Semina, principali avversità delle piante L’orto Semina, principali avversità delle piante Dott. Cintoni Carlo
Semina Il fiore è l’apparato in cui avviene la fecondazione, a seguito della quale l’ovulo fecondato si evolve in seme
Semina Nella moderna orticoltura è ormai scomparsa la pratica di produrre sementi per il proprio consumo e anche nell’orto familiare si ricorre normalmente all’acquisto di semente sul mercato. La produzione di sementi è quindi affidata quasi totalmente a ditte specializzate che garantiscono sulle caratteristiche del seme: Purezza varietale: è la percentuale di semi rispondenti ai caratteri specifici di una cultivar in una specifica partita di semente; Facoltà germinativa: è la capacita del seme di germogliare e dare origine ad una plantula. Si esprime in percentuale di semi germogliati nelle condizioni ottimali riportate in etichetta; Energia germinativa: rappresenta il tempo in cui una semente germina. Deve essere il più breve possibile. Le sementi più voluminose sono al riguardo le migliori; Stato sanitario: una buona semente deve essere completamente libera da organismi Patogeni di qualsiasi genere(funghi, batteri, virus, larve o uova di insetti e ragnetti) che possono attaccare il germinello o le giovani piante
Semina Allo scopo di ottenere semi ottimali le aziende sottopongono il prodotto a trattamenti e condizionamenti atti ad evitare trasmissione di infezioni e favorirne la germinazione. La protezione sanitaria avviene normalmente per mezzo della concia del seme. Il trattamento conciante può essere eseguito: A secco, con botte girante azionata a mano o meccanicamente; In umido, con caldaia e contenitore per liquidi; Con gas, in cassoni o ambienti a tenuta stagna; Gli antiparassitari usati allo scopo sono sostanzialmente: Prodotti a base di rame, usati in forma pulverulenta (a secco) Ditiocarbammati (mancozeb, thiram, maneb) anch’essi usati a secco Ipoclorito di calcio (si immerge il seme per 5/30 minuti) (umido) Solfuro di carbonio o tetracloruro di carbonio (gassoso)
Semina Alcuni ortaggi come l’indivia, la carota e il pomodoro hanno semi molto minuti o irregolari che non si prestano ad essere distribuiti uniformemente per questo essi vengono confettati cioè rivestiti con materiali diversi come la vemiculite e vengono resi in forma di pillola adattandoli alla manipolazione e alla semina meccanica. Per mezzo della calibratura il seme viene così anche reso perfettamente idoneo alla semina di precisione Per mezzo della confettatura possono inoltre essere aggiunte al seme sostanze che ne proteggono lo sviluppo e ne esaltano le potenzialità come antiparassitari e fertilizzanti . Numerosi tipi sono presenti sul mercato per rispondere alle più diverse tecniche colturali
Semina Molto importanti sono anche i trattamenti che il seme subisce allo scopo di indurre una germinazione più rapida ed uniforme. Il metodo più semplice è certamente l’immersione in acqua per 6/8 ore allo scopo di facilitare l’imbibizione del seme, cui segue l’asciugatura e la semina. Questo metodo permette anche di eliminare i semi peggiori (galleggiano) ed è molto usato in particolare per le cucurbitacee. Più elaborate sono le tecniche del fluid drilling e del plug mix che prevedono la pregerminazione in particolari substrati e la successiva semina del seme insieme al substrato con macchine speciali. Ancora più complessa ed efficace è la tecnica del priming o osmopriming basata sul principio di aumentare il vigore vegetativo del seme per mezzo di stress osmotici in pratica si prevede prima la stimolazione della germinazione con apposite soluzioni (polietilenglicole) e successivamente il suo bloccaggio per disidratazione prima dell’emissione della radichetta. Un altro trattamento è l’hardening che consiste nel sottoporre il seme ad una serie successiva di idratazioni e disidratazioni.
Semina La semina può essere effettuata direttamente sul posto (semina diretta) o in vivaio per la produzione di piantine da mettere a dimora successivamente (semina indiretta). La prima è più rapida ed economica poiché consente di mettere a coltura ampie superfici in breve tempo ma d’altro canto le colture seminate direttamente occupano il terreno più a lungo e sono soggette a limiti di tempo più circoscritti in quanto condizionati dall’andamento stagionale. La semina indiretta è in genere utilizzata per coltivazioni più intensive ed in particolare per specie lente a crescere nella prima fase vegetativa, specialmente quando esse sopportano bene il trapianto, oppure nel caso che l’appezzamento sia ancora occupato dalla coltura che precede l’avvicendamento. Altro punto a favore per questa tecnica è la produzione di piantine per colture anticipate o per produzione di piantine per colture protette. Normalmente sono prodotte con semente speciale sempre molto costosa. Infine questa tecnica permette di selezionare le piantine più robuste, sane ed uniformi. Tra gli svantaggi annoveriamo il costo per le operazioni di trapianto e la fase critica dello shock post trapianto.
