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Restituzione Gruppo di Studio AUTOVALUTAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE “Le competenze per una didattica cooperativa: come valutarle”

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Presentazione sul tema: "Restituzione Gruppo di Studio AUTOVALUTAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE “Le competenze per una didattica cooperativa: come valutarle”"— Transcript della presentazione:

1 Restituzione Gruppo di Studio AUTOVALUTAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE “Le competenze per una didattica cooperativa: come valutarle” a cura di Roberta Milli Docente di Scuola-Città Pestalozzi Firenze 11.6.2015 a cura di Roberta Milli Docente di Scuola-Città Pestalozzi Firenze 11.6.2015 Rete Scuole e Città

2 LA CLASSE COOPERATIVA Come auto-valutare, le competenze professionali necessarie per la gestione della classe cooperativa? Come valorizzarle? Come auto-valutare, le competenze professionali necessarie per la gestione della classe cooperativa? Come valorizzarle?

3 L’organizzazione di una didattica cooperativa, all’interno di una classe, ha come scopo la valorizzazione di ciascun individuo in base alle proprie capacità, creando la consapevolezza che tutti i componenti del gruppo classe contribuiscono alla crescita personale di ciascuno. “uguali nella loro diversità” L’organizzazione di una didattica cooperativa, all’interno di una classe, ha come scopo la valorizzazione di ciascun individuo in base alle proprie capacità, creando la consapevolezza che tutti i componenti del gruppo classe contribuiscono alla crescita personale di ciascuno. “uguali nella loro diversità” LA DIDATTICA COOPERATIVA

4 La crescita personale, il percorso formativo culturale degli alunni, acquistano più intensità e carica emotiva se vengono organizzati in modo cooperativo anche gli apprendimenti disciplinari. Il continuum che va dalla socialità agli apprendimenti, in una dimensione collaborativa, rende il percorso più ricco, stimolante e sicuramente più gratificante, anche se a volte può essere più faticoso per gli insegnanti. La crescita personale, il percorso formativo culturale degli alunni, acquistano più intensità e carica emotiva se vengono organizzati in modo cooperativo anche gli apprendimenti disciplinari. Il continuum che va dalla socialità agli apprendimenti, in una dimensione collaborativa, rende il percorso più ricco, stimolante e sicuramente più gratificante, anche se a volte può essere più faticoso per gli insegnanti. LA DIDATTICA COOPERATIVA

5 La “sfida” è creare ambienti di apprendimento come spazi di azione adatti per stimolare e sostenere gli apprendimenti. In tali contesti si verificano interazioni e scambi tra allievi, oggetti del sapere e insegnanti, sulla base di scopi e interessi comuni. Gli allievi diventano così attori principali della propria crescita culturale e sociale. Gli insegnanti assumono un ruolo di accompagnatori e registi. La “sfida” è creare ambienti di apprendimento come spazi di azione adatti per stimolare e sostenere gli apprendimenti. In tali contesti si verificano interazioni e scambi tra allievi, oggetti del sapere e insegnanti, sulla base di scopi e interessi comuni. Gli allievi diventano così attori principali della propria crescita culturale e sociale. Gli insegnanti assumono un ruolo di accompagnatori e registi. L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO

6 relazionali/comunicative essere coinvolgenti, caldi (appassionati) e chiari nel presentare modalità e contenuti delle attività per suscitare motivazione e curiosità negli alunni, saper organizzare la socialità nel gruppo classe, conoscere bene i profili degli alunni per la formazione dei gruppi cercando anche criteri condivisi, promuovere forme di autovalutazione in ciascuno studente, rendere consapevoli gli studenti dei criteri di valutazione usati relazionali/comunicative essere coinvolgenti, caldi (appassionati) e chiari nel presentare modalità e contenuti delle attività per suscitare motivazione e curiosità negli alunni, saper organizzare la socialità nel gruppo classe, conoscere bene i profili degli alunni per la formazione dei gruppi cercando anche criteri condivisi, promuovere forme di autovalutazione in ciascuno studente, rendere consapevoli gli studenti dei criteri di valutazione usati LE COMPETENZE NECESSARIE

7 organizzative preparazione materiali idonei all’attività, organizzazione dell’ambiente fisico per favorire l’attività, conduzione del gruppo lasciando spazio agli alunni, motivare affrontando gli argomenti dallo stimolo/presupposto iniziale, regolazione e rispetto dei tempi di lavoro, porre l'attenzione alla partecipazione attiva di tutti gli alunni/e, valorizzandola organizzative preparazione materiali idonei all’attività, organizzazione dell’ambiente fisico per favorire l’attività, conduzione del gruppo lasciando spazio agli alunni, motivare affrontando gli argomenti dallo stimolo/presupposto iniziale, regolazione e rispetto dei tempi di lavoro, porre l'attenzione alla partecipazione attiva di tutti gli alunni/e, valorizzandola LE COMPETENZE NECESSARIE

