La musica tra disciplinarità e trasversalità.

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La musica tra disciplinarità e trasversalità

EDUCARE AI SUONI E ALLA MUSICA CON I SUONI E LA MUSICA

Educare AI suoni e ALLA musica significa: Ammettere che suoni e musica rappresentano un mezzo necessario per comprendere la realtà Riconoscere l’importanza del medium uditivo per tutti gli apprendimenti scolastici e non solo per quello musicale Riconoscere come lo sviluppo dell’intelligenza musicale non giovi solo alla ‘musicalità’ Riconoscere che la musica può rappresentare un mezzo didattico efficace per promuovere a scuola insegnamenti “altri”

Primo punto: l’onnipresenza del paesaggio sonoro Suoni e musiche: dove? perché? Caratteristiche del paesaggio sonoro: toniche segnali impronte

Tipologia sonora Suoni in e Suoni out Sono i suoni che caratterizzano ogni azione compiuta da noi o da altri nel nostro raggio di udibilità Anche la voce, in quanto suono, rientra in questa tipologia. Prove di commutazione Musiche in e out Sono musiche che accompagnano azioni/ gesti/ pratiche sociali. Esempi. Musiche per: ballare pregare fare festa marciare giocare per tenersi compagnia per rilassarci per comunicare sentimenti Informazioni su: agenti/ azioni / luoghi /cause- effetti/ situazioni Funzioni: Correlativa d’azione Empatica Interpretativa Segnaletica regolatrice di stati d’animo ….

90.000 anni fa : gli ominidi comunicano con suoni/musiche/segnali L’educazione dell’orecchio è necessaria a tutte le discipline: ragioni filogenetiche dell’apprendimento 90.000 anni fa : gli ominidi comunicano con suoni/musiche/segnali 35.000 anni fa : il suono si fa PAROLA La cultura orale privilegia l’udito L’orecchio e la memoria sonico-uditiva sono regine incontrastate di ogni apprendimento fino a tempi recentissimi

L’educazione dell’orecchio è necessaria a tutte le discipline: ragioni ontogenetiche dell’apprendimento Il bambino vive i meccanismi della cultura orale: impara con le modalità tipiche dell’oralità e privilegia l’udito La scuola privilegia il senso della vista (uso della lettura/ scrittura) ma richiede al bambino un orecchio educato quale prerequisito per ogni apprendimento

Poesia/ musica e danza sono espedienti per impare e ritenere le informazioni 1100-700 a.C. La poesia “musicale” (metrica) nasce per agevolare la memoria uditiva I processi di apprendimento messi in atto dalle società orali sono caratterizzati dal “piacere di apprendere” con la musica e la danza

Il bambino impara con l’orecchio: il punto di vista ontogenetico Lallazioni e sperimentazioni musicali Feddback uditivo di gesti-azioni Risposte motorie allo stimolo sonoro Musical babbling Canti pot pourri Schemi metrico-musicali per memorizzare (giochi motori, filastrocche, conte…)

L’orecchio è principe di ogni apprendimento: il punto di vista fisiologico e anatomico di Tomatis La musicalità umana si sviluppa attraverso l’udito, organo preposto alla ricezione del linguaggio, alla coordinazione motoria e, in definitiva, elemento fondamentale per l’apprendimento in genere e per l’equilibrio psico-fisico della persona

Le leggi di Tomatis La voce contiene ciò che l’orecchio sente Se si offre all’orecchio la possibilità di udire correttamente, si migliora subito e inconsciamente l’emissione vocale Si può trasformare la fonazione con una stimolazione uditiva intrattenuta nel tempo

Funzioni dell’orecchio: Filtrare i suoni Contribuire alla ricarica della corteccia cerebrale Controllare ogni movimento corporeo Sviluppare, tramite la lateralità destra, il pensiero locico-analitico e un maggior controllo emotivo Controllare tutti gli elementi musicali (ritmo, melodia…)

Sviluppare l’intelligenza musicale non giova solo alla musicalità Gardner e la teoria delle intelligenze multiple: precedenti storici Afasici e amusici Musica e soggetti autistici Musica e soggetti epilettici

La modularità del cervello: ipotesi parassitaria formulata sui “cervelli normali” La musica coinvolge (al pari della lingua) una molteplicità di “moduli” cerebrali anche se le vie uditive primarie sono collocate nella prima circonvoluzione destra e sinistra degli emisferi. La “parte educata” musicalmente sembra collocata più nell’emisfero cerebrale sinistro; la parte “emotiva” nel destro

Il “bernoccolo” del musicista La pratica musicale procura un ipersviluppo del corpo calloso cerebrale Rappresenta un trainig senza pari di inteconnessioni neuronali tra i due emisferi cerebrali

Il Mozart-Effekt: le ricerche L’oscuramento del compito: ricerche Ascoltare/ fare musica aumenta le prestazioni scolastiche relativamente a TUTTE LE DISCIPLINE perché il contesto ludico, emotivo e relazionale che essa comporta è in grado di MINIMIZZARE e mascherare la difficoltà del compito assegnato