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Seconda metà dell’800 Quadro storico In ambito filosofico: Positivismo

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Presentazione sul tema: "Seconda metà dell’800 Quadro storico In ambito filosofico: Positivismo"— Transcript della presentazione:

1 Seconda metà dell’800 Quadro storico In ambito filosofico: Positivismo
In ambito letterario: Realismo-Naturalismo- Verismo

2 Principi della poetica verista (teorico L. Capuana)
OBIETTIVITÀ: compito dello scrittore è riprodurre le vicende umane dal vero, per cui la pagina letteraria diventa «documento»; IMPERSONALITÀ: lo scrittore non deve far trasparire la sua presenza e quindi deve astenersi da commenti, lasciare che «il fatto parli da solo»; SCIENTIFICITÀ: il vero va ricostruito con metodo scientifico nelle componenti costitutive che lo determinano (ambiente sociale- ereditarietà- motivi economici) LINGUAGGIO NUOVO : riprodurre il lessico e le cadenze dei personaggi rappresentati (discorso indiretto libero) Rispetto al Naturalismo francese si differenzia per: Il carattere regionalistico Il tono pessimistico

3 Giovanni Verga (1840-1922) la formazione
L’arco della sua esistenza attraversa importanti passaggi storici (il Risorgimento, Unità Nazionale e realtà postunitaria) e letterari (Romanticismo- Scapiglitura – Verismo) Nasce a Catania da famiglia medio borghese e frequente la scuola privata di don Antonino Abate; 1860 si arruola nella Guardia Nazionale è a Firenze è a Milano Rientra definitivamente in Sicilia

4 Le fasi poetiche Tardoromantica I romanzi giovanili Scapigliata
I romanzi pre-veristi scritti per lo più a Milano Verista Da Nedda in poi

5 I romanzi giovanili Amore e patria (1857)
I carbonari della montagna (1862) Sulle lagune (1863) Di ispirazione romantica e patriottica Scarso valore dal punto di vista letterario Forte autobiografismo Stile retorico

6 I romanzi preveristi Testimoniano la sua adesione al gusto tardo- romantico e scapigliato Ambientati nel mondo brillante e corrotto della mondanità cittadina Si caratterizzano per: la predilezione del tema della passione travolgente e fatale; la presenza di donne fatali; la degradazione morale e materiale dei personaggi condannati alla morte Autobiografismo dell’artista sradicato soggetto-oggetto di amori travolgenti I protagonisti sono già tutti «vinti» e c’è una forte polemica contro la società borghese Una peccatrice (1866) Storia di una capinera (1871) Eva (1873) Eros (1875) Tigre reale (1875)

7 La svolta: dichiarazioni di poetica
1874 Introduzione a Nedda Lettera a Paolo Verdura 21 aprile 1878 (annuncia la scrittura di un ciclo di romanzi: «una specie di fantasmagoria della lotta per la vita…dal cenciaiuolo al ministro e all’artista […] sotto il titolo complessivo di Marea») 1878 Fantasticheria 1880 Prefazione a L’amante di Gramigna 1881 Prefazione a I Malavoglia

8 NEDDA (1874) «Bozzetto siciliano» e rusticano (mutano gli ambienti, ma i toni melodrammatici rimandano ancora ai primi romanzi) narra la vicenda attraverso il ricordo (tecnica cinematografica della dissolvenza) Protagonista è un’umile contadina La narrazione dei fatti sostituisce l’analisi psicologica e il dramma interiore La voce narrante è interna al mondo descritto, domina il dialogo diretto

9 Fantasticheria (1878) Narra la visita ad Aci Trezza di Verga e di una sua amica, una nobildonna attratta inizialmente da folklore del paese ma incapace di cogliere i meccanismi e le regole di quel mondo marinaro. Riflessione sulla fatale necessità che lega i pescatori al proprio mondo e destino (ideale dell’ostrica) e loro «caparbietà… eroica» (paragone delle formiche); Anticipazione di alcuni personaggi de I Malavoglia; Accanto ad elementi della vecchia maniera (presenza dell’autore; polemica verso il mondo borghese) vi sono elementi di novità: Scrittura in prima persona e interazione fra personaggi «veristi» e «mondani» Processo di immedesimazione (abbandono della coscienza di superiorità della dama e passaggio dal «noi» al «io»): per poter comprendere «dobbiamo farci piccini anche noi».

