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CARCIOFO (Cynara scolymus L. = Cynara cardunculus L. var. scolymus (L

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1 CARCIOFO (Cynara scolymus L. = Cynara cardunculus L. var. scolymus (L
CARCIOFO (Cynara scolymus L. = Cynara cardunculus L. var. scolymus (L.) Hayek) Famiglia: Asteraceae (= Compositae) Centri di origine: Bacino mediterraneo orientale, Africa settentrionale Con oltre ha, l’Italia è il I produttore mondiale, seguita da Spagna e Francia. Le regioni più importanti sono Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania, Lazio, Toscana

2 La coltura è destinata non soltanto alla produzione di capolini utilizzabili allo stato fresco o per uso industriale (al naturale, in salamoia, surgelati, sott’olio), ma anche per la produzione di foglie, utilizzate per uso medicinale, cosmetico, liquoristico oppure per l’alimentazione animale. Le sue proprietà farmacologiche (diuretiche, lassative, aperitive, coleretiche, epatoprotettrici, ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti, febbrifughe) derivano dalla presenza di ortodifenoli (cinarina, acido clorogenico, ac. caffeico, scolimoside, cinaroside) I capolini e le foglie sono gli organi più ricchi in p.a. e, nell’ambito della foglia, la lamina è più ricca rispetto a piccioli e nervatura centrale.

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4 COMPOSIZIONE DELLA PARTE EDULE
Acqua % Protidi ,9 % Carboidrati tot ,8 % Inulina ,5 % Grassi ,2 % Fibra grezza ,4 % Vit. B1 (mg/100 g) 0,08 Vit. B2 ( “ “ ) 0,05 Ac.nicotinico ( “ “ ) 1,00 Vit. C (mg/100 g) 10,0 Vit. A (U.I./100 g) Ca (mg/100 g) 42 P ( “ “ ) 14 K ( “ “ ) 280 Fe ( “ “ ) 1,3 Mg ( “ “ ) 29 Cu ( “ “ ) 0,25 Ortodifenoli tot.: 6,3 % s.s. Sostanze amare: cinaropicrina, groshseimina, cinarotriolo

5 I rizomi contengono oltre il 20% della s. s
I rizomi contengono oltre il 20% della s.s. di inulina, 8-9% di saccarosio, 1.5% di zuccheri riduttori e tracce di amido.

6 ESIGENZE CLIMATICHE T° minima vitale: -7°C (ma il rizoma sopravvive fino a -10°C) T° minima biologica: 7-9°C T° ottimale per la germinazione: 15-20°C T° ottimale per la crescita: 20-22°C di giorno e 12-14°C di notte Per la fioritura può essere necessaria la vernalizzazione a 2-7°C e il fotoperiodo >11 ore T° > 25°C favoriscono la comparsa dell’atrofia del capolino e, in generale, un loro scadimento qualitativo.

7 ESIGENZE PEDOLOGICHE Preferisce terreni profondi, di medio impasto, ben drenati, con pH = Teme i ristagni di umidità del suolo. E’ moderatamente tollerante la salinità (2,8 dS/m) e sodio-resistente.

8 AVVICENDAMENTO Pianta da rinnovo.
Coltura annua o poliennale (da 3 a 7-8 anni). Spesso segue frumento, bietola da zucchero, pomodoro, patata, carota.

9 IMPIANTO acheni carducci ovoli porzioni di rizoma
A partire da: acheni carducci ovoli porzioni di rizoma piantine micropropagate

10 ACHENI: semina in agosto-settembre, alla profondità di 2 cm, con investimento di 2 piante/m2
CARDUCCI: germogli provenienti da gemme del rizoma. Impiantati in primavera o in autunno quando presentano 4-5 foglie, eventualmente già radicati in vivaio. La carciofaia entra in produzione solo al II anno. OVOLI: rami quiescenti inseriti sul rizoma, ricchi di sostanze di riserva e con molte gemme, di forma cilindrica, lunghi fino a cm, diametro 1-3 cm. Si formano alla base di carducci che non hanno prodotto in quella stagione. Vengono prelevati dalle piante in riposo in luglio-agosto e fatti pregermogliare in ambiente caldo-umido. Piantati in estate, producono già in autunno o inverno. PARTI DI RIZOMA (ceppaia): prelevate in corrispondenza della estirpazione della carciofaia. Si ha notevole disformità. PIANTINE MICROPROPAGATE: da apici meristematici.

