La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Le confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali Enrico Ivaldi Priore Generale del Priorato delle Confraternite.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Le confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali Enrico Ivaldi Priore Generale del Priorato delle Confraternite."— Transcript della presentazione:

1 Le confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali
Enrico Ivaldi Priore Generale del Priorato delle Confraternite per la Diocesi di Acqui 29 maggio 2008

2 8 aprile 1536 – seconda apparizione della BV Maria ad Antonio Botta
Tu andrai da quelli di Savona e dirai che annuncino al popolo di digiunare per tre sabati, e facciano fare la processione per tre giorni a tutti i Religiosi e Disciplinanti; ed a questi Disciplinanti sia raccomandata la disciplina soprattutto nel giorno del Venerdì Santo. Perché se non fosse per quelle poche orazioni ed opere buone, compiute dalle Confraternite e da altri servi di Dio, il mondo sarebbe ancor più tribolato che non è.” L’8 aprile 1536, l’agricoltore Antonio Botta, abitante nella valle del fiume Letimbro, dove ora sorge il santuario della Madonna della Misericordia di Savona, si recava per la seconda volta all’appuntamento con la Vergine Maria, come preannunciato. Dopo la prima apparizione, il 18 marzo precedente, il messaggio di questa era altrettanto chiaro ed inequivocabile: “Tu andrai da quelli di Savona che ti mandarono a chiedere spiegazioni sul mio primo messaggio, e dirai che annuncino al popolo di digiunare per tre sabati, e facciano fare la processione per tre giorni a tutti i Religiosi e Disciplinanti; ed a questi Disciplinanti sia raccomandata la disciplina soprattutto nel giorno del Venerdì Santo. Perché se non fosse per quelle poche orazioni ed opere buone, compiute dalle Confraternite e da altri servi di Dio, il mondo sarebbe ancor più tribolato che non è.” E in genere, che annuncino a tutto il popolo di emendarsi dalle loro iniquità, e di lasciare i vizi e i peccati: perché il Mio Figliuolo è molto adirato verso il mondo per le grandi iniquità che in esso al presente regnano. E se non faranno questo, la loro vita sarà breve." Io diedi loro tale segno interiore quella sera in cui fosti chiamato alla loro presenza che ti crederanno senza altro segnale". Poi soggiunse: "Tu andrai avanti nella tua vita, ed io ispirerò a molta gente quello che avranno da fare". E detto questo alzò tre volte le mani e gli occhi verso il cielo dando tre volte la benedizione sopra il fiumicello sempre dicendo Misericordia, Figlio, voglio e non giustizia. Poi, scomparve. Ed in quel luogo rimase, per lungo tempo, un grande profumo.

3 Oggi, come allora, è ancora vivo il messaggio di testimonianza cristiana e lo conferma il rifiorire di antiche confraternite, da anni sopite ma mai spente definitivamente, o addirittura la nascita di nuove. Seguendo un invito rivolto a suo tempo dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il nostro Vescovo ha invitato le Confraternite che rinascono a nuova vita a partecipare ad una serie di incontri di formazione utili a comprendere quale è il compito di una confraternita oggi Proprio alle confraternite ed in particolare alla Confraternita del SS Suffragio sotto il titolo di S. Caterina d’Alessandria sono dedicati questi incontri. Seguendo un invito rivolto a suo tempo dal Santo Padre Giovanni Paolo II nell’omelia del Giubileo Internazionale delle Confraternite del 1 aprile 1984, quando Egli auspicava che “nell’urgenza dell’evangelizzazione le Confraternite partecipino direttamente all’opera che la Chiesa compie per portare la grazia di Cristo agli uomini del nostro tempo, prendendo opportune iniziative per la formazione religiosa, ecclesiastica e pastorale dei loro membri”, il nostro Vescovo ha invitato le Confraternite che rinascono a nuova vita a partecipare ad una serie di incontri di formazione utili a comprendere quale è il compito di una confraternita oggi; cinque incontri che costituiscono un percorso di approfondimento di alcuni concetti relativi alla conoscenza della dottrina cristiana con particolare riguardo agli insegnamenti evangelici e allo spirito di fratellanza e di condivisione dei valori cristiani e alla conoscenza della vita e delle opere della fra­tellanza.