8 La metodologia: la tecnica del problem solving incentivare la scoperta delle soluzioni da parte degli alunni anziché anticiparle come insegnanti, basandosi su un ascolto attento e su un rilancio con altre domande (anziché risposte) alle domande degli alunni La programmazione centrare bene il percorso didattico con una accurata scelta dei contenuti e dei tempi essere disponibili a modificare il progetto accogliendo le proposte degli alunni Relazioni con i colleghi avere buone relazioni e attivare la collaborazione fra colleghi/e sia nella fase di progettazione, sia nella ricerca dei materiali, sia in quella della valutazione del proprio lavoro rispetto agli esiti del percorso fatto La metodologia: la tecnica del problem solving incentivare la scoperta delle soluzioni da parte degli alunni anziché anticiparle come insegnanti, basandosi su un ascolto attento e su un rilancio con altre domande (anziché risposte) alle domande degli alunni La programmazione centrare bene il percorso didattico con una accurata scelta dei contenuti e dei tempi essere disponibili a modificare il progetto accogliendo le proposte degli alunni Relazioni con i colleghi avere buone relazioni e attivare la collaborazione fra colleghi/e sia nella fase di progettazione, sia nella ricerca dei materiali, sia in quella della valutazione del proprio lavoro rispetto agli esiti del percorso fatto LE COMPETENZE NECESSARIE

9 Questo percorso ha richiesto da parte dei docenti partecipanti la disponibilità alla autovalutazione/valutazione formativa. Durante gli incontri abbiamo messo a punto una griglia di osservazione che potrà essere utilizzata da qualsiasi insegnante voglia fare questa esperienza Questo percorso ha richiesto da parte dei docenti partecipanti la disponibilità alla autovalutazione/valutazione formativa. Durante gli incontri abbiamo messo a punto una griglia di osservazione che potrà essere utilizzata da qualsiasi insegnante voglia fare questa esperienza TRASFERIBILITÀ

10 È importante avere un linguaggio condiviso che aiuti sia l’osservatore sia l’osservato nel lavoro di riflessione sulle azioni didattiche È necessario fare chiarezza sulle definizioni di stili cognitivi degli studenti, sugli approcci metodologici degli insegnanti, sugli aspetti relazionali e comunicativi docente/alunno Il confronto con i colleghi dello stesso team è fondamentale ai fini della formazione professionale in servizio. È importante avere un linguaggio condiviso che aiuti sia l’osservatore sia l’osservato nel lavoro di riflessione sulle azioni didattiche È necessario fare chiarezza sulle definizioni di stili cognitivi degli studenti, sugli approcci metodologici degli insegnanti, sugli aspetti relazionali e comunicativi docente/alunno Il confronto con i colleghi dello stesso team è fondamentale ai fini della formazione professionale in servizio. PREREQUISITI PER IL LAVORO DI OSSERVAZIONE

11 L’OSSERVAZIONE del lavoro d’aula è stata fatta fra colleghi dello stesso mettendo al primo posto la fiducia nel ruolo neutro dell’osservatore e condivisione dei criteri indicati nella griglia di osservazione (ci vuole molta onestà intellettuale e una buona relazione interpersonale) MODALITÀ DI AUTOVALUTAZIONE DEL LAVORO D’ AULA

12 Lo strumento della videoregistrazione  In questo gruppo non è stato utilizzato perché hanno preferito l’osservazione diretta e la compilazione della griglia.  Alcuni hanno utilizzato la possibilità di osservazione del lavoro d’aula dei docenti di Scuola-Città Pestalozzi Lo strumento della videoregistrazione  In questo gruppo non è stato utilizzato perché hanno preferito l’osservazione diretta e la compilazione della griglia.  Alcuni hanno utilizzato la possibilità di osservazione del lavoro d’aula dei docenti di Scuola-Città Pestalozzi MODALITÀ DI AUTOVALUTAZIONE DEL LAVORO D’ AULA

13 Durante il confronto sulle osservazioni fatte emergono le cose positive e utili come: mettersi in gioco perdere la paura del giudizio la crescita professionale sia da parte dell'osservato che dell'osservatore attraverso un confronto costruttivo la possibilità di ragionare sul metodo, sugli atteggiamenti relazionali, sulle procedure la visione dei bambini/e da un altro punto di vista l’occasione di parlare dei bambini/e Durante il confronto sulle osservazioni fatte emergono le cose positive e utili come: mettersi in gioco perdere la paura del giudizio la crescita professionale sia da parte dell'osservato che dell'osservatore attraverso un confronto costruttivo la possibilità di ragionare sul metodo, sugli atteggiamenti relazionali, sulle procedure la visione dei bambini/e da un altro punto di vista l’occasione di parlare dei bambini/e CONCLUSIONI DOPO IL LAVORO DI OSSERVAZIONE CONCLUSIONI DOPO IL LAVORO DI OSSERVAZIONE

