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27 MARZO 2015 VENERDÌ - V SETTIMANA DI QUARESIMA UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode.

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2 27 MARZO 2015 VENERDÌ - V SETTIMANA DI QUARESIMA UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Venite, adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte. SALMO 94 Invito a lodare Dio Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13). Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, * il gregge che egli conduce. Ascoltate oggi la sua voce: † « Non indurite il cuore, * come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: * mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione † e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo ». Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Venite, adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte.

3 Inno Protesi alla gioia pasquale, sulle orme di Cristo Signore, seguiamo l'austero cammino della santa Quaresima. La legge e i profeti annunziarono dei quaranta giorni il mistero; Gesù consacrò nel deserto questo tempo di grazia. Sia parca e frugale la mensa, sia sobria la lingua ed il cuore; fratelli, è tempo di ascoltare la voce dello Spirito. Forti nella fede vigiliamo contro le insidie del nemico: ai servi fedeli è promessa la corona di gloria. Sia lode al Padre onnipotente, al Figlio Gesù redentore, allo Spirito Santo Amore, nei secoli dei secoli. Amen.

4 1^ Antifona Sorgi in mio aiuto, Signore. SALMO 34, 1-2. 3c. 9-12 (I) Il Signore salva nella persecuzione Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4). Signore, giudica chi mi accusa, * combatti chi mi combatte. Afferra i tuoi scudi * e sorgi in mio aiuto. Dì all'anima mia: * «Sono io la tua salvezza». Io invece esulterò nel Signore * per la gioia della sua salvezza. Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, † che liberi il debole dal più forte, * il misero e il povero dal predatore?». Sorgevano testimoni violenti, * mi interrogavano su ciò che ignoravo, mi rendevano male per bene: * una desolazione per la mia vita. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Sorgi in mio aiuto, Signore.

5 2^ Antifona Giudica la mia causa, Signore, difendimi con la tua forza. SALMO 34, 13-16 (II) Il Signore salva nella persecuzione Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4). Io, quand'erano malati, vestivo di sacco, † mi affliggevo col digiuno, * riecheggiava nel mio petto la mia preghiera. Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello, * come in lutto per la madre mi prostravo nel dolore. Ma essi godono della mia caduta, si radunano, * si radunano contro di me per colpirmi all'improvviso. Mi dilaniano senza posa, † mi mettono alla prova, scherno su scherno, * contro di me digrignano i denti. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Giudica la mia causa, Signore, difendimi con la tua forza.

6 3^ Antifona Celebrerò la tua giustizia, Signore, canterò la tua lode per sempre. SALMO 34, 17-19. 22-23. 27-28 (III) Il Signore salva nella persecuzione Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4). Fino a quando, Signore, starai a guardare? † Libera la mia vita dalla loro violenza, * dalle zanne dei leoni l'unico mio bene. Ti loderò nella grande assemblea, * ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso. Non esultino su di me i nemici bugiardi, * non strizzi l'occhio chi mi odia senza motivo. Signore, tu hai visto, non tacere; * Dio, da me non stare lontano. Destati, svégliati per il mio giudizio, * per la mia causa, Signore mio Dio. Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, † dica sempre: «Grande è il Signore * che vuole la pace del suo servo». La mia lingua celebrerà la tua giustizia, * canterà la tua lode per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Celebrerò la tua giustizia, Signore, canterò la tua lode per sempre.

7 Se la perfezione ci fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico — sotto di esso il popolo ha ricevuto la legge — che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchisedek, e non invece alla maniera di Aronne? Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge. Questo si dice di chi è appartenuto a un'altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all'altare. E` noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchisedek, sorge un altro sacerdote, che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile. Gli è resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedek. (Sal 109, 4). Si ha così l'abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità — poiché la legge infatti non ha portato nulla alla perfezione — e l'introduzione di una speranza migliore, grazie alla quale ci avviciniamo a Dio. Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; costui al contrario con un giuramento di colui che gli ha detto: Il Signore ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote per sempre. (Sal 109, 4). Per questo, Gesù è diventato garante di un'alleanza migliore. Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo; egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore. Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all'umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno. Responsorio R. Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: * Tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melchisedek. V. I figli di Levi diventavano sacerdoti senza giuramento; Gesù al contrario con un giuramento di colui che gli ha detto: R. Tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melchisedek. V. Ritornate al Signore, vostro Dio: R. egli è buono e perdona. Prima Lettura: Dalla lettera agli Ebrei 7, 11-28 Il sacerdozio eterno di Cristo

