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Rapporto sulla Negoziazione Sociale 2014 in Lombardia Andreaa Craciun, Giulio Mancini, Francesco Montemurro. Lombardia, giugno 2014 Spi CGIL: Claudio DossiIres.

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1 Rapporto sulla Negoziazione Sociale 2014 in Lombardia Andreaa Craciun, Giulio Mancini, Francesco Montemurro. Lombardia, giugno 2014 Spi CGIL: Claudio DossiIres Lucia Morosini: Francesco Montemurro Coordinamento a cura di: Fnp CISL: Mario Clerici Uilp UIL: Giovanni Tevisio

2 Le recenti trasformazioni economiche e sociali Variazione tendenziale di alcuni indicatori della crisi strutturale in Lombardia. Anni 2011-2014. Fonte: elaborazioni su dati Istat, Inps e Unioncamere. Le imprese attive in Lombardia risultano in flessione di 1.629 unità nel 2014 rispetto al 2013, divario che sale a ben 9.151 imprese “chiuse” se si prende invece a riferimento l’anno 2012. Sono ben 272milioni le ore di CIG autorizzate dall’Inps durante il 2014 un valore prossimo alle peggiori prestazioni registrate tra il 2009 ed il 2010. Nel 2014 il tasso di disoccupazione si attesta all’8,2%; rispetto al 2011 l’incidenza dei soggetti in cerca di lavoro rispetto alla forza lavoro è cresciuta di ben 2,5 punti percentuali. Record negativo per il tasso di disoccupazione giovanile nel 2014 il 31,2%.

3 Le recenti trasformazioni economiche e sociali Per il 2014 una prima, seppur debole, inversione di segno per quel che riguarda il Pil regionale, stimato in crescita dello 0,2%. Positivi, in prospettiva, anche i dati relativi ai consumi delle famiglie che si riporteranno su un sentiero di crescita più marcata (+1,8% nel 2015) In base alle previsioni, grazie anche all’euro debole e alla vivacità della domanda mondiale, l’export lombardo continuerà a rafforzarsi crescendo del 5,8% nell’anno in corso e del 6,2% nel 2016. Lo scenario, particolarmente critico, del mercato del lavoro descritto dai dati Istat fino al 2014, sembrerebbe acquisire nuova vitalità nel triennio successivo: il tasso di disoccupazione dovrebbe infatti scendere entro il 2017 al 6,5%. 20132014201520162017 prodotto interno lordo-0,10,21,321,9 saldo regionale (% sulle risorse interne)20,32222,822,322,5 domanda interna (al netto var. scorte)-2,8-0,31,31,51,8 consumi finali interni-2,30,41,30,91,1 -spesa per consumi delle famiglie-2,80,71,81,21,4 -spesa per consumi delle Ap e delle Isp-0,3-0,8-0,6-0,4-0,1 investimenti fissi lordi-4,9-2,91,44,24,4 importazioni di beni dall'estero-3,22,37,97,46,1 esportazioni di beni verso l'estero-0,11,75,86,24,9 rapporti caratteristici (%) tasso di occupazione42,842,742,642,943,2 tasso di disoccupazione88,28,17,46,5 tasso di attività46,646,546,446,346,2 unità di lavoro (var. %)0,60,20,60,91,1 reddito disponibile-0,30,61,6 1,9 Lombardia: scenario di previsione al 2017 (var. % su valori concatenati 2010 ove non altrimenti specificato) Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015, elaborazioni provvisori.

