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Le creazioni dell’uomo raggiungono ad un certo punto un livello di chiarezza indiscutibile, fino alla costruzione dei sistemi. Dopo di che vengono codificate.

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Presentazione sul tema: "Le creazioni dell’uomo raggiungono ad un certo punto un livello di chiarezza indiscutibile, fino alla costruzione dei sistemi. Dopo di che vengono codificate."— Transcript della presentazione:

1 Le creazioni dell’uomo raggiungono ad un certo punto un livello di chiarezza indiscutibile, fino alla costruzione dei sistemi. Dopo di che vengono codificate e finiscono nei musei. Il che equivale alla loro morte. Finché sorge una nuova costruzione di pensiero, una nuova creazione, la quale rimette tutto in questione. Fermarla è impossibile. Solo le energie individuali possono guastarsi, prima o poi, ma la fine di un uomo non vuol dire la fine dell’architettura. Arrivano le nuove generazioni. Vi salgono sulle spalle senza tanti riguardi e, senza ringraziarvi per l’aiuto, si proiettano in avanti per rilanciare a loro volta più lontano l’idea Le Corbusier

2 … le Scuole Superiori d’ Architettura autonome sono state create per tentare un rimedio alla mancanza di insegnamento unitario, ma in realtà non hanno fatto che riunire, nella nuova sede, le due tendenze originarie, senza riuscire a fonderle armonicamente, e il vizio originale ha, tuttavia, continuato a inficiarne le basi… E. N. Rogers Icar 14: il settore “in”composizione

3 L’ architettura non è Arte astratta, ma positiva, e le sue espressioni non possono prescindere dagli elementi concreti della composizione, dalle condizioni reali intrinseche ed estrinseche dell’edificio … in quanto appare all’esterno agiscono insieme a ragioni intrinseche talvolta anche ragioni estrinseche di grande importanza … nelle moderne tendenze architettoniche si delinea a questo proposito una netta divisione tra l’internazionalismo ed il localismo; il primo che prescinde dall’ambiente il secondo che lo considera essenziale elemento estrinseco della composizione G. Giovannoni L’ architettura non è Arte astratta, ma positiva, e le sue espressioni non possono prescindere dagli elementi concreti della composizione, dalle condizioni reali intrinseche ed estrinseche dell’edificio … in quanto appare all’esterno agiscono insieme a ragioni intrinseche talvolta anche ragioni estrinseche di grande importanza … nelle moderne tendenze architettoniche si delinea a questo proposito una netta divisione tra l’internazionalismo ed il localismo; il primo che prescinde dall’ambiente il secondo che lo considera essenziale elemento estrinseco della composizione G. Giovannoni organismo architettonico: composizioneAmbiente- composizione urbana: sintesi tra architettura ed edilizia Settori disciplinari scientifico artistico architettonico: - aspetti costruttivi, distributivi e formali degli edifici, - edilizia cittadina Settori disciplinari 1932 scientifico artistico storico artistico direttamente architettonico (elementi di architettura-elementi costruttivi BIENNIO caratteri degli edifici, composizione architettonica, edilizia cittadina e arte dei giardini TRIENNIO M. Piacentini … lasciamo la città vecchia dove si trova e costruiamo altrove la nuova STORIA MAESTRO DI BOTTEGA 1933 conferenza sulla formazione dell’architetto Dalla scuola di Roma alle scuole Italiane

4 architettura italiana tra tradizione e innovazione ormai, la Casa del Fascio è un’istituzione tipo, di cui nessun paese o frazione, per quanto piccola, può fare a meno perché è in essa che si concentrano le migliori energie del luogo, in essa si discutono gli interessi collettivi e si trova generosa e cordiale ospitalità: è dalla casa del Fascio, anche se ristretta in una stanzuccia scrostata, che si diffonde lo spirito nuovo dell' Italia attraverso i provvedimenti del Governo fascista; E’ la Casa del Fascio il simbolo di un Regime in antitesi con molti governi del mondo e con tutti i governi del passato. Con l’anno decimo, tutte le località abitate dovrebbero disporre di una spaziosa e serena casa del Fascio. E si desidererebbe che tutte le sedi assumessero una loro inconfondibile fisionomia architettonica tale da farle immediatamente distinguere, senzaa l'aiuto compiacente di scritte o di emblemi. Anche il Palazzo Comunale e la Chiesa sono architetture « tipo»; anche le officine, e fra esse, in particolare, per esempio, le fornaci e gli altiforni, portano impressa nelle loro forme la destinazione funzionale. Eppure non si trovano due Palazzi comunali, due chiese, o due officine, uguali fra di loro, per disposizioni di volumi, per forme, o per misure. Orbene la Casa del Fascio deve distinguersi a distanza, allo stesso modo del Campanile e della Chiesa. E’ ora che si finisca di costruire sedi di organizzazioni fasciste nei vari stili tradizionali come se il Fascismo non fosse che un’umile filiazione di antiche idee politiche e morali,o come se fra l’epoca nostra e quelle dei nostri avi non fossero passati secoli e secoli densi di vicende distruttrici e rinnovatrici. Dobbiamo sentirci orgogliosi del nostro tempo e immedesimarci in esso perché la nostra vita é irrimediabilmente legate al suo sviluppo. Non più Case del Fascio ibride e insignificanti. Mussolini ha ridato perfino alle forme esteriori della gerarchia: perché la casa del Fascio non deve vestirsi di forme architettoniche che di per se stesse siano ambasciatrici della nostra fede? Ci rivolgiamo ai giovani delle Scuole Superiori di Architettura perché è da esse che possono uscire idee originali. Li invitiamo, pertanto a studiare, sin da ora il progetto di concorso che presentiamo, a cercare di risolverlo fuori dagli schemi consuetudinari …

