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PubblicatoFelisa Ferri Modificato 10 anni fa
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Emissioni di COV, novità normative e modalità di gestione
I. Cavallotti Certiquality settembre 2004
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Decreto 16 gennaio 2004, n.44 Decreto 16 gennaio 2004, n.44 “Recepimento della direttiva 1999/13/CE relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili di talune attività industriali, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203” Il decreto disciplina gli impianti che utilizzano i solventi e che superano, relativamente alla specifica attività, determinate soglie di consumo. Certiquality settembre 2004
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DEFINIZIONI «composto organico volatile (COV)»
«composto organico volatile (COV)»:qualsiasi composto organico che abbia a 293,15 K una pressione di vapore di 0,01 kPa o superiore, oppure che abbia una volatilita' corrispondente in condizioni particolari di uso. «composto organico»: qualsiasi composto contenente almeno l'elemento carbonio e uno o piu' degli elementi seguenti: idrogeno, alogeni, ossigeno, zolfo, fosforo, silicio o azoto, ad eccezione degli ossidi di carbonio e dei carbonati e bicarbonati inorganici; Certiquality settembre 2004
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I C.O.V. consistono in una serie di composti organici quali: idrocarburi aromatici e alifatici, alcooli, chetoni, esteri, eteri, aldeidi, ammine e molti altri. Si tratta di una miscela eterogenea di sostanze, con caratteristiche di reattività atmosferica e di nocività per la salute molto differenti. Per la definizione dei limiti di emissione il D.M. 12/07/1990 suddivide i C.O.V. in 5 classi, in relazione alla classificazione come sostanze cancerogene, alle loro proprietà tossicologiche e alle loro soglie olfattive. Certiquality settembre 2004
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NOx C.O.V. O 3 I C.O.V. sono anche inquinanti indiretti, in quanto reagiscono, in presenza di raggi solari, con ossidi di azoto (NOX) producendo ozono. Certiquality settembre 2004
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Art. 1 Campo di applicazione
Il presente decreto disciplina, in attuazione della direttiva 99/13/CE e dell’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203: i valori limite, i criteri temporali di adeguamento i metodi di analisi e di valutazione delle emissioni prodotte dagli impianti, come definiti dall’articolo 2, comma 1, lettera r) che nell’esercizio delle attività individuate all’allegato I superano le soglie di consumo di solvente indicate nello stesso allegato. Certiquality settembre 2004
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Definizione di impianto
art. 2, comma 1, lettera r) del D.M. n. 44/04 «impianto»: un'unita' tecnica permanente in cui sono svolte una o piu' attivita' di cui all'allegato I e qualsiasi altra attivita' direttamente associata che sia tecnicamente connessa con le attivita' svolte nel sito e possa influire sulle emissioni art. 2 D.P.R. n. 203/88 <<impianto>>: “lo stabilimento o altro impianto fisso che serva per usi industriali o di pubblica utilità e possa provocare inquinamento atmosferico” Il D.P.C.M. 21/7/89 ha precisato, che: “Uno stabilimento può essere costituito da più impianti. Il singolo impianto all'interno di uno stabilimento è l'insieme delle linee produttive finalizzate ad una specifica produzione. Le linee produttive possono comprendere a loro volta più punti di emissione derivanti da una o più apparecchiature e/o da operazioni funzionali al ciclo produttivo.” Certiquality settembre 2004
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Definizione di emissione
«emissione»: qualsiasi scarico di composti organici volatili da un impianto nell'ambiente Definizione di consumo «consumo»: il quantitativo totale di solventi organici utilizzato in un impianto per anno civile ovvero per qualsiasi altro periodo di dodici mesi, detratto qualsiasi COV recuperato per riutilizzo Certiquality settembre 2004
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Definizione di Solvente Organico
«solvente organico»: qualsiasi COV usato da solo o in combinazione con altri agenti al fine di: dissolvere materie prime, prodotti o materiali di rifiuto, senza subire trasformazioni chimiche o usato come agente di pulizia per dissolvere contaminanti oppure come dissolvente, mezzo di dispersione, correttore di viscosita', correttore di tensione superficiale, plastificante o conservante. Certiquality settembre 2004
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Definizione di Solvente Organico alogenato
«solvente organico alogenato»: un solvente organico che contiene almeno un atomo di bromo, cloro, fluoro o iodio nella molecola Certiquality settembre 2004
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Definizione di soglie di consumo
