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Il ruolo delle Province nella promozione dello sviluppo locale:

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Presentazione sul tema: "Il ruolo delle Province nella promozione dello sviluppo locale:"— Transcript della presentazione:

1 Il ruolo delle Province nella promozione dello sviluppo locale:
Il contesto della programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria integrata. Modello di governance, innovazioni di sistema, strumenti di programmazione Giuliano Barigazzi Assessore sanità e servizi sociali Provincia di Bologna e Torino, 18 – 19 marzo 2009

2 Piano sociale e sanitario regionale approvato da Consiglio regionale (delibera CR n°175/ 2008)
I principi del sistema delineato dal Piano sociale e sanitario regionale La centralità degli Enti Locali e della Regione nella programmazione, regolazione e realizzazione dei servizi sociali, sanitari e socio sanitari La separazione delle funzioni pubbliche di governo (programmazione, regolazione e verifica dei risultati) da quelle di produzione dei servizi e delle prestazioni Il distretto quale ambito ottimale per l’esercizio del governo e per l’organizzazione associata delle relative funzioni amministrative

3 Il modello di governance delineato dal PSSR

4 Il livello regionale Assemblea legislativa regionale e Giunta regionale Consiglio delle Autonomie locali. Di prossima costituzione: organo di rappresentanza, consultazione e coordinamento tra Regione e enti locali (fino a sua costituzione facente funzione CRAL) Cabina di regia regionale per le politiche sociali e sanitarie: luogo di confronto, coordinamento e collaborazione tra Regione e autonomie locali, strumento di confronto anche con ooss e terzo settore. (si avvale del supporto di un Comitato tecnico scientifico)

5 Il modello di governance a livello intermedio CTSS di Bologna e Giunta Nuovo Circondario Imolese

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7 Il modello di governance a livello distrettuale

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9 Il livello distrettuale
PSSR ha affermato un sistema di governance centrato sull’ambito territoriale del distretto. Importante rafforzare il livello distrettuale, sia dal punto di vista gestionale che decisionale. Legge regionale 10/ 2008 auspica che i Comuni sviluppino le Unioni come unica forma associativa per l’esercizio integrale di parte o di tutte le funzioni che richiedono un ambito di governo sovra comunale.

10 Il contesto regionale. Il FRNA
Il programma triennale di avvio del FRNA è stato progressivamente completato : avviato nel 2007 con i servizi dell’area anziani, nel 2008 ampliato ai servizi per le gravissime disabilità acquisite, nel 2008 e nel 2009 esteso ai servizi per i disabili dal 2010 comprenderà anche il segmento residenziale sociosanitario per la salute mentale.

11 Il contesto regionale. Il FRNA
Questo processo è stato realizzato garantendo contestualmente l’obiettivo di un’equa distribuzione delle risorse, assicurando in tal modo la premessa finanziaria per un sistema di garanzie omogeneo in tutto il territorio regionale, che valorizza le responsabilità degli Enti locali nella costruzione della rete a livello di ambito distrettuale, in un quadro di sistema regionale che garantisce regole e finanziamenti omogenei ed equi.  Obiettivo 2009 : assicurare interventi “visibili” e tangibili che facciano percepire i benefici concreti garantiti alla popolazione sia in termini di ampliamento dei servizi e dei beneficiari, che delle tipologie dei servizi e della innovazione, ed anche del contenimento dei costi a carico di non autosufficienti e famiglie. Un maggior impegno nella programmazione, nel monitoraggio e nella verifica è necessario per consentire all’intero sistema regionale di “rendere conto” socialmente dei risultati conseguiti con l’istituzione del FRNA.

12 Il contesto regionale. La salute mentale
Di prossima approvazione il : Piano attuativo regionale per la salute Mentale Rappresenta un importante strumento per innovare e qualificare le politiche per la promozione della salute mentale nella nostra Regione. La politica di salute mentale regionale si articolerà in due sistemi tra loro coordinati , il sistema di comunità ed il sistema di cura, ad entrambi parteciperanno tutti gli attori pubblici e privati definiti dal Piano stesso. Il sistema di comunità sarà coordinato dagli Enti Locali, in quanto titolari di tutte le politiche locali in grado di incidere sulla tutela della benessere sociale e mentale della popolazione di riferimento: politiche scolastiche, sulla famiglia, sul lavoro etc…La scelta di affidare agli Enti Locali il coordinamento del sistema di comunità per la salute mentale è coerente con una visione secondo la quale la salute è un bene la cui tutela prevede oltre ad azioni di cura e riabilitazione, anche attività di prevenzione e promozione che devono trovare il coinvolgimento di tutta la collettività.

13 Il contesto regionale. Accreditamento
Di prossima approvazione il provvedimento della Giunta Regionale, di attuazione dell’art. 23 della lr 4/2008, in materia di accreditamento dei servizi socio-sanitari. L’accreditamento verrà avviato inizialmente per cinque tipologie di servizi socio-sanitari: strutture residenziali per anziani non autosufficienti strutture residenziali per disabili, centri diurni per anziani non autosufficienti centri diurni per disabili assistenza domiciliare.  Successivamente verranno definiti a livello regionale i requisiti anche per gli altri servizi per disabili (comunità alloggio/ gruppi appartamento e laboratori/centri occupazionali) e per le strutture residenziali sociosanitarie per la psichiatria (comunità alloggio e gruppi appartamento).

