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PubblicatoPaolina Lombardo Modificato 10 anni fa
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Progetto “School to work”: Politiche sociali in Italia ed Europa per contrastare il fenomeno dei NEET Mauro Terzoni Dirigente Politiche Comunitarie e Autorità di Gestione FESR e FSE Regione Marche
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Il progetto «School to work»
L’obiettivo: Scambio di buone pratiche e di esperienze nel processo di transizione dalla scuola al lavoro in Europa La durata: 12 mesi dal 1 feb.2013 al 31 gen.2014 I Partner (10 partner di 7 Paesi europei): Italy: INFORCOOP· MARCHE REGION - WORKOPP Portugal:· ANJAF· GEBALIS Belgium:· MIREC France:· MEF du Cotentin Germany:· VHS Poland:· THE MALOPOLSKA SCHOOL OF PUBLIC ADMINISTRATION Spain:· ESFERA
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L’obiettivo del progetto
Il progetto si propone di analizzare le politiche e le misure direttamente indirizzate all'occupazione giovanile a livello nazionale e regionale al fine di valutare le politiche e gli interventi per la transizione dalla scuola al lavoro, con particolare riferimento alle attività incentrate sui NEET. Ciò al fine di sostenere le strategie europee e promuovere l'integrazione sociale, l'inclusione e l'occupazione. I n ogni Paese partner, le migliori pratiche saranno analizzate e saranno oggetto di visite di studio al fine di mostrare ciò che funziona sul campo e il tipo di sostegno politico necessario. Il risultato di questo processo sarà l’elaborazione di alcune raccomandazioni strategiche per le politiche integrate al fine di migliorare, anche attraverso l’integrazione dei fondi strutturali, l'occupazione e le politiche di inclusione soprattutto per i giovani e i gruppi vulnerabili.
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Gli Output del progetto
Report nazionali sulle politiche per l’occupazione giovanile Viene illustrata la situazione a livello di singolo Paese sulla situazione occupazionale dei giovani e quali sono i principali strumenti e tipologie di interventi attuati per contrastare il fenomeno in aumento della disoccupazione giovanile. Realizzato. Catalogo delle buone prassi Il catalogo sarà frutto della collezione delle bp selezionate e approfondite durante le visite studio, sulla scorta dei report nazionale e delle informazioni fornite da ogni PP: Ad oggi sono state collezionate tutte le BP e preparate le schede; si stanno completando le visite studio Linee Guida Strategiche A partire dai rapporti nazionali e dal catalogo delle BP, inoltre si definiranno delle linee guida strategiche per migliorare: • il coordinamento fra le politiche e gli strumenti • la costruzione di partnership fra economia sociale, imprese e gli attori istituzionali • l’integrazione delle pratiche nelle politiche • le scelte di policy necessarie per migliorare lo sviluppo dei processi di transizione scuola lavoro come strumento per l'inclusione
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Chi sono i NEETs ? NEET è un acronimo che indica “Not in education, Employment or Training” e identifica i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non si formano. Rappresentano una categoria più ampia dei disoccupati tradizionali in quanto include anche i giovani che non sono alla ricerca di un lavoro.
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Le tipologie dei NEETs 1. II disoccupato convenzionale (the conventionally unemployed): è il più grande sottogruppo; possono essere suddivisi in disoccupati di breve e lunga durata (12-24 mesi) 2. L’indisponibile (the unavailable): comprende soprattutto le persone con responsabilità familiari (es: le donne non supportate da politiche di conciliazione) e le persone malate o disabili. 3. Il disimpegnato (the disengaged): questo gruppo comprende sia i giovani scoraggiati che non cercano più lavoro che altri giovani che seguono stili di vita asociali e/o criminali. 4. Il cercatore di opportunità (the opportunity seekers): aspettano opportunità di lavoro che più si adattino alle loro carriere di istruzione, alle loro ambizioni e al loro interesse personale. 5. Il Neet volontario (the voluntary Neets): sono persone che amano viaggiare o sono impegnati in musica o attività artistiche senza fini professionali; in questa categoria troviamo anche i c.d. «figli di papà». Si ritiene che l’attenzione delle politiche per il lavoro dovrà concentrarsi soprattutto sulle prime tre categorie di Neets.
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Perché è importante attivare politiche a favore dei NEETs ?
