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ATENA NELL’ODISSEA….

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Presentazione sul tema: "ATENA NELL’ODISSEA…."— Transcript della presentazione:

1 ATENA NELL’ODISSEA…

2 ATENA NELL’ODISSEA MARIA VITTORIA BOFFI GIULIA CAMPLI CARMELITA CIERI
GIULIA DI NICOLA AMALIA PERFETTI Colonna sonora: yanni , “live at the acropolis”

3 LA DEA ATHENA CARATTERISTICHE: Figlia di Zeus e Meti, dea della sapienza e della guerra combattuta per giusti ideali, simboleggia la prudenza unita alla forza. Dà il nome alla città di Atene. Insegna agli uomini a navigare,a cavalcare,a utilizzare il fuoco e ad aggiogare i buoi all’aratro. Fa nascere l’ulivo in Grecia e ne diffonde la coltivazione. Protettrice delle arti, inventa il flauto, il tornio, la squadra e il carro. OGGETTI UTILIZZATI: elmo,egida e lancia PIANTE ED ANIMALI SACRI: ulivo; civetta, gallo e serpente SOPRANNOMI: Partenia (vergine), Pallade (lanciatrice di dadi), Glaucopide (dagli occhi azzurri o di civetta), Nikefora ( che dona la vittoria).

4 LA NASCITA DI ATENA La versione più comune riguardo la sua nascita afferma che Zeus si coricò con Metide, dea della prudenza e della saggezza, ma subito dopo ebbe paura delle conseguenze che ne sarebbero derivate: una profezia diceva che i figli di Metide sarebbero stati più potenti del padre, fosse stato anche lo stesso Zeus. Per impedire che questo si verificasse, subito dopo essersi giaciuto con lei, Zeus indusse Metide a trasformarsi in una mosca e la inghiottì, ma era ormai troppo tardi: la dea aveva infatti già concepito un bambino. Metide cominciò immediatamente a realizzare un elmo ed una veste per la figlia che portava in grembo, e i colpi di martello sferrati mentre costruiva l'elmo provocarono a Zeus un dolore terribile. Così Prometeo (oppure, a seconda delle versioni, Efesto, Ermes o Palemone) aprì la testa di Zeus con un'ascia bipenne ed Atena ne balzò fuori già adulta ed armata e Zeus in questo modo uscì, malconcio ma vivo, dalla brutta disavventura.

5 Una dea saggia... ma anche irascibile
LA UBRIS PUNITA ... Aracne viveva a Colofone, nella Lidia. La fanciulla, figlia del tintore Idmone e sorella di Falance, era abilissima nel tessere, tanto girava voce che avesse imparato l'arte direttamente da Atena, mentre lei affermava che fosse la dea ad aver imparato da lei. Ne era cotanto sicura, che sfidò la dea a duello. Di lì a poco un'anziana signora si presentò ad Aracne, consigliandole di ritirare la sfida per non causare l'ira della dea. Quando lei replicò con sgarbo, la vecchia uscì dalle proprie spoglie rivelandosi come la dea Atena, e la gara iniziò. Aracne scelse come tema della sua tessitura gli amori degli dei; il suo lavoro era così perfetto ed ironico verso le astuzie usate dagli dei per raggiungere i propri fini che Atena si adirò, distrusse la tela e colpì Aracne con la sua spola. Aracne, disperata, si impiccò, ma la dea la trasformò in un ragno costringendola a filare e tessere per tutta la vita dalla bocca, punita per l'arroganza dimostrata, ha mostrato ὕβρις nell'aver osato sfidare la dea.

6 RICORDANDO L’ILIADE Nel poema omerico dell'Iliade, la dea Atena si mostra favorevole agli Achei. Ciò avviene per due motivi: Prova grande ammirazione nei confronti di Odisseo per la sua grande mètis A causa del pomo della discordia, infatti, Paride (principe troiano) assegnandolo ad Afrodite e riconoscendola come la più bella delle dee, si è per sempre inimicato Atena ed Era.

