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Table ronde 2 Le dialogue social en Europe Mardì 16 juin 2015 Gianluca Mezzadri Responsabile nazionale FP CGIL Professioni sanitarie, Servizi di prevenzione.

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1 Table ronde 2 Le dialogue social en Europe Mardì 16 juin 2015 Gianluca Mezzadri Responsabile nazionale FP CGIL Professioni sanitarie, Servizi di prevenzione e ARPA – Italia – Rapport: “le dialogue social en Italie”

2 Dialogo sociale e concertazione in Europa Il dialogo sociale indica le procedure di concertazione in cui sono implicate le parti sociali al fine di difendere gli interessi dei loro membri. Esso contribuisce all'elaborazione della politica sociale europea. Le organizzazioni delle parti sociali sono infatti impegnate in discussioni, consultazioni, negoziati e azioni comuni condotti a livello europeo, a complemento delle azioni condotte a livello nazionale. Il dialogo è stato avviato nel 1985 dalla Commissione europea ed è stato riconosciuto dall'Atto unico europeo. Il suo funzionamento è stato definito nell'ambito dell'accordo sociale allegato al trattato di Maastricht e ulteriormente integrato al trattato di Amsterdam. Il trattato di Lisbona riconosce l'importanza del ruolo delle parti sociali a livello europeo. L'Unione europea (UE) promuove il dialogo sociale nel rispetto del'autonomia delle parti sociali. Il dialogo sociale europeo può essere di tipo: trilaterale, condotto dalle parti sociali e dalle istituzioni europee. Le parti interessate si riuniscono in occasione del vertice sociale trilaterale per la crescita e l'occupazione; bilaterale, condotto in particolare dalle organizzazioni padronali e sindacali. (fonte: http://europa.eu) 16 Juin 20152Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

3 Concertazione in Italia Con l’istituto della concertazione, i soggetti sindacali possono partecipare all’esercizio delle funzioni pubbliche. La concertazione consente alle organizzazioni sindacali di intervenire sulle politiche del diritto in materia di lavoro e in materia di politiche economiche. La concertazione si realizza con la partecipazione dello Stato come terza parte negoziale, oltre alla tradizionale presenza delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori. La concertazione si afferma come un’esigenza nella stagione politica proporzionale/consociativa ma, poi, viene osteggiata e, spesso, vanificata o aggirata dal successivo sistema politico bipolare maggioritario. 16 Juin 20153Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

4 L’orientamento sindacale in merito alla concertazione Se per altri Sindacati era considerata una politica contrapposta all'idea del confronto e alla pratica del conflitto, per la CGIL la concertazione è sempre stata una somma di regole che guidavano il confronto sulle leggi finanziarie e per la realizzazione della politica dei redditi. In buona sostanza per la CGIL era un metodo, uno strumento: differenza non da poco. La FP CGIL non concordava in pieno con la generalizzazione di questo metodo, in quanto causava un accentramento nazionale delle relazioni sindacali che mal si confaceva con il decentramento delle relazioni. C’era il timore che, a livello decentrato, le relazioni sindacali sfociassero nel consociativismo e, infatti, anche se la FP CGIL pensava che dovessero essere materia di contrattazione pura, in alcuni CCNL pubblici è stata inserita la concertazione su alcuni istituti (ad esempio: orari di servizio, produttività, criteri di progressioni di carriera). 16 Juin 20154Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

5 Differenza tra contrattazione collettiva e concertazione Alla contrattazione collettiva partecipano soltanto le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori Alla concertazione partecipano lo Stato, le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori 16 Juin 20155Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

6 SindacatoIscritti 2014Iscritti attivi 2014 % iscritti su pop. residente Italia % iscritti attivi su pop. attiva Italia CGIL5.616.3402.650.9869,2411,80 CISL4.302.3522.340.1197,0810,42 UIL2.222.6651.344.0393,665,98 TOTALE12.141.3576.335.14419,9828,21 Altri sindacati6.800.0003.800.000 TOTALI ITALIA 2014 Popolazione residente Popolazione attiva 60.782.66822.457.000 Iscritti FP CGIL nel 2014 396.517 Alcuni numeri dei sindacati italiani 16 Juin 20156Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

7 Storia della concertazione in Italia Fin dagli anni ‘70 le più importanti decisioni di politica del lavoro sono state negoziate con le confederazioni nazionali maggiormente rappresentative (CGIL, CISL e UIL). I più importanti accordi: Protocollo Scotti del 22 gennaio 1983 Accordo di San Valentino del 14 febbraio 1984 Protocollo del 23 luglio 1993 Patto per il Lavoro del 24 dicembre 1996 Patto di Natale 22 dicembre 1998 Patto per l’Italia 5 luglio 2002 Protocollo del 23 luglio 2007 16 Juin 20157Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