4 Corso di Formazione Cinque incontri che costituiscono un percorso di approfondimento di alcuni concetti relativi alla conoscenza della dottrina cristiana con particolare riguardo agli insegnamenti evangelici e allo spirito di comunità e di condivisione dei valori cristiani e alla conoscenza della vita e delle opere della fratellanza.

5 Il ciclo di incontri Giovedì 29 Maggio ore 21
l ruolo delle confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali (Enrico Ivaldi – Priore Generale del Priorato delle Confraternite per la Diocesi di Acqui) Giovedì 26 Giugno ore 21 Storia delle confraternite e dell’associazionismo confraternale nella Diocesi di Acqui (Leonardo Musso – Priore della Confraternita di NS Assunta di Grognardo) Giovedì 17 Luglio ore 21 Condizione giuridica e statuto generale delle Confraternite della Diocesi (Enrico Ivaldi – Priore Generale del Priorato delle Confraternite per la Diocesi di Acqui) Giovedì 25 Settembre ore 21 Catechesi, culto e dottrina: le confraternite all’interno della Vita Cristiana (Don Mario Bogliolo –Pro-Rettore della Basilica dell’Addolorata e Segretario di S. E. Mons. Micchiardi) Giovedì 30 Ottobre ore 21 Tradizioni, funzioni liturgiche e attività della confraternita, regole e norme statutarie della confraternita del SS. Suffragio di Acqui Terme (Lorenzo Ivaldi – Priore della Confraternita del SS Suffragio sotto il titolo di S. Caterina d’Alessandria)

6 Che cosa è una confraternita?
Col nome di “Confraternita”, nella Chiesa Cattolica si intende: una associazione, cioè un gruppo organizzato di persone di ogni età, sesso ed estrazione sociale che cercano di realizzare insieme determinati scopi pubblica perché cerca di realizzare questi scopi in nome della Chiesa (da cui riceve il mandato ufficiale), pubblicamente ed a favore di chiunque (non solamente dei suoi associati); c) composta di fedeli, aperta a ricevere tutti coloro che intendano impegnarsi in questa particolare forma di associazione, per camminare, crescere e migliorare insieme in una esperienza di fede, di bene e di amicizia, che produca effetto per sé e per il prossimo. Le Confraternite sono uno tra i modi più antichi (e non solo cristiani, visto che ci sono Confraternite anche in altre fedi) di associazionismo religioso, dalle peculiarità pressoché uniche e molto originali che le distinguono e le caratterizzano da altri gruppi, dando loro importanti possibilità di azione fatte proprie dalla Chiesa dove hanno quindi raggiunto una precisa collocazione. La forma con cui queste associazioni si sono sviluppate e giunte fino a noi ebbe origine nel Medio Evo come risposta al bisogno di pace e misericordia (questo é anche il motto del loro Movimento, sorto con scopi di penitenza e riconciliazione e subito propagatosi in Europa; in seguito fu diffuso negli altri continenti) di cui quell’epoca, perturbata da tensioni nella società, aveva bisogno. ( e qui lezione di Musso) Ma le Confraternite restano vitali nel tempo rinnovando l’esperienza di fede e di carità che le ha fatte nascere e le fa avanzare da almeno 8 secoli. Ecco perché non é fuori dal tempo parlare anche oggi di associazionismo confraternale, spesso ignorato, travisato, dimenticato o poco conosciuto (addirittura copiato maldestramente da qualche non addetto, con risultati veramente poco “ortodossi”) anche se ha lasciato grandi tracce un po’ ovunque (edifici sacri e non, riti, nomi, oggetti, origine di certe cose e usanze o influenza su di esse, ecc.).

