LE AVANGUARDIE PAGG. 502-509; 525-529; 532; 542-543; 546-547; 554-556
Avanguardie storiche Quali sono? Futurismo, Cubismo, Espressionismo, Dadaismo, Surrealismo, Crepuscolarismo Tentativo di demolizione di forme e istituzioni del passato Progettazione nuovo mondo, atteggiamento di rivolta da toni cinici e di scherno Sentimento tragico dell’esistenza celato dietro bizzarrie, stravaganze, eccentricità Disagio e inquietudine, la percezione del rifiuto da parte della società Ossessivo desiderio di cercare nuove forme espressiva Punto di rottura con i tradizionali modi dell’arte: arti figurative, poesia, teatro, cinema, musica
Il futurisMO Il Futurismo nasce ufficialmente nel 1909 a Parigi, quando sul giornale Figaro viene pubblicato il Manifesto del Futurismo di Marinetti Al movimento aderiscono scrittori e artisti di varia natura quali: poeti (Aldo Palazzeschi) scrittori (Giuseppe Papini, Ardengo Soffici) pittori (Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla) scrittori di teatro musicisti I futuristi cercano di comunicare in modi diversi con il pubblico tramite: riviste («Poesia» e «Lacerba»), conferenze, opere musicali, serate futuriste
È un movimento di avanguardia di risonanza europea. I futuristi si propongono come sostenitori del nuovo, esaltandone aspetti vistosi, come la velocità, la simultaneità, l’automobile. Esaltano spesso acriticamente la civiltà industriale e urbana. Esprimono la necessità di vivere globalmente e totalmente la contemporaneità, con una carica dirompente e iconoclasta verso il passato, con un atteggiamento polemico e provocatorio. Intendono coinvolgere la totalità degli aspetti della cultura e dell’arte, proponendo il loro movimento come modo di sentire e di vivere, sintonizzandosi con le espressioni tipiche della vita moderna nelle sue manifestazioni più vistose: tecnica, industria, macchina, velocità, pubblicità, città.
e non ‘uomo simile a una torpediniera’ Tecnicamente il Futurismo incide profondamente linguisticamente e letterariamente: operando una distruzione della sintassi, della punteggiatura, dell’aggettivo (qualificativo), dell’avverbio, della letteratura dell’io, del come, quale, simile a: uomo-torpediniera e non ‘uomo simile a una torpediniera’ effettuando un recupero e uso dell’onomatopea, dell’analogia, del verbo all’infinito, del verso libero, delle parole in libertà, dello sperimentalismo grafico.
Aldo Palazzeschi (1885-1974) Personalità originale, difficilmente identificabile con un movimento. Riprende nella prima produzione poetica i temi crepuscolari, ma è privo della tenerezza e della malinconia, per favorire l’ironia e il riso. Il letterato diviene saltimbanco dell’anima, incline al grottesco al ridicolo, poetare è solo divertimento La vena futurista di Palazzeschi respinge l’esaltazione di velocità e macchina, la celebrazione della guerra come sola igiene del mondo. Accoglie invece lo sperimentalismo delle onomatopee, delle immagini e delle parole in libertà. Rifiuta il romanticismo sentimentale e l’estetismo. La sua produzione è tutta intrisa del tono ironico e burlesco.
Bisogna abituarsi a ridere di tutto quello di cui abitualmente si piange… l’uomo non può essere considerato seriamente che quando ride… Bisogna educare al riso i nostri figli, al riso smodato, più insolente, al coraggio di ridere rumorosamente… Sviluppare […] quell’istinto utile e sano che ci fa ridere di un uomo che cade per terra e lasciarlo rialzare da sé comunicandogli la nostra allegria.
Presenza di sinalefe,sineresi,onomatopee,similitudini. Tri, tri tri Fru fru fru, uhi uhi uhi, ihu ihu, ihu. Il poeta si diverte, pazzamente, smisuratamente. Non lo state a insolentire, lasciatelo divertire poveretto, queste piccole corbellerie sono il suo diletto. Cucù rurù, rurù cucù, cuccuccurucù! Cosa sono queste indecenze? Queste strofe bisbetiche? Licenze, licenze, licenze poetiche, Sono la mia passione. Presenza di sinalefe,sineresi,onomatopee,similitudini. Farafarafarafa, Tarataratarata, Paraparaparapa, Laralaralarala! Sapete cosa sono? Sono robe avanzate, non sono grullerie, sono la... Spazzatura delle altre poesie, Bubububu, fufufufu, Friù! Se d’un qualunque nesso son prive, perché le scrive quel fesso? Bilobilobiobilobilo blum! Filofilofilofilofilo flum!