Semina La semina diretta richiede particolari cure nella scelta della profondità e delle modalità di distribuzione e localizzazione del seme, ma in particolare nella scelta dell’epoca. La scelta dell’epoca è legata in larga misura alle esigenze delle diverse specie in fatto di temperatura de germinazione. NB operando con mezzi di protezione la tabella non ha alcun valore
Semina Negli orti familiari la semina si esegue a spaglio (chiamata da molti alla volata) o a righe. Questo secondo sistema è senza dubbio più consigliabile perché consente di eseguire con maggiore facilità le successive operazioni colturali ( diserbo, irrigazione, raccolta) e perché le piantine risultano più arieggiate. Nella semina a spaglio anche se si ha una buona esperienza sovente lo spargimento della semente avviene in modo irregolare per ovviare a ciò è consigliabile mescolare la semente a sabbia.
Semina La semina a spaglio non eseguita razionalmente prevede sempre una operazione di diradamento con cui ottenere prodotti di giuste dimensioni Altra difficoltà deriva dalla difficoltà alla lotta contro le malerbe
Semina Le righe si distanziano 8/10/12 cm tra loro. Le quantità di seme impiegate dipendono dalle varietà seminate, in generale vanno dai 4 ai 10 g per mq. Quantitativi maggiori si adoperano nelle colture precoci o tardive, quando le condizioni climatiche sono più sfavorevoli. La profondità di semina è di circa 2/3 volte la grandezza del seme, in terreni più pesanti è bene diminuire la profondità.
Semina Quando si opera in terreni molto difficili perchè assai compatti o con molto scheletro, bisogna ricoprire i semi con uno strato di terra molto sottile, oppure con torba mista a sabbia. La germinazione in questi terreni come si può osservare presenta delle irregolarità, ma è più che accettabile vista la difficile situazione in cui si opera.
Semina La semina a postarelle si fa scavando a distanza stabilita delle file di buchette La semina a postarelle è particolarmente indicata per le cucurbitacee (zucche, cetriolo, melone, cocomero, ecc…)
Semina La semina indiretta comprende due fasi essenziali: La semina vera e propria che conduce alla produzione delle piantine La messa a dimora o trapianto delle piantine in campo A volte è previsto un ulteriore trapianto intermedio detto ripicchettamento allo scopo di favorire lo sviluppo e la robustezza delle piantine:
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Semina È possibile produrre le piantine anche autonomamente con piccoli accorgimenti soprattutto per ciò che riguarda le temperature
Semina L'influsso dei cicli lunari sulle pratiche agricole e orticole è una tra le credenze più diffuse. Possiamo trovare manuali per orticoltori che indicano quando seminare, potare, trapiantare, ma anche imbottigliare il vino, tagliare la legna, prestando le dovute attenzione ai cicli lunari. Una buona parte di queste convinzioni sono state analizzate, dimostrando che l'effetto della Luna sulla crescita delle piante è inesistente. Non sorprende quindi che alcuni detti popolari provenienti da regioni diverse diano indicazioni addirittura opposte per la stessa pratica agricola.
Semina Alcune credenze contadine insegnano inoltre che la prima Luna piena dopo Pasqua è responsabile dell’appassimento di germogli. Il fenomeno conosciuto come "Luna rossa" deve il suo nome al fatto che i germogli appassiti assumono questa colorazione. Ma il responsabile di questo effetto è il gelo e non la Luna, ma visto che nelle notti fredde e limpide la Luna è ben visibile, le ire dei contadini convergono su di lei. Un’eclisse di Luna
Semina L'unico influsso fisico diretto e accertato è quello delle maree. Le forze gravitazionali della Luna e del Sole esercitano la loro azione su mari ed oceani determinando un movimento ciclico delle acque. È forse proprio su questo fatto naturale che si basano molte credenze popolari. Se la Luna riesce a smuovere decine di milioni di tonnellate di acqua, perché non potrebbe avere un'influenza sulla nostra vita quotidiana?