14 Il contesto regionale. Accreditamento 2
La previsione della fase di accreditamento transitorio, (nella proposta finale sino al 2013) consentirà un percorso dolce e progressivo di raggiungimento degli obiettivi di stabilità e qualificazione del sistema, consentendo ai diversi soggetti gestori di entrare nel sistema dell’accreditamento con la possibilità di gestirne l’impatto.  A partire dal 1 gennaio 2011 partirà il sistema di accreditamento definitivo per coloro che saranno già nelle condizioni di possedere tutti i requisiti organizzativi, funzionali, e gestionali previsti.

15 Il contesto regionale. Accreditamento 3
 Dalla data di approvazione del provvedimento regionale, verrà introdotta novità importante per i nuovi rapporti contrattuali relativi ai servizi : i servizi sociosanitari potranno essere affidati soltanto attraverso l’accreditamento provvisorio, attraverso procedure che garantiscono i principi previsti dalla legge regionale. Tale percorso è previsto per l’attivazione di nuovi rapporti, anche dopo l’avvio dell’accreditamento definitivo. L’accreditamento provvisorio è un istituto di carattere temporaneo che riveste il carattere di un “periodo di prova” terminato il quale con esito positivo transita nell’accreditamento definitivo. A livello territoriale è bene rimarcare il ruolo determinante che i Comuni, in forma associata, sono chiamati a svolgere per l’avvio e la gestione del sistema di accreditamento, valorizzando la funzione di programmazione e di committenza propria dei Comuni, ed evitando confusioni di ruolo rispetto alla gestione dei servizi.

16 Il contesto regionale. Aziende di servizi alla persona
Costituire 49 ASP su tutto il territorio regionale,. Realtà molto composita per dimensione, finalità e caratteristiche.  L’obiettivo dei programmi di trasformazione, affidati ai Comuni, non doveva essere la semplice trasformazione delle ex IPAB, ma una integrale rilettura della rete dei servizi presenti nel Distretto che doveva fare da sfondo alla costituzione dell’ASP come azienda dei Comuni per la produzione dei servizi alla persona nell’ambito territoriale di riferimento. La costituzione di 49 ASP, a fronte di 38 Distretti, con caratteristiche e dimensioni molto diverse, rischia di essere insostenibile all’interno di un sistema regolato dalle norme sull’accreditamento. Emerge anche il rischio che le ASP conservino, in alcuni territori, la tradizionale caratteristica di autoreferenzialità, tipica delle IPAB. La normativa sull’accreditamento ha contenuti e tempi che possono consentire a tutti i distretti di recuperare o riprendere quel deficit di discussione politica e di progettualità sul ruolo delle ASP, che dovrà anche consentirci, a livello regionale, di individuare gli eventuali correttivi da introdurre, quando sarà il momento nelle norme che ne regolano l’attività.

17 Il contesto regionale. Il sistema dell’accesso
Il sistema dell’accesso, basato sulla responsabilità di Comuni e Ausl, è uno degli obiettivi prioritari della Regione Emilia-Romagna. Occorre una coerente e completa integrazione degli sportelli sociali e di quelli sanitari –sportelli unici distrettuali- Per un migliore funzionamento complessivo del sistema, bisogna migliorare due aspetti: ·rendere maggiormente omogenea la rete degli sportelli sociali, che oggi hanno caratteristiche spesso differenti tra di loro ed applicano per l’accesso ai servizi normative disomogenee e spesso neppure formalizzate; ·ritornare a porre l’attenzione sull’attività professionale dei servizi sociali ed educativo-sociale. Molto è stato fatto con la progettazione dell’accreditamento sui requisiti di qualità dei produttori di servizi, ma ancora poco si è riflettuto sulle caratteristiche organizzative che debbono avere i servizi che leggono il bisogno delle persone e del territorio e programmano gli interventi individualizzati.

18 Il contesto regionale. La legge sulle nuove generazioni e l’integrazione delle politiche
Approvata la legge regionale 14/2008 sulle giovani generazioni. Molti investimenti sono stati realizzati nell’area della non autosufficienza, importante ora investire anche nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza, sviluppando le le interconnessioni con le politiche del lavoro per lo sviluppo dell’occupazione femminile e con le politiche che intervengono sulla conciliazione dei tempi di vita. Uno degli obiettivi prioritari del PSSR è rappresentato dalla integrazione delle politiche pubbliche che concorrono a realizzare gli obiettivi di salute e benessere sociale e nello specifico attraverso l’integrazione con: le politiche del lavoro (esperienza progetto PARI, integrazione sportelli sociali-sportelli lavoro…) le politiche abitative (Fondo sociale affitto, gestione patrimonio ERP…) le politiche per il trasporto (trasporto sociale…)

19 Il contesto regionale. Agenzia sociale e sanitaria
Sviluppo dell’area sociale dell’Agenzia sanitaria regionale con funzioni di : Ricerca Formazione Consulenza Per accompagnare il sistema di governance, accreditamento, monitorare le sperimentazioni con particolare riferimento all’ambito del FRNA, sistemi informativi…..