7 Formazione cristiana In una realtà caratterizzata da una presenza sempre minore sul territorio del sacerdote, è necessario che le confraternite agiscano di concerto con i parroci per la formazione cristiana dei loro membri e dei parrocchiani, attraverso l'educazione ad una vita cristiana pienamente inserita nella comunione della Chiesa, con vivo senso di appartenenza alla propria comunità parrocchiale, con intensa partecipazione a tutta la sua attività di evangelizzazione ed alla sua vita liturgica. Se da una parte i Confratelli hanno il diritto di avere dai loro Pastori cura e attenzione per la loro vita spirituale e per la loro vita spirituale e per il raggiungimento dei fini della loro aggregazione laicale, essi debbono dal canto loro essere esemplari nel favorire tutto ciò che riguarda il benessere della comunità ecclesiale alla quale appartengono. Le Processioni, espressione e testimonianza di fede, ed altresì forma popolare di catechesi, non dovrebbero mai essere prevaricate dal folklore locale.

8 Quali sono le finalità della Confraternita ?
“Le finalità delle Confraternite si possono riassumere in tre parole: culto, beneficenza, penitenza. Oggi l’urgenza dell’evangelizzazione esige che anche le Confraternite partecipino più intensamente e più direttamente all’opera che la Chiesa compie per portare la luce, la redenzione, la grazia di Cristo agli uomini del nostro tempo, prendendo opportune iniziative sia per la formazione religiosa, ecclesiale e pastorale dei loro membri, sia dei vari ceti nei quali è possibile introdurre il lievito del Vangelo”. Giovanni Paolo II, Omelia nel Giubileo Internazionale delle Confraternite, 1 aprile 1984 CULTO Esse hanno avuto innanzitutto cura del culto di Dio, di Gesù, di Maria, dei Santi, specie dei Patroni locali, delle Anime del purgatorio, per le quali facevano abbondanti suffragi. (…) La BENEFICIENZA è stata poi praticata secondo gli insegnamenti della Chiesa proposti nelle opere di misericordia spirituale e corporale. (…) La PENITENZA ha pure fatto parte degli scopi delle Confraternite che intendevano curare la formazione e il perfezionamento morale dei propri associati, e implorare la divina clemenza in tempi di gravi calamità naturali e di decadimento dei costumi. (…)

9 Carità La pratica della carità tra i confratelli e verso il prossimo, è uno dei cardini fondamentali dell’attività delle confraternite anche sostenendo le nuove forme di esercizio della stessa. La presenza della confraternita è soprattutto preziosa in quelle Parrocchie, talvolta anche assai piccole, dove essa è l'unica forma di vita associativa cristiana. Durante l’omelia della messa de Sabato Sera nel Cammino Internazionale delle Confraternite a Lourdes nel 150 dell’apparizione della Madonna a Bernadette Mons Brambilla, presidente della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia (ricordare per iscriversi) ha ricordato l’importanza del pellegrinaggio a Lourdes e soprattutto i compiti delle confraternite oggi, viste come testimonianza della fede e servizio nella carità. Come la Madonna appare alla povera Bernadette che non ha quasi di che sfamarsi così anche i confratelli oggi debbono essere attenti alle nuove povertà di oggi, povertà materiali e povertà di spirito: per essere il vero cuore di Cristo è necessario amare il povero e il bisognoso, e questo è il messaggio che i confratelli debbono portare a casa dal giubileo di Lourdes.  Come ha recentemente detto il Santo Padre nell’incontro di Roma del 10 Novembre 2007 “Le Confraternite non sono semplici società di mutuo soccorso oppure associazioni filantropiche, ma un insieme di fratelli che, volendo vivere il Vangelo nella consapevolezza di essere parte viva della Chiesa, si propongono di mettere in pratica il comandamento dell’amore, che spinge ad aprire il cuore agli altri, particolarmente a chi si trova in difficoltà”. Attenzione alle NUOVE POVERTA’ (spirituali e sociali)

10 Suffragio dei defunti Nello spirito originario di appartenenza ad una confraternita, i confratelli devono osservare la partecipazione alla Santa Messa di suffragio in occasione della morte di un Confratello e, quando possibile, di un parrocchiano.