8 Protocollo Scotti del 22/01/83 Contenuti: Impegni per le parti sociali (partecipazione del sindacato al potere politico dello Stato perché rende evidenti le nuove relazioni paritarie tra potere esecutivo e organizzazioni sindacali nel governo dell’economia) Adozione di provvedimenti legislativi e amministrativi in materia di lavoro (assunzioni obbligatorie, integrazioni salariali, fiscalizzazioni oneri sociali) 16 Juin 20158Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

9 Accordo di San Valentino del 14/02/84 È un rinnovo del Protocollo Scotti e si basa sul principio della predeterminazione del costo del lavoro in relazione alla “inflazione programmata”. Tale accordo non fu firmato dalla CGIL. Il contenuto fu recepito in un decreto legge sul taglio della contingenza (la “scala mobile” che adeguava automaticamente le retribuzioni all’andamento dell’inflazione). I contenuti di questo accordo (e della Legge che lo ha recepito) furono resi definitivi dal referendum del 10/06/85. 16 Juin 20159Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

10 Protocollo del 23 luglio 1993 Viene considerato la “carta costituzionale” delle relazioni collettive e della concertazione futura. E’ incentrato sulla politica dei redditi e il sostegno delle parti sociali alla politica di riforme del bilancio dello Stato imposta dal Trattato di Maastricht. Stabilisce una nuova definizione degli assetti contrattuali: due livelli di contrattazione collettiva (nazionale e aziendale) la durata dei contratti (4 anni per la parte normativa – 2 anni per la parte economica che, nei fatti, sostituisce la “scala mobile”) materie di competenza dei due livelli di contrattazione Introduce l’indennità di vacanza contrattuale. Introduce e disciplina le rappresentanze sindacali unitarie. 16 Juin 201510Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

11 Patto per il Lavoro del 24/12/1996 Mira a favorire il governo attivo delle dinamiche dell’occupazione e a riassorbire la disoccupazione senza innestare spirali inflazionistiche. È un accordo importante che, in linea con gli impulsi provenienti dal livello comunitario, mira a flessibilizzare, con le parti sociali, l’ingessato mercato del lavoro, introducendo, finalmente, il lavoro interinale che da anni era rimasto invano nell’agenda del potere esecutivo. La riforma è attuata con la legge n. 196 del 1997 (Pacchetto Treu) che, oltre al lavoro interinale, flessibilizza la disciplina relativa all’apposizione del termine, dispone incentivi per il part-time, l’apprendistato e inaugura i contratti di riallineamento e i contratti di area. 16 Juin 201511Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

12 Patto di Natale del 22/12/1998 Le parti sottolineano la necessità di definire, nella continuità e nel rispetto delle prerogative e dei diritti costituzionalmente garantiti, una nuova fase della concertazione, finalizzata ad obiettivi di sviluppo economico e di crescita occupazionale. Si comincia a parlare di un’istituzionalizzazione del metodo della concertazione quale canale di raccordo stabile tra ordinamento statale e ordinamento intersindacale. Si stabilisce che le parti sociali saranno competenti a decidere nelle materie di loro stretta pertinenza, sempre che queste deliberazioni non comportino oneri a carico dello Stato, nel qual caso la scelta resta del governo. 16 Juin 201512Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

13 Patto per l’Italia del 5/07/2002 Si impegna ad attuare il “Libro Bianco” che sostiene essere del tutto evidente l’impossibilità del modello concertativo degli anni novanta di affrontare la nuova dimensione dei problemi economico sociali. Perciò si propone di mutuare dall’esperienza europea il “dialogo sociale” che si sostanzierebbe nel metodo in base al quale, in caso di mancato accordo, il governo intende andare avanti d’autorità, prescindendo dalla ricerca di estenuanti unanimismi. Auspica il passaggio dal Welfare State al Welfare to work per promuovere una società attiva. Introduce una forte flessibilità in entrata e una precarizazione spinta dei rapporti di lavoro; non riesce a attuarla in uscita poiché l’abrogazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (obbligo di reintegro) è difeso strenuamente dalla CGIL e dai lavoratori. Sotto il profilo strutturale, il processo che porta alla sottoscrizione del Patto per l’Italia si svolge secondo modalità piuttosto tipiche dei processi concertativi che non del dialogo sociale descritto nel Libro Bianco. Tale accordo non è però stato sottoscritto dalla CGIL, si parla in questo caso di accordo separato. 16 Juin 201513Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

14 Protocollo del 23 luglio 2007 E’ fortemente voluto dal nuovo governo di centrosinistra che ha una maggioranza politica risicata. Tratta di previdenza (attenua gli effetti dell’aumento dell’età pensionabile, introdotto dal precedente governo), lavoro e competitività per l‘equità e la crescita sostenibili Il Protocollo ha superato la verifica del consenso dei lavoratori attraverso il referendum, ex art. 21 dello statuto dei lavoratori. 16 Juin 201514Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