«soglie di consumo »: il valore di consumo di solvente espresso in tonnellate/anno, riferito alle attivita' di cui all'allegato I, determinato in riferimento alla capacita' nominale dell'impianto. Tale valore si determina in riferimento alla potenzialita' della singola attivita', come prevista a livello di progetto, e tenendo conto delle condizioni di esercizio normali. Certiquality settembre 2004
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All. I: ambito di applicazione
Il presente allegato individua le categorie di attività e le soglie minime di consumo di solvente a cui si applica il presente decreto. In ciascun caso l'attività comprende la pulizia delle apparecchiature, ma non quella dei prodotti, salvo indicazione contraria. 1) Rivestimento adesivo con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno Qualsiasi attività in cui un adesivo é applicato ad una superficie, ad eccezione dei rivestimenti e dei laminati adesivi nelle attività di stampa. Certiquality settembre 2004
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segue All. I - ambito di applicazione: Attività di rivestimento 2) Attività di rivestimento: Qualsiasi attività in cui un film continuo di un rivestimento è applicato in una sola volta o in più volte su: a) autoveicoli con una soglia di consumo di solvente superiore a 0,5 tonnellate/anno appartenenti alle categorie definite nel decreto ministeriale 29 marzo 1974, e precisamente: 1) autovetture nuove ….2) cabine di autocarri …. 3) furgoni e autocarri… 4) autobus … b) rimorchi con una soglia di consumo di solvente superiore a 0,5 tonnellate/anno, come definiti … Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione: Attività di rivestimento c) superfici metalliche e di plastica (comprese le superfici di aeroplani, navi, treni, ecc ...) con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno; d) superfici di legno con una soglia di consumo di solvente superiore a 15 tonnellate/anno; e) superfici tessili, di tessuto, di film e di carta con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno; f) cuoio con una soglia di consumo di solvente superiore a 10 tonnellate/anno. Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione
3) Verniciatura in continuo di metalli (coil coating) con una soglia di consumo di solvente superiore a 25 tonnellate/anno. Qualsiasi attività per rivestire acciaio in bobine, acciao inossidabile, acciaio rivestito, leghe di rame, o nastro di alluminio con rivestimento filmogeno o rivestimento con lamine in processo continuo 4) Pulitura a secco Qualsiasi attività industriale o commerciale che utilizza COV in un impianto di pulitura di indumenti, di elementi di arredamento e di prodotti di consumo analoghi, ad eccezione della rimozione manuale di macchie e di chiazze nell'industria tessile e dell'abbigliamento. Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione
5) Fabbricazione di calzature con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno. 6) Fabbricazione di preparati per rivestimenti, vernici, inchiostri e adesivi con una soglia di consumo di solvente superiore a 100 tonnellate/anno. La fabbricazione dei prodotti finali sopra indicati e di quelli intermedi se effettuata nello stesso sito, mediante miscela di pigmenti, di resine e di materiali adesivi con solventi organici o altre basi, comprese attività di dispersione e di dispersione preliminare, di correzioni di viscosità e di tinta, nonché operazioni di riempimento del contenitore con il prodotto finale 7) Fabbricazione di prodotti farmaceutici con una soglia di consumo di solvente superiore a 50 tonnellate/anno. Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione
8) Stampa. Qualsiasi attività di riproduzione di testi o di immagini nella quale, mediante un supporto dell'immagine, l'inchiostro è trasferito su qualsiasi tipo di superficie. Soltanto per alcuni sottoprocessi.(es: flessografica, offset, laminazione, rotocalco) 9) Conversione di gomma con una soglia di consumo di solvente superiore a 15 tonnellate/anno Qualsiasi attività di miscela, di macinazione, di dosaggio, di calandratura, di estrusione e di vulcanizzazione di gomma naturale o sintetica e ogni operazione ausiliaria per trasformare gomma naturale o sintetica in un prodotto finito. Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione
10) Pulizia di superficie con una soglia di consumo di solvente superiore a 1 tonnellata/anno nel caso si utilizzino i COV di cui all'articolo 3, commi 9 e 11, e 2 tonnellate/anno negli altri casi Qualsiasi attività, a parte la pulitura a secco, che utilizza solventi organici per eliminare la contaminazione dalla superficie di materiali, compresa la sgrassatura. Un'attività di pulizia comprendente piú di una fase prima o dopo qualsiasi altra fase di lavorazione viene considerata attività di pulizia di superficie. Questa attività non riguarda la pulizia dell'attrezzatura, bensì la pulizia della superficie dei prodotti. Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione
11) Estrazione di olio vegetale e grasso animale e attività di raffinazione di olio vegetale con una soglia di consumo di solvente superiore a 10 tonnellate/anno 12) Finitura di autoveicoli con una soglia di consumo di solvente superiore a 0,5 tonnellate/anno Qualsiasi attività industriale o commerciale di rivestimento nonché attività associata di sgrassatura riguardante: a) il rivestimento di autoveicoli, come definiti …. (carrozzieri); b) il rivestimento originale dei autoveicoli …. ; c) il rivestimento di rimorchi… Certiquality settembre 2004