11 Su questa base comune sono cresciuti e continuano
a svilupparsi numerosi fini specifici. Confraternite del Santissimo Sacramento o della Dottrina Cristiana (che si occupano della gestione parrocchiale o dell’istruzione religiosa); della Santissima Trinità (impegnate nell’assistenza ai migranti e al riscatto dalle schiavitù ed emarginazioni); della Morte e orazioni (provvedono ai servizi funebri); del Suffragio (si occupano del suffragio dei defunti) della Misericordia (assistono i malati ed i carcerati); titolate alla Madonna (per la diffusione del Rosario o dello Scapolare o di qualche altro aspetto mariano) a qualche Santo particolare di cui fanno conoscere figura, esempio e devozione nella società, nel mondo del lavoro o in qualche ambiente specifico. Il titolo, e quindi lo scopo, così come anche il colore e la forma dell’abito di una Confraternita non sono casuali né arbitrariamente cambiabili, richiamano un certo tipo di servizio ed i legami (in termine tecnico si chiamano aggregazioni) con altre Confraternite della stessa specie, con una “casa-madre” (precisamente detta Arciconfraternita Madre), con una “famiglia” religiosa (ossia con la comunità composta da tutti coloro che si riconoscono nel nome, nello spirito o nelle opere di un Ordine o Congregazione religiosa della Chiesa Cattolica)