8 Nei sacrifici delle vittime materiali, che la stessa santissima Trinità, solo vero Dio del Nuovo e Vecchio Testamento, comandava venissero offerti dai nostri padri, veniva prefigurato il graditissimo dono di quel sacrificio con cui l'unico Figlio di Dio avrebbe offerto misericordiosamente se stesso per noi. Egli, infatti, secondo l'insegnamento dell'Apostolo «ha dato se stesso per noi offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5, 2). Egli è vero Dio e vero pontefice, che è entrato per noi nel santuario non con il sangue di tori e di capri ma con il suo sangue. E questo stava a significare allora quel pontefice che ogni anno entrava nel Santo dei santi con il sangue delle vittime. Questi è dunque colui che in sé solo offrì tutto quello che sapeva essere necessario per il compimento della nostra redenzione, egli che è al tempo stesso sacerdote, sacrificio, Dio e tempio: sacerdote, per mezzo del quale siamo riconciliati, sacrificio che ci riconcilia, Dio a cui siamo riconciliati, tempio in cui siamo riconciliati. Tuttavia come sacerdote, sacrificio e tempio era uomo e solo, perché Dio operava queste cose in quanto uomo. Invece come Dio non era una Persona sola perché il Verbo realizzava le medesime cose con il Padre e lo Spirito Santo. Credi dunque con fede saldissima e non dubitare affatto che lo stesso Unigenito Dio, Verbo fatto uomo, si è offerto per noi in sacrificio e vittima a Dio in odore di soavità; a lui, insieme al Padre e allo Spirito Santo, al tempo dell'Antico Testamento venivano sacrificati animali dai patriarchi, dai profeti e dai sacerdoti; e a lui, ora, cioè al tempo del Nuovo Testamento, con il Padre e lo Spirito Santo con i quali è un solo Dio, la santa Chiesa cattolica non cessa di offrire in ogni parte della terra il sacrificio del pane e del vino nella fede e nell'amore. Nelle antiche vittime materiali venivano significati e la carne di Cristo che egli, senza peccato, avrebbe offerto per i nostri peccati, e il suo sangue che avrebbe versato in remissione dei nostri peccati. In questo sacrificio poi c'è il ringraziamento e il memoriale della carne di Cristo, offerta per noi, e del sangue che lo stesso Dio sparse per noi. Di questo sangue san Paolo dice negli Atti degli Apostoli: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistato con il suo sangue» (At 20, 28). In quei sacrifici si rappresentava con figure ciò che sarebbe stato donato a noi. In questo sacrificio invece si mostra all'evidenza ciò che ci è stato già donato. In quei sacrifici veniva preannunziato il Figlio di Dio che doveva essere ucciso per gli empi, in questo lo si annunzia già ucciso per gli empi, secondo quanto attesta l'Apostolo: «Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito» (Rm 5, 6) e «quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo» (Rm 5, 10). Responsorio R. Voi un tempo eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; ora Dio vi ha riconciliati con il sacrificio del corpo di Cristo, * per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto. V. Dio lo ha stabilito come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, R. per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto. Seconda Lettura: Dal trattato «Sulla fede in Pietro» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo. (Cap. 22, 62; CCL 91a, 726. 750-751) Egli offrì se stesso per noi

9 Orazione Perdona, Signore, i nostri peccati, e nella tua misericordia spezza le catene che ci tengono prigionieri a causa delle nostre colpe, e guidaci alla libertà che Cristo ci ha conquistata. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.


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