20 Atto di indirizzo e coordinamento triennale
unico per l’intero territorio provinciale Parola chiave: INTEGRAZIONE

21 Atto di indirizzo e coordinamento triennale
Atto di indirizzo e coordinamento triennale , unico per l’intero territorio provinciale comprende: indicazioni strategiche in merito alla integrazione delle politiche tendenze e criticità emergenti dalla lettura del profilo di comunità indirizzi per priorità trasversali indirizzi in materia sociale e sociosanitaria per target di popolazione indirizzi per l’elaborazione della programmazione delle aziende sanitarie (piano strategico dell’Ausl, prevenzione e PAL) modello di governance a livello intermedio e distrettuale strumenti per la partecipazione

22 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità trasversali per il benessere e la salute dei cittadini promozione del benessere e prevenzione in tutti i contesti di vita promozione di un’ottica di genere in tutte le politiche promozione del capitale sociale del nostro territorio partecipazione alla rete Città Sane per la promozione del benessere delle comunità locali innovazione orientata all’inclusione e alla personalizzazione dei servizi Sostegno all’innovazione: ruolo di Cup2000 rafforzamento dell’integrazione a tutti i livelli consolidamento, sviluppo e integrazione dei sistemi di accesso (Rete Sportelli Sociali, Sportelli Unici distrettuali sanitari) L’integrazione è obiettivo strategico fondamentale del prossimo triennio intesa come sviluppo di un sistema di collaborazioni ben definite tra i soggetti pubblici e tra soggetti pubblici e privati in un’ottica di sussidiarietà orizzontale e verticale. In particolare si condivide la declinazione dei diversi livelli dell'integrazione socio sanitaria prevista nel Piano sociale e sanitario e nello specifico la seguente articolazione: l’integrazione istituzionale, che propone la collaborazione fra istituzioni diverse per il conseguimento di comuni obiettivi di benessere; l’integrazione comunitaria, intesa come combinazione tra le politiche generali che incidono sulla qualità della vita; l’integrazione gestionale delle risorse umane e materiali che si colloca fra ed entro i diversi servizi, individuando configurazioni organizzative e meccanismi di coordinamento tra attività sanitarie, a rilievo sociale e sanitario, tali da garantire l’efficace svolgimento delle attività, dei processi e delle prestazioni; l’integrazione professionale, che richiama la necessità dell’adozione di linee guida per orientare e migliorare il lavoro interprofessionale nella produzione di servizi.

23 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Responsabilità familiari, infanzia e adolescenza Sostegno alla genitorialità e alla promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti attraverso: Incremento dei servizi educativi 0-3 anni Interventi di sostegno ai genitori, ai bambini e ai ragazzi (servizi educativi, centri per le famiglie, consultori,neuropsichiatria infantile) Creazione di reti di fiducia tra le persone (progetti di mutuo auto- aiuto, scambi di tempo…) Sostegno alle famiglie in situazione di difficoltà economica e precarietà attraverso interventi in area abitativa, fiscale, del lavoro ad esempio esperienze di microcredito, accordi per sostenere la capacità delle persone e famiglie all’acquisto della prima casa (cfr. progetto mutuability) Sostegno alle famiglie e minori in difficoltà attraverso: Sostegno famiglie d’origine ad esempio attraverso interventi di educativa domiciliare Potenziamento delle comunità di accoglienza e degli interventi di affido progetti sovradistrettuali per alcune tematiche specifiche (pronto intervento o pronta accoglienza per minori, minori stranieri non accompagnati, neonati non riconosciuti ….)

24 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Responsabilità familiari, infanzia e adolescenza Interventi su nuovi bisogni, come i neomaggiorenni in comunità o in affido (fascia di età 18 –21 con difficoltà nella gestione della autonomia); adolescenti con problematiche di tipo psicologico, minori stranieri non accompagnati… Stabilità personale impegnato nei servizi e necessità sviluppo approccio multiprofessionale (équipes territoriali e sovra-territoriali) Sostegno ai minori disabili attuazione della L. 104/92 attraverso la realizzazione di quanto contenuto nell’Accordo di programma provinciale per l’integrazione scolastica e formativa dei bambini e alunni disabili. L’Accordo Quadro, andrà declinato ed articolato negli Accordi Territoriali di ambito almeno distrettuale, concordati ed inseriti nella programmazione dei Piani di Zona, per migliorare il coordinamento tra servizi scolastici, territoriali ed extrascolastici

25 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Responsabilità familiari, infanzia e adolescenza Sostegno al contrasto del disagio scolastico Fenomeno pluridimensionale in aumento, che prende anche le forme dell’abbandono scolastico, sul quale occorre: Consolidare rete di collaborazioni territoriali e provinciali forti (Conferenza Provinciale di coordinamento ex art. 46 L.R.12/2003, Gruppo interistituzionale, tavoli tematici zonali e Conferenze territoriali per il miglioramento dell’offerta formativa) Individuare strategie e linee guida contro l’evasione dall’obbligo scolastico e formativo Potenziare servizi di tutoraggio per adolescenti presso i Centri per l’impiego e presso i centri per di formazione professionale che possono favorire l’accompagnamento dei ragazzi e contrastare la dispersione scolastica e lavorativa

26 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Giovani
Approvata la nuova legge regionale 14/ 2008 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni”: unifica la programmazione e collega le politiche per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani, promuove politiche e interventi integrati, trasversali e intersettoriali promuove interventi di promozione del benessere e di contrasto al disagio, prevenzione, di tutela , di cura Sostegno ai giovani attraverso: potenziamento delle azioni di prossimità di raccordo con la scuola ad es. la promozione di stili di vita sani potenziamento raccordo tra associazionismo, scuola, istituzioni realizzazione di un “portfolio” delle politiche giovanili che possa valorizzare tutte le azioni che su un territorio sono messe in campo per i giovani attivazione a livello provinciale e a livello distrettuale di tavoli tematici giovani

