La rottura dell’unità antifascista in Italia

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Transcript della presentazione:

La rottura dell’unità antifascista in Italia contrasti tra Dc e sinistre sulla ricostruzione sull’assetto del futuro stato 1947 maggio: De Gasperi estromette le sinistre dal governo Il socialismo si scinde in due partiti: PSI PSDI socialisti e comunisti si coalizzano nel Fronte democratico popolare 1948 prime elezioni politiche della Repubblica Rottura dell’unità delle forze che avevano collaborato nella guerra di liberazione riflessi sulla politica nazionale della guerra fredda

Italia 1946. L’assemblea costituente 2 giugno 1946: referendum istituzionale Repubblica: 12.717.923 Monarchia: 10.719.284 Seggi dell’assemblea costituente: 207 Democrazia cristiana 115 Partito socialista 104 Partito comunista 41 Partito liberale 30 Fronte dell’Uomo qualunque 23 Partito repubblicano 9 Partito d’azione 26 Altri

Le elezioni del 1948 18 aprile 1948: prime elezioni politiche della Repubblica italiana gli elettori fecero una scelta di centro cause della vittoria della Dc: la guerra fredda il sostegno della Chiesa l’appoggio economico e politico degli Stati Uniti Alcide De Gasperi formò un governo di quadripartito con PRI, PSDI e PLI Elezioni politiche del 1948

L’Europa negli anni 50

Le democrazie dell’Europa Occidentale fino agli anni 70 Politica struttura rappresentativa: sovranità popolare esercitata attraverso il voto libero e uguale partiti politici mediatori e interpreti di interessi diversificati centralità della rappresentanza parlamentare pluralismo politico principio dell’alternanza nel governo dello stato ECONOMIA Miracolo economico Sviluppo economico sostenuto dallo stato I diritti sociali: incremento della spesa pubblica piena occupazione sicurezza sociale Stato sociale

La spesa per lo stato sociale: quota percentuale del Pil nel 1992 nei paesi dell’Unione Europea Istruzione di base Assistenza sanitaria Sussidi per i bisognosi Assistenza di invalidità e vecchiaia Promozione risorse culturali Difesa dell’ambiente

Il blocco comunista in Europa

Le democrazie popolari Politica regime a partito unico o formalmente pluralista, però con l’egemonia del partito comunista rigido controllo del partito sull’elezione della rappresentanza politica Le democrazie popolari Economia formalmente seguite le regole della democrazia in realtà controllo totale della segreteria dei partiti comunisti Controllo statale della produzione Pianificazione Industria pesante sviluppo intenso: il reddito nazionale crebbe 4 volte produzione industriale 7 volte ma distorto: a favore dell’Urss armamenti identificazione dello stato con il partito

La sovranità limitata Ungheria 1956: rinnovamento politico Intervento militare Cecoslovacchia 1968: primavera di Praga URSS Rottura politica e isolamento economico Iugoslavia: via autonoma al socialismo

La Iugoslavia di Tito: 1948 – 1974 tentativo di creare un’identità nazionale superiore, “ideologica”: nazionalità viste come risultato di una storia capitalista e borghese, il socialismo avrebbe creato un uomo nuovo, non definito etnicamente Il successo, finché visse Tito, fu dovuto Vittoria su Hitler e ribellione a Stalin leadership dei paesi non allineati progetto di una via nuova al socialismo: autogestione

Le repubbliche iugoslave fino al 1991 (divisione e numero di abitanti) 1.950.000 4.680.000 2.050.000 5.830.000 4.440.000 1.893.000 2.089.000 632.000

Il peso delle etnie nel 1981 Serbi 8.140.000 Croati 4.428.000 Musulmani 2.000.000 Sloveni 1.750.000 Albanesi 1.730.000 Macedoni 1.340.000 Montenegrini 579.000 Ungheresi 427.000 Romi 168.000 “Iugoslavi” 1.219.000 Più: austriaci, bulgari, cechi, greci, italiani, ebrei, tedeschi, polacchi, romeni, russi, ruteni, slovacchi, turchi, ucraini, aromuni e altri. Totale: 22.425.000

"La Jugoslavia ha sei repubbliche, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo partito". (J. Tito)