4 Le tendenze nella negoziazione sociale in Lombardia a)la maggiore articolazione dei temi trattati, attraverso la graduale trasformazione delle piattaforme sindacali da generali-rivendicative a specifiche-propositive; b)il progressivo coinvolgimento dei piccoli comuni nella negoziazione (pur con l’eccezione del 2013 e in parte del 2014); c)il tentativo di raccordare con più efficacia rispetto al passato, la negoziazione sociale a livello comunale con la concertazione di livello regionale, nella prospettiva di migliorare il coordinamento territoriale delle politiche e degli interventi Tra il 2009/2014, gli Accordi si sono caratterizzati soprattutto per: Le azioni di negoziazione sociale con gli enti locali sono state sollecitate e accompagnate dall’introduzione di un nuovo sistema – regionale - di relazioni sindacali, con la partecipazione di Anci e Legautonomie della Lombardia e di Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil Regionali, già dai primi anni duemila. Tale cornice istituzionale ha portato alla sottoscrizione di alcuni accordi quadro, di indirizzo per gli enti territoriali e le azioni di contrattazione sociale, e in particolare alla sottoscrizione degli accordi del 2004, 2006, 2009, 2013 e 2014. Le azioni di negoziazione sociale con gli enti locali sono state sollecitate e accompagnate dall’introduzione di un nuovo sistema – regionale - di relazioni sindacali, con la partecipazione di Anci e Legautonomie della Lombardia e di Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil Regionali, già dai primi anni duemila. Tale cornice istituzionale ha portato alla sottoscrizione di alcuni accordi quadro, di indirizzo per gli enti territoriali e le azioni di contrattazione sociale, e in particolare alla sottoscrizione degli accordi del 2004, 2006, 2009, 2013 e 2014.

5 Le tendenze nella negoziazione sociale in Lombardia 28 luglio 2014, CGIL, CISL e UIL, SPI, FNP, UILP della Lombardia hanno incontrato l’Assessore Regionale alla Famiglia, solidarietà sociale e volontariato e i tecnici dell’Assessorato. Condiviso l’obiettivo di confermare anche per il 2014 l’ammontare complessivo di euro 70.000.000 da destinare al Fondo Sociale Regionale. Si è deciso inoltre di mantenere invariati i criteri di assegnazione delle risorse; queste ultime verranno impegnate per la realizzazione di servizi e interventi sociali territoriali, oltre ad essere agganciate all’applicazione del nuovo Isee. 26 settembre 2014, occasione in cui le OO.SS. e la Regione Lombardia si sono accordate sulla Riforma del servizio sociosanitario. Entrambe le parti dichiarano in quella sede di condividere le azioni portate avanti in tema di sistema sanitario lombardo. 7 gli obiettivi dell’accordo: Nel 2014 il processo negoziale a livello regionale si è intensificato:  governance del sistema  educazione, prevenzione e informazione:  il necessario riequilibrio del sistema verso il territorio  il rapporto pubblico-privato:  investire sul lavoro e la professionalità:  la compartecipazione alla spesa sanitaria e sociale

6 Le tendenze nella negoziazione sociale in Lombardia 26 settembre 2014, nello specifico per quel che riguarda l’integrazione socio-sanitaria e domiciliarità: Nel 2014 il processo negoziale a livello regionale si è intensificato: Rilanciare una programmazione tesa all’integrazione efficace delle risorse per soddisfare i bisogni complessivi degli utenti nei diversi ambiti territoriali lombardi; la piena valorizzazione secondo gli effettivi bisogni, dei servizi ADI, SAD, ADP, che permettono alle persone in situazioni fragili di rimanere presso il proprio domicilio; la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi, come l’infermiere di famiglia, con l’obiettivo di dare adeguate risposte ai bisogni. Nel quadro del riordino complessivo, si attuerà una adeguata rimodulazione al rialzo delle quote attualmente riconosciute a carico del servizio sanitario del costo di ricovero in regime di residenzialità, correlata alla individuazione di costi standard di gestione e funzionamento per l aparte c.d. alberghiera, a una corrispettiva e proporzionale riduzione della parte a carico dell’assistito/famiglia e a un efficace controllo della determinazione delle rette. Rilanciare una programmazione tesa all’integrazione efficace delle risorse per soddisfare i bisogni complessivi degli utenti nei diversi ambiti territoriali lombardi; la piena valorizzazione secondo gli effettivi bisogni, dei servizi ADI, SAD, ADP, che permettono alle persone in situazioni fragili di rimanere presso il proprio domicilio; la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi, come l’infermiere di famiglia, con l’obiettivo di dare adeguate risposte ai bisogni. Nel quadro del riordino complessivo, si attuerà una adeguata rimodulazione al rialzo delle quote attualmente riconosciute a carico del servizio sanitario del costo di ricovero in regime di residenzialità, correlata alla individuazione di costi standard di gestione e funzionamento per l aparte c.d. alberghiera, a una corrispettiva e proporzionale riduzione della parte a carico dell’assistito/famiglia e a un efficace controllo della determinazione delle rette.