14 RICHIESTE AI COMPONENTI DEL GRUPPO partecipazione attiva disponibilità a mettersi in gioco e confrontarsi condivisione per arrivare ad un prodotto utile anche ad altri abbandono della paura del giudizio altrui considerazione dell’errore come qualcosa di costruttivo disponibilità allo scambio fra colleghi di scuole diverse disponibilità ad accogliere un osservatore esterno al proprio team RICHIESTE AI COMPONENTI DEL GRUPPO partecipazione attiva disponibilità a mettersi in gioco e confrontarsi condivisione per arrivare ad un prodotto utile anche ad altri abbandono della paura del giudizio altrui considerazione dell’errore come qualcosa di costruttivo disponibilità allo scambio fra colleghi di scuole diverse disponibilità ad accogliere un osservatore esterno al proprio team DISPONIBILITÀ ALLA RICERCA-AZIONE

15 Sviluppare la cultura della valutazione, vista come una opportunità di confronto, di ricerca, di collaborazione,di rinnovamento professionale e finalizzata al miglioramento della propria professione, perché questa venga esercitata, non più in solitudine e in maniera statica, ma in continua evoluzione e collaborazione con i colleghi del proprio istituto e magari anche in rete con altri istituti. Realizzare anche forme di tutoraggio fra docenti meno esperti e più esperti, basate sulla progettazione condivisa del lavoro d’aula, accompagnata da un puntuale lavoro di riflessione e di documentazione dell’esperienza. Integrare con appunti di Capialbi. Sviluppare la cultura della valutazione, vista come una opportunità di confronto, di ricerca, di collaborazione,di rinnovamento professionale e finalizzata al miglioramento della propria professione, perché questa venga esercitata, non più in solitudine e in maniera statica, ma in continua evoluzione e collaborazione con i colleghi del proprio istituto e magari anche in rete con altri istituti. Realizzare anche forme di tutoraggio fra docenti meno esperti e più esperti, basate sulla progettazione condivisa del lavoro d’aula, accompagnata da un puntuale lavoro di riflessione e di documentazione dell’esperienza. Integrare con appunti di Capialbi. OBIETTIVO DEL LAVORO

16 il VALORE della PROFESSIONALITÀ DOCENTE va conosciuto (autovalutazione) fatto emergere (valutazione esterna) in un contesto collaborativo (non giudicante) senza premialità selettiva il VALORE della PROFESSIONALITÀ DOCENTE va conosciuto (autovalutazione) fatto emergere (valutazione esterna) in un contesto collaborativo (non giudicante) senza premialità selettiva OBIETTIVO DEL LAVORO

17 Non sono stati sciolti tutti i dubbi che riguardano la valutazione NODI IRRISOLTI

18 Uso della piattaforma multimediale, “CENTRO RISORSE”, messa a disposizione dalla Rete delle tre Scuole Laboratorio, oggi Wikischool, di cui Scuola-Città Pestalozzi fa parte, per comunicare e condividere, anche a distanza, il lavoro del gruppo di studio. http://www.centrorisorse-pestalozzi.wikischool.it/

19 Bibliografia e Sitografia COOPERATIVE LEARNING (diffuso in Italia dagli anni ’90) M. Comoglio, M. Cardoso, Insegnare e apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning, LAS, Roma, 1996; Mario Comoglio, Educare insegnando. Apprendere e applicare il Cooperative Learning, LAS, Roma, 1998. www.apprendimentocooperativo.it, Esplorazione nel sito torinese nello spazio modelli, la premessa chiarisce bene tutte le tipologie di Cooperative Learnig MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA (1951) (aderente al movimento delle scuole freinetiane, FIMEM) Célestin Freinet, Le mie tecniche, La Nuova Italia Ed., Firenze, 1969; C. Freinet, La scuola del fare, (1978), Ed. Junior, Bergamo, 2002; www.fimem-freinet.org; www.mce-fimem.it. Mario Lodi, C’è speranza se questo accade al Vho, (1963) e Il Paese sbagliato, (1970); Mario Lodi, La cooperativa in classe, Coop Italia, Milano 1989. www.apprendimentocooperativo.itwww.fimem-freinet.org Bibliografia e Sitografia COOPERATIVE LEARNING (diffuso in Italia dagli anni ’90) M. Comoglio, M. Cardoso, Insegnare e apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning, LAS, Roma, 1996; Mario Comoglio, Educare insegnando. Apprendere e applicare il Cooperative Learning, LAS, Roma, 1998. www.apprendimentocooperativo.it, Esplorazione nel sito torinese nello spazio modelli, la premessa chiarisce bene tutte le tipologie di Cooperative Learnig MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA (1951) (aderente al movimento delle scuole freinetiane, FIMEM) Célestin Freinet, Le mie tecniche, La Nuova Italia Ed., Firenze, 1969; C. Freinet, La scuola del fare, (1978), Ed. Junior, Bergamo, 2002; www.fimem-freinet.org; www.mce-fimem.it. Mario Lodi, C’è speranza se questo accade al Vho, (1963) e Il Paese sbagliato, (1970); Mario Lodi, La cooperativa in classe, Coop Italia, Milano 1989. www.apprendimentocooperativo.itwww.fimem-freinet.org


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