5 A. Concorso per la Casa Littoria di Verona, 2°grado 1941. Arch P. Carbonara, D.Ortensi, G. Roisecco.

6 D. Casa del Fascio di Como 1932, arch. G. Terragni

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9 Ludovico Quaroni, L’altro moderno M. Ridolfi, L. Quaroni, Quartiere Tiburtino, Roma 1950-55 L. Quaroni e altri, Villaggio la Martella, Matera, 1952-54

10 Saverio Muratore, studi per un’operante storia urbana Nell’edificio di Muratori al Tuscolano [1952 ] Evoluzione della casa a schiera 1 -Accrescimento per addizione scala Tipo base 2 –Raddoppio del tipo base 3 –ulteriore accrescimento 4 –elemento di casa in linea ottenuto con l’accoppiamento di due tipi di base raddoppiati 5 –elemento di casa in linea moderna

11 Ernesto Nathan Rogers le presistenze ambientali

12 Giuseppe Samonà necessità di un pensiero scientifico e la responsabilità dell’architetto

13 Aldo Rossi Dall’architettura della città all’autobiografia scientifica

14 La scuola

15 La Triennale del 1973 CONTAMINAZIONI

16 Peter Eisenman Five_la cultura americana e la dimensione “arbitraria” dell’architettura John Quentin Hejduk CONTAMINAZIONI

17 Vittorio Gregotti Direttore di casabella dal dal 1982 al 1996 "Avevo dubbi strazianti se accettare o meno la direzione della rivista", spiega lui. "Poi mi decisi per il sì, pensando a una Casabella che nell' evoluzione si collegasse a quella di Pagano, di Rogers e Persico, che non accettasse di trasformarsi in una rivista d' informazione e al contrario mantenesse vivo il suo ruolo d' opposizione, il suo punto di vista critico rispetto all' insieme della cultura architettonica. Ricordo che appena nominato andai all' associazione degli architetti americani per fare un dibattito sulle riviste d' architettura, e li trovai letteralmente scandalizzati dalla mia filosofia. "Ma scusi, se lei non è d' accordo con un progetto non lo pubblica?", mi domandavano gli americani increduli. "Certo che no", rispondevo. "Perché anche l' esclusione di qualcosa è un modo per informare. Si pubblicano certe cose e non altre, questa è la linea di una rivista". Guidata dalla cometa del moderno, la Casabella di Gregotti rilancia subito la centralità del progetto, dallo schizzo all' esecutivo. Un progetto in apertura e uno in chiusura, uno italiano e uno straniero, in omaggio alla vocazione internazionale della rivista (nel primo numero gli ospiti sono Gino Valle e Alvaro Siza). Poco design, pochissima pubblicità, rifiuto sistematico delle mode, sia che si tratti di architettura disegnata che di sbornia da postmoderno. Una rivista di pratica dell' architettura, insomma, che non frequenta lo star system e non si chiude nella professione, che rifiuta di cedere al consenso anche un grammo della sua identità e cerca semmai il confronto con filosofi, scrittori, sociologhi. Un numero doppio ogni anno, che funge un po' da bilancio e rilancio, e può trattare tanto il tema degli spazi aperti quanto l' opera di Le Corbusier. Pagine rigorose, poco colorate e rese quasi ascetiche dalla grafica di Pierluigi Cerri. Un' aura moraleggiante, una bellezza un po' snob, una lettura non facile per chi non è addentro ai problemi