27 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Immigrazione
Immigrazione: realtà in aumento ed in evoluzione Importanza monitoraggio del fenomeno per offrire servizi mirati ed efficaci Uno sguardo ai Paesi di origine: immigrazione e cooperazione allo sviluppo in collaborazione con ONG, sostenere progetti di rimpatrio volontario e ruolo dei migranti quali agenti di sviluppo delle loro comunità di origine Riqualificazione dei servizi: Ripensare il sistema di welfare in chiave interculturale, promuovendo politiche integrate Tutti i servizi devono saper interagire con utenza multiculturale, servizi/sportelli ad hoc solo su target/problemi specifici Rete fra sportelli sociali e sportelli tematici per immigrati Qualificare e potenziare interventi di Mediazione interculturale Promuovere la formazione interculturale degli operatori Informazione sui servizi (accesso e fruizione)

28 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Immigrazione
Inclusione e partecipazione: per una comunità locale solidale ed un accesso equo alle risorse del territorio attraverso: Alfabetizzazione alla lingua italiana: Italiano per adulti, con modalità innovative (didattica per adulti, utilizzo dei mass-media, capillarità sul territorio, coinvolgimento del Terzo settore, dei CTP e dei datori di lavoro) Accoglienza e casa: problemi aggiuntivi per immigrati (diffidenza, pregiudizi…); ampliare range di offerta, sperimentare forme di housing sociale, sostegno all’intermediazione immobiliare; accesso al credito Istruzione, formazione professionale e lavoro per adulti e minori, con attenzione ai temi della dispersione scolastica, dell’orientamento dopo l’obbligo e del supporto all’integrazione nella formazione professionale Politiche di genere: fragilità delle donne (salute riproduttiva, violenza intra- familiare, nuovi disagi legati alla solitudine/abuso di sostanze delle badanti), ma anche rischi specifici degli uomini (infortuni sul lavoro) Seconde generazioni: sostenere e valorizzare l’ essere ‘ponte’ tra mondi diversi, associazionismo e possibilità inserimento lavorativo nei servizi alla persona e privato sociale Partecipazione e rappresentanza politica: diritti di cittadinanza RIQUALIFICAZIONE SERVIZI - Puntare, in modo innovativo e coinvolgendo anche gli altri Assessorati (politiche integrate), al senso di appartenenza, al dialogo, alla conoscenza e fiducia reciproche, all’auto-mutuo-aiuto, alla lotta contro le discriminazioni -esempi target/problemi specifici: consulenza legale, permessi di soggiorno, asilo e rifugio, vittime di tratta, minori stranieri non accompagnati, discriminazione Progetti provinciali: Formazione degli operatori, coordinamento rete locale antidiscriminazione, partecipazione a progetto regionale asilo e rifugio, mediazione culturale nei CIP Problema possibile: la Provincia non ha (ancora?) attivato percorsi di formazione né azioni per il riconoscimento dei crediti formativi e professionali dei mediatori INCLUSIONE E PARTECIPAZIONE Casa - Ampliare range di offerta: Non solo prima accoglienza, non solo ERP, non solo sostegno all’affitto; sperimentare anche l’housing sociale, il sostegno all’intermediazione immobiliare ed all’accesso al credito Alfabetizzazione lingua italiana: Italiano per adulti, con modalità innovative (didattica per adulti, utilizzo dei mass-media, capillarità sul territorio, coinvolgimento del Terzo settore, dei CTP e dei datori di lavoro). Istruzione, FP e lavoro: per adulti e minori, con attenzione ai temi della dispersioni scolastica, dell’orientamento dopo l’obbligo e del supporto all’integrazione nella formazione professionale Politiche di genere: fragilità delle donne (salute riproduttiva, violenza intra-familiare, nuovi disagi di solitudine/abuso di sostanza delle badanti), ma anche rischi specifici degli uomini (infortuni sul lavoro) Seconde generazioni: anche sostegno al loro associazionismo e loro pieno inserimento nei servizi Progetti provinciali: Piano provinciale della lingua italiana, Bando intercultura, Consiglio degli stranieri, progetto di comunità sulle seconde generazioni, Guida on-line ai servizi Problema possibile: La rigidità normativa, le procedure amministrative, le lungaggini burocratiche, ecc. per l’accesso e la permanenza regolare sul territorio: non è un problema solo dei migranti ma anche dei datori di lavoro e delle famiglie che hanno bisogno di assistenti familiari. Azioni possibili: raccordo enti-locali e uffici territoriali del governo per snellire le procedure auspicando il passaggio ai Comuni di una serie di competenze (e risorse) attualmente in capo alle Prefetture-Questure (= progetto ANCI).