12 Cosa ci vuole per fare una Confraternita?
la consapevolezza, da parte di chi si iscrive, che sta per entrare a far parte di una associazione che ha una precisa ed originale fisionomia. un minimo di impegno costante affinché l’associazione possa funzionare dei fini generali e dei fini peculiari e come realizzarli concretamente uno statuto la consapevolezza, da parte di chi si iscrive, che sta per entrare a far parte di una associazione che ha una precisa ed originale fisionomia. Le Confraternite hanno un grande ideale di base costituito dallo spirito di cristiana fraternità: questo é anche il loro messaggio, il loro metodo di lavoro da usare verso tutti nella realizzazione dei fini associativi, lo strumento col quale “contagiare” il mondo (che ha sempre tanto bisogno di atti concreti e puri di fraternità). Con questa premessa, correttamente attuata, ben presto e con facilità ci si accorgerà che essere Confratello o Consorella non é solo una adesione ad una associazione, ma un ideale ed uno stile di vita, che non si esaurisce nella partecipazione a determinate funzioni, servizi ed impegni, e lega, anche se non ci se ne accorge, a moltissime altre persone distanti solo geograficamente, ma unite dagli stessi intenti; un minimo di impegno costante affinché l’associazione possa funzionare. Lo statuto della Confraternita ne fisserà gli scopi e il modo per attuarli, però non é pensabile che essa possa funzionare solo con le quote di iscrizione dei suoi membri, né che per rimediare in qualche modo alla situazione si prevedano categorie differenziate di iscrizione al solo scopo di incrementare il numero degli iscritti per motivi “funzionali”. Dato quel che c’é da fare e come lo si deve fare, é necessario avere sempre presente che si sta compiendo qualcosa non in nome personale ed a titolo individuale (anche se sono più persone che lo fanno insieme) ma in nome della Chiesa stessa, comunitariamente ed a favore dell’intera comunità (un Confratello, singolarmente considerato, non rappresenta nulla, d’altra parte si deve sentire impegnato, anche con un po’ di legittimo “spirito di corpo”, a far progredire ciò di cui é parte). L’impegno in una Confraternita non é un voto religioso (si tratta di una associazione molto particolare ed originale - intermedia, in certo qual modo, tra clero e laicato - ma è pur sempre una associazione). Tuttavia non può neppure qualificarsi suo iscritto chi vi faccia semplicemente registrare il proprio nome (si può essere iscritti a tantissime organizzazioni ... formalmente), partecipando solo in parte o non sempre alle sue attività. Le Confraternite hanno pur sempre una loro autonomia nel decidere cosa e quanto fare, ma ciò non può scendere al disotto di un “limite di vitalità” (=quando e come farlo) senza il quale non si può nemmeno parlare dell’esistenza di una vera Confraternita; dei fini generali e dei fini peculiari e come realizzarli concretamente (per cui ci vuole anche un po’ di creatività e di originalità). Vi sono nella Chiesa associazioni, distinte dagli istituti di vita consacrata, in cui i laici, i religiosi, o i laici e i religiosi insieme, tendono alla promozione del culto pubblico, della dottrina, di una vita cristiana più perfetta, di opere di apostolato (iniziative di evangelizzazione, opere di pietà o carità, animazione della società secondo lo spirito cristiano, ecc.) con azione comune, segno di uguale dignità di battezzati, senza egemonia o subordinazione ma con l’obbedienza dovuta alla Chiesa, al suo insegnamento, ai suoi pastori. La pratica e l’esperienza confraternale definiscono l’esercizio di questi scopi, vi aggiungono il recupero dello spirito di penitenza e valorizzano i genuini recupero e promozione della religiosità popolare (una delle ricchezze delle Confraternite sono precisi simboli e riti che non sono reperti archeologico - storici ma precise consegne, cioè Tradizione, ossia strumenti per testimoniare e presentare Cristo e introdurne il Suo lievito nel mondo, non di semplici “tradizioni”). Di norma una Confraternita nasce e si sviluppa all’interno di una comunità parrocchiale, e comunque non deve assolutamente dimenticare né sottovalutare l’impegno in essa soprattutto riguardo all’animazione liturgica. D’altra parte una Confraternita offre, per sue struttura e natura, molte potenzialità che devono esserle riconosciute ed impiegate utilmente per affiancare l’azione pastorale della Parrocchia, alla quale, però, non devono contrapporsi o essere serbate per la sola Confraternita o lasciate al loro destino, senza cura. Per naturale conseguenza l’essere ed il sentirsi parte attiva della comunità parrocchiale é collegato indissolubilmente all’essere parte ed al sentirsi uniti alla comunità diocesana. Quanto all’assurdo concetto che finiva per qualificare queste associazioni come enti che lavorano a fianco piuttosto che nella Chiesa, esso va totalmente e reciprocamente abbandonato; uno statuto ossia il documento - base che definisce la fisionomia della Confraternita e fissa le regole a cui attenersi per il suo concreto funzionamento e per consentirle di essere effettivamente in grado di operare a nome della Chiesa e per il bene dei fedeli. Lo statuto deve essere conforme al Diritto della Chiesa e debitamente approvato, ed é necessario anche per regolare i rapporti con la società e le sue istituzioni, poiché, trattandosi di una associazione, essa trova le sue norme di riferimento anche nel Diritto Civile (però, ovviamente, non può partecipare o aderire ad iniziative che esulano dalla sua fisionomia di ente ecclesiale). Lo statuto deve essere proprio di ogni singola Confraternita, da esso deve risultare chiaramente il carattere specifico dell’associazione, ossia la ragione del suo esistere ed operare conformemente allo spirito della fondazione, alla prassi consolidata dal tempo e dalle situazioni, ai frutti che oggi è chiamata a portare osservando i segni dei tempi nonché la sensibilità religiosa contemporanea e le necessità emergenti che interpellano la carità fattiva dei discepoli di Cristo. E’, insomma, necessario ed urgente di riessere concretamente nella Chiesa e nella società di oggi con fatti che non siano solo rievocazione storica fine a sé stessa (se no si finisce per non avere nessuna proiezione nell’attualità); La Confraternita NON é un “obbligo” in più, ma un aiuto per vivere meglio la propria fede!

