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LA PARTECIPAZIONE AL DI LÀ DEL RISULTATO
FIDAL COMITATO PROVINCIALE di TREVISO LA PARTECIPAZIONE AL DI LÀ DEL RISULTATO L’IMPORTANZA DELLA MOTIVAZIONE RELATORE: Modesto Bonan Treviso, 11 febbraio 2016
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PARTECIPARE VALUTARSI ESSERCI METTERSI in GIOCO FARE COMPETERE
COINVOLGIMENTO PARTECIPARE VALUTARSI ESSERCI METTERSI in GIOCO FARE COMPETERE
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sforzo individuale in una cornice collettiva
ASSUNTO: ATLETICA: sforzo individuale in una cornice collettiva
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È considerata una disciplina individuale
ASSUNTO: Nell’ATLETICA la COMPETIZIONE è una lotta con se stessi che richiede molta autodisciplina. È considerata una disciplina individuale
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Nell’ATLETICA la COMPETIZIONE (diretta o indiretta)
ASSUNTO: Nell’ATLETICA la COMPETIZIONE (diretta o indiretta) confronta i tempi e le misure degli atleti che sono valutati e paragonati a tempi e misure fatti da altri atleti
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ASSUNTO: Anche uno Sport Individuale come l’ATLETICA è quindi uno sport di gruppo
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Come è un bambino/ragazzo
Inizia il periodo puberale-adolescenziale È il momento di avviamento all’attività sportiva L’azione di corsa diventa precisa ed efficace I mutati rapporti antropometrici conseguenti alla crescita mettono in crisi gli aspetti coordinativi: atti motori goffi e sgraziati E’ soggetto ad affaticamento facile perché le sue energie confluiscono nel processo di crescita Passa decisamente dalla fase del pensiero concreto a quello astratto Presenta forti aspettative e motivazioni individuali (verso lo sport) anni
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Aspetti biomedici 12 - 13 anni
mutano i rapporti antropometrici conseguenti alla crescita (che mettono in crisi gli apprendimenti tecnici in quanto coordinativi) il picco della crescita in altezza avviene intorno agli 11,5 anni (ragazze) e 13, 5 anni (ragazzi); l’andamento del peso segue il trend dell’altezza: 12,5 anni (ragazze) e 14,5 (ragazzi) la massa muscolare aumenta al momento della pubertà (produzione di testosterone). Nelle ragazze non si verifica questo brusco aumento nei ragazzi in età pre-puberale l’aumento della forza è determinato da fattori neurologici. Le modificazioni del muscolo per mezzo di esercitazioni specifiche sono minime nei pre-adolescenti la resistenza migliora con l’allenamento aerobico, non il VO2Max
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Come gli piace muoversi/giocare
anni Ama giocare con gli altri e gli piace il confronto Desidera sperimentarsi in diverse attività/giochi anche complessi In questo periodo sceglie l’attività sportiva con continuità Non trascura tuttavia la pratica saltuaria di altre discipline sportive (magari giocate con gli amici)
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Migliorare e strutturare le capacità condizionali
Percorso educativo anni Il maschio comincia a propendere per le attività sportive, gli piacciono le attività allenanti e situazioni competitive; La femmina accentua la sua scarsa propensione alle attività motorie e “subisce” stereotipi comportamentali Migliorare e rimodellare le capacità coordinative, consolidare l’equilibrio Migliorare e strutturare le capacità condizionali Sviluppare l’azione di corsa
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Solo una parte del tempo è dedicata come fine alle competizioni
Percorso didattico Proporre esercitazioni e giochi per il miglioramento delle capacità coordinative e condizionali Proporre esercizi e giochi per acquisire, controllare e consolidare sempre meglio le tecniche utili alle esperienze competitive Buona parte del tempo va dedicato a capire come allenarsi (educazione all’allenamento). Solo una parte del tempo è dedicata come fine alle competizioni anni
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I RAGAZZI… e lo Sport Vogliono sentirsi accettati
Vogliono sentirsi valorizzati Vogliono sentirsi ascoltati Vogliono sentirsi sicuri Vogliono sentirsi sostenuti Vogliono sentirsi competenti
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I RAGAZZI… e lo Sport i BISOGNI
DI MOVIMENTO DI CONOSCERSI DI MIGLIORARSI E PERFEZIONARSI DI CONFRONTO DI COMPETERE DI SUCCESSO DI AUTOREALIZZAZIONE DI SICUREZZA DI APPARTENENZA DI COMPRENDERE SE STESSI
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“rifiutati” “esclusi” “incapaci”
QUAL È LA LORO PAURA? DI ESSERE “rifiutati” “esclusi” “incapaci” “inadeguati”
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un debole senso di appartenenza
MA… !!!!! nei giovani atleti (e nelle persone che li circondano) spesso osserviamo un debole senso di appartenenza dovuto (spesso) ad uno scarso impegno nella partecipazione fattiva che emotiva QUINDI?