29 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Povertà ed esclusione sociale
Sviluppare la rete fra i servizi Maggior sinergia fra: Sportelli Sociali, Centri per l’Impiego, DSM, SERT, Servizi sociali adulti per la presa in carico e gestione degli interventi, condivisione strumentazione informatica e sviluppo azioni di accompagnamento ai servizi per chi ha difficoltà a riconoscere il proprio disagio Considerare la multidimensionalità del bisogno Potenziare capacità di risposta a bisogni primari: casa investire maggiormente su ERP, Contributi per l’affitto, strutture di accoglienza (a bassa soglia di accesso, per emergenza abitativa, …) e lavoro rafforzare il ruolo dei CIP nell’incrocio domanda/offerta di lavoro e arricchire offerta di formazione professionale, transizione al Lavoro (= Borse lavoro e tirocini formativi), lavori socialmente utili. Sostenere i bisogni di salute e benessere socio-relazionale delle persone in condizioni di povertà ed emarginazione sociale grave cui rispondere attraverso: sostegno al volontariato ed associazionismo, educazione alla salute e informazione sull’accesso e uso dei servizi, ampliamento dell’offerta di E-care, FRNA (non solo anziani, ma anche disabili e persone con disagio psichico) e Unità di Strada Attenzione alle problematiche specifiche di alcuni target di utenza con particolare riguardo alla popolazione sinta e rom, ai soggetti in esecuzione penale, alle persone senza dimora… Superamento campi sinti e rom, interventi di reinserimento socio-lavorativo per detenuti ed ex-detenuti, accoglienza e presa in carico dei senza dimora Sviluppare la rete fra i servizi: per la presa in carico e gestione degli interventi, condividere la strumentazione informatica (= avere in tempo reale informazioni sulla persona e sugli interventi già in essere, ciò può agevolare la presa in carico e meglio coordinare azioni ed interventi dei diversi servizi) e sviluppare azioni di accompagnamento ai servizi per chi ha difficoltà a riconoscere il proprio disagio. Considerare multidimensionalità del bisogno: Potenziare capacità di risposta ai bisogni primari, ovvero 1) Casa: investire maggiormente su ERP, Contributi per l’affitto, Strutture di accoglienza (a bassa soglia di accesso, per emergenza abitativa, …). Progetti provincia: Sostegno mutuatari in difficoltà, Agenzia metropolitana per l’affitto 2) Lavoro: rafforzare il ruolo dei CIP nell’incrocio domanda/offerta di lavoro e arricchire offerta di Formazione professionale, Transizione al Lavoro (= Borse lavoro e tirocini formativi), Lavori Socialmente Utili. Progetti provincia:Programma provinciale per l’istruzione, la formazione e il lavoro (condiviso con parti sociali in Commissione tripartita) Senza trascurare i bisogni di salute e benessere socio-relazionale delle persone, cui rispondere attraverso: sostegno al volontariato ed associazionismo (= incrementare reti relazionali di aiuto) educazione alla salute e informazione sull’accesso e uso dei servizi ampliamento dell’offerta di: Servizio E-care, FRNA (non solo anziani ma anche disabili e persone con disagio psichico) e Unità di Strada. Progetti provinciali: Piano Associazionismo. Attenzione a problematiche specifiche di alcuni target di utenza: Superamento campi sinti e rom, interventi di reinserimento socio-lavorativo per detenuti ed ex-detenuti, accoglienza e presa in carico dei senza dimora Progetti provinciali: Sportello info-lavoro carcere, sostegno alla Tipografia del carcere, attività sportive per detenuti, Emergenza Freddo, Dove andare per…

30 Obiettivi ripresi da linee di indirizzo del FRNA 2007/2009
Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area non- autosufficienza Accesso e continuità: consolidamento sportello sociale Garsia, progetti distrettuali dimissioni protette ed emergenze sociali Posti residenziali: posti letto nel triennio 2007/09 (compresi temporanei e di sollievo) Assegni di cura: liste d’attesa a zero, continuità erogazione Assistenti familiari: SAD per accompagnamento e tutoraggio; contributo aggiuntivo 160 € all’assegno di cura Progetto e-Care e progetti territoriali in collaborazione con volontariato Obiettivi ripresi da linee di indirizzo del FRNA 2007/2009 Assegni di cura •mantenere a zero le liste d’attesa per l’ accesso all’ erogazione dell’ Assegno di Cura •garantire la massima continuità nella erogazione dell’ Assegno di Cura.  Assistenza domiciliare -definire un’ offerta di differenti opportunità sociali, socio/sanitarie e sanitarie tra loro coordinate a sostegno della domiciliarità • Sviluppo all’ interno dei SAD di una attività di accompagnamento e qualificazione delle assistenti famigliari (tutoraggio/formazione, consulenza, monitoraggio) •Consolidamento di percorsi di formazione e sostegno ai famigliari con particolare riguardo agli anziani affetti da demenze o alzheimer •Consolidamento e sviluppo dei progetti distrettuali dimissioni protette ed emergenze sociali  Assistenti familiari Attivare il tutoring in tutti i distretti •Creare connessioni tra sportelli sociali e soggetti che gestiscono incrocio domanda offerta di lavoro e trovare soluzioni operative possibili per anziani privi di rete familiare in difficoltà nel gestire autonomamente il rapporto con l’assistente familiare, Ricoveri temporanei e di sollievo •Definire ed applicare criteri di accesso e di gestione omogenei a garanzia dell’ equità di trattamento dei cittadini •Monitorare l’ utilizzo dei posti e dei criteri individuati •ampliamento nel triennio dei posti temporanei e di sollievo.  Centri diurni •Modifica ed omogeneizzazione dei criteri di accesso al servizio che possano prevederne l’ utilizzo in termini modulari •Promuovere sperimentazione maggiore flessibilità e personalizzazione servizio. •progetti rivolti al trattamento delle demenze •Ampliamento nel triennio dei posti in centro diurno, previa valutazione dell’impatto sulla spesa sanitaria.  Strutture residenziali (compreso sollievo) Nel ; nel ; nel , totale 388 nel triennio