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segue: All. I - ambito di applicazione
13) Rivestimento di filo per avvolgimento con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno 14) Impregnazione del legno con una soglia di consumo di solvente superiore a 25 tonnellate/anno Qualsiasi attività di applicazione al legno di antisettici. 15) Stratificazione di legno e plastica con una soglia di consumo di solvente superiore a 5 tonnellate/anno Qualsiasi attività in cui si fanno aderire insieme legno con legno, plastica con plastica o legno con plastica per produrre laminati. Certiquality settembre 2004
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Art. 3 Valori limite di emissione
Gli impianti di cui all'articolo 1 rispettano i valori limite di emissione negli scarichi gassosi e i valori limite di emissione diffusa indicati nell'allegato II oppure i valori limite di emissione totale individuati ai sensi dell'allegato II o dell'allegato III, nonche' le altre prescrizioni individuate ai sensi dei medesimi allegati. Tale risultato e' ottenuto mediante l'applicazione delle migliori tecniche disponibili e, in particolare, utilizzando materie prime a ridotto o nullo tenore di solventi organici, ottimizzando l'esercizio e la gestione degli impianti e, ove necessario, installando idonei dispositivi di abbattimento, in modo da minimizzare le emissioni di composti organici volatili. Certiquality settembre 2004
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Allegato II – esempi: verniciatura di metalli, plastica (etc
Allegato II – esempi: verniciatura di metalli, plastica (etc.) e rivestimento di filo Attività (soglie di consumo di solvente in tonnellate/anno) Soglie di consumo di solvente (tonn/anno) Valori limite di emissione negli scarichi gassosi (mgC/Nm3) Valori limite di emissione diffusa (% di input solvente) Valori limite di emissione totale Nuovi Esistenti 8 Altri rivestimenti, compreso il rivestimento di metalli, plastica, tessili (5), tessuti, film e carta (>5) <15 100 (1)(4) 25(4) L'eventuale valore limite di emissione totale si determina secondo la procedura indicata nell'allegato III >15 50/75 (2)(3)(4) 20(4) (1) Il valore limite di emissione concerne l'applicazione del rivestimento e i processi di essiccazione in condizioni di confinamento (2) Il primo valore limite di emissione concerne i processi di essiccazione, il secondo i processi di applicazione del rivestimento. (3) Per gli impianti di rivestimento di tessili che applicano tecniche che consentono di riutilizzare i solventi recuperati, il limite di emissione applicato ai processi di applicazione del rivestimento e di essiccazione considerati insieme è di 150. (4) Le attività di rivestimento che non possono essere svolte in condizioni di confinamento (come la costruzione di navi, la verniciatura di aerei) possono essere esonerate da questi valori, alle condizioni di cui all'art.3, comma 6 (5) L'offset dal rotolo su tessili è coperta dall'attività n. 3.2 9 Rivestimento di filo per avvolgimento (>5) 10 g/kg (1) 5 g/kg (2) (1) Si applica agli impianti dove il diametro medio del filo è < 0,1 mm. (2) Si applica a tutti gli altri impianti. Certiquality settembre 2004
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«scarichi gassosi»: gli effluenti gassosi finali contenenti composti organici volatili o altri inquinanti, emessi nell'aria da un camino o da un dispositivo di abbattimento. I flussi volumetrici sono espressi in metri cubi/ora in condizioni normali; «emissioni diffuse»: qualsiasi emissione nell'aria, nel suolo e nell'acqua di composti organici volatili, ad esclusione delle emissioni contenute negli scarichi gassosi, nonche' i solventi contenuti in qualsiasi prodotto, fatte salve indicazioni diverse contenute nell'allegato II. Sono comprese le emissioni non convogliate rilasciate nell'ambiente esterno attraverso finestre, porte, sfiati e aperture similari. Certiquality settembre 2004
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I valori limite negli scarichi gassosi si intendono relativi al flusso volumetrico normalizzato emesso dal singolo camino, strettamente necessario ad una efficace, nonché efficiente captazione dei COV rilasciati dall'attività e previa detrazione dei flussi addizionati, ove tecnicamente giustificato, per scopi di raffreddamento o diluizione. Certiquality settembre 2004
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OPZIONE 1 : (A+B), D. (A) Valori limite di emissione negli scarichi gassosi (concentrazione di COV in carbonio organico totale negli scarichi gassosi) (all. II, 4° colonna) (B) i Valori limite di emissione diffusa (in % sull’input) (all. II, 5° colonna) e inoltre (D) EMISSIONE TOTALE ANNUA in tonnellate CALCOLATA (a partire dalla Capacità Nominale) e AUTORIZZATA (art. 3 c. 3) Certiquality settembre 2004