7 Le tendenze nella negoziazione sociale in Lombardia L’Assessore alla Famiglia Solidarietà Sociale e Volontariato ha mostrato ai rappresentanti dei Sindacati, in data 7 novembre 2014, il “Programma operativo regionale per il fondo nazionale per le non autosufficienze 2014”. Nel 2014 il processo negoziale a livello regionale si è intensificato: Rispetto al 2013 è stato deciso un aumento del buono mensile da 800 euro a 1.000 euro, aiuto economico che serve a compensare le prestazioni di assistenza e monitoraggio assicurate dal caregiver familiare. E’ stato anche riproposta l’erogazione di voucher mensili per interventi sociosanitari: voucher fino ad un massimo di 500 euro per minori per acquisto di prestazioni nell’ambito di progetti a carattere educativo/formativo, e voucher di base in regime ADI di euro 360 per il monitoraggio delle condizioni di salute ed eventuali prestazioni di riabilitazione previste nel Progetto Individuale di Assistenza. L’accordo del 16 dicembre 2014, è stato finalizzato alla condivisione delle linee di indirizzo per la programmazione sociale 2015-2017 e per il riparto delle risorse del Fondo Nazionale Politiche Sociali – 2014. E’ stato deciso un aumento del buono mensile da 800 euro a 1.000 euro, aiuto economico che serve a compensare le prestazioni di assistenza e monitoraggio assicurate dal caregiver familiare. Riproposta l’erogazione di voucher mensili per interventi sociosanitari: voucher fino ad un massimo di 500 euro per minori per acquisto di prestazioni nell’ambito di progetti a carattere educativo/formativo, e voucher di base in regime ADI di euro 360 per il monitoraggio delle condizioni di salute ed eventuali prestazioni di riabilitazione previste nel Progetto Individuale di Assistenza.

8 Le tendenze nella negoziazione sociale in Lombardia Nel 2014 gli accordi complessivamente siglati da Spi-Fnp-Uilp risultano 402, di cui 366 sottoscritti con i Comuni, 14 con i Piani di zona, 10 con le Asl (per la gestione dei servizi socio-sanitari), 4 con la Regione Lombardia e con le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), 2 con l’associazione nazionale dei comuni (Anci) e con il Consiglio di rappresentanza dei comuni della provincia di Lecco. ACCORDICOMUNIASL PIANI DI ZONA RSACDR totale generale Bergamo21 Brescia110 MB23225 Como26127 Cremona10111 Lecco225229 Lodi99 Mantova42244 Milano101112 Pavia38745 Sondrio0268 Varese55 TOTALE parziale366101442396 Regione 4 Anci 2 TOTALE DEFINITIVO 402 Rispetto agli anni precedenti la negoziazione sociale in Lombardia nel 2014 si distingue per la significativa presenza degli accordi “cornice” (siglati con la Regione Lombardia e l’Anci) per la programmazione locale, e degli accordi di livello sovracomunale (Asl, Piani di zona, Cdr).

9 Le tendenze nella negoziazione sociale in Lombardia Gli accordi siglati da Spi-Fnp-Uilp con le amministrazioni comunali durante il 2014, e presenti nella banca dati lombarda della negoziazione sociale, risultano 366. Accordi stipulati in Lombardia dalle strutture territoriali dello Spi-Fnp-Uilp con i Comuni. Anni 2010-2014. Fonte: elaborazioni su banca dati negoziazione sociale. Nonostante le limitate risorse a disposizione delle amministrazioni comunali si deve evidenziare il merito delle strutture territoriali dello Spi-Fnp-Uil e la loro assidua attività svolta anche in questa difficile congiuntura economica, impegno che ha portato a concludere un numero di accordi superiore rispetto al 2013. Se confrontiamo i dati del 2014 con quelli dei 2013 notiamo che nella metà delle province gli accordi siglati nel 2014 superano quelli firmati nel 2013. Menzioniamo al riguardo il caso della provincia di Lodi, con 9 nuovi accordi rispetto alla totale mancanza di attività negoziale nell’anno precedente, e la provincia di Varese, dove i documenti siglati sono aumentati di 15 unità.

