Di Corinna Traversa III-H I COLORANTI Di Corinna Traversa III-H
“ Noi usiamo i coloranti per tingere indumenti, mobili, accessori di ogni sorta. Eppure, anche quando chiediamo una diversa sfumatura, una tonalità più brillante, raramente dedichiamo anche solo un fuggevole pensiero alla varietà dei composti che ci permettono di indulgere alla nostra passione per i colori”
Carthamus-tinctorius “L’estrazione e preparazione dei coloranti, menzionate in testi cinesi già nel 3000 a.C., potrebbero essere state i più antichi tentativi umani di cimentarsi con la chimica. I coloranti più antichi erano ottenuti principalmente da animali e da piante; dalle radici, dalle foglie, dalla corteccia o dalle bacche” Murice Indaco Carthamus-tinctorius Malva
“La porpora di Tiro ricavata dal mollusco Murex Brandaris era il più costoso tra i coloranti antichi. La mitologia greca attribuisce la sua scoperta all’eroe greco Eracle, anche se questo mito è l’equivalente di un racconto fenicio con protagonista l’eroe Melquart. Si ritiene infatti che la produzione del colorante abbia avuto inizio nella città portuale mediterranea di Tiro, nell’impero fenicio (phoinix = rosso)” Murex Brandaris Melquart Eracle Tiro
“La porpora di Tiro era il più costoso tra i coloranti antichi. Colorava le toghe dei senatori romani, le vesti dei faraoni egizi e gli abiti dei nobili reali europei. Dall’antichità la porpora e le stoffe così tinte rimasero connesse con l’immagine del lusso e del potere civile e religioso di cui furono il simbolo” Porpora Toga romana maschile Veste patrizia femminile Leone III Imperatrice Eugenia di Francia
“Un’altra sostanza molto apprezzata era l’indaco ricavato dalla pianta Indigofera Tintoria, di colore blu molto intenso. Come la porpora di Tiro anche l’indaco prevedeva un intensivo uso di mano d’opera. Solo alla fine del XIX secolo il chimico tedesco Adolf Von Baeyer produsse in laboratorio un indaco artificiale, che dopo anni fu raffinato e messo in commercio come principale colorante dei blue jeans” Indaco
“I due coloranti antichi più comuni che furono usati per ottenere tonalità di rosso hanno fonti molto diverse ma strutture chimiche simili. Il primo proviene dalla radice della robbia (Rubia tinctorum). Questa pianta, appartenente alla famiglia delle rubiacee contiene nella radice il colorante rosso alizarina. Proprio questa molecola rese possibile l’inganno teso da Alessandro Magno all’esercito persiano nel 320 a.C.” Robbia
I coloranti sono da tempo associati a uniforme militari. Un altro colorante di alizarina, noto come rosso di Turchia perché veniva estratto da una pianta coltivata da secoli nel Mediterraneo orientale, era usato dall’esercito francese per tingere le giubbe dei soldati. I coloranti sono da tempo associati a uniforme militari. Un altro esempio sono le giubbe blu fornite dalla Francia agli americani durante la Rivoluzione Americana che erano tinte con indaco. Soldati francesi Soldati americani
Il terzo colore primario dopo il rosso della robbia e il blu dell’indaco, era una tonalità brillante giallo-arancione estratta dagli stigmi del fiore dello zafferano (Crocus sativus). La coltivazione dello zafferano declinò durante la Rivoluzione industriale per i suoi costi eccessivi e ora è limitato alla gastronomia e all’industria alimentare.
“I coloranti sono composti organici colorati che vengono incorporati nelle fibre dei tessuti. Il colore che vediamo dipende dalle lunghezze d’onda della luce visibile riflesse, non da quelle assorbite”. I composti precursori dei colori organici sono incolori, ma reagendo a determinate reazioni chimiche producono colori specifici. Antrachimone Alizarina Indaco
A partire dagli ultimi decenni del Settecento furono creati coloranti sintetici che modificarono radicalmente l’attività tradizionale degli artigiani. Il primo di questi coloranti artificiali fu l’acido picrico, la molecola a tripla nitrazione usata negli esplosivi della Prima guerra mondiale.
Come ci insegna la scienza le scoperte possono molto spesso essere involontarie e inaspettate. Un esempio è la creazione in laboratorio del color malva ad opera del chimico Perkin a metà dell’Ottocento. Egli stava sintetizzando un farmaco antimalarico dalla chinina ma ottenne una sostanza rosso-brunastra: la mauveina. Raffinando in seguito questa sostanza ottenne il color malva che rivoluzionerà il mondo della moda. Malva Mauveina Colorante malva Abito di fine ‘700 color malva
Perkin utilizzò come intermedio della sintesi della mauveina l’anilina, un amminobenzene oggi universalmente conosciuto come un cancerogeno per l’uomo. Provoca soprattutto tumori della vescica, renali, epatici, cutanei e del sangue. Sembra che il tumore della vescica colpisca più frequentemente coloro che durante la loro vita hanno avuto prolungate esposizioni di coloranti di anilina contenuti nelle vernici. Anilina Calzolai Vernici
“Le molecole dei coloranti hanno cambiato la storia “Le molecole dei coloranti hanno cambiato la storia. Prodotte a partire dalle loro fonti naturali per migliaia di anni, crearono alcune fra le prime industrie dell’umanità. Meno di un secolo dopo la sintesi del colorante malva da parte di Perkin, conglomerati chimici giganteschi dominavano non solo il mercato dei coloranti, ma anche una fiorente industria della chimica organica volta a produrre nei primi del Novecento esplosivi, armi da fuoco e farmaci” Prime industrie dell’800 Industria chimica in un campo di concentramento Industria chimica moderna Farmaci Missili della Prima guerra mondiale