10 L’amante di Gramigna (1880)
Riportare sulla pagina un DOCUMENTO UMANO ricostruendo lo sviluppo delle passioni non con scrupolo scientifico ma «mimetico» per cogliere il senso del mistero L’opera d’arte sembrerà essersi fatta da sé: eclissi dell’autore e spersonalizzazione: l’identificazione distaccata con l’ambiente e con l’oggetto; analisi introspettiva Consonanza tra stile e materia del racconto

11 La nuova produzione NOVELLE ROMANZI Vita dei campi (1880)
Novelle rusticane (1883) Per le vie I ricordi del capitano d’Arce (1891) Don Calogero e c. I Malavoglia (1881) Mastro Don Gesualdo (1889) La duchessa di Leyra OPERE TEATRALI Di notevole fortuna tratte dalle novelle, famoso il caso di Cavalleria rusticana

12 Poetica e visione del mondo
Visione pessimistica e conservatrice della vita che lo porta a ritenere: la struttura sociale immobile la vita un’impari lotta contro il destino (darwinismo sociale): la lotta per la sopravvivenza coinvolge tutte le classi sociali, dagli ambienti plebei alle classi più alte, ed ha come unica conclusione la sconfitta di chi tenta di mutare il proprio stato trasformazione economica e sociale, momento inevitabile del progresso umano, come dissoluzione e morte del mondo contadino

13 Perché il mondo degli umili e dei vinti:
La loro miseria consente di rappresentare meglio il meccanismo della lotta per la sopravvivenza La genuinità del loro mondo morale e dei valori esprime la condizione universale dell’uomo e del suo destino di sconfitta

14 Le novelle Vita dei campi Novelle rusticane
Pubblicate a Milano nel 1880 Esaminano la contadinità più che i contadini: il loro mondo nei significati più profondi e simbolici (ambiente mitico, arcaico dominato da passioni violente e primitive); conflitto tra l’individuo «diverso» ed il contesto sociale che lo rifiuta Tema dominante è l’amore Mimesi del linguaggio popolare Tecnica narrativa dell’impersonalità Personaggi e ambienti della campagna siciliana in una prospettiva più amara e pessimistica; fallimento degli ideali risorgimentali Emergono scene di massa Dominio esclusivo dei fattori economici che soffocano ogni sentimento Tecnica narrativa del monologo indiretto libero; descrizione grottesca e dialogo di tipo teatrale

15 PERSONAGGI (Barberi Squarotti)
I Malavoglia (1881): struttura bipolare ed antitetica INTRECCIO Filone narrativo di ‘Ntoni Filone narrativo della famiglia PERSONAGGI (Barberi Squarotti) I paesani: mossi dalla logia dell’interesse economico e dell’egoismo (truffa, raggioro, pettegolezzi) I Malavoglia seguono i valori dell’onore e della laboriosità; due gruppi interni: gli Eneadi seguono la religione della casa e della famiglia , si muovono nell’ambito di un conflitto col destino (Padron ‘Ntoni, Mena e Alessi); gli Ulissidi sono insofferenti del limite imposto dalla tradizione della famiglia si muovo nell’ambito del tragico della coscienza (‘Ntoni e Lia) TEMPO (Luperini) dimensione ciclica (circolare) del ritmo delle stagioni, della pesca e delle feste religiose tempo storico dal 1863 al 1878 (rettilineo) SPAZIO interno, chiuso e immobile del villaggio esterno, indeterminato e minacciso NARRATORE e PUNTO DI VISTA INTERNO Tecnica dello straniamento (i valori ideali proposti dai Malavoglia sono visti dal coro paesano a cui appaiono deformati, ne deriva una visione anti-idillica del mondo arcaico e rurale)

16 I Malavoglia: l’intreccio
AMBIENTE ESTERNO filone narrativo di ‘Ntoni (personaggio inquieto e dinamico) AMBIENTE CHIUSO ed IMMOBILE DEL VILLAGGIO filone narrativo della famiglia Articolato in tre momenti Rottura dell’equilibrio (da pescatori a commercianti); le sventure (perdita economica, della casa e della barca; degli affetti: morte di Bastianazzo etc.); ricomposizione parziale dell’equilibrio Segue un percorso circolare Articolato in tre momenti Servizio militare ; ritorno al paese, contrabbando ed arresto; ritorno e definitivo allonantanametno segue un percorso rettilineo dall’interno del paese verso l’esterno

17 I Malavoglia: la lingua
Il linguaggio è popolareggiante, punteggiato di modi di dire, paragoni, proverbi la sintassi è semplice ed elementare in cui traspare la struttura dialettale siciliana Lessico italiano no dialetto

18 MASTRO DON GESUALDO (1889) Protagonista assoluto è Gesualdo Motta: self made man, individuo epico ed eccezionale che si stacca nettamente dallo sfondo popolato di figure La narrazione è focalizzata sul protagonista: il punto di osservazione dei fatti coincide con la sua visione il livello dell’ambiente si è elevato (il mondo borghese ed aristocratico) anche il narratore si innalza (no effetti corali e di straniamento). strumento narrativo è il discorso indiretto libero mantenendo fedeltà al principio dell’impersonalità La bipolarità e conflittualità è tutta interiore, interna al protagonista: al bisogno di relazioni umane autentiche e ai valori tradizionali (la famiglia, il rispetto, l’onore, la generosità ) si oppongono l’interesse economico, il calcolo cinico, il culto e la religione della «roba» Il pessimismo è assoluto: unico modello di comportamento è la logica dell’interesse economico («tensione «faustiana»: dà l’ «anima al diavolo» pur di avere la «roba» ) Sconfitta esistenziale di Gesualdo


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