10 Lo sviluppo della negoziazione sociale in Lombardia Comuni che hanno fatto negoziazione per la prima volta nel 2014 Comuni che non hanno rinnovato l'esperienza della negoziazione sociale nel 2014, pur avendo siglato un accordo nel 2013 Bergamo138 Brescia113 Como114 Cremona212 Lecco220 Lodi70 Mantova05 Milano39 Monza Brianza19 Pavia64 Sondrio013 Varese611 TOTALE42118 Pratica di negoziazione svolta in Lombardia dalle strutture territoriali dello Spi-Fnp-Uilp. Dinamica 2013/2014. Per provincia. Fonte: elaborazioni su banca dati negoziazione sociale. Il trend positivo viene confermato dal numero dei nuovi comuni che sottoscrivono accordi per la prima volta nel 2014: se nel 2013 questo gruppo contava 32 comuni, nell’anno di riferimento si registrano 42 comuni che hanno iniziato l’attività di negoziazione sociale per la prima volta nell’anno preso qui in analisi. la provincia più attiva in questo senso è quella di Bergamo (13 nuovi comuni). Un altro dato che porta a pensare ad un miglioramento che si spera possa essere di più lunga durata è dato dalla diminuzione del numero di comuni che, pur avendo siglato un accordo con le OO.SS. nell’anno precedente, non ha rinnovato l’esperienza nell’anno seguente; il Rapporto del 2013 riporta un totale di 151 comuni, nel 2014 il dato è sceso a 118.

11 La negoziazione sociale in Lombardia nel 2014: i temi del confronto Tra il 2011 e il 2014, nonostante la diminuzione del numero complessivo degli accordi, si riscontra un aumento dei temi sindacali trattati, cui corrisponde una accresciuta complessità degli accordi stessi (10 temi per accordo nel 2014 a fronte degli 8,2 del 2011). I documenti esaminati, esito del lavoro svolto dalle OO.SS. ai tavoli di negoziazione sociale, risultano infatti maggiormente articolati rispetto agli anni precedenti, rispecchiando una crescente necessità di confronto su un sempre più numeroso insieme di tematiche. In particolare, risultano rappresentativi di un’attività di negoziazione che si traduce in documenti piuttosto complessi, e che sono caratterizzati da una complessità sempre maggiore nel quadriennio preso in analisi nella tabella seguente, i territori di Brescia (12,6 temi per accordo nel 2014 rispetto a 10,3 nel 2011), Pavia con un importante aumento della complessità degli accordi da 9,2 nel 2011 a 13,2 nel 2014 e Mantova (10,7 temi, con oltre 3 temi in più rispetto al 2011). Evidenziamo qui anche l’importante recupero della provincia di Milano, che è passata da 1,6 tematiche per accordo nel 2013 a 6,7 nel 2014. In particolare, risultano rappresentativi di un’attività di negoziazione che si traduce in documenti piuttosto complessi, e che sono caratterizzati da una complessità sempre maggiore nel quadriennio preso in analisi nella tabella seguente, i territori di Brescia (12,6 temi per accordo nel 2014 rispetto a 10,3 nel 2011), Pavia con un importante aumento della complessità degli accordi da 9,2 nel 2011 a 13,2 nel 2014 e Mantova (10,7 temi, con oltre 3 temi in più rispetto al 2011). Evidenziamo qui anche l’importante recupero della provincia di Milano, che è passata da 1,6 tematiche per accordo nel 2013 a 6,7 nel 2014.

12 Aree tematiche affrontate negli accordi di negoziazione in Lombardia. Incidenza % sul totale degli accordi, per area tematica ed anno. Dopo la tematica delle relazioni sindacali, Fiscalità locale e Contributi economici sono i temi che negli ultimi anni si sono scambiati la seconda e terza posizione. Fiscalità locale è la seconda materia più trattata negli accordi del 2014, con una presenza del 76,2%. La notevole variazione positiva di 4,4% è data dalle tematiche specifiche dell’IUC e dell’addizionale Irpef: IMU (41,5% degli accordi), Tarsu (48,1%) e e l’addizionale Irpef (49,7%). Fonte: elaborazioni su banca dati negoziazione sociale. L’area tematica relativa ai “contributi economici e agevolazioni tariffarie”, di cui nel 2013 si trovava traccia nel 77,4% dei casi, torna di nuovo al terzo posto (63,7%). Nel dettaglio, tale trend altalenante è certamente determinato dall’intervento delle OO.SS., a fronte dell’incertezza e successive modificazioni normative relative ai tributi maggiori quali IMU, Tasi e Tari, nella determinazione di specifiche agevolazioni tariffarie. La negoziazione sociale in Lombardia nel 2014: i temi del confronto