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Semina Dopo aver lavorato il terreno e sistemato con cura gli strati superficiali, con un segnarighe o più semplicemente con un’assicella di legno ed un metro tracciate le righe, aprendo nello stesso tempo un solchetto superficiale
Semina Deponete nei solchetti il seme cercando di distribuirlo nel modo più uniforme possibile
Semina Particolare dell’aiuola al termine dell’operazione di semina
Semina Quindi ricoprite molto leggermente il seme con le mani
Semina Per ricoprire i semi potete aiutarvi usando delicatamente un piccolo rastrello
Semina Compattate, sempre molto leggermente, il terreno con un fratazzo
Semina Stendete sull’aiuola un velo di tessuto non tessuto, fissatelo ai bordi con dei sassi,sacchetti di terra o sabbia, pezzi di tubo di ferro…..
Semina Irrigate con un getto leggero direttamente sopra il tessuto non tessuto
Semina Osservate il particolare dell’aiuola dove la germinazione è avvenuta in modo uniforme. In condizioni ottimali la germinazione avviene in 5-10 giorni
Difesa delle colture Spesso le piante spontanee diventano un vero e proprio incubo: si moltiplicano con grande facilità, crescono velocemente, sono rustiche e tendono a occupare tutto lo spazio a loro disposizione, soffocando quelle coltivate, che di conseguenza riducono sempre più il loro sviluppo. Per questo assumono una connotazione estremamente negativa, come se fossero organismi che Madre Natura ha messo a punto per ostacolare i nostri raccolti: non per niente vengono chiamate anche “erbacce”. Il concetto stesso di pianta infestante è però estremamente relativo e può essere ricondotto al concetto di pianta non desiderata. Anche una pianta coltivata, pertanto, può diventare infestante quando si moltiplica in quantità o in zone non prescelte.
Difesa delle colture Molto spesso poi sono piante medicinali, aromatiche, o in grado di migliorare le caratteristiche dei suoli dove crescono: essendo rustiche e poco esigenti crescono anche in terreni poveri o costipati e li rendono poi vivibili dalle piante più esigenti; a conoscerle bene ci possono, perciò, anche raccontare molto del tipo di terreno su cui crescono. È importante pertanto non considerarle come nemici, ma come indicatori della natura del nostro terreno e imparare a conviverci, dando loro sempre meno spazio e modalità di riprodursi, cercando di contenerle nel loro sviluppo, utilizzando semplici regole applicabili in ogni circostanza. Dobbiamo attuare delle tecniche agronomiche che ci consentano di: Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo; Contenere la capacità riproduttiva:
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo In linea generale il controllo e l’eliminazione delle infestanti sono molto più agevoli nei primi stadi di sviluppo, quando queste sono più sensibili e hanno un apparato radicale poco sviluppato. LA FALSA SEMINA Si tratta di una tecnica molto diffusa in agricoltura biologica, che prevede la predisposizione del terreno per la semina, mantenendolo umido fino alla germinazione delle infestanti presenti; a questo punto è sufficiente una rastrellata e il terreno viene perfettamente ripulito. Avendo del tempo a disposizione è possibile ripetere l’operazione due volte, per eliminare anche quei semi che impiegano più tempo a germogliare.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo LA PACCIAMATURA Molto efficace è anche l’utilizzo della pacciamatura, eseguita sia con film plastico (ora ne esistono anche di biodegradabili, in mater-bi, derivati dall’amido di mais), sia con materiale organico (cippato, paglia, foglie, cartoni ecc.); questa tecnica ha anche il grande pregio di contenere l’evaporazione dell’acqua, mantenendo il terreno umido molto a lungo. La maggior parte delle piante, una volta germogliate, non riescono a oltrepassare questa barriera. L’unica pianta in grado di attraversare anche lo strato pacciamante è la gramigna, che è dotata di rizomi robusti, di grande energia vegetativa e resistenza alle situazioni più avverse.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo IL CALORE Una tecnica poco utilizzata ma molto semplice, rapida, poco costosa ed efficace è quella del pirodiserbo: si applica sulle piante nei primi stadi di sviluppo, stando attenti a non usarla sull’erba secca d’estate, per non provocare incendi. Si possono utilizzare sia attrezzature specifiche che adattare dei fornelli utilizzati per la saldatura delle guaine in catrame. Il contatto diretto col fuoco devitalizza i giovani tessuti, provocando la morte delle piantine. È importante però schermare i fornelli per non bruciare le piante coltivate.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo IL CALORE Per azioni localizzate è possibile utilizzare anche l’acqua bollente che, penetrando nel terreno, devitalizza anche le radici delle piante più resistenti. Anche in questo caso è necessario comunque stare a opportuna distanza dalle piante coltivate.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo LE LAVORAZIONI MECCANICHE La più efficace, anche se faticosa, è la scerbatura manuale; se però si riesce a intervenire tempestivamente, tenendo conto delle indicazioni fornite precedentemente, gli interventi manuali si riducono e possono essere portati a termine insieme a tutti gli altri interventi di routine che l’orto richiede. La zappatura manuale consente di eliminare le piante in modo più rapido, ma si deve avere l’accortezza di asportare anche parte dell’apparato radicale, per non consentire loro la ripresa vegetativa.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo LE LAVORAZIONI MECCANICHE La vangatura risulta particolarmente efficace, ma è da effettuare solo come lavorazione preparatoria.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo LE LAVORAZIONI MECCANICHE Le motozappe sono utili perché più rapide ed efficaci, ma vanno usate con parsimonia perché tendono a formare una suola di lavorazione compatta sotto lo strato lavorato. Da evitare nel controllo delle rizomatose (gramigna), in quanto la frammentazione dei rizomi aumenta in modo esponenziale il numero delle piante presenti, effettuando una vera e propria moltiplicazione.
Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo Difesa delle colture Controllare o inibire lo sviluppo vegetativo L’INERBIMENTO CONTROLLATO Le aiuole possono essere delimitate da zone inerbite, seminate con appositi miscugli di piante annuali Graminacee e Leguminose. Queste formano un tappeto erboso che, mantenuto rasato, ostacola lo sviluppo delle altre piante spontanee e consente di poter camminare nell’orto anche durante le stagioni piovose senza infangarsi. A fine coltura è poi possibile interrarle, effettuando una vera e propria concimazione verde, e predisporre le nuove aiuole là dove prima c’era la zona inerbita.
Come contenere la capacità riproduttiva Difesa delle colture Come contenere la capacità riproduttiva La capacità riproduttiva delle piante spontanee è generalmente molto elevata e si traduce in una grande capacità di insediarsi nei terreni, creando serie difficoltà nella cura e nello sviluppo di quelle coltivate. Per limitare la loro capacità riproduttiva è indispensabile innanzitutto cercare di impedire loro di andare a seme,attraverso uno sfalcio accurato o scerbature manuali. Basta una sola pianta dimenticata e tutta la fatica fatta precedentemente si vanifica, perché comunque migliaia di semi si possono diffondere senza problemi. L’eliminazione accurata della fonte di inseminazione è dunque il presupposto più importante. Spesso comunque non è sufficiente, specie se si è in un contesto di promiscuità con terreni agricoli o aree verdi: le possibilità di ricevere semi dall’esterno rimangono infatti comunque molto elevate.
Come contenere la capacità riproduttiva Difesa delle colture Come contenere la capacità riproduttiva MOLTIPLICAZIONE VEGETATIVA Le piante più difficili da contenere sono quelle che prediligono la moltiplicazione vegetativa attraverso i rizomi. Cynodon dactylon e Agropyron repens (la gramigna) sono quelle più diffuse: si moltiplicano con facilità sia attraverso i rizomi che per seme, in estate. Lo sfalcio in questo caso è completamente inutile, in quanto non impedisce lo sviluppo dei rizomi. L’unica lavorazione efficace, che va però comunque effettuata regolarmente, è la vangatura, che comporta il rovesciamento della zolla e l’esposizione all’aria e al sole delle radici.
Come contenere la capacità riproduttiva Difesa delle colture Come contenere la capacità riproduttiva L’agricoltura biodinamica utilizza anche altre tecniche che tendono a indebolire progressivamente le piante nella loro capacità riproduttiva e vegetativa, attraverso l’uso di macerati
Difesa delle colture Diserbo chimico Il diserbo chimico delle colture orticole presenta, a parte la limitata disponibilità di erbicidi, altre problematiche agronomiche riguardanti la gestione della flora infestante, che condizionano le possibilità di applicazione e le scelte tecniche. Innanzitutto le colture orticole sono generalmente poco competitive verso le malerbe, a causa della tendenziale limitata densità di investimento e della lenta crescita iniziale. Inoltre il ciclo colturale risulta generalmente molto breve e gli avvicendamenti colturali, che spesso si susseguono con grande rapidità, comportano problemi di residualità e di fitotossicità verso alcune colture poste in successione. Infine la produzione di prodotti orticoli, che spesso vengono consumati allo stato fresco senza ulteriori processi di trasformazione o di cottura, deve comportare il rispetto di ampi periodi di sicurezza, che riducono o talvolta escludono l’impiego di molti erbicidi.
