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PubblicatoSandro Calabrese Modificato 10 anni fa
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La metafora del teatro Il mondo come rappresentazione
- già i filosofi antichi avevano maturato l’idea dell’uomo come una marionetta nelle mani della divinità. - ‘500 e ‘600 mondo come teatro: gli uomini diventano attori e spettatori e il mondo terreno è percepito come una scena teatrale - gli spazi pubblici si trasformano in scenografie e la piazza diventa il luogo simbolo della vita
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La metafora del teatro Una vita in maschera – il molteplice e l’unità
- Contributo di Galilei e Campanella alla diffusione del topos della vita come rappresentazione - Nel proemio al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo G. si rivolge al lettore spiegando la scelta di “comparir pubblicamente nel teatro del mondo, come testimonio di sincera verità” - Campanella descrive la società come un consenso di alme (anime) “nel teatro del mondo ammascherate” Nel contesto sociale la maschera si sostituisce al volto reale dell’individuo e il personaggio si sovrappone alla persona Rivoluzione scientifica e strumentazione rivelano l’incontrollabile varietà e mutevolezza del reale e permettono la moltiplicazione degli sguardi, dei punti di vista e delle prospettive
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I cambiamenti dello spazio scenico
Uso di quinte girevoli o scorrevoli Il palcoscenico diventa più largo e profondo per ospitare le macchine e i musicisti Si modifica la disposizione dei posti a sedere Nei teatri di corte una piattaforma posta al centro era riservata al principe o al mecenate e le scene erano progettate per dare una esatta visione prospettica solo in quel punto, ma nei teatri, con il pubblico pagante, si cominciò a sperimentare altre pratiche. Si dà uno spazio sempre maggiore alla “tridimensionalità”, con decorazioni e figure in rilievo secondo il gusto artistico barocco
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Il globe theatre di W. Shakespeare
Inaugurato nel 1599 il G.T. accoglie gli spettatori con il motto Totus mundus agit histrionem (tutto il mondo recita) = tutti i movimenti della vita sono percepiti come movimenti scenici e come fatti di una rappresentazione universale Il teatro aspira a rappresentare la scena del mondo, in cui ogni uomo è attore e spettatore di uno spettacolo universale
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La commedia dell’arte La commedia dell'arte è nata in Italia nel XVI secolo , ed è rimasta popolare sino al XVIII secolo. Le rappresentazioni della commedia dell’arte non erano basate su testi scritti ma su canovacci detti anche scenari, i primi tempi erano tenute all'aperto con una scenografia fatta di pochi oggetti. Le compagnie erano composte in genere da dieci persone: otto uomini e due donne. All'estero era conosciuta come "Commedia italiana". La definizione di "arte", che significava "mestiere", veniva identificata anche con altri nomi: commedia all'improvviso, commedia a braccio o commedia degli Zanni.
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Il nome “Zanni”, versione veneta di Gianni, è molto diffuso nelle campagne lombarde da dove veniva la maggior parte dei servitori dei nobili e dei ricchi mercanti veneziani. Lo Zanni è un personaggio fra i più antichi della Commedia dell'Arte: non ha caratteristiche psicologiche individuali ma un “tipo” con caratteristiche fisse. Brighella e Arlecchino sono zanni, maschere bergamasca . Nella commedia dell’arte i testi da recitare si limitavano ad un canovaccio, dove veniva data una narrazione di massima indicativa di ciò che sarebbe successo sul palco. Sul canovaccio gli attori improvvisavano liberamente.
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Il dialetto e la maschera nella commedia dell’arte sono i principali veicoli della comicità:
Gli innamorati parlano in italiano e non indossano la maschera I personaggi comici parlano invece in dialetto e indossano la maschera.
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