Il Crepuscolarismo Il termine venne inventato da Giuseppe Antonio Borgese per identificare il tramonto della gloriosa poesia italiana: Si direbbe che dopo le Laudi e i Poemetti la poesia italiana si sia spenta. Si spegne, infatti, ma in un mite e lunghissimo crepuscolo. Il Crepuscolarismo è un ambiente letterario un modo di relazionarsi con la realtà e la letteratura che esprime una elegante nostalgia per un mondo perduto per sempre Elemento comune al gruppo di poeti il riferimento alla lirica europea e il rifiuto del modo di fare poesia dannunziano
Tematica CREPUSCOLARE Abbandono della tematica eroica con la contrapposizione nel mondo di piccole cose, di dimessa quotidianità Alla vita sociale mondana tipica delle città, che si svolge nelle ville, nei salotti della ricca borghesia, questi letterati oppongono la vita di orti, giardini, conventi, chiesette, i cimiteri di campagna, le stazioncine di provincia, la società della piccola borghesia. Non c’è più spazio per la femme ma donne dai piaceri sani e semplici Dalla volontà di potenza si passa alla malinconia e nostalgia, al desiderio di rinuncia alla vita , di stanchezza di vivere, del disagio esistenziale. Il letterato non è più guida e interprete delle esigenze della nazione, adesso chiede solo che lo si lasci sognare (Gozzano) o divertire (Palazzeschi) o morire (Corazzini).
STILE CREPUSCOLARE A fronte della magniloquenza, all’oratoria veemente, il crepuscolarismo propone i toni dimessi, quotidiani, colloquiali, con un periodare volutamente lineare, discorsivo, tipico della prosa comune, con un lessico standard , poco impoetico, preso dalla lingua d’uso, dal dialetto. Dopo l’esasperata di effetti poetici musicali sofisticati si ritorna ad un uso casto della parola, della filastrocca, della ripetizione. La parola tende a essere narrativa e descrittiva, non ha la pretesa di rappresentare echi musicali o simbolici. Le rime hanno scopo ironico e dissacratorio, accostano parole di livello stilistico diverso: divino/intestino, malinconia/radioscopia, fuggitivi/legumi improduttivi.
IRONIA CREPUSCOLARE Il rinnovamento non vuole solo contrastare la tradizione letteraria, ma riguarda anche i temi della sua propria poesia e la funzione del letterato. Strumenti di questa percorso: ironia e atteggiamento critico. Gli oggetti tipici rappresentati dalla tematica crepuscolare definiti ciarpame La visione autoironica della vita consente al poeta assumere e non identificarsi con l’oggetto della sua rappresentazione, che a volte colloca lontano nel tempo e nello spazio, a volte non prende sul serio.
Lo stile Il contrasto creato dall’ironia, fra ciò che si desidera ancora e ciò che si respinge, amate e osteggiate, è realizzato nel linguaggio con l’uso dell’antitesi: buone cose di pessimo gusto, dolci bruttissimi versi. Frequente dicotomia fra lessico banale, quotidiano, sciatto tipico del crepuscolarismo (stoviglie, biciclette, rotaie del tram, ecc.) e un lessico poeticamente aulico (peplo, rabescare, cornucopia, ecc.).
CORAZZINI, MORETTI, gozzano Corazzini: poesia dal valore esistenziale, il poeta come un fanciullo malato che nega la poesia Il recupero dei ricordi del mondo infantile, la solitudine esistenziale, la malinconia degli affetti Moretti, poeta degli ambienti provinciali, dalle atmosfere chiuse ed asfittiche e dai giorni vuoti Voluta banalità di contenuti dalla forma dimessa : la poesia di grado zero Gozzano: lo straniamento sottile e ambiguo e l’arte come artificio ma priva di artificialità Il significato alternativo e sostitutivo della letteratura al vuoto del tempo contemporaneo Salvaguardare la poesia attraverso la poesia stessa: La via del rifugio e Colloqui (1911) L’accettazione di una vita priva di avvenimenti di rilievo diversamente da D’Annunzio Verso la cuna del mondo (1917): esiti dell’esperienza del viaggio in India La storia come metafora della morte e la vita vissuta da altri (tema del rimpianto) L’illusione dei sentimenti e la degradazione della figura dell’eroe (antidannunzianesimo)