7 Libro II : Atena ispira astuzie a Penelope.
atena - odissea- INDICE Libro I : Atena intercede per Odisseo nel consiglio degli dei poi va ad Itaca per aiutare Telemaco e lo sostiene durante la ricerca del padre. Libro II : Atena ispira astuzie a Penelope. Libro VI : Atena incontra Nausicaa. Libro XIII : Atena con l’aspetto di una giovane esorta Ulisse a cacciare i Proci e lo trasforma in un mendicante; spinge Telemaco a tornare ad Itaca e si ricongiunge con lui. Libro XXI: Atena spinge Penelope a proporre la prova dell’arco. Libro XXII: Atena rende vani i colpi dei Proci e avvolge nella nube Ulisse, Telemaco e i servi. Libro XXIV: Atena ordina ad Odisseo di porre fine alla guerra e stringere la pace

8 LIBRO PRIMO VERSI 80-95 E gli rispose la dea Atena occhio azzurro:
“ O nostro padre Cronide, sovrano tra i potenti, Se questo è caro ai numi beati, Che alla sua casa torni l’accorto Odisseo, Allora, Ermete messaggero, argheifonte Mandiamo all’sola Ogigia,che subito Alla dea trecce belle dica decreto immutabile, Il ritorno del forte Odisseo, perché possa tornare. Io intanto andrò in Itaca,il figlio A spronare, a infondergli forza in cuore, Sicchè, chiamati gli Achei dai lunghi capelli al consiglio, Imponga d’andarsene ai pretendenti, che sempre Pecore grasse gli sgozzano e buoi zampe storte, corna lunate. E a Sparta lo manderò e nel Pilo arenoso Che chieda il ritorno del padre, se mai n’ha notizia, E nobile gloria lo coroni fra gli uomini”.

9 LIBRO PRIMO VERSI 80-95- figure retoriche
occhio azzurro-> epiteto , sta a significare che la dea è glaucopide O nostro padre -> apostrofe , una invocazione Cronide (….)-> patronimico, riferito a Zeus, vuol dire ” figlio di Crono” Messaggero argheifonte -> epiteto riferito ad Ermes Trecce belle -> epiteto Dai lunghi capelli-> epiteto Zampe storte e corna lunate-> epiteto E a Sparta lo manderò (…)e nobile sorte lo coroni…..-> climax ascendente frequenti anastrofi( sconvolgimenti della sintassi che comprende due elementi) ed iperbati ( sconvolgimento di più elementi).

10 L’ira di Atena sa essere enorme e con la sua lancia di bronzo molto appuntita, riesce a fare strage di uomini...ma ancora più forte è la sua saggezza applicata alla volontà. Atena vuole proteggere l’incolumità di Ulisse perché egli è intelligenza, astuzia e conoscenza delle quali la dea è simbolo massimo, vuole premiarlo con la sua protezione. A tal fine usa con Zeus anche una certa umiltà, insolita per un’ essere divino come lei, una sfumatura di pacata e paziente “captatio benevolentiae”. Il caos e la confusione creati da Poseidone sono riequilibrati dalla FERMA DOLCEZZA della dea che vuole a tutti i costi accendere una luce sul cammino dell’eroe per riportarlo a ciò che è giusto: patria, trono, famiglia, amore vero e immortale.

11 Libro primo versi 96-112 Detto così sotto i piedi legò sandali belli,
Ambrosii, d’oro,che la portavan sul mare E sulla terra infinita, insieme col soffio del vento. E prese l’asta gagliarda puntuta d’acuto bronzo, Robusta,grande,pesante,con cui ella atterra le schiere Dei forti,se con essi s’adira, la figlia del padre possente. E venne giù dalle cime d’Olimpo d’un balzo, Fu tra il popolo di Itaca, d’Odisseo avanti al portico, Sulla soglia dell’atrio;in mano aveva l’asta di bronzo, era simile a un ospite, Mente, il capo dei Tafi […] Lo vide per primo Telemaco simile a un dio; Sedeva tra i pretendenti, crucciato nell’anima, Sognando il nobile padre nel cuore, se a un tratto venisse E liberasse da tutti i pretendenti la casa, e riavesse il suo onore e sopra i suoi beni regnasse.