11 Ovoli di carciofo Rizoma di carciofo con ovuli

12 Distanze: tra le file, cm; sulla fila, cm, con investimento di 1 pianta/m2. Con l’aumentare della densità aumenta la resa, ma diminuisce la dimensione dei capolini.

13 ESIGENZE NUTRITIVE Asportazioni per 10 t di capolini:
Elevate, per l’abbondante biomassa prodotta ( t/ha s.f., pari a t/ha s.s.) Asportazioni per 10 t di capolini: 106 kg N kg P2O kg K2O kg Ca Le massime asportazioni di N e K si hanno in corrispondenza della differenziazione dell’apice riproduttivo ed al momento della massima produzione di capolini. Il fabbisogno in P aumenta nei periodi di più intensa formazione dei capolini.

14 CONCIMAZIONE Opportuna la concimazione organica.
Normalmente: kg N/ha kg P2O5/ha kg K2O/ha P e K sono distribuiti in pre-impianto e, negli anni successivi, al risveglio vegetativo N è distribuito all’impianto (al risveglio vegetativo negli anni successivi), alla differenziazione dell’apice riproduttivo, alla formazione dello scapo fiorale e subito dopo la raccolta del capolino principale.

15 LOTTA ALLE INFESTANTI SARCHIATURA DISERBO
in pre-impianto: trifluralin, propyzamide, clortal-dimetil in post-emergenza: graminicidi

16 IRRIGAZIONE ET di 3-4 mm/d in estate, 1,5-2 mm/d in autunno
Irrigazione da luglio a ottobre. Volume d’adacquamento: m3/ha; per la prima adacquata di “risveglio” estivo, m3/ha Volume stagionale: m3/ha Metodi: aspersione, manichetta forata Si interviene quando il terreno contiene il 30% dell’AFD, riportandolo alla capacità di campo

17 SCARDUCCIATURA Eliminazione dei carducci in esubero: se ne lasciano 1-4 Operazione molto onerosa, perchè fatta manualmente Se ne fanno 1-3: di solito, una in autunno e una ad inizio primavera Tanto più l’impianto è fitto, tanto minore è il numero di carducci emessi e quindi la necessità di scarducciature Con la scarducciatura si riduce il numero di capolini/pianta, ma viene favorita la precocità di raccolta

18 DICIOCCATURA Taglio della parte aerea che ha prodotto capolini, quando la pianta entra in riposo, per stimolare la formazione, alla ripresa, di nuova vegetazione. Avviene in giugno, con piante completamente secche, mediante zappettatura o macchine operatrici trainate. Bisogna recidere ad almeno 4 cm di profondità nel terreno, per eliminare le gemme superficiali che originerebbero carducci molto piccoli. Molto onerosa.

19 TRATTAMENTI CON FITOREGOLATORI
Acido gibberellico (GA3) : somministrato quando la pianta presenta la 10a-15a foglia, circa un mese e mezzo prima della raccolta, anticipa la produzione Auxino-simili: favoriscono la radicazione di ovoli, carducci e piantine micropropagate.

20 RACCOLTA Il capolino deve essere raccolto precocemente: le brattee diventano tanto più dure quanto più si ritarda la raccolta. I capolini secondari, di < dimensioni, sono raccolti in anticipo ed eventualmente destinati all’industria, così come le “code” di produzione. I capolini sono raccolti senza peduncolo se destinati all’industria, con peduncolo più o meno lungo (max 10 cm per l’esportazione, fino a 30 cm per il mercato interno) per il consumo diretto.

21 La raccolta avviene dopo 3-5 mesi dal “risveglio” nei tipi precoci e rifiorenti (‘Catanese’, ‘Spinoso sardo’, ‘Spinoso di Liguria’, ‘Violetto di Provenza’), dopo 7 mesi in quelli tardivi (‘Romanesco’, ‘Violetto di Toscana’). E’ scalare e viene fatta manualmente, mediante coltelli o forbici. Nei tipi precoci va da ottobre a maggio (20-25 raccolte), in quelli tardivi da marzo a maggio (5-6 raccolte). Rese: capolini/ha, pari a t/ha.


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