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Io e la geometria di Anna Ballirano matr. 3810056
Esame di Matmatiche elementari da un punto di vista superiore Prof. Giovanni Lariccia Io e la geometria
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Credo di aver scoperto l’esistenza della geometria all’età di 3 o 4 anni. All’asilo le maestre ci facevano giocare con le formine a incastro, con i puzzle, i cubi colorati, con il pongo, con il lego.
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Ricordo che in occasione delle feste preparavamo sempre dei lavoretti da regalare ai genitori. Utilizzavamo materiali semplici: rotoli di scottex per creare porta-penne o animaletti, vasetti di vetro che decoravamo con linee e puntini, scatoline di cartoncino. Era bellissimo riuscire a creare tante forme diverse.
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Alla scuola elementare La maestra ci teneva molto alla cura del quaderno. Sul quaderno a quadretti (ma poi anche su quello a righe) ci faceva disegnare delle “cornicette”. Con il tempo sono diventata sempre più brava e mi sbizzarrivo con forme sempre più complesse. Oggi mi rendo conto di quanto quell’esercizio non solo decorativo fosse importante anche per imparare ad orientarsi nello spazio e acquisire ritmo visivo.
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Costruivamo figure solide e piane ritagliando il cartoncino: quadrati, triangoli, parallelepipedi, cubi… era molto divertente perché potevo imparare giocando e usando la mia fantasia. Un altro gioco che mi piaceva molto era quello del tangram. La maestra ci faceva costruire delle figure con le quali poi potevamo inventare una storia.
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Alle scuole medie La geometria non era più disegno e creatività, ma anche formule e problemi matematici. Nonostante la mia poca passione per la matematica, la geometria mi è sempre piaciuta. Mi piaceva disegnare le figure con squadra, righello e compasso. Anche le formule dei vari teoremi non mi spaventavano. Inoltre alle scuole medie ho incontrato una nuova disciplina: educazione tecnica. Si trattava di una disciplina che ne conteneva tante altre: scienze, disegno, progettazione. Con il mio professore realizzavamo meravigliosi disegni e composizioni. Il mio sogno a quell’età era di diventare un grafico!
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Al liceo Dopo le scuole medie mi sono iscritta al Liceo classico, spinta dalla mia passione per le materie umanistiche e dalla mia poca predisposizione alla matematica. Se alle scuole medie avevo incontrato insegnanti competenti, che amavano il loro lavoro ed erano realmente interessati alla formazione di noi alunni, non è stato così nei primi anni del ginnasio. La mia insegnante di matematica aveva un metodo di insegnamento alquanto discutibile. Il mio rendimento nelle materie scientifiche è andato a peggiorare. Nonostante la repulsione ormai per le materie da lei insegnate, la geometria continuava a piacermi e nonostante le umiliazioni subite alla lavagna durante le interrogazioni, nelle quali cercava sempre un modo per confondermi e farmi sbagliare (e lo trovava sempre!), ho continuato a studiare con passione.
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Per recuperare un 3 in pagella, decisi di prendere lezioni private di matematica. Il mio insegnante era bravissimo. Finalmente avevo trovato qualcuno che riuscisse a farmi comprendere funzioni, frazioni algebriche, equazioni, in modo chiaro e soprattutto che non suscitasse in me la paura di sbagliare. Con lui era un vero piacere studiare e la geometria era ancora più affascinante. Riusciva a trasmettermi la sua passione per la materia, a rendermi sicura. E’ stato una figura molto importante per me, perché mi ha insegnato a credere in me stessa.
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Al liceo è arrivata una nuova insegnante di matematica
Al liceo è arrivata una nuova insegnante di matematica. Intelligente, disponibile, appassionata del suo lavoro e desiderosa di trasmettere il suo sapere ai ragazzi. Ha saputo apprezzare i miei sforzi e il mio impegno e in breve tempo il mio rendimento nelle materie scientifiche è nettamente migliorato ma soprattutto sono riuscita a superare il terrore per i numeri e il ragionamento logico.
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La mia mente si è come sbloccata, ha ripreso a funzionare dopo un periodo di stallo.
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Ora che sono anch’io un’insegnante e che ho studiato molto nel corso delle mie due lauree, posso affermare con certezza che l’odio e la paura che un alunno prova nei confronti di una disciplina è dovuto essenzialmente alla modalità di insegnamento.
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Nonostante qualche difficoltà, posso affermare che il mio rapporto con la geometria non è stato negativo e ora, che con il mio lavoro a scuola mi ritrovo spesso ad insegnare ai bambini come trovare il perimetro o il lato di un trapezio o di un rettangolo, ho riscoperto la curiosità nei confronti della geometria.
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