18 Differenza tra utopia e modello Super studio Monumento continuo Archizoom no-stopcity Vittorio Gregotti, quartiere Zen Palermo Il progetto utopico è sempre accompagnato da una visione circolare, di definitiva sistemazione di tutti i rapporti, è utopia politica e sociale oltre che spaziale, e da questa trae la sua carica di significato progettuale. Al contrario il modello offre la caratteristica di stabilire relazioni finite in un contesto fenomenico specifico senza pretendere di presentarsi come metodo generale…. Costringe l’utopia alla specificità del campo disciplinare, a rientrare nella contesa della storia, a divenire ricerca e ipotesi di lavoro… Vittorio Gregotti 1996

19 Vittorio Gregotti Il territorio dell’architettura

20 La scuola

21 Architettura come modificazione Il tema è ora quello di dare senso e futuro attraverso continue modificazioni alla città e al territorio, a materiali esistenti e ciò implica una modifica dei nostri metodi progettuali che ci consenta di recuperare la capacità di vedere, prevedere e di controllare B. Secchi, 1984 Sezioni del paesaggio italiano. Una ricerca di Gabriele Basilico e Stefano Boeri. Tavagnacco, Art&, 'Temi', 1997

22 Palermo, Zona Espansione Nord 1970 Roma, Corviale, 1972 Napoli, Scampia, 1972 Napoli, Taverna del Ferro, 1980

23 Zona Espansione Nord - abbreviazione: ZEN non c'è ragione no - non c'è ragione quartiere di Palermo - città d'Italia non c'è ragione no - non c'è ragione Zona Espansione Nord - abbreviazione: ZEN non c'è ragione no - non c'è ragione anno quarantatré della Repubblica età industriale, quinta potenza al mondo! Ada balla con me vedrai che cambierà! Chiangi Palermo gloriusa aju la menti tantu confusa na tristizza ranni ni lu cori nascju o ciuriddu cu l'autri ciuri Aprili e maju nni godiu l'oduri cu lu focu di giugno pigghiau focu la barunissa di Carini jera affacciata a lu su balcuni viu viniri na cavallaria Nun c'è spagno nun c'è tirruri chistu e me patri chi veni pi mia a speranza nun finisci mai!... Ada balla con me Ada balla con me!... Zona Espansione Nord - abbreviazione: ZEN non c'è ragione no - non c'è ragione progettazione: all'avanguardia somma espressione dell'urbanistica Zona Espansione Nord - abbreviazione: ZEN non c'è ragione no - non c'è ragione quartiere di Palermo, città d'Italia non c'è ragione no Eduardo Bennato

24 Gli anni della “crisi” La stagione delle archistar Il predominio della tecnica L’ansia descrittiva Il paradigma ecologico

25 L’eredità dei maestri e il recupero della teoria

26 CONTAMINAZIONI

27 Per “effetto farfalla”si intende, nella teoria del caos, l’assioma secondo cui il battito d’ali di una farfalla in Giappone potrebbe provocare un ciclone a Cuba. In questa equazione l’architetto, meno di chiunque altro, non ha parte: né farfalla né ciclone, non può essere né causa né effetto. Il suo unico contributo possibile al caos è di accettare consapevolmente il proprio ruolo tra le fila di coloro che si sono vanamente votati a resistervi. Rem Koolhaas Il punto di vista di Koolhaas si connota come postmoderno; dove il termine non identifica alcuna caratterizzazione stilistica, quanto piuttosto la condizione di pensabilità di una modernità alternativa, più eterogenea e instabile: “seconda chance”offerta alla cultura e all’architettura moderne Marco Biraghi CONTAMINAZIONI

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33 Quartiere Iba, Rem Koolhaa, 1980

34 blocco 4 blocco 6 Chekpoint Charlie

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43 Bibliografia Le Corbusier (1929) “Œuvre complète 1919-1929: introduzione”, ora in Tamborrino R. (a cura di) (2003), Le Corbusier. Scritti, Einaudi, Torino Rossi A. (1966), “Architettura per i musei”, in aa.vv. Teoria della progettazione architettonica, Dedalo libri, Roma Rossi A. (1966) l’architettura della città, Città studi, Milano Rossi A. (1990) autobiografia scientifica, Pratiche, Parma Gregotti V. (1966) “i materiali dell’architettura “, in aa.vva cit. Gregotti V. ( 1993) il territorio dell’architettura, Feltrinelli, Milano Gregotti V. (1980) modificazione, in Casabella n°498/499 Eisenman P. ( 1984) la fine del classico ora in Rizzi R. (2009), Mimesis, Milano Biraghi M. (2013) Storia dell’architettura italiana 1985-2015, Einaudi, Milano


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