13 Che cosa rappresenta il Vestirsi con l’abito confraternale ?
Non è una mascherata e nemmeno deve essere un’ostentazione ma un orgoglio di mostrare la propria fede per quello in cui si crede. Mettere la cappa non é un gesto superato, superfluo od inutile, ma segno (ossia SIMBOLO che produce determinati EFFETTI) e testimonianza di una presenza cristiana che ha una definizione ed una collocazione precise La cappa NON può essere sostituita da nessun "surrogato" (medaglia, fascia al braccio o a tracolla La forma con cui si svilupparono le attuali Confraternite ebbe origine nel Medio Evo in risposta al bisogno di pace e misericordia (questo é anche il motto del loro Movimento, sorto spontaneamente con scopi di riconciliazione, subito propagatosi in Europa, diffuso in seguito negli altri continenti) di cui c'era bisogno in quell'epoca perturbata. Coerentemente con lo spirito di mortificazione e di riparazione che fu posto ad origine e che animò le prime forme di associazionismo confraternale, per manifestare pubblicamente il loro impegno di espiazione per i peccati del mondo e di pacificazione sociale i primi Confratelli e Consorelle si vestirono con rozze tuniche di lino o di juta (richiamo alle vesti di penitenza di biblica memoria), che erano le stoffe più comuni e povere dell'epoca; La "cappa", i suoi profondi significati, il suo uso, i riti della sua vestizione, sono tuttora validi e vanno riscoperti, sempre tenuti presenti ed osservati perché sono coessenziali tra loro. E' sbagliatissimo credere che portare la cappa sia semplicemente un uso valido solo fintanto che lo si mantiene, dettato da tradizioni più o meno locali, riservato a limitate circostanze

14 Che cosa rappresenta il Vestirsi con l’abito confraternale ? (2)
Un Confratello da solo non rappresenta nulla perciò egli non può pensare di indossare la cappa solo per una dimostrazione parziale o individuale di attività, né di utilizzarla saltuariamente o comunque arbitrariamente o di usarne una qualsiasi, non propria. Essa é personale, dev'essere conservata con cura e portata con dignità da ogni Confratello e Consorella regolarmente iscritti e solo da essi: pur se può essere un gesto di amicizia o può servire ad avvicinare potenziali "novizi", non si deve farla mettere a chi non é o non é ancora iscritto, solo per incrementare il numero di presenze "in abito";

15 L’abito confraternale deve essere indossato in tutte le funzioni in cui la Confraternita é presente, sia nelle forme solenni di celebrazione (Messe, Officiature ...) che nelle manifestazioni di pietà popolare (processioni, pellegrinaggi ...): NON si tratta di un "accessorio" che indossano solo coloro che portano i simulacri, limitatamente alle processioni, o il cui uso é lasciato all'arbitrio o alla voglia dei singoli iscritti; la cappa é un richiamo, ricorda la veste del Battesimo e quindi la dignità sacra di ogni battezzato e il compito che la Chiesa gli riconosce nell'esercizio del culto liturgico, che dà mandato ufficiale di compiere. Essa é anche richiamo alla fine della vita terrena: i Confratelli defunti venivano (e dovrebbero essere tuttora) rivestiti con la cappa (é un atto assolutamente non anacronistico e mai abrogato da nessuno, anzi fu una delle prime regole ad essere fissata, in segno di uguaglianza davanti a Dio, alla fine della vita terrena che si lascia, lasciando assieme ad essa tutte le distinzioni ulteriori di stato sociale, ecc.): questo lodevole e significativo atto, ove sia stato tralasciato, va seriamente recuperato e meditato. Inoltre la cappa é un continuo invito a proseguire nella via di pietà dei fondatori delle Confraternite, che vollero rivestirsi di quest'abito per devozione, penitenza, impegno di vita migliore, e non solo per semplice tradizione: indossando la cappa, i Confratelli ricordino che si sono rivestiti di Cristo e gli appartengono, non ci deve dunque più essere mancanza di sintonia tra spirito e vita;

16 La cappa L'abito indossato dai Confratelli fu realizzato nella forma a càmice tuttora nota, per richiamare la tunica indossata da Gesù nella Sua Passione Redentrice (la spiritualità confraternale delle origini fu fortemente improntata alla Passione del Signore e per alcuni aspetti lo é tuttora); quando essi definirono la propria struttura, l'abito confraternale (in alcune zone chiamato "cappa", altrove detto "sacco", "veste", ecc.) divenne uno dei principali simboli identificativi, tipici e caratterizzanti di queste associazioni, della loro presenza e dei relativi servizi socio-religiosi, e lo é tuttora.