13 I 20 temi affrontati con maggior frequenza negli accordi di negoziazione sociale sottoscritti in Lombardia nel 2014 - Anno 2014 e variazione rispetto al 2013. Fonte: elaborazioni su banca dati negoziazione sociale. 2014var. rispetto al 2013 Casi incidenza % sul totale dei temi incidenza % sul totale degli accordi Casi incidenza % sul totale dei temi incidenza % sul totale degli accordi Attuazione dell'accordo, verifica, informazione 3238,8%88,3%130,5%1,9% Sad1825,0%49,7%40,2%0,1% Addizionale Irpef1825,0%49,7%20,2%-0,4% Tassa TASI (2014)1794,9%48,9%179-- Tarsu1764,8%48,1%-62-1,5%-18,2% Imu1524,1%41,5%-50-1,2%-14,7% Compartecipazione ISEE (2014)1494,1%40,7%149-- Trasporto individuale1453,9%39,6%80,3%1,5% Contributo sull'affitto1323,6%36,1%80,3%1,5% Pasti a domicilio1283,5%35,0%150,5%3,5% Soglia esenzione addizionali1263,4%34,4%150,5%3,5% Politiche giovanili: nidi e scuola1263,4%34,4%130,4%2,9% Interventi contro la povertà estrema1203,3%32,8%0,0%-0,9% Rimborso ticket sanitari e farmaceutici1042,8%28,4%110,4%2,5% Telesoccorso1042,8%28,4%100,3%2,2% Interventi di sostegno al reddito1022,8%27,9%-22-0,5%-6,7% Lotta alla evasione fiscale882,4%24,0%882,4%24,0% Rette Rsa872,4%23,8%00,1%-0,5% Utenze domestiche (2014)862,3%23,5%86-- Isee711,9%19,4%-133-3,5%-37,4% L’attenzione delle OO.SS. e delle amministrazioni comunali verso il tema dei servizi di assistenza domiciliare, che torna ad aumentare la sua presenza negli accordi del 2014, può essere collegata alla sensibilità di questi comuni verso il potenziamento dei servizi collegati al welfare.

14 La negoziazione sociale in Lombardia nel 2014: i temi del confronto Nuovi temi inseriti nella codifica degli accordi di negoziazione sociale sottoscritti in Lombardia a partire dal 2014. Fonte: elaborazioni su banca dati negoziazione sociale. 2014 Casi incidenza % sul totale dei temi incidenza % sul totale degli accordi Tassa TASI 1794,9%48,9% Compartecipazione ISEE 1494,1%40,7% Lotta alla evasione fiscale 882,4%24,0% Utenze domestiche 2014 862,3%23,5% Piano di zona unioni comunali 290,8%7,9% Detrazioni TASI 50,1%1,4% Tassa IUC 40,1%1,1% La netta prevalenza dei temi Tasi e “compartecipazione Isee” è sicuramente data dalla loro introduzione recente nel sistema italiano. Importante qui notare specialmente la presenza del tema della “lotta alla evasione fiscale” (88 casi), fatto che denota il coinvolgimento dei Comuni affinchè venga combattuto questo fenomeno. Ricordiamo inoltre che le ultime modifiche normative hanno attribuito ai comuni il 100% dell’importo che viene riscosso attraverso l’operazione di lotta all’evasione fiscale. Sono 7 i temi codificati nella banca dati della negoziazione sociale per la prima volta a partire dal 2014:

15 La negoziazione sociale in Lombardia nel 2014: l’addizionale Irpef e la progressività fiscale Addizionale IrpefSoglia Esenzione 201420132012201420132012 Casiinc. %Casiinc. %Casiinc. %Casiinc. %Casiinc. %Casiinc. % Bergamo1257,1538,51254,514,8215,4627,3 Brescia3128,23127,42622,22623,62118,61613,7 Como1246,22062,52663,41142,3928,11331,7 Cremona440,01168,800,0220,0425,000,0 Lecco836,42062,52761,4313,6928,12045,5 Lodi888,9----777,8---- Mantova2252,42877,82990,61945,22158,32165,6 Milano550,0857,1538,5220,0642,9323,1 Monza Brianza1669,6736,82379,31147,8736,81655,2 Pavia3078,92580,61676,22565,82064,51361,9 Sondrio0-00,00 0-0 0 Varese3461,82562,54368,31934,51230,03352,4 TOTALE18249,718050,120748,012634,411130,914132,7 Il tema dell’addizionale comunale all’Irpef negli accordi Frequenze e incidenza % sul totale degli accordi, per area provincia ed anno. Fonte: elaborazioni su banca dati negoziazione sociale. E’ proprio sulla progressività del tributo che le OO.SS. hanno maggiormente insistito durante l’attività di negoziazione, cercando così di ridurre il più possibile il rischio che molti comuni perpetuassero la scelta dell’aliquota unica, decisamente di più facile applicazione e, in particolare, più proficua in termini di gettito complessivo ottenuto. La contrattazione delle aliquote dell’addizionale Irpef risulta presente in quasi la metà degli accordi siglati nel 2014. Gli accordi che negoziano le soglie reddituali di esenzione dall’applicazione dell’imposta, passano dal 30,9% a 34,4% La contrattazione delle aliquote dell’addizionale Irpef risulta presente in quasi la metà degli accordi siglati nel 2014. Gli accordi che negoziano le soglie reddituali di esenzione dall’applicazione dell’imposta, passano dal 30,9% a 34,4%

16 La negoziazione sociale in Lombardia nel 2014: l’addizionale Irpef e la progressività fiscale Lombardia. Percentuale Comuni che hanno applicato in ciascun anno la Multi-aliquota nel calcolo dell’addizionale Irpef. Incidenza % sul totale dei comuni. Per provincia. Fonte: elaborazioni su dai Ministero dell’Economia e delle Finanze Appare evidente come la frequenza dell’applicazione dell’addizionale Irpef a scaglioni di reddito sia decisamente superiore nei comuni coinvolti dall’attività di negoziazione rispetto agli altri. Il dato medio lombardo mostra infatti come il 62% dei comuni (quasi 8% in più rispetto al 2013) che hanno siglato almeno un accordo con le OO.SS. nel biennio precedente ha applicato, secondi i dati del Ministero, la multialiquota nel calcolo dell’addizionale Irpef 2014 nei comuni dove è stato siglato almeno un accordo nel biennio precedente nei comuni dove non è stato siglato alcun accordo nel biennio precedente Totale 201420132012201420132012201420132012 Bergamo37,9%33,3%31,3%21,8%19,4%16,4%23,7%20,9%18,4% Brescia53,7%50,4%43,1%30,1%25,9%18,2%44,2%40,8%33,8% Como60,0%51,1%33,3%34,1%33,0%25,0%40,5%38,1%27,5% Cremona54,5%32,0%26,1%35,5%41,5%33,3%39,1%37,4%30,4% Lecco65,9%61,7%53,3%42,0%30,2%24,4%52,7%46,7%38,9% Lodi88,9%0,0% 53,8%55,0%37,9%59,0%54,1%36,1% Mantova68,1%62,5%65,2%62,5%66,7%41,7%66,2%64,3%57,1% Milano68,4%65,2%61,5%69,6%61,3%51,9%69,4%61,9%53,7% Monza Brianza83,9%87,9%79,5%70,8%59,1%43,8%78,2%76,4%69,1% Pavia78,6%72,7%63,6%36,9%35,0%27,4%46,1%41,6%33,7% Sondrio23,1%6,3%16,7%12,3%11,3%8,3%14,1%10,3%9,0% Varese66,7%61,4%51,3%56,0%56,3%55,4%61,0%58,9%53,2% TOTALE62,0%54,3%48,3%38,6%36,5%28,6%45,9%42,4%35,4%