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======= e inoltre =======
OPZIONE 2 : C , D. (C) i valori limite di emissione totale indicati ancora nell’allegato II (6° colonna: fattore di emissione es.:g/kg) o nell’allegato III (se indicato nella colonna 7° sempre dell’all. 2: procedura “emissione bersaglio”) ======= e inoltre ======= (D) EMISSIONE TOTALE ANNUA in tonnellate CALCOLATA (a partire dalla Capacità Nominale) e AUTORIZZATA (art. 3 c. 3) Certiquality settembre 2004
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Definizione: emissione totale
= (art. 2 c. 1) “la somma delle emissioni diffuse e delle emissioni negli scarichi gassosi” (n) emissioni diffuse (m) = qualsiasi emissione nell'aria, nel suolo e nell'acqua di composti organici volatili, ad esclusione delle emissioni contenute negli scarichi gassosi, nonche' i solventi contenuti in qualsiasi prodotto, fatte salve indicazioni diverse contenute nell'allegato II. Sono comprese le emissioni non convogliate rilasciate nell'ambiente esterno attraverso finestre, porte, sfiati e aperture similari scarichi gassosi (hh) = gli effluenti gassosi finali contenenti composti organici volatili o altri inquinanti, emessi nell'aria da un camino o da un dispositivo di abbattimento. Certiquality settembre 2004
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EMISSIONE TOTALE = SCARICHI GASSOSI + S EMISSIONI DIFFUSE
EMISSIONI DI COV NEGLI SCARICHI GASSOSI EMISSIONI DIFFUSE DI COV iN ATMOSFERA EMISSIONE DIFFUSE DI COV NELL’ACQUA EMISSIONE DIFFUSE DI COV NEL SUOLO EMISSIONE DIFFUSE DI COV NEI PRODOTTI/RIFIUTI Certiquality settembre 2004
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L’emissione totale annua
E’ IL QUANTITATIVO DI EMISSIONE AUTORIZZATA DALLA REGIONE/PROVINCIA CHE DEVE ESSERE RISPETTATA E DETERMINATA IN BASE ALLA CAPACITÀ NOMINALE DELL’IMPIANTO Emissione totale annua (t/a) = Concentrazione in emissione dichiarata/autorizzata (mgC/Nm3) * Ore lavorative anno (h/a) * Portata emissioni (Nm3/h)* stima emissioni diffuse (t/a) Certiquality settembre 2004
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Allegato III – prescrizioni alternative all. II
Con l'applicazione del presente allegato, valido per le categorie di attività per cui non sono individuati nell'allegato II specifici valori di emissioni totali, il gestore ha la possibilità di conseguire, con mezzi diversi, emissioni totali equivalenti a quelle conseguibili applicando i valori limite di emissione negli scarichi gassosi e i valori limite di emissione diffusa di cui al suddetto allegato II rispetto ad uno scenario emissivo di riferimento. Certiquality settembre 2004
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Allegato III – prescrizioni alternative all. II
scenario emissivo di riferimento: il livello di emissioni totali dell'attività che corrisponde il più fedelmente possibile a quello che si avrebbe senza interventi, in particolare in assenza di impianti di abbattimento e con l'uso di materie prime ad alto contenuto dì solvente, in riferimento al consumo dichiarato dal gestore per la potenzialità di prodotto prevista a livello di progetto dell'impianto. emissione bersaglio: quantità di emissioni totali dell'impianto da rispettare. Certiquality settembre 2004
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Procedura di calcolo emissione annua di riferimento per ciascun anno : aa) si determina la massa totale annua di materia solida nella quantità di rivestimento, di inchiostro, di vernice o di adesivo per la potenzialità di prodotto prevista a livello di progetto dell'impianto. ab) si moltiplica la massa così determinata per l'opportuno fattore (es. 1,5 per verniciatura di metalli). emissione bersaglio: L'emissione bersaglio è uguale all'emissione annua di riferimento moltiplicata per una percentuale pari: al valore di emissione diffusa + un valore che dipende dall’attività (es. +5 per verniciatura di metalli con fascia di soglia superiore) La conformità è verificata se l'emissione effettiva di solvente, determinata in base al piano di gestione dei solventi, è inferiore o uguale all'emissione bersaglio. Certiquality settembre 2004
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Allegato IV - Piano di gestione solventi
Il piano di gestione dei solventi ha gli obiettivi seguenti; a) verificare la conformità come specificato all'articolo 5, comma 1; b) individuare le future opzioni di riduzione; c) consentire di mettere a disposizione del pubblico informazioni in materia di consumo di solvente, di emissioni di solvente e di conformità al decreto. Certiquality settembre 2004
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Allegato IV - Piano di gestione solventi
Il PGS viene predisposto sempre: Nel caso si applichi l’allegato II, per quantificare le emissioni diffuse mentre quelle convogliate vengono quantificate mediante misura al camino; Nel caso si applichi l’allegato III per conoscere gli elementi necessari a quantificare l’emissione bersaglio da raggiungere al che dovrà rispettare la emissione totale annua autorizzata per gli impianti esistenti (anche senza provvedimento esplicito). Certiquality settembre 2004