12 Libro primo versi Questo, seduto tra i pretendenti, sognava; e vide Atena. Le mosse contro pel portico, e provò ira in cuore Che l’ospite avesse atteso alla porta: davanti a lei stette, Le prese la destra, ne ricevette l’asta di bronzo, E a lei rivolto, parole fugaci parlava: “Salute, ospite! Sarai bene accolto fra noi.Poi tu, quando il cibo t’avrà ristorato, dirai che cosa t’occorre”. Dicendo così procedeva, Pallade Atena seguiva.

13 figure retoriche Libro primo versi 96-112
Ambrosii-> metafora Asta gagliarda->personificazione Simile a un ospite, simile a un dio->similitudine Pallade -> epiteto Crucciato nell’anima-> metafora Se a un tratto venisse(…)e sopra i suoi beni regnasse ->climax ascendente Parole fugaci parlava-> espressione formulare Ospite,->apostrofe

14 “L’asta gagliarda” di bronzo della dea è simbolo di potenza.
Essa “ atterra le schiere dei forti” , solamente se la dea s’adira : ma la consegna tranquillamente a Telemaco, figlio del suo protetto, Ulisse. I bei sandali dorati e “ambrosii” rappresentano la rapidità ( poiché vanno con il vento che spira) e la leggerezza( sul mare e sulla terra ): e lei, divina e senza peso, vola a Itaca.

15 Libro primo versi In questi versi è rilevante la tematica dell’ospitalità presso gli antichi greci: essa, valore divino, deve essere rispettata, offrendo prontamente agli stranieri un giaciglio, pasti abbondanti e cure del corpo (bagno, unzione), non deve mai essere tradita. Possiamo subito notare, quindi, la correttezza di Telemaco, nell’accogliere convenientemente Atena, si era infatti adirato nel vedere che l’ospite ( Atena- Mente) era stato lasciato solo, volgarmente, in modo irriverente, presso la porta, senza i dovuti onori, dalla gentaglia che si era stabilita nella sua reggia… E proprio per questo, lo invita caldamente ad entrare per offrirgli cibo e bevande in abbondanza, molto premurosamente. Il desiderio di Telemaco, giovane di bellezza quasi divina, di ritrovare il padre è molto forte: “ sogna il nobile padre nel cuore”.Infatti, afflitto dalla volgarità dei proci , vorrebbe che Odisseo ritornasse per ristabilire di nuovo il vecchio equilibrio. E per questo nobile fine, la dea, umilmente mimetizzata, segue il giovane, pazientemente anche durante il suo viaggio a Pilo e Sparta.

16 Atena infonde coraggio a Nausicaa
Libro II : vv .. a lei Atena mise coraggio nell’animo e tolse dagli arti il terrore ..

17 Qui troviamo un enjambement, ovvero uno spezzamento di frase
in due versi. ATENA INFONDE CORAGGIO A NAUSICAA Libro II : vv .. a lei Atena mise coraggio nell’animo e tolse dagli arti il terrore ..

18 Sorrise a questo la glaucopide,
E con man careggiollo; e uguale a donna Bella, di gran sembiante, e di famosi Lavori esperta, in un momento apparve, E a così fatti accenti il volo sciolse: [dopo essersi mostrata ad Odisseo nelle sembianze di un giovane e avergli comunicato di esser giunto ad Itaca, la dea Atena gli si rivela e lo esorta a scacciare i Proci, per non farlo riconoscere lo trasforma in mendicante]

19 Da Omero in poi, l'epiteto di Atena più comunemente usato in poesia è ”glaukopis” (γλαυκώπις), che viene solitamente tradotto come con lo sguardo scintillante o dagli occhi lampeggianti. Il termine è una combinazione di glaukos (γλαύκος, che significa "lucente", "argenteo" e, in epoche più tarde "blu-verdognolo" e "grigio") e ops (ώψ, "occhio" o talvolta "viso"). È interessante notare che glaux (γλαύξ, civetta) deriva dalla medesima radice, probabilmente per i particolari occhi di cui è dotato l'animale. La figura di quest'uccello capace di vedere di notte è strettamente legata alla dea della saggezza: a partire fin dalle prime raffigurazioni è dipinta con la civetta appollaiata sulla testa. “il volo sciolse” è un’efficace metafora mirata a comunicare che la dea sta prendendo la parola

