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16.00 Lettera 95 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

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Presentazione sul tema: "16.00 Lettera 95 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce."— Transcript della presentazione:

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7 Lettera 95

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11 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce

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13 Carissimi figliuoli in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi legati nel legame dolce della carità sì e per siffatto modo che né dimonio né creatura ve ne possano separare.

14 Questo è quel dolce legame che legò Dio nelluomo, e l'uomo in Dio, quando la natura divina s'unì colla natura umana; e questo fu quell'amore ineffabile che donò l'essere all'uomo, traendolo Dio di sé medesimo, quando lo creò alla immagine e similitudine sua.

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16 E perché lanima è fatta per puro amore, l'amore accorda le potenze dellanima nostra, e lega insieme queste tre potenze.

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20 E così a quello che l'occhio dellintelletto ha veduto, la volontà con amore ineffabile va dietro.

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22 E con mano forte egli ripone il tesoro ch'egli trae di questo amore, nella memoria; e così diventa grato e conoscente al suo Creatore delle grazie e doni che si vede avere ricevuti da Dio. Ché ciò ch'egli ha, vede, di grazia avere in sé e non per sé medesimo; che noi siamo quelli che non siamo, e però siamo operatori di quella cosa che non è, cioè del peccato.

23 Oh quanto è orribile morte la colpa, che ci toglie la vita! E questo vedendo l'anima nel modo detto, si veste d'amore e di perfetta umiltà; la carità trova e gusta nella bontà di Dio, vedendola in sé medesima partecipare con molti doni e grazie, le quali ha ricevute e riceve continuamente.

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25 Nel conoscimento di sé e del peccato, che trova per la legge perversa, che ha in sé (che ha ribellato e ribella al suo Creatore), si concepisce un odio e dispiacimento verso questa sensualità; e nell'odio trova una pazienza la quale pazienza lo fa forte a sostenere pene, scherni, villanie, fame, sete, freddo, caldo, tentazioni e molestie dal dimonio.

26 Schifa e fugge il mondo con tutti i diletti suoi: e ne nasce una vena d'umiltà, la quale è balia e nutrice della carità. E però porta con tanta pazienza; perché la carità, amore ineffabile, ha trovata la balia sua, cioè l'umiltà, il servo dell'odio di sé, che per amore la serve con perfetta pazienza.

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28 Esso fa vendetta e giustizia dei nemici della divina carità; ed i nemici suoi sono questi. Amore proprio il quale per propria utilità ama sé; e ciò che egli ama, ama per sé, e non per Dio: diletti, piacimenti, stati, onori e ricchezze.

29 E che vendetta è questa? È una vendetta di tanta dolcezza che lingua non è sufficiente a dirlo: ché dall'amor proprio che dà morte, viene all'amore divino che gli dà vita; dalla tenebra e odio e dispiacimento della virtù, viene alla luce e amore delle virtù: in tanto che elegge innanzi la morte, che volere lasciare la virtù.

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31 Anco, si dà a tenere tutti quei modi e quelle vie per le quali vede che possa venire a virtù, e conservare la virtù in sé. E perché i diletti sensitivi e la delicatezza del corpo, e la conversazione di cattivi e perversi secolari vede che gli sono nocivi; però li fugge con tutto il cuore: e con tutto l'affetto, del corpo fa il contrario e ne fa vendetta, macerando colla penitenza, col digiuno, vigilie e orazioni, e discipline, quando singolarmente si vede d'avere bisogno; cioè quando la carne volesse ribellare allo spirito.

32 La volontà vendica colla morte; però che l'uccide sottomettendola ai comandamenti di Dio e ai consigli che Cristo, Figliuolo unigenito di Dio ci lasciò con essi comandamenti. E così si veste dell'eterna volontà sua dolce; e naviga in questo mare tempestoso, virilmente e realmente seguendo le vestigia di Cristo crocifisso.

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34 Or questo è quel dolce legame, il quale lega l'anima col suo Creatore. Tu legasti Dio nell'uomo, come detto è, e l'uomo in Dio, quando tu, Padre eterno, ci donasti il Verbo del Figliuolo tuo, e unisti la natura divina colla natura umana.

35 O figliuoli carissimi, questo fu quel legame che tenne confitto e chiavellato Dio-e-Uomo in Croce; che se l'amore non l'avesse tenuto, non erano sufficienti i chiodi né la Croce a poterlo tenere. L'amore che Cristo ebbe all'onore del Padre e alla salute nostra, e l'odio e dispiacimento ch'egli ebbe del peccato, e l'odio insieme coll'amore fece vendetta delle nostre iniquità, e le punì con pene e tormenti sopra il corpo suo.

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37 Adunque l'anima, che è legata con Cristo crocifisso, lo segue, facendo vendetta, per onore di Dio e salute sua e del prossimo, della parte sensitiva; cacciando i nemici dell'anima sua; dei vizi, dico, e disobbedienza ch'egli ha avuto contro il suo Creatore, disobbedendo ai comandamenti suoi: e vi mette dentro, e riceve gli amici.

38 Gli amici sono le vere e reali virtù, fatte in amore e in perfetta carità. Perché uno dei principali amici che abbia l'anima, è la vera obbedienza. Chi tanto è umile quanto obbediente, obbedisce ai comandamenti santi di Dio. L'anima che molto s'innamora di questa obbedienza, che è un annegare e uccidere la sua volontà, si distende anco più oltre; che ella vuole osservare l'obbedienza dei consigli di Cristo, pigliando in ordine approvato, il giogo della santa obbedienza.

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40 E non è dubbio, figliuoli miei, che ella è cosa più sicura e più provata. Ché, perché noi vediamo i religiosi infermi, non essendo osservatori dell'Ordine, nondimeno l'Ordine non inferma mai: ché ella è fondata e fatta dallo Spirito Santo.

41 Onde, se sentite che Dio vi chiama a obbedienza, rispondetegli. E se vi venisse in pensiero di non contentarvi per gli Ordini che sono così venuti meno, e per poco amore v'ha di molti traversi; io rispondo a questo pensiero, che molti monasteri ci sono, che al tutto ogni cattiva barba n'è uscita fuori; che, avendo voi volontà della religione, sarebbe molto bene e onore di Dio che voi n'andaste, essendovi un buon capo.

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43 E fra gli altri monasteri, vi so dire di santAntimo, il quale, come Don Giovanni vi dirà, ha un abate, che è specchio d'umiltà e di povertà e d'unità: che egli non vuole essere il maggiore, ma il più minimo. Dio per la sua infinita bontà ne dispensi quello che debba essere più suo onore, e il meglio per voi.

44 Legatevi, legatevi insieme, figliuoli miei, caritativamente; l'uno sopporti e comporti i difetti dell'altro; acciò che siate legati, e non sciolti, in Cristo dolce Gesù. Amatevi, amatevi insieme: che voi sapete che questo è il segno che Cristo lasciò ai discepoli suoi, dicendo che ad altro non sono conosciuti i figliuoli di Dio, se non all'unità dell'amore che l'uomo ha col prossimo suo in perfettissima carità.

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46 Ho avuta grandissima consolazione delle buone novelle dell'unità ch'io ho udita che avete insieme. Crescete. E non volgete il capo addietro; sì che io possa dire con san Paolo, quando disse ai discepoli suoi, che ne erano il suo gaudio, la sua letizia e la sua corona. Onde io vi prego che adoperiate sì, che io lo possa dire. Altro non vi dico.

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50 Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.

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