15 Il declino delle relazioni sociali Il governo successivo, forti di consensi elettorali più ampi, pur continuando, in alcuni casi, a dialogare, ha puntato a delegittimare gli interlocutori forti come la CGIL per mettere in crisi l’unità sindacale confederale. Così si è arrivati ai due accordi separati (senza la CGIL): accordo quadro del 22/01/2009 (riforma della contrattazione che diventa triennale e che non prevede più l’inflazione programmata ma l’indice IPCA che è più basso ed è depurato dai costi dell’energia importata) accordo interconfederale del 15/04/2009 che attua il precedente Viene imposta, senza alcun confronto, anche la riforma del pubblico impiego con la Legge delega 15/2009 e il successivo Decreto legislativo 150/2009 (ad opera del Ministro Brunetta): viene stabilità la supremazia e l’imperatività della Legge rispetto ai Contratti, vengono attenuati o cancellati diritti fondamentali e viene ampliata la discrezionalità dei datori di lavoro. 16 Juin 201515Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

16 Anche in virtù della situazione di crisi, si ricompatta il fronte sindacale confederale e si giunge all’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 che sostituisce quanto previsto dal Protocollo del 23 luglio 1993 e dall’accordo interconfederale del 15 aprile 2009. L’accordo prevede: un sistema contrattuale a 2 livelli durata triennale dei contratti collettivi il contratto nazionale stabilisce i trattamenti economico-normativi della categoria aumenti calcolati sul nuovo indice IPCA il contratto nazionale definisce tempi e materie della contrattazione collettiva aziendale sono ammesse alla contrattazione collettiva nazionale le organizzazioni sindacali che abbiano nel settore una rappresentatività̀ non inferiore al 5%, considerando a tal fine la media tra il dato associativo (iscrizioni certificate) e il dato elettorale (percentuali di voti ottenuti alle elezioni RSU su voti espressi) i contratti collettivi debbono essere approvati dalla maggioranza dei lavoratori Il declino delle relazioni sociali 16 Juin 201516Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

17 Foto tratta da: www.lavocedeltempo.it Renzi: “non tratto con i sindacati” 16 Juin 201517Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

18 La situazione attuale Con gli ultimi due governi (Monti e Renzi) la concertazione e il dialogo sociale non vengono più praticati e vengono sistematicamente sostituiti dalla consultazione (qualche volta) o dall’informazione (più spesso). Con questo sistema, sono stati approvati: un paio di riforme del mercato del lavoro, delle quali l’ultima il “job act” ha precarizzato ancor di più il mercato del lavoro ed ha superato l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (in tema di reintegro in caso di licenziamenti illegittimi) la riforma delle pensioni che ha introdotto l’età pensionabile più alta d’Europa e ha lasciato senza pensione centinaia di migliaia di lavoratori 16 Juin 201518Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

19 La situazione attuale Nel frattempo, tutti i governi dal 2010 in poi, rifiutando ogni sorta di dialogo con i sindacati, bloccano: i rinnovi contrattuali di 3.400.000 dipendenti pubblici (contratti scaduti al 31/12/2009, il cui rinnovo è impedito dalla Legge); il prossimo 23 giugno la Corte Costituzionale deciderà in merito al ricorso promosso dalla CGIL gli adeguamenti al costo della vita delle pensioni (bloccato dalla Legge “Salva Italia”del 2011); la Corte Costituzionale ha appena condannato il Governo a risarcire i pensionati 16 Juin 201519Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

20 La situazione attuale L’attuale governo, che non considera i sindacati quali interlocutori al di fuori dei processi di contrattazione collettiva, rifiuta il confronto e sta per attuare riforme importanti (scuola, forze di polizia, enti locali), alimentando lo scontro sociale, poiché viziate da scelte miopi, di parte e non rispondenti alle reali esigenze dei cittadini e dei lavoratori. Oggi, di fatto, gli accordi di concertazione non esistono più, e, in questa fase, si sta lottando contro la distanza che ormai si è prodotta tra la necessità di partecipazione, in termini di proposta, e l'atteggiamento autoritario del governo che vuole invece l'emarginazione del sindacato. 16 Juin 201520Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

21 La situazione attuale In Sanità, la situazione è ancora peggiore, perché, a causa del federalismo introdotto nella Costituzione dal 2001, ci sono almeno 22 approcci diversi nelle relazioni sindacali di secondo livello. In Italia c’è la reale esigenza di tornare subito al dialogo sociale per provare assieme a far evolvere il sistema paese, a estendere i diritti fondamentali e a migliorare le condizioni economiche dei cittadini e dei lavoratori. 16 Juin 201521Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale

22 Foto tratta da sito web Repubblica.it CGIL, in campo per i nostri diritti e per riprendere il dialogo 16 Juin 201522Gianluca Mezzadri - FP CGIL Nazionale


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