20 Scese dal cielo e somigliante in vista A bella e grande e de’ più bei lavori Femmina esperta, si fermò alla porta Del padiglion di contra, e a Ulisse apparve. Telemaco non vìdela: ché a tutti Non si mostran gl’Iddii. Videla il padre, E i mastini la videro, che a lei Non abbaiar, ma del cortil nel fondo Trepidi si celâro e guaiolanti. Ella accennò co’ sopraccigli, e il padre La intese, ed uscì fuori, e innanzi stette Nella corte alla dea, che sì gli disse: "O Laerzìade generoso e accorto, Tempo è che al tuo figliuol tu ti palesi, Onde, sterminio meditando ai proci, Moviate uniti alla città. Vicina Ed accinta a pugnar, tosto m’avrete". Tacque Minerva, e della verga d’oro Toccollo. Ed ecco circondargli a un tratto Belle vesti le membra, e il corpo farsi Più grande e più robusto ecco le guance Stendersi, e già ricolorarsi in bruno, E all’azzurro tirar su per lo mento I peli, che parean d’argento in prima.

21 “Laerziade generoso e accorto” costituisce un’apostrofe, ovvero un complemento di vocazione, in cui è inserito un ricorrente patronimico che sta ad indicare che Odisseo è figlio di Laerte; Dal vv 198 troviamo una lunga climax nel quale viene descritta il ritorno di Odisseo al suo reale aspetto; Sono inserite in tutto il brano numerosi anastrofi e iperbati che provocano una sconvolgimento della sintassi

22 Dal brano risultano 2 tematiche principali:
Dea Atena= nonostante appaia in sembianze di donna, i cani si accorgono della sua natura divina e scappano uggiolando; Il ricongiungimento= L’affetto tra padre e figlio è talmente forte che Ulisse è costretto a riprendere le sue reali sembianze per ricongiungersi con Telemaco.

23 [Atena suggerisce a Penelope la prova dell'arco] Libro XXI
Ed ecco in cuore ispirò la dea Atena occhio azzurro alla figlia d'Icario, la sapiente Penelope d'offrire ai pretendenti l'arco e il fero canuto gara nella sala d'Odisseo, e principio della strage. [Atena rende vani i colpi dei Proci] Libro XXI Così parlava: e tutti tirarono come ordinar bramosi: ma tutti i colpi rese inutili Atena. Uno il pilastro della sala massiccia colpì, l'altro la porta saldamente commessa, il faggio greve di bronzo d'un terzo pombò contro il muro. [Atena avvolge Odisseo, Telemaco e i servi in una nube per favorirli nella lotta contro i Proci] Libro XXIII Quelli non disobbedirono, ma di bronzo s'armarono, le porte aprirono e uscirono; avanti andava Odisseo. E già c'era luce sulla terra, ma Atena di notte coprendoli, rapidamente fuori la città li guidava.

24 La sapiente Penelope= epiteto
“occhio azzurro” = frequente epiteto riferito ad Atena “così parlava”= espressione formulare che spesso viene ripetuta all’interno del poema “il faggio greve di bronzo” – “di bronzo” = sono entrambi delle metonimie, infatti il materiale di cui sono costituite le armi indica le armi stesse La sapiente Penelope= epiteto

25 "E già c'era luce sulla terra, ma Atena di notte coprendoli, rapidamente fuori la città li guidava.“
E' in questi versi che compare l'importante tematica della nube, che all'apparenza potrebbe essere trascurata, ma che invece si rivela notevolmente importante ai fini della storia. E' da notare infatti come questa situazione compaia più volte all'interno dei poemi omerici per evidenziare l'intervento degli dei a favore o a sfavore di determinati personaggi. Dunque, così come Atena interviene nell'Odissea avvolgendo in una nube Ulisse, il figlio Telemaco e i servi durante il combattimento contro i Proci, in egual modo il dio Apollo interviene nell'Iliade nascondendo se stesso in una nuvola di nebbia per poter attaccare Patroclo senza essere visto.

