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prof.ssa Elisabetta Bazzetta
«vi esporrò un’antica storia, che ho udito da un uomo non più giovane…» Platone, (dal Timeo) Il mito
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Cosa significa la parola mito
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Cosa significa la parola mito Deriva dal greco «mythos» e significa «racconto» E’ una forma di narrazione che cerca di spiegare l’origine del mondo e dei fenomeni naturali, attraverso contenuti FANTASTICI che erano considerati VERI dai popoli che li avevano prodotti.
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In origine il termine mythos (specialmente in Omero) significa soprattutto «parola», talvolta «progetto», «piano» ma anche «racconto». E’ evidente che ci sono molti significati del termine, anche se sono tutti riferiti al DIRE quindi al LOGOS. In conclusione è la parola formulata in qualsiasi circostanza, dal semplice discorso al disegno mentale, pronunciata da uomini o da dei.
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La funzione del mito Fin dalle età più antiche l’uomo si è chiesto il perché sull’origine del mondo, degli animali, della morte. Il racconto mitico ha svolto la funzione di CONOSCENZA della realtà.
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Il mito è stato tramandato
prof.ssa Elisabetta Bazzetta ORALMENTE SCRITTO Raccolti dai capi-tribù Dagli stregoni Solo in seguito trascritti dagli studiosi (antropologi e etnologi) Possono essere stati scritti da autori diversi, per cui talvolta possono avere finali non uguali. Ogni scrittore ha «personalizzato» il mito Il mito è stato tramandato
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Miti simili / popoli diversi
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Miti simili / popoli diversi Molti miti , appartenenti a popoli lontani tra loro si somigliano. (es. mito del diluvio) Queste somiglianze fanno pensare che ci siano alcuni temi ricorrenti in popoli diversi e lontani tra loro(africani, popoli dell’Amazzonia,euro-asiatici,ecc): temi costanti comuni a tutti: l’origine del mondo, il diluvio, l’idea della morte.
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Il Linguaggio del mito Siccome si raccontano fatti che sono più ascoltati che letti, la narrazione del mito risulta caratterizzata: Frasi brevi e semplici Presenza di ripetizioni ( per permettere a chi ascolta di imparare meglio) Presenza di similitudini (per rendere più semplici concetti astratti)
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I PERSONAGGI possono essere:
prof.ssa Elisabetta Bazzetta La struttura del mito La trama è semplice: situazione iniziale, svolgimento, conclusione. I PERSONAGGI possono essere: Creature mostruose, creature fantastiche Uomini comuni oppure uomini straordinari, dotati di poteri eccezionali IL TEMPO è indeterminato. I LUOGHI sono indeterminati,fantastici,immaginari.
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Il mito è fonte di informazioni
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Il mito è fonte di informazioni Leggendo un mito si possono ricavare molte informazioni sul popolo che lo ha prodotto: Tipo di civiltà Tipo di società (nomade, sedentaria, guerriera, ecc) Tipo di coltivazioni e animali Religione Usi e costumi Principi morali
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Tipi di mito Alternarsi delle stagioni motivo della morte matrimonio
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Tipi di mito Come è nata la terra, come è nata la luna,come sono nate le stelle Come sono nate le montagne, i fiumi Come è nato l’uomo Come sono nati gli animali Origine del mondo Alternarsi delle stagioni motivo della morte Origine dei fenomeni naturali matrimonio culto Origine di certi usi e costumi Descrizione della vita e delle imprese di dei e eroi
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I miti cosmogonici Dal greco «kòsmos» universo e «gonia» nascita
prof.ssa Elisabetta Bazzetta I miti cosmogonici Dal greco «kòsmos» universo e «gonia» nascita Questi racconti pur appartenendo a popoli diversi vissuti in epoche differenti e lontani tra loro presentano molte somiglianze. All’inizio c’è qualcosa di confuso il «CHAOS» disordine o spazio immenso che grazie ad un dio diventa ordine.
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COSMOGONIA GRECA Il principio era il Caos. Una forza ignota fece sì che cominciassero a separarsi tutti gli elementi del Caos e, da questi, si generarono Gea (la Terra), Eros (l'Amore), il Tartaro (l'Inferno), l'Erebo (la Tenebra) e la Notte. In un secondo tempo, l'Erebo generò l'Etere (il Giorno), mentre Gea diede vita a Urano (il Cielo) e a Ponto (il Mare). I genitori dei primi esseri soprannaturali dell'olimpo greco furono Urano e Gea che cominciarono ad avere figli con 50 teste e 100 mani ognuno e furono chiamati Ecatonchiri; i Ciclopi, i loro fratelli più giovani, erano giganti con un solo occhio in mezzo alla fronte. Il loro aspetto era così mostruoso che il padre, disgustato, li nascose nelle viscere della Terra. I Titani, ultimi figli, erano 12; di questi, alcuni formavano coppie: Oceano e Teti, Crono e Rea, Iperione e Tea, Giapeto, Mnemosine, Temi, Crio, Ceo e Febe. Gea chiese aiuto ai figli Titani affinché punissero la ferocia di Urano. Crono, l'ultimo dei Titani, il più indignato, acconsentì e, aggredendolo nel sonno, lo mutilò. Dal sangue di Urano nacquero i Giganti, le Erinni e le ninfe Meliadi; inoltre, da alcune sue membra, cadute in mare, nacque Afrodite, dea della bellezza e dell'amore. Crono sposò la sorella Rea e divorava la sua prole allo scopo di sfatare una predizione secondo la quale sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli. La moglie, dopo la nascita di Zeus, riuscì ad ingannarlo dandogli da mangiare una pietra avvolta in fasce. Zeus fu allevato da un pastore di Creta, e da adulto affrontò il padre e lo costrinse a restituire i figli ingoiati, liberò dal Tartaro i Ciclopi e gli Ecatonchiri. Crono, con l'aiuto dei Titani cercò di abbattere Zeus che riuscì, dopo dieci anni di guerra e con l'aiuto dei fratelli che si schierarono a suo favore, a sbaragliare il padre conquistando il primo posto dell'olimpo greco.
