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Ciao, il mio nome è Giovanni,

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Presentazione sul tema: "Ciao, il mio nome è Giovanni,"— Transcript della presentazione:

1 Ciao, il mio nome è Giovanni,
ma per tutti sono don Bosco! Sono nato il 16 Agosto 1815 a pochi chilometri da Torino. I miei genitori: papà Francesco e mamma Margherita, sono contadini; ho due fratelli più grandi, Antonio e Giuseppe.

2 Ho deciso di raccontarti chi sono
invitandoti a visitare la mia casa Cortile Cameretta Cucina Alcuni luoghi sono stati per me particolarmente significativi.

3 Questa è la mia casa... Quando mio padre muore, io ho solo due anni e la mamma, oltre a prendersi cura di noi, deve sostituire papà nel lavoro dei campi. E’ una donna forte… Il lavoro nei campi è duro la mamma non ce la può fare da sola. Così insieme coi miei fratelli la aiutiamo...

4 ...mi rimase profondamente impresso nella mente tutta la vita!
La mia cameretta... In questa cameretta,quando avevo circa nove anni ho fatto un sogno strano… ...mi rimase profondamente impresso nella mente tutta la vita!

5 Chi mi comandava queste cose impossibili???
Mi sembrava di essere vicino a casa, in un grande cortile. C’erano molti ragazzi, qualcuno bestemmiava. A sentire quelle parole cominciai a lanciare pugni a destra e a sinistra. In quel momento apparve un Uomo... Non con le percosse, ma con la mansuetudine dovrai conquistare questi ragazzi... Chi mi comandava queste cose impossibili??? Io che avevo solo 9 anni, cosa potevo fare?

6 tu dovrai farlo per i miei figli”.
La risposta: “Sono colui che tua madre ti ha insegnato a salutare tre volte al giorno, il nome chiedilo a mia madre”. Subito apparve una Donna dall’aspetto maestoso. Ero confuso…mi fece cenno di avvicinarmi a lei e mi prese la mano. Mi fece notare che tutti i fanciulli erano fuggiti e al loro posto vidi capretti, cani gatti... Mi disse: “Renditi umile, forte e robusto… quello che vedi succedere a questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli”.

7 Mi voltai e vidi che al posto degli animali feroci apparvero altrettanti mansueti agnelli...
Non capivo niente… chiesi alla donna di parlare in modo chiaro...

8 Solo alcuni anni dopo compresi che nel sogno
Gesù E Maria, mi stavano indicando cosa avrei fatto nella mia vita.

9 La cucina...

10 La cucina era il luogo della familiarità…
Proprio in questo ambiente ho imparato cosa vuole dire la carità…la pazienza…l’amore allo sconosciuto che bussa alla tua porta e chiede del pane... Non solo.. Il Signore era praticamente di casa. Mamma Margherita conosceva a memoria alcuni passi delle Scritture… Non potevamo frequentare il catechismo, così lei stessa ci istruiva nella fede

11 In famiglia imparo una fiduciosa e rispettosa confidenza con Dio
Proprio da qui comincio a costruire quel rapporto semplice e profondo con Dio In famiglia imparo una fiduciosa e rispettosa confidenza con Dio E’ sì l’Onnipotente, ma anche un Dio “quotidiano”, familiare, immerso nelle “faccende di casa”

12 Crescendo, ho poi capito che quel calore materno e paterno che avevo ricevuto da bambino dovevo trasmetterlo a chi non aveva non solo una casa, ma nemmeno una famiglia. Il tempo sembra essere volato durante gli anni della scuola e così sono arrivato a realizzare il SOGNO di ESSERE PRETE

13 Dopo gli studi in seminario, eccomi giovane sacerdote a Torino,
con tanti ragazzi a cui dare un posto per giocare, divertirsi, stare insieme, pregare, cantare… un’impresa difficile che mi è costata tante fatiche e lacrime… ma finalmente un giorno

14 decise così di offrirmi una vecchia tettoia…
Un uomo aveva sentito che stavo cercando un luogo dove radunare i ragazzi… decise così di offrirmi una vecchia tettoia… dopo alcuni lavori di sistemazione il giorno di Pasqua del 1846 finalmente riuscii a portare i ragazzi nel nuovo oratorio!

15 Ogni ragazzo , si sentiva a “casa”.
Attraverso i giochi, le preghiere, la Sacra Scrittura ho cercato di trasmettere tutto quello che mia mamma mi aveva insegnato da bambino. L’amore, il lavoro, la condivisione, la familiarità con Dio e con gli altri, i sogni… Ogni ragazzo che entrava nella tettoia Pinardi poteva trovare tutto questo!

16 Una regola mi ha accompagnato durante tutta questa avventura:
Amare ciò che amano i giovani affinché essi amino poi anche ciò che ama l’educatore.

17 Io e voi insieme verso un cammino di santità!!!
In molti hanno deciso di continuare ad offrire una “casa” ai giovani proprio come ho fatto io prendendo come modello Gesù... In molti altri sceglieranno di portare la gioia, l’allegria, la bellezza dell’incontro con Gesù… Anche tu puoi realizzare i tuoi sogni e aiutare altri giovani come te a realizzarli. Io e voi insieme verso un cammino di santità!!!


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