31 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Anziani
Partecipazione alla vita pubblica Promuovere vita di relazione e culturale Sostenere le reti sociali Politiche della mobilità attente agli anziani Forme di residenzialità innovativa e solidale tali da favorire vita di relazione e scambio intergenerazionale (condomini solidali, co-housing…) Realizzazione di un sistema integrato di risposta alla cronicità Sviluppo sistema GARSIA Sostegno alla permanenza al proprio domicilio sviluppo di proposte culturali innovative e adeguate alle nuove generazioni di anziani, per promuoverne la vita di relazione e la partecipazione attiva sperimentazione di forme di residenzialità innovativa, tali da favorire la vita di relazione e lo scambio intergenerazionale (es. condomini solidali, cohousing …) politiche dei trasporti e della mobilità attente allo sviluppo di percorsi protetti per la mobilità cittadina e allo sviluppo di alternative al mezzo privato più adeguate alle esigenze e alle condizioni degli anziani.

32 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità area Disabili
1) Rispondere all’evoluzione della figura del disabile (invecchiamento e diversificazione cause insorgenza) e al forte aumento della domanda attraverso: definizione di criteri omogenei per la valutazione dei bisogni e per la definizione di percorsi personalizzati conferma funzione di accesso sportelli sociali: informazione, orientamento, rilevazione del bisogno, segretariato sociale valutazione multidimensionale e definizione del piano individuale di assistenza e di cura; garantire, alle persone con disabilità acquisite, la conoscenza e l’accessibilità delle opportunità e dei servizi disponibili 2) Impegno a sostenere la partecipazione delle persone e delle famiglie alla messa a punto e realizzazione dei progetti di aiuto 3) impegno a sviluppare le forme di collaborazione e di integrazione istituzionale, organizzativa e professionale fra servizi sociali e sanitari indispensabili per rispondere alla complessità dei bisogni con il dovuto approccio multidimensionale e multiprofessionale 4) impegno a rafforzare e consolidare le forme di partecipazione alla programmazione da parte delle associazioni dei disabili e dei loro familiari, tanto a livello zonale / distrettuale che a livello aziendale e provinciale. 5) accompagnare l’inserimento lavorativo e assicurare forte continuità con la formazione SERVIZI Evoluzione della disabilità:meno disabili “tradizionali” e più disabilità acquisite in età adulta o disabili invecchiati all’interno delle strutture; molti soggetti pluripatologici A) Fortissimo aumento della popolazione in carico = ▪     residenzialità (+64,2 %) ▪     semiresidenzialità (+20,6%) ▪     interventi di SAD (+95%) ▪     borsa lavoro (+4,6% fra 2004 e 2006). B) Necessità di un nuovo “identikit” del disabile per garantire a tutti, per qualunque ragione siano portatori di una disabilità, gli stessi diritti. Impegno a definire LINEE DI INDIRIZZO PER I DISABILI, NEL CONTESTO DEL FRNA, ENTRO I PROSSIMI DUE MESI. Utilizzo del Progetto Assistenziale Individuale (come previsto dalla DGR 1206 sul FRNA) per progetti personalizzati e concordati con gli utenti. INSERIMENTO LAVORATIVO Il mutamento del mercato del lavoro significa precarietà anche per i disabili: l’inserimento non è più dato una volta per tutte, ma va “accompagnato”, prevedendo l’eventualità di una conclusione del rapporto lavorativo anche dopo due-tre anni. Formazione e inserimento andrebbero considerati in un continuum che accompagna i giovani, indicativamente, per tutto il periodo fra i 15 e i 25 anni.

33 Priorità area Disabili “Indicazioni e riparto FRNA per lo sviluppo della rete dei servizi per disabili” approvato da CTSS 29 ottobre Approvato da CTSS documento relativo a: “Indicazioni e riparto FRNA per lo sviluppo della rete dei servizi per disabili” Entro il 30 novembre 2008 ciascun distretto dovrà predisporre il proprio Piano per lo sviluppo della rete dei servizi per disabili. I punti chiave delineati : Adeguamento del sistema di accesso, valutazione, presa in carico e accompagnamento secondo i principi di centralità del cittadino, equità di accesso e trattamento, integrazione tra risorse, servizi, prestazioni… Evoluzione della rete dell’offerta In considerazione dell’evoluzione della figura del disabile (invecchiamento e diversificazione cause insorgenza) sarà opportuno ridisegnare la rete dell’offerta diversificandola in conformità con nuove esigenze emergenti, incentrando i cambiamenti su flessibilità e presa in carico integrata per definizione Progetto individuale Consolidamento e riqualificazione interventi socio-educativi ed assistenziali in struttura residenziale (valorizzazione del PAI,attenzione ai bisogni della persona, servizi più flessibili per rispondere all’evoluzione dei bisogni;migliorare continuità presa in carico nelle diverse fasi della vita; definizione di soluzioni “miste” negli interventi residenziali per disabili; equilibrio tra strutture residenziali e servizi diurni)