17 Tabarrini, scapolari, cingoli, stemmi
Alcune parti dell'abito dei religiosi sono passate all'abito confraternale: lo scapolare (cioé lo "stolone" che poggia sulle spalle e pende su petto e schiena, simbolo anch'esso che si é rivestiti di Cristo e sottomessi a Lui), la corona del Rosario o quella dell'Addolorata (dell'Ordine dei Servi di Maria), la cintura di cuoio (anziché il cingolo di corda) dell'Ordine Agostiniano, il mantello (ridotto a mozzetta) richiamo a quello delle tonache (ma, per altro verso, anche alla "cappa magna" di un dignitario non religioso), lo stemma (più precisamente: il "signum", ossia il sigillo) di un Ordine religioso

18 Il cappuccio tutte le cappe dovrebbero avere il cappuccio (anche simbolico, non importa se grande o piccolo, se da usare sempre o no, ma é importante che ci sia e che sia visibile), segno di umiltà e di nascondimento; quando questo è calato sul volto non permette di essere riconosciuti, indicando l'anonimato delle buone opere (nessuno sa perciò chi deve ringraziare per il bene ricevuto) e l'annullamento della differenza di classe sociale (sono accomunati il ricco col povero, l'istruito col meno colto). Oggi il cappuccio calato sul volto dovrebbe essere mantenuto soltanto per le processioni della Settimana Santa E' così stimolata e continuamente richiamata la fedeltà alle esortazioni di Gesù: "Non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra." (alcune cappe hanno perfino una manica più lunga dell'altra per ricordarlo!), nonché: "Guardatevi dal fare le vostre opere buone per essere visti dagli uomini, il Padre vostro che vede nel segreto vi ricompenserà.". Nella simbologia del cappuccio si può notare un ulteriore significato, apparentemente contraddittorio con quanto appena esposto: il cappuccio nasconde la persona, ma questo non avviene per mascherarne l'identità, ma per rafforzare ulteriormente l'annullamento della differenza di classe sociale: dietro il cappuccio ci possono stare tutti e può esserci chiunque, non solo qualcuno che non vuole svelarsi od ha paura o fastidio di farlo.

19 I colori Il Bianco richiama il colore delle prime cappe indossate dai Flagellanti medievali e la purezza del battesimo in Cristo il grigio ricorda la tela grezza, di simile colore, dell'umile saio degli ordini monastici: l'uso di una cappa simile indica le Confraternite (ed i legami tra esse e tale Ordine) sorte al seguito dei "Fratelli e Sorelle della Penitenza" nati dall'esperienza di San Francesco; il rosso é il colore caratteristico della Confraternita della Trinità dei Pellegrini, fondata da San Filippo Neri, ed indica l'effusione dello Spirito Santo ed il fuoco della carità che deve infiammare il cuore di chi é iscritto a questa associazione nell'esercitarne lo scopo il marrone ed il giallo scuro richiamano rispettivamente la tonaca o il mantello dei religiosi dell'Ordine Carmelitano (i cui primi eremiti, e non solo essi, adottavano vesti di tinta affine, tessute con peli d'animale) e indica una Confraternita della Madonna del Carmine; ma questo colore (indipendentemente dall'Ordine religioso di aggregazione) potrebbe anche semplicemente indicare Confraternite nate dal Movimento Penitenziale medievale, i cui primi membri vestivano rudi tuniche di tela di sacco; Essa é innanzitutto uguale per tutti : le differenziazioni, quando ci sono, servono solo per distinguere i superiori dell'associazione

20 I colori (2) l'azzurro é il colore mariano per eccellenza: é il colore del cielo, in cui é già stata assunta la Madonna. il verde é innanzitutto il colore dell'Arciconfraternita di San Rocco e, di conseguenza, delle sue aggregate; esso riprende il colore delle vesti con cui questo santo pellegrino viene effigiato nell'iconografia tradizionale e invita alla speranza durante il pellegrinaggio terreno, prefigurazione di quello verso l'Eternità: il verde simboleggia la stagione della rifioritura, del ritorno della vita, e quindi l'umanità; il nero, il colore simbolico della terra, da cui ha principio la vita, alla quale torna con la morte, é adottato, per questi motivi, dalle Confraternite della Buona Morte ("buona" nel senso cristiano del termine, sia innanzitutto dal punto di vista di una adeguata preparazione ed assistenza spirituale, che da quello del provvedere ai servizi necessari ai diversi atti e situazioni che accompagnano quest'ultimo momento della vita altri colori o combinazioni di colori usati o usabili possono derivare dall'iconografia con cui é tradizionalmente effigiato un Santo Patrono (ad es. il viola del mantello di San Giuseppe, che però potrebbe indicare anche Confraternite penitenziali); dalla carica da evidenziare (ad es. il giallo-oro, colore della solennità, in genere usato per gli ornamenti delle cappe e/o delle mantelline dei responsabili della Confraternita, non importa di che tipo);