17 sulle principali misure del Patto di Stabilità interno 2015 che interessano la negoziazione sociale Finalmente è stato deciso l’allentamento del Patto di stabilità per gli enti locali, decisione politica connessa allo spostamento del pareggio di bilancio dello Stato dal 2015 al 2017. La riduzione degli obiettivi del Patto è pari a oltre due terzi del totale, tenuto conto che il coefficiente di calcolo dell’obiettivo per i Comuni da applicare alla spesa media corrente scende da 14,07 a 8,60 per l’anno 2015. In sostanza, a partire dall’anno in corso la contrazione del contributo richiesto vale circa 3.095 milioni per i Comuni e 255 milioni per le Province. Si tratta di un passo decisivo verso il definitivo superamento del Patto, che avverrà con la messa a regime della nuova contabilità (d.lgs. 118/2011, d.lgs. 126/2014) e semplificherà notevolmente l’operatività delle amministrazioni pubbliche locali.

18 sulle principali misure del Patto di Stabilità interno 2015 che interessano la negoziazione sociale Tra le norme che appesantiranno il bilancio degli enti territoriali va segnalato il comma 490 che interviene sulle modalità di calcolo del saldo finanziario, inserendo gli accantonamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità (da determinare in applicazione della nuova contabilità pubblica - D.Lgs. n. 118/2011.) tra le spese che rilevano ai fini del rispetto degli equilibri di Patto. La stessa norma stabilisce che, sulla base dell’ammontare degli accantonamenti effettuati per l'anno 2015, le percentuali per la determinazione dell’obiettivo 2015 potranno essere modificate nel corso dell’anno. Per quanto concerne gli investimenti, va accolta con favore la norma che aumenta il limite di indebitamento degli enti locali, dall’8% al 10% a decorrere dall’anno 2015. Il legislatore inoltre concede agli enti locali la possibilità di rinegoziare mutui già rinegoziati fino a 30 anni (comma 537). Per quanto concerne gli investimenti, va accolta con favore la norma che aumenta il limite di indebitamento degli enti locali, dall’8% al 10% a decorrere dall’anno 2015. Il legislatore inoltre concede agli enti locali la possibilità di rinegoziare mutui già rinegoziati fino a 30 anni (comma 537).

19 Le principali misure del Patto di Stabilità interno 2015 che interessano la negoziazione sociale Per quanto concerne gli investimenti, va accolta con favore la norma che aumenta il limite di indebitamento degli enti locali, dall’8% al 10% a decorrere dall’anno 2015. Il legislatore inoltre concede agli enti locali la possibilità di rinegoziare mutui già rinegoziati fino a 30 anni (comma 537). Allo scopo di promuovere gli investimenti (comma 540), nello stato di previsione del Ministero dell’Interno è istituito un fondo, con una dotazione di 125 milioni di euro per l’anno 2016 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020, finalizzato alla concessione di un contributo in conto interessi ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane su operazioni indebitamente attivate nell’anno 2015, il cui ammortamento decorre dal 1° gennaio 2016.. Per favorire gli investimenti, la legge di Stabilità 2014 aveva previsto, per gli anni 2014 e 2015, che gli enti locali possano assumere nuovi mutui e ricorrere ad operazioni di indebitamento oltre il limite attualmente previsto e comunque per un importo non superiore alle aliquote di capitale dei mutui e dei prestiti obbligazionari precedentemente contratti e rimborsati nell’esercizio precedente. Questi interventi, insieme all’allentamento del Patto di Stabilità interno, favoriranno probabilmente una ripresa degli investimenti degli enti locali

20 Entrate tributarie e mancata unificazione della tassazione immobiliare Una particolare attenzione è dedicata alla nuova autonomia impositiva comunale con l’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2014, del nuovo tributo Iuc (Imposta unica comunale) costituito da tre componenti: dalla precedente Imu (Imposta municipale unica) riformulata e dalle nuove Tari (componente sulla produzione dei rifiuti) e Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), quest’ultima con una quota anche a carico dei locatari. L'introduzione della Iuc ha tuttavia creato nei Comuni problemi di applicazione e il sistema delle aliquote approvate si è rivelato complicato e poco chiaro, allontanando dal contribuente l'idea di un'innovazione nel segno della trasparenza e dell'equità fiscale. L'introduzione della nuova tassa locale sugli immobili, la “local tax”, ormai rinviata al 2016 (cosiddetto Milleproroghe), avrebbe dovuto correggere i difetti della Tasi e restituire ordine e progressività all'imposta, unificando l'imposizione immobiliare