I Neet rappresentano una delle principali criticità nel passaggio dal sistema educativo a quello lavorativo I costi dei NEET non sono solo economici (perdita di reddito), ma anche sociali. Essere senza lavoro per un lungo periodo riduce il capitale sociale rendendo ancora più difficile trovare un lavoro in futuro. Dopo molti tentativi senza successo nel trovare un lavoro, si hanno maggiori probabilità di scoraggiarsi e così fermare la ricerca di occupazione. Tra i giovani Scoraggiati c’è più probabilità di sviluppare comportamenti anti-sociali o finire nei circuiti criminali.
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Report nazionale sui Neet
In base ai dati Istat (Istat, 2012) i NEETs in Italia sono circa Secondo i dati Eurostat 2012 il tasso di NEETs sul totale della popolazione anni si attestava al 27%. Figura 1: NEETs Rates. Fonte: Eurostat
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Figura 2: NEETs Rates by gender. Fonte: Eurostat
Riguardo l’andamento dei tassi per genere nell’ultimo decennio. In particolare, il tasso maschile è cresciuto in maniera più netta di quello femminile. Questo può essere uno degli effetti della crisi economica che ha pesantemente colpito il paese negli ultimi anni. Infatti, se l’Italia si basava ancora su un modello di riferimento simile al «male breadwinner» (letteralmente capofamiglia maschio), una percentuale di donne era già fuori dal mercato del lavoro in partenza. La crisi ha, invece, colpito più pesantemente gli uomini creando situazioni di disoccupazione e disagio anche tra la potenziale forza lavoro maschile. Figura 2: NEETs Rates by gender. Fonte: Eurostat
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Sorprendentemente, la percentuale di NEETs è maggiore all’interno della popolazione più istruita (diploma e laurea). Questa situazione è dovuta ad un aumento dei NEET diplomati e laureati negli ultimi tre anni. Figura 3: NEETs Rates by level of education (ISCD 2 Digits). Low Education=ISCED0-2; High Education ISCED Fonte: Eurostat
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Alcune considerazioni finali
La crisi sembra, quindi, avere inciso maggiormente sugli uomini più istruiti, in precedenza più protetti dal rischio della disoccupazione. Il costo totale dei giovani in una condizione di NEET in Italia è di 26,631 miliardi di euro, il più elevato d’Europa, che corrisponde all’1,7% del PIL (Eurofound, 2012). Negli ultimi decenni, l’istruzione secondaria superiore è diventata particolarmente diffusa. Infatti il tasso di scolarità, considerando solo il secondo ciclo di istruzione, è pari a circa il 90%. A questi livelli il rischio di bocciatura aumenta (13,7%). Aumentano anche gli studenti che iniziano le scuole superiori ma non le terminano. Questi soggetti hanno una probabilità maggiore di diventare NEETs.
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L’impiego dei fondi comunitari della programmazione per contrastare la disoccupazione giovanile Tra i 7 obiettivi specifici dell’asse occupazione del nuovo POR FSE vi è “rafforzare l’occupabilità dei giovani attraverso misure attive e preventive sul mercato del lavoro” La Regione Marche nella proposta di riparto del POR FSE individua questa tra le 5 prime priorità del Programma (sulle 18 complessive) proponendo una allocazione su tale priorità oltre il 16% del totale delle risorse. Inoltre nell’approvazione del quadro finanziario comunitario per il 2014/2020 è stata introdotta la «Youth Employment Initiative», risorse destinate alle regioni con un tasso disoccupazione 15/24 anni > 25% (sì le Marche): per l’Italia si stima che arriverà oltre mezzo miliardo di euro, da impegnare nel biennio 2014/2015. Nell’ambito della YEI il governo, d’intesa con le Regioni, sposando lo slogan europeo “il tuo futuro è il mio futuro” sta predisponendo una proposta di attuazione in Italia della Youth Guarantee: il progetto europeo che si pone l'obiettivo di trovare un lavoro ai giovani under 25 (ma lo Stato membro può decidere di arrivare fino a 30 anni). La Youth Guarantee è la risposta dell'Europa alla crisi economica e ai problemi della disoccupazione giovanile. Il principio alla base della Youth Guarantee è: lo stato deve accompagnare il giovane nella transizione dallo studio al lavoro, impegnandosi a proporgli un impiego più che dignitoso alla fine del suo percorso di studi. I servizi per l'impiego, dopo aver formulato con l'interessato il bilancio delle competenze, si impegnano, entro 4 mesi dal termine degli studi o dalla perdita di occupazione, a proporre un contratto di lavoro (apprendistato o tempo indeterminato), un'esperienza qualificante di formazione o tirocinio, un progetto di autoimpiego.
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Grazie per l’attenzione !
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