21 I cingoli Tutte le cappe sono o dovrebbero essere munite di un cordone per cingere i fianchi: é un richiamo alle funi con cui fu legato il Signore e quindi a sentirsi strinti a Lui, alla Sua legge, e ad avere autocontrollo morale. A volte il cordone ha dei nodi (in genere 3, 5 o 7) che ricordano alcuni momenti della Passione le 3 cadute sulla via del Calvario, le 5 Sante Piaghe del Crocifisso, le Sue 7 effusioni di Sangue Quello che ora é un semplice cingolo, anticamente terminava con dei veri e propri flagelli (= frustini con frange in metallo o pietra), usati pubblicamente dai primi Confratelli (ecco perché venivano detti anche "Flagellanti" o "Battuti") per colpirsi sulla nuda carne per concreto atto di penitenza (per decenza, per non scoprire il busto, essi portavano cappe con un buco sul dorso, qualcuna foggiata così si trova ancora.

22 L’impronta sul lato del cuore un distintivo, detto "impronta", con l'effigie o lo stemma del Santo o Mistero titolare della Confraternita o della relativa "famiglia" (a volte é una croce o un medaglione, attaccato magari al collare, dove si usa). Esso indica che i Confratelli appartengono alla stessa "casàtia" ossia ambito familiare del Santo o Mistero di Fede cui é dedicata la loro rispettiva associazione di appartenenza: il nome "casàccia" con cui venivano anticamente chiamate le Confraternite, ha proprio questo significato.

23 Lampade e mazze processionali
Lanterna portatile issata su un'asta utilizzata durante le processioni per accompagnare la cassa o per il trasporto del SS. Sacramento o del viatico o per accompagnare i defunti. Le lanterne sono spesso a coppia o in più esemplari di numero pari. Le Mazze processionali indicano i superiori delle confraternite oppure servono a mantenere ordinata la processione. Alla sommità dell'asta figura generalmente un pomo con una croce o una statuetta, spesso entro un'edicola, raffigurante il santo patrono o l'emblema della confraternita, della congregazione o della parrocchia.

24 Stendardi processionali
Antichi a Stampa o ricamati Moderni Stampati

25 La partecipazione alle funzioni e la collaborazione (reciproca) con il parroco
I confratelli debbono mantenere rigore ed ordine nel partecipare alle funzioni. In una realtà caratterizzata da una presenza sempre minore sul territorio del sacerdote è necessario che le confraternite agiscano di concerto con i parroci per la formazione dei loro membri e dei parrocchiani, attraverso una intensa partecipazione a tutta le attività di evangelizzazione ed alla vita liturgica, al sostegno delle attività caritative e al suffragio dei defunti.

26 Conclusioni I confratelli, oltre l’aspetto più visibile della partecipazione alle processioni con il “Cristo” innalzato (portato in “crocco”), devono anche impegnarsi in attività di formazione, assistenza cristiana, catechesi, e devozione portando avanti il messaggio di testimonianza cristiana lasciatoci dai nostri padri che, è bene non dimenticarlo, spesso digiunavano e si privavano del poco che avevano per mettere da parte i soldi necessari a partecipare all’incanto per poter portare il “Cristo” o la cassa della Madonna alla Processione del loro paese

27 Le diapositive della serata sono disponibili sul sito internet
alla voce CORSO DI FORMAZIONE Grazie per l’attenzione!


Scaricare ppt "Le confraternite all’interno della comunità parrocchiale: ruoli e compiti istituzionali Enrico Ivaldi Priore Generale del Priorato delle Confraternite."

Presentazioni simili


Annunci Google