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Definizioni a) Input di solventi organici (I): Il. La quantità di solventi organici o la loro quantità nei preparati acquistati che sono immessi nel processo nell'arco di tempo in cui viene calcolato il bilancio di massa. I2. La quantità di solventi organici o la loro quantità nei preparati recuperati e reimmessi come solvente nel processo (il solvente riutilizzato è registrato ogniqualvolta sia usato per svolgere l'attività). Certiquality settembre 2004
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Definizioni b) Output di solventi organici (O): O1. Emissioni negli scarichi gassosi O2. Solventi organici scaricati nell'acqua, tenendo conto, se del caso, del trattamento delle acque reflue nel calcolare O5. O3. La quantità di solventi organici che rimane come contaminante o residuo nei prodotti all'uscita del processo. O4. Emissioni diffuse di solventi organici nell'aria. Ciò comprende la ventilazione generale dei locali nei quali l'aria è scaricata all'esterno attraverso finestre, porte, sfiati e aperture simili. O5. Solventi organici e composti organici persi a causa di reazioni chimiche o fisiche (inclusi ad esempio quelli distrutti mediante incenerimento o altri trattamenti di scarichi gassosi o acque reflue, o catturati, ad esempio mediante adsorbimento, se non sono registrati ai punti O6, O7 o O8. O6. Solventi organici contenuti nei rifiuti raccolti. O7. Solventi organici da soli o solventi organici contenuti in preparati che sono o saranno venduti come prodotto a validità commerciale. O8. Solventi organici contenuti nei preparati recuperati per riuso, ma non per riutilizzo nel processo, se non sono registrati al punto O7. O9. Solventi organici scaricati in altro modo. Certiquality settembre 2004
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Linee guida sull'uso del piano di gestione dei solventi per la verifica di conformità a) Il piano di gestione dei solventi deve essere elaborato con la periodicità prevista nell'autorizzazione e, comunque, almeno una volta all'anno per determinare le emissioni totali (E) al fine di dimostrare il rispetto dell'emissione totale annua stabilita nell'autorizzazione. b) Per valutare la conformità al valore limite di emissione totale espresso come fattore di emissione in riferimento a taluni parametri specifici, stabilito nell'autorizzazione, il valore (E), determinato come previsto alla lettera a), è poi riferito al pertinente parametro specifico. c) Per valutare la conformità ai requisiti dell'articolo 3, comma 8, il piano di gestione dei solventi deve essere elaborato ogni anno per determinare le emissioni totali (E) di tutte le attività interessate; questa cifra va poi comparata con le emissioni totali che si sarebbero avute se fossero stati rispettati per ogni singola attività i requisiti di cui all'art. 3, comma 1. Certiquality settembre 2004
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Formule di calcolo a) L'emissione diffusa è calcolata secondo la seguente formula: F = I1 - O1 - O5 - O6 - O7 - O8 oppure F = O2 + O3 + O4 + O9 Questo parametro può essere determinato mediante misurazioni dirette delle quantità. Alternativamente, si può effettuare un calcolo equivalente con altri mezzi, ad esempio utilizzando l'efficienza di captazione del processo. La determinazione delle emissioni diffuse può essere effettuata mediante una serie breve, ma completa, di misurazioni e non deve essere ripetuta sino all'eventuale modifica dell'impianto. Certiquality settembre 2004
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Formule di calcolo b) Le emissioni totali (E) sono calcolate con la formula seguente: E = F + O1 dove F è l'emissione diffusa quale definita sopra. c) Il consumo ove applicabile si calcola secondo la formula seguente: C = I1 - O8 d) L'input, sia per la verifica del limite per le emissioni diffuse che per altri scopi, si calcola con la seguente formula: I = I1 + I2 Certiquality settembre 2004
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Impianto ESISTENTE Impianto per il quale l'autorizzazione e' stata rilasciata prima della data di entrata in vigore ( ) del presente decreto. Si considerano, altresi', esistenti gli impianti a ciclo chiuso di pulizia a secco di pellami, escluse le pellicce, e di tessuti, nonche' … che … (art. 2 c.1 s). La capacità nominale e quindi la emissione totale annua di un impianto esistente vanno dedotti dalle autorizzazioni (o da quanto indicato nella domanda di autorizzazione) facendo riferimento al solo carbonio contenuto nei diversi COV. Certiquality settembre 2004
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COV particolarmente tossici
All’art. 3 commi da 9 a 13 vi sono disposizioni particolari riguardanti i COV cancerogeni, mutageni e tossici (frasi di rischio R 45, R46, R49, R60, R61) nonché i composti alogenanti (frasi di rischio R40, R68) per i quali sono disposte particolari e puntuali limitazioni Certiquality settembre 2004
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Impianti esistenti: quali limiti?