34 Priorità area Disabili “Indicazioni e riparto FRNA per lo sviluppo della rete dei servizi per disabili” approvato da CTSS 29 ottobre Domiciliarità e nuove opportunità assistenziali, sostegno alle famiglie -messa in rete diverse tipologie di interventi: residenziali di sollievo, sostegno ai care-givers, assistenza domiciliare..) per prevenire ricorso inopportuno alla residenzialità -Consolidamento e riqualificazione interventi socio-educativi e assistenziali in centro diurno -Promozione conoscenza strumenti protezione giuridica -Consolidamento percorsi Dopo di noi e volti alla promozione autonomia di vita per i più giovani -Promozione rete di accoglienza temporanea (posti residenziali e semiresidenziali) per sostegno e sollievo alle famiglie. Risposte all’ emergenza sia di tipo diurno che residenziale -Sviluppo interventi domiciliari e territoriali educativi ed assistenziali ed altre forme di sostegno e consulenza per le famiglie -Garantire erogazione assegno di cura e contributo aggiuntivo 160 euro -Interventi per adattamento domestico Interventi contrasto isolamento sociale volti a favorire partecipazione attiva persone disabili in collaborazione con terzo settore Definizione omogenea criteri e modalità di contribuzione, attesi indirizzi regionali, CTSS ha deciso di avviare un percorso di omogeneizzazione dei criteri di compartecipazione alla spesa e modalità di contribuzione

35 Priorità per particolari classi di patologie
Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità per la programmazione sanitaria Priorità per particolari classi di patologie Oncologiche: prevenzione, screening (cervice, mammella, colon), MMG per promozione di stili di vita corretti, percorsi diagnostici e terapeutici privilegiati per oncologici con tempi attesa ridotti, continuità assistenziale ( messa in rete degli interventi di tutti gli attori: Dip. Oncologico, MMG, ANT, Hospice ecc.), umanizzazione e controllo del dolore, Rete delle Cure Palliative, appropriatezza e sicurezza Cardiovascolari: prevenzione, consolidamento sistema di emergenza,massima integrazione fra regimi assistenziali, percorsi sinergici tra professionisti che operano in contesti diversi Insufficienza renale: prevenzione, piena applicazione di quanto previsto nella pianificazione già concordata Patologie Psichiatriche e da dipendenza: presa in carico anche dei “nuovi” disagi, aumento integrazione con i Medici di Med. Gen.,ampliamento gamma servizi di contrasto alle dipendenze Patologie principali evidenziate dal Profilo di Comunità e/o strategiche per il nostro territorio: Oncologiche:;; documento Cure Palliative approvato da CTSS; non solo eccellenza ma Hub and spoke (v. anche riorganizzazione delle afferenze neoplastiche dell’osso) Cardiovascolari: Carte di Rischio da parte dei MMG (medicina di iniziativa), promozione di stili di vita sani; PS e percorso di emergenza da estendere a tutto il territorio; gruppi di specialisti ospedalieri e territoriali per protocolli comuni Insufficienza renale: Prevenzione Insuff. Renale Progressiva (PIRP prog. RER) per posporre l’ingresso in dialisi degli insuff. Renali (già fatta formazione operatori e modificati referti lab. Deve seguire ulteriore implementazione) Patologie psichiatriche: profonda riorganizzazione del dipartimento e aumento servizi di prossimità e nuovi servizi per policonsumatori e non solo per dipendenti

36 Priorità per particolari classi di patologie
Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità per la programmazione sanitaria Priorità per particolari classi di patologie Infettive: prevenzione, formazione operatori, Piano di Prevenzione e controllo delle infezioni legate all’assistenza,piano AIDS e azioni correlate Ortopediche e traumi: prevenzione, riorganizzazione del sistema di Pronto Soccorso e delle funzioni chirurgiche, percorso “femore”, ricoveri con accessi informatizzati, continuità assistenziale Diabete: prevenzione, piena applicazione del “Percorso Diabete”, valorizzazione del ruolo dell’Infermiere, offerta specialistica appropriata Pneumologiche: prevenzione, percorsi diagnostici terapeutici, assistenza domiciliare in particolare per ossigenoterapia Infettive: mantenimento buona copertura vaccinale per adulti e minori (offerta del vaccino anti HPV utile anche per la prevenzione del tumore del collo dell’utero), da PSSR estensione prevenzione malattie infettive correlate all’assistenza anche alle strutture residenziali e a domicilio Ortopediche e traumi: prevenzione incidenti stradali, sul lavoro, domestici (per questi ultimi anche studi di approfondimento delle proporzioni e dei determinanti del fenomeno), percorso femore definito in modo condiviso importante soprattutto parte riabilitativa, monitoraggio informatizzato t. di attesa per ricoveri anche nelle strutture private Diabete: stili di vita (MMG), Percorso diabete recentemente attualizzato (consegnata a tutti i pazienti nuova scheda-paziente) Infermieri, anche di famiglia, per educazione sanitaria dei pazienti, miglioramento funzioni e offerta ambulatoriale dei centri diabetologici Pneumologiche: consolidamento lotta al tabagismo, completamento e implementazione Protocollo ossigenoterapia domiciliare