21 Il contrasto all’evasione fiscale e i fondi sociali Per gli anni 2015, 2016 e 2017 le disposizioni introdotte dalla Legge di Stabilità, che in sostanza ha garantito ai Comuni il 55% del gettito riscosso a seguito dell'attività di contrasto all’evasione fiscale, sono state successivamente corrette dal “Milleproroghe”. E’ infatti stabilito che i comuni sottoscrittori di patti antievasione possono incassare il 100% di quanto recuperato in via definitiva, in continuità con quanto previsto precedentemente dalla legge n. 138/2011 per gli anni 2012, 2013 e 2014. Si tratta di un’opportunità importante per i Comuni, che potrà consentire il recupero di preziose risorse da utilizzare per lo sviluppo dei servizi e per il mantenimento degli equilibri finanziari. I fondi statali destinati ad interventi di carattere sociale sono stati rifinanziati e stabilizzati. Particolarmente importanti, per gli enti locali, sono le risorse aggiuntive stanziate per il Fondo non autosufficienti (400 milioni nel 2015 e 250 milioni dal 2016) e per il Fondo Nazionale Politiche Sociali (300 milioni dal 2015). Potenziato anche il Fondo per interventi in favore della famiglia (153 mln nel 2015, di cui 100 mln per servizi socio-educativi per la prima infanzia, 8 mln per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, 45 mln per buoni per l’acquisto di beni e servizi per l’infanzia per famiglie con ISEE pari o inferiore a 8.500 e figli minori), e il Fondo Carta acquisti ordinaria (250 mln dal 2015). I fondi statali destinati ad interventi di carattere sociale sono stati rifinanziati e stabilizzati. Particolarmente importanti, per gli enti locali, sono le risorse aggiuntive stanziate per il Fondo non autosufficienti (400 milioni nel 2015 e 250 milioni dal 2016) e per il Fondo Nazionale Politiche Sociali (300 milioni dal 2015). Potenziato anche il Fondo per interventi in favore della famiglia (153 mln nel 2015, di cui 100 mln per servizi socio-educativi per la prima infanzia, 8 mln per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, 45 mln per buoni per l’acquisto di beni e servizi per l’infanzia per famiglie con ISEE pari o inferiore a 8.500 e figli minori), e il Fondo Carta acquisti ordinaria (250 mln dal 2015). Il contrasto all’evasione fiscale: I Fondi sociali:

22 Ulteriori norme di natura finanziaria che interessano la negoziazione sociale Per quanto riguarda la disciplina del funzionamento degli enti territoriali, numerose sono le misure d’interesse per la negoziazione sociale contenute nella legge di stabilità 2015, tra cui: La proroga della Tesoreria unica per Regioni ed enti locali è estesa fino al 31.12.2017; I conti correnti aperti presso la Tesoreria centrale dello Stato diventano infruttiferi a partire dal 1/1/2015. Ciò vale anche per gli enti locali; Varie agevolazioni per favorire l’associazionismo dei piccoli comuni; Si estende al 2015 la possibilità, da parte dei Comuni, di destinare fino al 50 per cento dei proventi derivanti dai permessi di costruire e dalle sanzioni previste dal testo unico dell’edilizia, per il finanziamento di spese correnti. Un’ulteriore quota, non superiore al 25%, è impiegata esclusivamente per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale; Prorogata di un anno (al 31.12.2015) la possibilità di elevare da tre a cinque dodicesimi il limite massimo per il ricorso ad anticipazioni di tesoreria; Introdotto l’obbligo di gara per convenzioni approvate con Cooperative sociali. A partire dal 1° settembre 2015, il trasferimento dai Comuni al Ministero della giustizia delle spese obbligatorie per il funzionamento degli uffici giudiziari.


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