Per un impianto che rientra nel campo di applicazione COV quali sono i limiti? DM 12/7/1990 o DM 44/2004 Gli impianti esistenti (ed a maggior ragione per i nuovi) i cui limiti in autorizzazione erano dati rispetto al DM 12/7/90 già da oggi devono rispettare le prescrizioni (non è detto i limiti) del DM 44/2004. I limiti previgenti del DM 12/7/1990 sono quindi da considerarsi superati Certiquality settembre 2004
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Obblighi (art. 4 e 5) Il gestore dell’impianto deve: rispettare le disposizioni autorizzative delle Autorità art. 5 c. 10 (come adesso); fornire all’autorità competente, almeno una volta all’anno, tutti i dati che consentono all’autorità medesima di verificare la conformità dell’impianto (art. 4 c.1); installare apparecchiature per la misura e per la registrazione in continuo a valle degli abbattitori con flusso di massa di COV, espressi come COT, oltre 10 kg/ora (o a seguito richieste dall’autorità (art. 4 c.2); approntare un piano di gestione dei solventi almeno una volta all’anno (art. 5 c. 2) Certiquality settembre 2004
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Modifiche sostanziali
Le modifiche sostanziali di un impianto (+10% dell’emissione di solventi), o parti di esso, così come definite all’articolo 2 lettera bb) vengono considerate come nuovo impianto (art. 6 c. 4). La medesima regola vale per quegli impianti che, al di sotto della soglia di applicazione del decreto, vi rientrano, per la prima volta, a seguito di un aumento della capacità nominale. Certiquality settembre 2004
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Criteri temporali di applicazione
NUOVI IMPIANTI Gli impianti nuovi e con essi tutti quelli che rientrano indirettamente in questa definizione, devono, da subito, chiedere autorizzazione alla autorità dichiarando, tra l’altro, la “capacità nominale” dell’impianto indispensabile per il calcolo della emissione totale annua. La domanda di autorizzazione sarà articolata in una relazione tecnica con una una preventiva elaborazione del piano gestione solventi di cui all’art. 5 c. 2 con i dati di progetto del nuovo impianto. Certiquality settembre 2004
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Criteri temporali di applicazione
IMPIANTI ESISTENTI Gli impianti esistenti dovranno presentare, entro il 12 marzo 2005, all’autorità una relazione sull’attività svolta, delle tecnologie antinquinamento e della qualità e quantità delle emissioni. Nel caso in cui, al i limiti che saranno in vigore per il fossero superati, è necessario integrare la relazione da inviare alla regione con un progetto di adeguamento. Certiquality settembre 2004
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CHEK - LIST D.M. 44/04 "Direttiva VOC"
L'azienda utilizza solventi? SI NO L'azienda rientra nell'elenco dell'allegato I del D.M. 44/04 Fine categorie di attività soglie minime di consumo: valore di consumo di solvente espresso in t/a in riferimento alla capacità nominale dell'impianto SI NO IMPIANTO ESISTENTE IMPIANTO NUOVO Fine autorizzazione rilasciata prima del MODIFICHE SOSTANZIALI (+10% dell'emissione di solvente) rientrano nell'all. II in seguito ad aumento capacità nominale) Entro il 13/03/05 relazione all'autorità richiesta di autorizzazione se si superano i limiti previsti per il 21/10/07 con dichiarazione della capacità nominale anche progetto di adeguamento e preventiva elaborazione del piano solventi verifica rispetto prescrizioni verifica rispetto prescrizioni Certiquality settembre 2004
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Verifica prescrizioni
Verificare il rispetto le disposizioni autorizzative delle Autorità art. 5 c. 10 (come adesso); Verificare invio all’autorità competente, almeno una volta all’anno, di tutti i dati che consentono all’autorità medesima di verificare la conformità dell’impianto (art. 4 c.1); Verificare l’installazione di apparecchiature per la misura e per la registrazione in continuo a valle degli abbattitori con flusso di massa di COV, espressi come COT, oltre 10 kg/ora (o a seguito richieste dall’autorità (art. 4 c.2); Verifica che sia stato predisposto il piano di gestione dei solventi almeno una volta all’anno (art. 5 c. 2) Certiquality settembre 2004
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L’allegato V: Certiquality settembre 2004
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Modalità di gestione L’azienda ha due alternative: Rispetto dell’emissione bersaglio Rispetto dei limiti al camino e limiti per emissioni diffuse Entro il 12 marzo 2005 deve presentare una relazione contenente, tra l’altro, la capacità nominale per l’impianto. Inoltre se non rispetta i limiti previsti per il 2007, occorre predisporre progetto di adeguamento (marzo 2005) Certiquality settembre 2004
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Progetto di adeguamento/nuovi progetti
Scelta della migliore tecnica disponibile interventi sulle tecnologie di processo; miglioramento quali/quantitativo delle materie prime; riduzione emissioni diffuse; migliore tecnologia di abbattimento in termini di efficienza; affidabilità, economicità e recupero energetici. Certiquality settembre 2004
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Scelta della migliore tecnica disponibile
