidou, Paris
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Condotto a Treviso sin da bambino, pur mantenendo sempre legami forti con la terra feltrina, s’inserisce pienamente nell’ambiente artistico trevigiano e ne riassume, con propria autonomia ed originalità, alcune delle connotazioni stilistiche più interessanti. ( ) Pittore e Poeta Silvio Bottegal Silvio Bottegal, nato a Schio nel 1895, timido, tenace, sensibilissimo, amava la dolce campagna veneta, i canali, le case, ogni aspetto intimo e caro della sua terra. La sua pittura mostra che egli voleva bene a tutte le cose buone e modeste. In questo suo mondo di sommessa umiltà, riuniva talvolta poveri oggetti per illuminarli di una luce affettuosa. Silvio Bottegal “Natura morta con macinino” Olio su tela 57 x 51
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Joan Mirò Joan Miró i Ferrà (Barcellona, 20 aprile 1894 – Palma di Maiorca, 25 dicembre 1983) è stato un pittore, scultore e ceramista spagnolo, esponente del surrealismo. Joan Mirò, indiscusso genio del surrealismo, è nato alla fine dell'Ottocento e questa immagine di una tavola piena di tanti riferimenti alla quotidianità e alla vita della famiglia, ci ricorda un gesto antico, ancora in uso negli anni '50 ( il dipinto è infatti del 1954). Il macinino che fa bella mostra di sè, ci ricorda l'abitudine del tempi andati di macinare ogni volta il caffè per prepararlo. Un gesto che amplifica il rituale della bevanda, che ci fa riflettere su ritmi di vita diversi da quelli attuali. Joan Mirò - “ Le Moulin à Café”
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Ivana Kobilca Ivana Kobilka (1861 –1926) visse, lavorò e studiò nelle maggiori città europee di fine ottocento, tra queste Vienna, Sarajevo, Berlino, Parigi e Monaco di Baviera. Fu una delle maggiori interpreti del realismo in Slovenia In questo ritratto realista di grande piacevolezza, la più famosa pittrice Slovena, immortala una gentile, anziana Signora, nell’atto di assaporare il caffè. Il gesto studiato e curato nel reggere la tazza e il piattino, l’espressione di grande compiacimento, la cura nell’abbigliamento, denotano senza ombra di dubbio che, per la nostra attempata Signora il caffè era un piacevole rito. La sua passione per la nera bevanda era il tratto distintivo del suo modo di vivere, che la pittrice ha fatto giungere a noi grazie a questa “istantanea” di vita quotidiana. Ivana Koblica “La Bevitrice di caffè” – 1888
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« Nel groviglio delle tendenze avanguardiste, siano esse semifuturiste, o futuriste, domina il colore. Deve dominare il colore poiché privilegio tipico del genere italiano. » (Manifesto del colore, Giacomo Balla, 1918) Giacomo Balla ( ) Giacomo Balla, esponente del movimento futurista, degli anni '20, sceglie uno stile decisamente classico per raffigurare se stesso. Si dipinge in questo autoritratto denominato scherzosamente "autocaffè", con uno stile ritrattistico classicamente figurativo, che nulla ha a che vedere con sue precedenti opere. Un vero distinto gentiluomo, che in modo scherzosamente affettato, con tanto di mignolino alzato, sorbisce il suo amato caffè, servito in una elegante tazzina di porcellana bianca con bordo oro. Giacomo Balla (1871 –1958) "Autocaffè" 1928 – Galleria degli Uffizi
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Edward Hopper Edward Hopper (Nyack, 22 luglio 1882– New York, 15 maggio 1967) è stato un pittore statunitense famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea. E' invece la vita americana, efficacemente rappresentata attraverso paesaggi, luoghi e situazioni tipici di questo paese, quella raffigurata in una sorta di nuovo realismo da Edward Hopper nei suoi famosissimi dipinti. Nelle sue desolate visioni notturne, dall'atmosfera "sospesa" quasi fossero dei fotogrammi di film, il caffè è spesso presente: in “Automat” la fanciulla ha lo sguardo perso fissa la tazza di caffè fumante. K”Automat”, 1927 Edward Hopper Iowa, Des Moines Art Center
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Fernando Botero (Medellín, 19 aprile 1932) è un pittore e scultore colombiano.
Caratteristica della pittura di Botero è l'insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali. Il colore rimane tenue, generalmente steso in campiture piatte ed uniformi, senza contorni. Da notare l'assenza totale delle ombreggiature nei suoi dipinti, che sporcherebbero l'idea del colore che egli vuole trasmettere. Botero (1932) “Natura morta con caffettiera” 1985 “Natura morta con caffettiera blu” – 2002
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Fonti: http://caffetteriadellemore.forumcommunity.net/?t=39391532
(tutti i siti sono stati consultati il 9/05/2011) Libro: Cricco, G., Di Teodoro, P.G., Itinerario nell'arte. Volume B: Dal Seicento a oggi, Bologna,Zanichelli, 2003
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Grazie per l’attenzione!!!
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