37 Innovazione organizzativa e tecnologica
Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità per la programmazione sanitaria Innovazione organizzativa e tecnologica Specialistica amb.: controllo dei tempi di attesa (recente Accordo con OO.SS.),centralizzazione aziendale gestione liste di attesa,rispetto criteri RER per eventuali incrementi di offerta Cure Primarie: nuovo assetto dell’intero sistema, consolidamento Nuclei di Cure Primarie e delle loro forme Avanzate con evoluzione di tutti i professionisti che compongono il nucleo, sviluppo medicina di iniziativa, riqualificazione della Guardia medica e integrazione con i Medici di Medicina Generale Rete Ospedaliera: individuazione funzioni e ruolo degli ospedali, umanizzazione, integrazione intra, interdipartimentale ed interaziendale,trasparenza dei criteri di accesso ai ricoveri, ruolo della post acuzie tra ricovero e domicilio Specialistica ambulatoriale : protocollo urgenze (h 24 e 7gg), Agende Sempre Aperte, agende riservate per i Nuclei di CP (già iniziate le sperimentazioni), Lista di attesa informatizzata, SMS reminder, gruppi di lavoro di specialisti per appropriatezza (già licenziati i primi protocolli). Cure Primarie: aumento della copertura oraria negli ambulatori di Nucleo (inviata ai cittadini lettera di comunicazione della possibilità di rivolgersi per urgenze anche agli altri MMG del nucleo in cui è inserito il proprio MMG) medicina di iniziativa (carte di rischio cardiovascolare, monitroraggio diabetici ecc.) rilancio Guardia Medica ed eventuale integrazione con MMG per ulteriore copertura oraria degli ambulatori, previsti collegamenti tecnologici tra le sedi di guardia e con i MMG (v. documento approvato in CTSS “Strategie per lo sviluppo delle Cure Primarie nell’Ausl di Bologna”)

38 Innovazione organizzativa e tecnologica
Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità per la programmazione sanitaria Innovazione organizzativa e tecnologica Dip. Salute Mentale: specializzazione e integrazione distrettuale, presenza attiva in tutte le articolazioni della collettività locale, Piano per le emergenze psichiatriche a Bologna Dip. Sanità Pubblica : nuove competenze correlate ai nuovi rischi, Piano della Prevenzione RER, epidemiologia e promozione della salute Inn. Tecnologica: stabilizzazione e/o completamento dei progetti del Piano Telematico Regionale (SOLE, RIS, PACS, reti orizzontali), particolare nota per Laboratorio Unico Metropolitano e Trasfusionale Unico Metropolitano. Governo Clinico: rischio biologico, infezioni ospedaliere, rischio farmacologico, buon uso del sangue Dip. Salute Mentale: previsto un dirigente referente DSM in ogni distretto come interlocutore complessivo del dipartimento, non solo della sua area specifica Dip. Sanità Pubblica: il DSP ha già delineato localmente le priorità previste dal Piano Regionale Inn. Tecnologica: SOLE ha già il 60% dei MMG collegati e sono attivi laboratorio e radiologia (anche di Aosp e a breve di IOR); le reti orizzontali (dei MMG e PLS tra di loro e non con le aziende come SOLE) si stanno progettando secondo il modello regionale; Governo Clinico: è direttamente in capo all’alta direzione aziendale che sta predisponendo gli strumenti operativi

39 Atto di indirizzo e coordinamento triennale: Priorità per la programmazione sanitaria
Formazione e Ricerca in accordo con le indicazioni presenti nel Piano Sociale e Sanitario Regionale: Formazione: massimo impegno per accrescere le competenze degli operatori in fatto di integrazione e multidisciplinarità Ricerca: sottolineato valore della ricerca “traslazionale” (trasferimento delle nuove acquisizioni nella pratica clinica), sviluppo di nuove competenze correlate alle nuove tecnologie Il PSSR raccomanda implementazione delle iniziative formative per acquisire: - sia le competenze sull’efficacia delle nuove tecnologie -sia le capacità valutative sulle ricadute cliniche e organizzative della loro introduzione nelle nostre strutture sanitarie.

40 Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale
di durata triennale sostituisce il Piano sociale di zona rafforzandone il raccordo con il Piano per la salute contenuto nell’atto di indirizzo triennale della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria fa riferimento al profilo di comunità, comprensivo dell'analisi dei bisogni della popolazione del territorio individua, in coerenza con l'atto triennale della CTSS, le priorità strategiche di salute e di benessere sociale nelle diverse aree d'intervento: sociale, sociosanitaria, compresa l'area della non autosufficienza, sanitaria relativa ai servizi territoriali definisce la programmazione finanziaria triennale relativa agli interventi sociali, sociosanitari e sanitari specifica le integrazioni, e i relativi strumenti, con le politiche che concorrono a realizzare gli obiettivi di benessere sociale e salute individuati verifica l’attuazione del programma di trasformazione delle Ipab in ASP ed i risultati conseguiti rispetto a quelli attesi, nonché il suo eventuale adeguamento.

41 Le politiche di welfare come motore di sviluppo locale
Il nuovo sistema di welfare che si sta definendo costituisce una risorsa fondamentale per fronteggiare la crisi economica in atto e che produrrà maggiori fattori di rischio e vulnerabilità sociale. Occorre porre al centro della azione di governo la necessità di investire e potenziare il sistema di protezione sociale attiva poiché è lo strumento che permette alle nostre società di innovare, sperimentare, rischiare, pur mantenendo un quadro di diritti e di reti di protezione che consentono ai cittadini e alle imprese di ritrovare la necessaria fiducia di cui necessita l’economia. Le politiche di welfare di cui abbiamo necessità sono politiche attive, promozionali che devono concretizzarsi in processi di rafforzamento delle competenze e capacità dei singoli e delle organizzazioni di accedere alle risorse e alle opportunità del territorio e di crearne delle nuove. Il welfare come motore di sviluppo complessivo, quindi anche motore di sviluppo economico potrà dispiegare le sue potenzialità se le politiche di integrazione diventano riferimento e orizzonte nella costruzione delle politiche pubbliche in generale.


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