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Orestea – Parte terza Le Eumenidi
Developed by: Grazia Guarnera Cecilia Longo
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Scheda dell’opera Autore Titolo originale Lingua originale
Ambientazione Prima assoluta Premi Eschilo Ευμενίδες Greco antico Tempio di Apollo a Delfi, Tempio di Atena ad Atene, Areopago ad Atene. 458 a.C. Teatro di Dionisio, Atene Vittoria alle Grandi Dionisie del 458 a.C.
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Personaggi principali in ordine di apparizione
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Oreste perseguitato dalle Erinni
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La Pizia
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Fantasma di Clitemnestra
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Apollo
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Atena
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Un passo indietro… Ma chi sono queste “Eumenidi”?
Le Erinni (Ερινύες), Aletto, Megera e Tisifone, sono le dee che impersonavano la vendetta, le quali erano chiamate anche Eumenidi (ossia “le benevole”) quando erano in atteggiamento positivo. Secondo la più accreditata interpretazione, esse rappresentavano il lancinante rimorso che scaturiva dai fatti di sangue più efferati.
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Chi è Oreste, e perché le Erinni lo perseguitano?!
Oreste (Ὀρέστης) è figlio del re Agamennone e di Clitemnestra e fratello di Ifigenia ed Elettra. La sua leggenda si è particolarmente arricchita insieme a quella della sorella Ifigenia. Il suo ruolo di vendicatore del padre era già conosciuto nei poemi omerici, sebbene Omero non citi l'episodio dell'uccisione della madre Clitennestra. Il suo ruolo assunse eccezionale importanza soprattutto col tragediografo Eschilo. Oreste è ancora molto giovane quando Agamennone di ritorno dalla guerra di Troia viene assassinato dall'amante della madre, Egisto. Elettra, preoccupata per la sorte del fratello, lo affida alle cure del re della Focide. Diventato adulto, Oreste decide di tornare in patria, ad Argo, per assolvere il compito affidatogli dall'oracolo di Delfi: vendicare la morte del padre, uccidendo Egisto e Clitennestra. Reso pazzo dal matricidio, Oreste viene perseguitato dalle Erinni e giunge ad Atene. Qui subisce un processo, dal quale viene assolto, grazie all'intervento di Atena.
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Trama Prologo (Vv 1 – 142) Braccato dalle Erinni per il matricidio, Oreste è nel tempio di Apollo, dove chiede aiuto al dio. Quest’ultimo, promettendogli la sua protezione, lo invia ad Atene, presso il tempio della dea Atena, dove forse troverà la soluzione ai suoi problemi. Appare poi il fantasma di Clitemnestra, che aizza le Erinni a perseguitare il figlio per il suo orribile delitto, lamentandosi del fatto che nessun altro dio si levi in sua difesa.
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Parodo (vv ) Le Erinni si accingono a dare la caccia ad Oreste.
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Primo episodio (vv ) Apollo caccia le dee infernali dal proprio tempio, ed esse vanno in cerca di Oreste, raggiungendolo quando egli è ormai nel tempio di Atena e ne sta invocando l’intervento. Lì le dee infernali lo minacciano di infliggergli la meritata punizione.
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Primo stasimo (vv ) Le Erinni cominciano un terribile canto di morte danzando attorno ad Oreste.
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Secondo episodio (vv. 397-489)
Appare Atena, la quale, dopo essersi informata presso Oreste e le Erinni su ciò che è accaduto, si offre come giudice in un regolare processo. Il caso verrà sottoposto ad una giuria ateniese di dodici membri (ricalcata sul tribunale ateniese dell’Areopago), presieduta dalla stessa Atena. Le Erinni saranno l’accusa, Apollo la difesa.
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Secondo stasimo (vv ) Prima dell’inizio del processo, le Erinni riflettono preoccupate sulle conseguenze di una possibile assoluzione di Oreste: questo fatto potrebbe indurre alla licenza tutti i mortali, e causare un forte aumento degli omicidi tra consanguinei.
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Terzo episodio (vv ) Inizia dunque il processo. Le Erinni interrogano Oreste sul modo in cui ha ucciso sua madre. Oreste si difende spiegando di aver agito per una vendetta legittima, e su ordine di Apollo. Quest’ultimo poi interviene spiegando che Clitemnestra per prima aveva compiuto un’atrocità, uccidendo il marito (ma questo per le Erinni è un delitto meno grave in quanto marito e moglie non sono consanguinei), e che in ogni caso l’omicidio del marito è un crimine peggiore, poiché quando si genera un figlio, è il marito a dare il germe, che la moglie poi si limita a nutrire durante la gestazione. Il figlio insomma ha lo stesso sangue del padre e quindi ha il diritto di vendicarlo. La giuria infine vota. L’ultima a votare è Atena, la quale dichiara il proprio voto favorevole ad Oreste, perché la dea, non avendo una madre, considera più importante la figura paterna. Alla fine il conteggio dei voti è pari: sei per la condanna e sei per l’assoluzione. Oreste viene dunque assolto, poiché il presidente della giuria, Atena, è a lui favorevole.
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Esodo (vv ) Le Erinni reagiscono con rabbia alla sentenza, minacciando a più riprese morte e distruzione. Atena tuttavia riesce a calmarle e, garantendo loro venerazione eterna, le convince a diventare Eumenidi, ovvero divinità della giustizia anziché della vendetta. Inizia così un canto di benedizione in cui le dee invocano ricchezza, fecondità e concordia per Atene, mentre Atena prefigura un lungo periodo di giustizia, che nella città sarà assicurata dal timore per le dee ora venerande. In un corteo di sacerdotesse guidato da Atena, le Eumenidi vengono infine accompagnate verso la loro nuova sede.
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Prima tematica dell’Orestea: γένος e πόλις
Il rapporto tra γένος e πόλις, quindi tra la legge “Sangue chiama sangue”, principio della società arcaica, che non concedeva libertà di azione ai propri componenti, e la giustizia cittadina che interrompeva così la catena di sangue reinserendo l’omicida, purificato dal μίασμα della sua colpa , nella società, è molto importante in Eschilo, che vive infatti in un’epoca in cui la democrazia si sta ancora consolidando. La πόλις inizialmente era sotto il controllo di poche γένη aristocratiche e spesso le leggi interne alla γένος (onore, vendetta privata,..) erano più importanti di quelle istituite dallo stato.
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Seconda tematica dell’Orestea: religione matriarcale e patriarcale
Nell’Orestea assistiamo ad uno scontro tra la religione primordiale della Πότνια, che condanna il matricidio, le cui rappresentanti sono le Erinni, e la religione patriarcale degli invasori indoeuropei, la cui divinità più importante era Zeus, che condanna l’uccisione del padre o del marito, i cui rappresentanti sono Apollo e Atena.
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