interventi sulle tecnologie di processo Es: impianti di verniciatura Sistema applicativi ad elevata efficienza di trasferimento Sistemi tradizionali 50% di efficienza Sistemi innovativi > 80% Certiquality settembre 2004
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Scelta della migliore tecnica disponibile
miglioramento quali/quantitativo delle materie prime Es: impianti di verniciatura Vernici all’acqua Vernici UV Vernici ad alto solido Vernici a polvere Certiquality settembre 2004
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Scelta della migliore tecnica disponibile
riduzione emissioni diffuse Ottimizzazione impianti di aspirazione (con vantaggi per l’ambiente di lavoro) Riduzione dei solventi di lavaggio (impianti di recupero solvente) Certiquality settembre 2004
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Le disposizioni contenute nel D.P.R. 19/3/1956 n Norme generali per l’igiene del lavoro - prevedono la cattura degli inquinanti all’origine, cioè nel punto in cui si sprigionano. L’aspirazione localizzata consiste nel catturare, tramite bocchette aspiranti (o cappe), le sostanze inquinanti vicinissime al loro punto di emissione, prima che si disperdano nell’ambiente. Si definisce velocità di cattura ( e si indica con Vc) la velocità di aspirazione dell’aria necessaria a vincere le correnti d’aria presenti nell’ambiente, o indotte dalle lavorazione stessa, e sufficiente a catturare gli inquinanti, convogliandoli nell’estrattore. La velocità di cattura Vc dipende dalla lavorazione e dal tipo di inquinante (quantità e tossicità). NOTA BENE: gli art. 19, 20 e 21 del D.P.R. 19/3/1956 n. 303 prescrivono l’aspirazione degli inquinanti indipendentemente dal rispetto o meno dei valori limite di soglia. Il D.M. 12/07/1990 all’art. 2 prescrive che gli impianti siano equipaggiati ed eserciti in modo da limitare le emissioni diffuse. Certiquality settembre 2004
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Scelta della migliore tecnica disponibile
Impianti di abbattimento Migliore tecnologia di abbattimento in termini di efficienza, affidabilità, economicità e recupero energetici. Certiquality settembre 2004
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Variabili che influenzano la scelta di un sistema di abbattimento
Concentrazione di V.O.C. Temp./Press. gas da trattare Condizioni di flusso Concentrazione di O2 Portata dei gas Energia di combustione Presenza eventuale di polveri Presenza eventuale di veleni per il catalizzatore Frequenza di interruzione dell’impianto A seconda dei valori assunti dai parametri elencati si hanno le seguenti tipologie di impianto di abbattimento: 1. ADSORBIMENTO CON CARBONI ATTIVI 2. COMBUSTIONE TERMICA 3. COMBUSTIONE CATALITICA 4. CONCENTRATORI 5. BIOFILTRI Certiquality settembre 2004
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Adsorbimento La separazione per adsorbimento sfrutta la capacità di alcuni materiali (es. carboni attivi, fibre di carbonio, zeoliti naturali e sintetiche) di trattenere le S.O.V. prima e di rilasciarle poi in particolari condizioni. L’eventuale rigenerazione del letto viene realizzata provocando il desorbimento delle S.O.V. tramite aumento della temperatura e/o per contatto con un’altra sostanza. Adsorbimento con carboni a perdere Adsorbimento con rigenerazione Certiquality settembre 2004
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Schema di impianto Carboni attivi fluido di rigenerazione aria pulita
ADSORBIMENTO A CARBONI ATTIVI fluido di rigenerazione aria pulita Carboni attivi aria inquinata da S.O.V. Fluido arricchito in S.O.V. Certiquality settembre 2004
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Adsorbimento con Carboni a Perdere Applicabilità: Basse concentrazioni di S.O.V. tali da garantire una durata significativa dei carboni Assenza di sostanze che tendono a polimerizzare. Vantaggi: Elevata efficienza di captazione Modesti costi energetici Semplicità di funzionamento. Svantaggi: Smaltimento dei carboni esausti molto costoso Eventuale pericolo di infiammabilità del carbone Necessità di monitoraggio delle emissioni per controllare l’efficienza dei carboni attivi. Certiquality settembre 2004
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Adsorbimento con Rigenerazione Applicabilità: Impossibilità di recupero di miscele con diversi punti di ebollizione, S.O.V. altobollenti, S.O.V. che tendono a polimerizzare. Vantaggi: Recupero di solventi riutilizzabili nel ciclo produttivo (es: recupero di acetato di etile con gas inerte per la stampa rotocalco imballaggi) Assenza di costi di smaltimento carboni esausti Svantaggi: Alto investimento iniziale Costi di gestione per il fluido di rigenerazione Necessità di personale addetto Notevole ingombro. Certiquality settembre 2004
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Combustione Termica In questi impianti le S.O.V. sono convertite in CO2 e H20 con temperature superiori ai 720°C attraverso un processo di combustione omogeneo, utilizzando l’ossigeno presente nell’aria come comburente. Oltre agli impianti di combustione termica tradizionali esistono moderni impianti di tipo rigenerativo costituiti da una camera di combustione e da 2 o più camere di preriscaldamento/recupero di calore contenenti corpi di riempimento di materiale ceramico. Combustione termica Tradizionale (Recuperativa) Combustione termica Rigenerativa Certiquality settembre 2004