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I miti del diluvio In molti popoli è presente il riferimento ad un diluvio che provocò morte e distruzione. Il diluvio viene interpretato come la punizione divina verso un popolo diventato malvagio.
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Il diluvio secondo i greci
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Il diluvio secondo i greci Deucalione e Pirra Si racconta che un giorno Zeus ne ebbe abbastanza della malvagità e dell’empietà degli uomini. Così decise di sterminarli con il diluvio. Prometeo riuscì a ottenere che il figlio Deucalione e la nuora Pirra, umani di miglior fattura di quelli destinati a scomparire per il loro carattere perverso ed empio, fossero risparmiati. Su consiglio di Prometeo, Deucalione costruì una nave, che rimase nove giorni e nove notti in balia dei flutti. Alla fine l'arca li depose sulle montagne della Tessaglia (Grecia del Nord, poco lontano dall'Olimpo). Quando uscirono dall'arca, erano soli sulla terra, gli unici scampati al disastro. Tramite Ermes, il suo messaggero, Zeus espresse la volontà di adempiere ai loro desideri più cari. Deucalione dichiarò di desiderare dei compagni per rompere la solitudine. Zeus disse allora a entrambi di gettare oltre le proprie spalle «le ossa della madre». «Così in breve tempo, per volontà degli dei, le pietre lanciate dalla mano dell'uomo presero forma d'uomo, e dalle pietre lanciate dalla donna nacque di nuovo la donna. E da allora siamo una razza resistente, a prova di fatica, e mostriamo in modo probante da quale origine proveniamo» (Le metamorfosi, Ovidio).
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Mitologia greca I Greci credevano in molti divinità, che spesso intrecciavano i loro destini con gli uomini. Ma su tutti domina il FATO una forza misteriosa al cui volere devono sottostare gli dei e gli uomini , anche il grande Zeus. Insieme agli dei, la mitologia celebra anche gli EROI, esseri coraggiosi,avventurosi,forti e intraprendenti .
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Zeus prof.ssa Elisabetta Bazzetta
Zeus era il più giovane figlio del titano Crono e della titanide Rea, suoi fratelli erano Ade, Era, Poseidone, Demetra ed Estia. Il Mito tramanda che Crono, timoroso di perdere il trono per mano di uno dei figli, li ingoiasse appena nati. Quando, però, nacque Zeus Rea decise di nascondere il neonato sull'isola di Creta facendo ingoiare al marito una pietra avvolta in fasce. Il piccolo venne accudito dalle ninfe finché, da adulto, non obbligò Crono a liberare gli altri suoi fratelli. Ne nacque una guerra tra Crono, che aveva al suo fianco i titani, e Zeus aiutato dai fratelli. Con la vittoria dei secondi, i titani vennero gettati nel Tartaro, Zeus dominò il cielo, Poseidone il mare, Ade gli inferi e tutti e tre insieme governavano la Terra. Omero lo descriveva come il dio della giustizia, sposo della sorella Era, dalla quale ebbe Ares, Efesto e Ilizia. Egli venne comunque descritto come amante di numerose fanciulle e come solito a ricorrere ad ogni tipo di stratagemma pur di nascondere la propria infedeltà alla moglie. Numerose sono le relazioni che il signore degli dei ebbe con donne mortali, e numerosi sono i suoi figli tramandati dalle leggende. Tutto questo forse esprimeva il desiderio inconscio dei greci di stabilire una discendenza diretta con il padre degli dei. Zeus veniva rappresentato maestoso e barbuto. La sua immagine più famosa era la colossale statua di Fidia in oro ed avorio che si ergeva a Olimpia, luogo a lui consacrato.
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ATENA Nacque , già armata,dalla testa di ZEUS, dove Efesto aveva tirato l’accetta per liberare il padre da un terribile mal di testa. Zeus aveva inghiottito precedentemente la prima moglie Metis(«saggezza») madre di Atena temendo che partorisse un figlio destinato a detronizzarlo.
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Nascita di VENERE Afrodite per i Greci,Venere per i Romani
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Nascita di VENERE Afrodite per i Greci,Venere per i Romani Figlia di Zeus e di Dione. Oppure nata dalla spuma del mare.
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I Miti degli eroi GILGAMESH
prof.ssa Elisabetta Bazzetta GILGAMESH Le sue vicende sono narrate nel primo poema epico della storia dell'umanità, denominato successivamente Epopea di Gilgamesh. Si tratta di una leggenda babilonese, il cui nucleo principale risale ad antiche leggende sumeriche, ma che venne trascritta molto tempo dopo il periodo in cui è ambientata la storia. La prima stesura dell'epopea, pervenutaci in frammenti appartiene alla letteratura sumerica, ma la versione più completa sinora nota venne incisa su undici tavolette di argilla che furono rinvenute tra i resti della biblioteca reale nel palazzo del re Assurbanipal a Ninive, capitale dell'impero assiro. Questa redazione tarda della leggenda, risale al VII secolo a.C. l tema principale che dà forza alla narrazione è la ricerca di Gilgamesh dell'immortalità.
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ERACLE un eroe greco Figlio di Zeus e della mortale Alcmena, suscita l’ira e la gelosia di Hera che lo perseguita cercando di ucciderlo. Eracle dovrà compiere le «Dodici fatiche» per espiare l’omicidio della moglie e dei figli.
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