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PubblicatoConsolata Vigano Modificato 10 anni fa
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Fino alla seconda metà del Novecento, pochissime donne hanno avuto accesso al sapere matematico, spesso si è trattato di figure anomale e quasi sempre sono state oggetto di derisione e di implacabile sottovalutazione; secondo Hermann Weyll solo due donne sono state matematiche nella storia, Sofja Kovalevskaja ed Emmy Noether: la prima non era una matematica e la seconda non era una donna. Gabriele Lolli ne ha scritto un libro dal titolo la crisalide e la farfalla sottotitolo Donne e matematica, nel quale cerca di sfatare questo luogo comune secondo il quale la donna non sarebbe incline al pensiero astratto.
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Alcune donne matematiche Emmy NoetherEmmy Noether Sophie GermainSophie Germain Maria Gaetana AgnesiMaria Gaetana Agnesi
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Emmy Noether Di famiglia ebrea, figlia del matematico Max Noether, si laureò nel 1907 a Erlagen con una tesi sugli invarianti algebrici. Durante la prima guerra mondiale, su invito di Hilbert si trasferì a Gottinga. Con Hilbert e Kline collaborò alla formulazione della teoria della relatività generale. Nel 1921 pubblicò Teoria degli ideali nel campo degli anelli, uno dei testi fondamentali dellalgebra moderna. Nel 1922 venne nominata professore straordinario non di ruolo, senza stipendio fisso e assistenza previdenziale. Gottinga in quegli anni era il centro matematico più importante al mondo e Emmy seppe conquistarsi apprezzamenti internazionali. Ma questo naturalmente non impedì che subisse, in quanto ebrea, le persecuzioni naziste. Nel 1933 le fu tolta lautorizzazione allinsegnamento. Emigrò in America dove fu accolta al Bryn Mawr College, prestigiosa università femminile dove tenne spesso lezioni.
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Sophie Germain Nacque nel 1776 a Parigi, iniziò sin da ragazza a studiare la matematica nonostante la famiglia si opponesse a questa passione poco femminile. In quanto donna, no poteva accedere alle lezioni dellEcole Polytecnicnique, ma riuscì a procurarsi gli appunti delle lezioni di Joseph Lagrange, a cui spedì alcuni suoi elaborati con uno pseudonimo. Pur lavorando da sola senza alcun aiuto diede importanti contributi alla teoria dei numeri e alla teoria dellelasticità. In seguito prese a studiare la fisica matematica e in particolare i fenomeni di elasticità. Nel 1809 Sophie partecipò ad un concorso sul tema delle vibrazioni elastiche delle lastre, vinse il primo premio, il suo lavoro venne pubblicato nel 1821. La Germain diede un grande contributo alla dimostrazione dellultimo teorema di Fermat ( per ogni numero intero n>2, è impossibile trovare un qualsiasi numero intero x, y e z, tale che x n +y n =z n ) dimostrando la validità per n<100.
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Il numero primo di Sophie Germain è quel tale che 2p + 1 sia anchesso un numero primo. I numeri primi di Sophie Germain minori di 10 4 sono: 113,131,173,179,191, 233, 239, 251,281,293,359,419,431,491,509,593, 641,653,659,683,719,743,761,809,911,1013,1019,1031,1049,1103…. Attualmente il più grande primo di Sophie Germain conosciuto è 2540041185 x 2 114729 –1. Non si sa se vi siano infiniti primi di Sophie, ma il numero dei numeri primi di Sophie minori di un dato numero n può essere stimato euristicamente con la formula 2C 2 n/ (ln n).
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Maria Gaetana Agnesi Nata nel 1718 a Milano, figlia di un professore di matematica che si preoccupò di darle unintensa istruzione. Riconosciuta come bambina prodigio a 9 anni conosceva francese, greco, latino, ebreo e molte lingue moderne. Maria partecipava alla maggior parte dei seminari, impegnando qualche volta gli ospiti in discussioni filosofiche e matematiche. La morte della madre le procurò la scusa per ritirarsi dalla vita pubblica. Prese in gestione la famiglia, suo padre non si oppose, perché in quel periodo era difficile e costoso trovare una donna di casa che si prendesse cura di 21 bambini. Nel 1738 ha pubblicato una raccolta di saggi sulla scienza naturale e sulla filosofia chiamato Propositiones Philosophicae, basandosi sulle discussioni degli intellettuali tenute in casa del padre. In molti di questi saggi ha espresso la sua condanna che le donne dovessero essere istruite.
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A ventanni ha cominciato le Istituzioni Analitiche, che trattavano del calcolo differenziale e del calcolo integrale. Quando il suo lavoro è stato pubblicato nel 1748, ha causato una profonda sensibilità nel mondo accademico. Il grande contributo era quello di aver riunito i lavori di vari matematici in materia molto sistematica con interpretazioni proprie. Agnesi è conosciuta per la curva chiamata: Strega di Agnesi, per un errore di traduzione del testo inglese. Ha scritto lequazione di questa curva nella forma y= a*sqrt(a*x-x*x)/x perché considerava lasse delle x come unasse verticale e lasse delle y come orizzontale. Oggi usiamo lasse delle x come asse orizzontale e lasse delle y come verticale, così la forma moderna della curva è data dallequazione cartesiana y*x^2=a^2(a-y) o y=a^3/(x^2+a^2). Essa era una curva originalmente studiata da P. Fermat.
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