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Ciò porta a non prendere con la dovuta serietà gli impegni anche in
prospettiva futura
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Motivazioni allo Sport Motivazioni di Superficie
PERSONALI SITUAZIONALI PSICOLOGICHE FISICHE Opportunità di gioco Viaggi Relazione positiva con l’allenatore Premi Atmosfera di squadra Incremento abilità Forma fisica Apprendimento di nuove abilità Divertimento Amicizie Successo Approvazione della famiglia
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Motivazioni allo Sport Percezione di competenza e controllo
Motivazioni Profonde ORIENTAMENTO COMPETENZA GESTIONE STRESS Dimostrazione di abilità Soluzione del compito Approvazione sociale Percezione di competenza e controllo Valutazione cognitiva Stress competitivo Capacità di affrontare lo stress
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Motivazioni allo Sport
Primarie Secondarie Motivazioni compensative Gioco Motivazioni al successo Motivazione estetica Agonismo Motivazione affiliativa
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GIOCO AGONISMO MOTIVAZIONI PRIMARIE Attività libera caratterizzata da:
Regole semplici Comunicazione Educazione alla competizione Conoscenza dei propri limiti Soddisfazione della voglia di movimento Sperimentazione di stati d’animo (emozioni) Lo sport è un gioco con finalità agonistiche che si manifestano con: Predisposizione personale Coraggio Grinta Decisione (e sicurezza) Voglia di fare Divertimento
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MOTIVAZIONI SECONDARIE
Motivazioni al successo o autorealizzazione Affermazione personale Bisogno di riuscita Importanza dell’educazione familiare: suscitare interesse nella realizzazione, sviluppo di un’autonomia personale, approvazione ed entusiasmo Motivazioni alla affiliazione Bisogno di stare in gruppo (aggregazione sportiva=fondamentale nell’adolescenza) Motivazione estetica Due aspetti: Ricerca del gesto corretto Rapporto armonico con il proprio corpo Motivazioni compensative Forme di disagio emotivo Pratica sportiva come meccanismo di difesa (situazione liberatoria) Desiderio di potenza, narcisismo
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Gioco Sport Competizione
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Dal Gioco allo Sport: un percorso “obbligato”
Mettersi in gioco Passaggio dai movimenti semplici a quelli organizzati Capacità di relazione Vincere Perdere ETC. ETC. L’apprendimento è intergrato Occasione di confronto Il gioco, quando viene strutturato attorno alle regole, diventa sport.
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Lo Sport è Competizione
Competere vuol dire “dirigersi verso”, in sostanza incontrarsi ESSA È: - biologica prima di essere psicologica - un principio etico dello sport: si compete per vincere e per mantenere la competizione entro limiti ben precisi Può determinare: - frustrazione (nel capire i propri limiti) esaltazione (nei momenti di successo)
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Dal Gioco (Sport) alla Competizione
Sport Comunitario Introduzione alla Competizione Sviluppo della Competizione ETÀ M – F 6-10 anni F= anni M= anni F= anni M= anni Orienta-mento Generale Divertirsi con lo Sport Imparare ad allenarsi Allenarsi a competere Obiettivi - Divertimento - Partecipazione - Sperimentare - Sviluppo generale delle abilità - Acquisizione e consolidamento delle tecniche per le esperienze competitive - Consolidamento e sviluppo delle abilità per fornire prestazioni efficaci nelle competizioni Dall’alle-namento alla Com-petizione La maggior parte del tempo è dedicato ai giochi per sviluppare abilità. Competizione e risultati non sono una priorità Buona parte del tempo è dedicato a capire come allenarsi. Solo una parte è dedicata come fine alle competizioni Si dedica del tempo alla costruzione fisica e alla preparazione delle competizioni
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Dal Gioco (Sport) alla Competizione