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Aria depurata Aria inquinata da S.O.V. Camera di combustione Scambiatore primario COMBUSTIONE TERMICA Schema di impianto secondario Certiquality settembre 2004
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Combustione termica tradizionale Applicabilità: Concentrazione di S.O.V. inferiori al 50% del Li. (Limite inferiore di infiammabilità) Assenza di sostanze clorurate Concentrazioni medio-alte di S.O.V. Vantaggi: Elevata efficienza di abbattimento (> 95%) Sistema totalmente automatizzato Assenza di residui da smaltire. Svantaggi: Elevati costi energetici tranne che in situazioni di auto sostentamento (consumo di combustibile ausiliario nullo) Possibile formazione di NOX e CO. Certiquality settembre 2004
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Schema di impianto COMBUSTIONE RIGENERATIVA bruciatori Camino Camera di Combustione Recupero di Calore Aria Inquinata Certiquality settembre 2004
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Combustione termica rigenerativa Applicabilità: Concentrazione di S.O.V. inferiori al 50% del L.i. (Limite inferiore di infiammabilità) Assenza di sostanze clorurate Concentrazioni medio-alte di S.O.V. Vantaggi: Elevata efficienza di abbattimento (> 95%) Elevato recupero energetico (circa il 90%) perché lo scambio termico è realizzato in modo diretto Svantaggi: Elevato ingombro Elevato investimento iniziale Elevati costi di manutenzione Sistema soggetto a guasti data la sua complessità Certiquality settembre 2004
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Combustione Catalitica
In questi impianti le S.O.V. sono convertite in CO2 e H2O a bassa temperatura ( °C) in presenza di un opportuno catalizzatore a base di ossidi metallici o di metalli nobili. Dato che la temperatura di lavoro è assai inferiore rispetto a quella utilizzata nella combustione termica, il consumo di combustibile ausiliario è notevolmente ridotto a parità di concentrazione di S.O.V. Come nel caso della combustione termica il recupero di calore può essere tradizionale (scambiatori) o rigenerativo (masse ceramiche) Certiquality settembre 2004
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Schema di impianto COMBUSTIONE CATALITICA Aria depurata Reattore catalitico Preriscaldatore Scambiatore primario Scambiatore secondario Aria inquinata da S.O.V. Certiquality settembre 2004
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Schema di impianto COMBUSTIONE CATALITICA RIGENERATIVA bruciatori Camino Camera di Combustione Catalizzatore Recupero di Calore Aria Inquinata Certiquality settembre 2004
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Combustione Catalitica
Applicabilità: Miscele gassose contenenti tutti i tipi di sostanze organiche con esclusione di metalli pesanti, zolfo, silicio, fosforo (veleni del catalizzatore). Gli alogeni sono oggi tollerati dalle nuove generazioni di catalizzatori. Vantaggi: Efficienza di abbattimento > 95% Alta affidabilità e semplicità di gestione Minimo ingombro e peso ridotto Minima emissione di NOX (grazie alle basse temperature di esercizio) e di CO (alta selettività). Svantaggi: Possibile disattivazione del catalizzatore Sostituzione del catalizzatore dopo un periodo compreso tra le e le ore. Certiquality settembre 2004
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Concentratori In questi impianti la corrente gassosa di processo attraversa il letto di materiale adsorbente impoverendosi delle S.O.V. e viene emessa direttamente in atmosfera. Successivamente il letto arricchito in S.O.V. viene rigenerato con una portata ridotta di aria calda in controcorrente. Le S.O.V. rilasciate nella corrente di rigenerazione vengono inviate ad una unità di combustione. Il sistema è particolarmente vantaggioso nel caso di correnti di processo caratterizzate da elevate portate e basse concentrazioni di S.O.V. (<600 mg/Nm3). Certiquality settembre 2004
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Schema di impianto CONCENTRATORI Aria inquinata Aria depurata Aria riscaldata Aria ad alta concentrazione di S.O.V. Certiquality settembre 2004
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APPLICABILITA’ DEGLI IMPIANTI DI ABBATTIMENTO ( PER UNA PORTATA VOLUMETRICA UGUALE A Nm3/h ) Combustione termica rigenerativa Combustione termica recuperativa Carboni attivi a perdere Carboni attivi rigenerativi Concentrazione Combustione catalitica rigenerativa Combustione catalitica recuperativa Kcal Nm3 log Necessario comb. ausiliario Condizioni di autosostentamento Certiquality settembre 2004
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Conclusioni NUOVI LIMITI: non solo limiti agli scarichi gassosi ma limiti sulle emissioni diffuse ed emissioni totali annue ALTERNATIVE: il gestore può scegliere tra due limiti alternativi: EMISSIONE TOTALE ANNUA: efficacia ed impatto sul recettore EMISSIONE TOTALE o VALORI LIMITE DI EMISSIONE: ecoefficienza e rendimento PIANO DI ADEGUAMENTO/NUOVI PROGETTI:scelta strategica l’aspetto ambientale diventa parte integrante del business PIANO DI GESTIONE SOLVENTI: bilancio di massa e individua le opzioni di riduzione COMUNICAZIONE: informazioni in materia di consumo ed emissione di solvente disponibili al pubblico Certiquality settembre 2004
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