Difesa delle colture Tipologie di prodotti erbicidi impiegati Erbicidi residuali Sono di tipo preventivo e si distribuiscono su terreno/substrato pulito da infestanti. Agiscono prevalentemente sui semi delle infestanti in fase di germinazione e/o sulle plantule in emergenza, la loro efficacia sulle piante sviluppate è alquanto ridotta. Possiedono spesso elevata selettività e si prestano anche per trattamenti soprachioma di piante spoglianti e di sempreverdi con le dovute precauzioni e distinguo. Di norma hanno una elevata persistenza (da 2 a 6 mesi) anche per la possibilità di riattivarsi spontaneamente a seguito di interventi irrigui. I prodotti sono dotati di capacità di adsorbimento colloidale, tendono a formare film sulla superficie ed a rimanere localizzati nei primi strati del substrato/terreno, agendo sulle plantule in germinazione anche in tempi successivi.
Difesa delle colture Tipologie di prodotti erbicidi impiegati Erbicidi ad azione fogliare Prodotti per contatto ed sistemici destinati al controllo delle infestazioni in atto, richiedono precauzioni nella distribuzione (schermature, assenza di vento, assenza di precipitazioni ed irrigazione) e condizioni ambientali specifiche quasi generalmente di media ed elevata temperatura e luminosità. Questi erbicidi si possono suddividere in funzione della loro modalità d’azione: erbicidi di contatto: agiscono sulle parti vegetali verdi con cui vengono a contatto, risultando particolarmente attivi sui tessuti fogliari. Sono idonei per combattere le infestanti annuali, dato che le perenni, anche se danneggiate nella parte aerea, possono riprendersi ricacciando dagli organi ipogei o lignificati. - erbicidi di traslocazione: Sono diserbanti in grado di essere trasferiti all’interno della pianta da un organo ad un’altro.
Difesa delle colture Epoca dei trattamenti PRE-SEMINA: vengono effettuati prima della semina 1) quando l’erbicida è volatile o fotosensibile 2) nel caso di terreno molto asciutto 3) per aumentare la selettività verso le colture
Difesa delle colture Epoca dei trattamenti PRE-EMERGENZA: si eseguono dopo la semina e prima della emergenza della coltura. - la loro efficacia dipende dal tipo di terreno, dalla sua umidità, dall’andamento climatico, dalla profondità di interramento dei semi.
Difesa delle colture Epoca dei trattamenti POST-EMERGENZA: si effettuano su coltura già nata con prodotti che agiscono principalmente per assorbimento fogliare.
Difesa delle colture CONDIZIONI E MODALITA’ DI IMPIEGO •su tutta la superficie •localizzati (o a striscie) •sottochioma •con barre umettanti per trasudazione •con mezzi aerei
Difesa delle colture -Applicazioni localizzate di glifosate possono essere effettuate mediante attrezzature specifiche, ad esempio con una «scopa chimica»
Difesa delle colture O con attrezzi realizzati in casa, ad esempio con un semplice panno posto su un rastrello e intriso di soluzione erbicida da porre a contatto con le parti verdi delle infestanti
Difesa delle colture Bioerbicidi Queste sostanze possono essere utilizzata: In pre-emergenza: - Farina di glutine di mais - Farina di glutine di grano - Glutine di mais idrolizzato - Acido pelargonico Bioerbicidi di contatto: - Aceto - succo di limone - oli naturali
Difesa delle colture
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Difesa delle colture Nei piccoli orti familiari il diserbo chimico selettivo è una pratica sconsigliata a causa della difficoltà di distribuzione degli erbicidi e soprattutto per la promiscuità delle specie coltivate, che potrebbero rimanere danneggiate da principi attivi selettivi per talune colture orticole, ma non per altre. Ci si può invece avvalere degli erbicidi ad azione totale, come il glifosate ovvero il glufosinate ammonio in assenza di colture. ad esempio all’inizio della primavera, prima della semina e del trapianto, allo scopo di sfruttare al meglio la tecnica della falsa semina e quindi ridurre le nascite di infestanti.
Alcune indicazioni riassuntive Difesa delle colture Alcune indicazioni riassuntive • intervenire se possibile quando le piante infestanti sono nei primi stadi vegetativi • non irrigare dopo aver zappato o estirpato le piante • irrigare in modo localizzato, meglio se utilizzando l’irrigazione a goccia • una volta estirpate le piante, allontanarle dall’orto • non lasciarle mai andare a seme • mantenere il terreno coperto con la pacciamatura o con l’inerbimento controllato • concimare in modo equilibrato • utilizzare solo sostanza organica ben decomposta: i semi eventualmente presenti vengono infatti devitalizzati dal calore che si sviluppa nel processo fermentativo.