Fasi Obiettivi - Finalità Età Anni di preparazione Fondamentali Sviluppo degli schemi motori di base e abilità fondamentali di movimento con il divertimento. Tra 6 a 13 anni 1-3 anni Imparare ad allenarsi Apprendimento delle basi dell’allenamento e sviluppo delle qualità motorie. Tra 10 e 15 anni 3-5 anni Perfezionare l’allenamento Allenamento specifico per il tipo di sport. Tra i 13 e 17 anni 5-7 anni Allenarsi per le gare Correzione dei difetti e sviluppare le abilità atletiche. Costruire capacità fisiche e mentali. Tra i 15 e 19 anni 7-9 anni Allenarsi per vincere Migliorare le prestazioni per raggiungere risultati. Sport di prestazione. Almeno 18 anni 10 o più anni
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Esempio per l’atletica
Sviluppare gli schemi motori e le capacità fisiche e coordinative Praticare un gruppo di gare selezionate Esercitare allenamenti specifici Allenamento Fare diversi tipi di gara (corsa, salti, lanci) Scelta delle gare da fare Specializzazione su 1 o 2 gare Gara Fase della prestazione Specia lizzazione Gruppo di gare Gare diverse Attività per bambini Anni di allenamento 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10+ 11 10 13 12 14 13 15 14 16 15 17 16 18 17 19 18 20+ Età biologica
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PARTECIPARE: i perché, le possibili cause
Paura del confronto, mettersi in gioco Paura di perdere, di far brutta figura Genitori che non hanno tempo, genitori «dormiglioni» Scarsa aggregazione nel gruppo Scarso contributo del tecnico Sentono di non avere miglioramenti Hanno scarsa percezione della propria competenza atletica Sentono di avere un eccessivo impegno (allenamenti e gare) Il livello di attività motoria dei genitori condiziona il livello di attività motoria dei figli Ansia da prestazione, ansia di fronte alla competizione
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come mediatori di un’esperienza sportiva educativa e longeva
PARTECIPARE: le possibili soluzioni Allenatore Genitori Metodologia come mediatori di un’esperienza sportiva educativa e longeva
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DEVE PREVALERE IL RUOLO DI EDUCATORE PIU’ CHE QUELLO DI TECNICO
Il Ruolo del tecnico IN QUESTA FASCE DI ETA’ DEVE PREVALERE IL RUOLO DI EDUCATORE PIU’ CHE QUELLO DI TECNICO
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SAPER Il Ruolo del tecnico
Programmare Motivare, ascoltare Osservare, analizzare, individuare i bisogni degli atleti Comunicare, entrare in relazione con gli atleti (EMPATIA) Scegliere obiettivi Costruire situazioni che facilitino l’apprendimento Verificare e valutare l’efficacia dell’insegnamento Sintetizzare SAPER
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Gusto di realizzarsi attraverso lo sport
Un tecnico cosa dovrebbe trasmettere? Desiderio di imparare Gusto di realizzarsi attraverso lo sport Passione (senza creare la psicosi della riuscita ad ogni costo) Coerenza Fiducia Competenza Cultura Ottimismo Rinforzi Motivazioni Organizzazione
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Ci sono GENITORI DIFFICILI
DISINTERESSATI IPERCRITICI SVALUTANTI SINDACALISTI ALLENATORI TIMOROSI IPERPROTETTIVI
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Ci sono GENITORI «GENITORI»
Accettano le sconfitte sportive dei figli Non si sostituiscono all’allenatore Non hanno aspettative irrealistiche Sono consapevoli che lo sport è un VEICOLO che fa crescere Non commentano denigrando gli avversari (o quelli che si oppongono) del figlio
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SOGNI… Questione di metodo Concentrarsi sui punti di forza Energia
Attivazione Impegno, coinvolgimento Mete da raggiungere, obiettivi SOGNI…
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INDICAZIONI PEDAGOGICHE
Offrire situazioni di successo e confronti positivi Sdrammatizzare la sconfitta Non esasperare le attese della gara Notare e valorizzare i progressi (+prestazione, - risultato) Valutare realisticamente gli ostacoli e le possibilità (oggettive) di superarli Se necessario coinvolgere o allontanare i genitori
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LE PASSIONI NON SI EREDITANO MA SI ISPIRANO
È COMPITO DI NOI ADULTI SOSTENERLE
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