26 "Ed ecco che in cuore ispirò la dea Atena Occhio azzurro alla figlia d'Icario, la sapiente Penelope..“ Sono diversi gli epiteti che vengono attribuiti nel poema, tanto ad Atena quanto a Penelope, la giovane sposa di Odisseo. In questi versi compare l'epiteto "sapiente" che ha la funzione di sottolineare la brillante astuzia della ragazza che, nell'attesa del ritorno di Ulisse, riesce a portare avanti la reggia seppur con quache difficoltà legata alla presenza dei Proci a palazzo. E' proprio in passi come questi che la misoginia, tipica di molti poemi dell'epoca, viene meno per consentire allo scrittore di mettere in luce le migliori qualità di donne come Penelope che, nonostante siano sottoposte ad una lunga attesa, riescono a pazientare per far quindi trionfare il sentimento di eterna fedeltà che c'è alla base dei legami coniugali. Infatti questi, come tali, devono riuscire a sopportare anche gli ostacoli più difficili da scavalcare come la lontananza.

27 Consigli di Zeus Consigli di Zeus……libro XXIV
Pallade, il tutto visto, al Saturnide Si converse in tal guisa: "O nostro padre, Di Saturno figliuol, re de’ regnanti, Mostrami ciò che nel tuo cor s’asconde. Prolungar vuoi la guerra e i fieri sdegni? O accordo tra le parti, e amistà porre?" Tornato fora degli Achei, se Palla, Dell’Egìoco la figlia, un grido messo, Non mutava i lor cuori: "Cittadini D’Itaca, fine all’aspra guerra. Il campo Lasciate tosto, e non più sangue". Disse; Ed un verde pallor tinse ogni fronte L’armi scappavan dalle man tremanti, D’aste coverto il suolo era e di brandi, Levata che Minerva ebbe la voce; Consigli di Zeus

28 ……………………………………………………...
E tutti avari della cara vita Alla città si rivolgeano. Ulisse Con un urlo, che andò sino alle stelle, Inseguìa ratto i fuggitivi, a guisa D’aquila tra le nubi altovolante. Se non che Giove il fulmine contorse; E alla Sguardo azzurrina innanzi ai piedi Cascò l’eterea fiamma: "O generoso", Così la diva, di Laerte figlio, Contienti e frena il desiderio ardente Della guerra, che a tutti è sempre grave, Non contro a te di troppa ira s’accenda L’ampia veggente di Saturno prole".

29 Commento carme In questi versi Atena, rinominata "Pallade”, si rivolge a Zeus con l'apostrofe "o nostro padre" poichè egli è padre non solo degli dei ma anche degli umani, nonchè dio del cielo e dei tuoni. Sempre riferito a lui è il patronimico "Saturnide" che significa che è figlio di Saturno; Atena lo invita ad informare il popolo di Itaca sulle sue intenzioni: vuole continuare la guerra o porre fine alle inimicizie? In questa scena Atena in nome di Zeus, rivolta ai cittadini di Itaca, chiede di mettere fine alla guerra che con una sinestesia, ovvero accostamento di due parole appartenenti a sfere sensoriali diverse, definisce aspra. Inoltre li invita a stringere una pace con Odisseo.

30 L'eroe obbedisce ponendo finalmente un accordo tra le parti.
Sempre nel discorso diretto troviamo un'anastrofe: "il campo lasciate tosto". Non rivolge però queste parole con un tono tranquillo bensì con un urlo che spaventa i cittadini. Infatti con un epiteto, "verde pallor" esprime innanzitutto la paura che sovrasta gli abitanti di Itaca quando Atena lancia l'urlo; il verde è il colore della speranza, quella che hanno gli abitanti di avere una vendetta, ma anche un colore si speranza e paura. Un'altra figura retorica della stessa forma è "le man tremanti" che descrivono sempre lo stato d'animo delle persone, che le induce ad avere questo comportamento. Dopo il discorso entra in scena Ulisse che insegue i cittadini desideroso di guerra; e allora la dea “sguardoazzurrina” lo prega di frenare il suo ardente desiderio di guerra. L'eroe obbedisce ponendo finalmente un accordo tra le parti.

31 ATENA NELL’ODISSEA!


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