L. B. 3°D A.S SAN FRANCESCO D’ ASSISI FOTOGRAFIA DI GUERRA

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L. B. 3°D A.S. 2012-2013 SAN FRANCESCO D’ ASSISI FOTOGRAFIA DI GUERRA

Moltissime sono le sfumature ed i generi fotografici esistenti, ma solo uno si caratterizza per la forza, il vigore espressivo, l’incisività e l’evocazione dei sentimenti: la fotografia di reportage o di guerra. Fin dai primi periodi dell’informazione nel ‘500 i resoconti delle battaglie erano molto richiesti; le gazzette riportavano regolarmente notizie degli scontri. Il primo corrispondente di guerra è stato il pittore olandese Van der Velde . La più grande guerra della storia ‘la seconda guerra mondiale’ è stata quella con maggior copertura giornalistica infatti i giornalisti ed i reporter che seguirono le operazioni militari al fronte furono circa 3000. Dobbiamo i filmati che vediamo sulla guerra al coraggio degli operatori di ripresa o cameramen che con la cinepresa hanno fatto filmati per permettere anche alle persone che non l’ hanno vissuta di immaginare la terribile realtà delle guerre più o meno recenti. Van der Velde

Dal 1845 ad oggi ogni guerra è stata seguita da fotografi coraggiosi e desiderosi di mostrare gli orrori e il dolore della guerra, come l’inglese Fenton, l’ungherese Capa, l’americano Nachtwey. Le fotografie possono essere delle prove di ciò che avviene nel mondo, ma quelle dei reporter di guerra sono più incisive perché protestano contro la guerra e cercano di scuotere le coscienze di coloro che guardano, di stimolare l’emotività del “lettore”, di sbloccare l’indifferenza di chi è lontano Roger Fenton

James Nachtwey Il loro motto è documentare l’oggi per migliorare il domani. Non bisogna dimenticare, inoltre, che i fotografi insieme ai soldati vivono nella drammatica realtà del momento e rischiano a loro volta la vita.

La prima guerra della storia ad essere raccontata da Roger Fenton attraverso immagini fotografiche fu quella di Crimea . Tra i primi problemi tecnici da lui incontrati vi fu quello della temperatura locale che danneggiava le soluzioni di sviluppo e fissaggio; del trasporto dell’attrezzatura necessaria; di sfuggire alle continue richieste dei soldati che volevano farsi fotografare. Altra difficoltà è dovuta al tipo di attrezzatura che utilizzava perché il treppiede e le lastre di vetro rendevano difficile il fare foto di azione. ‘Fenton ed il suo <carro fotografico> costruito per trasportare tutta l’attrezzatura con il quale Fenton salpò per la Crimea, dove arrivò nel febbraio 1885. Fu spesso bersaglio dei tiri dell’artiglieria russa perché era troppo riconoscibile.

‘Accampamento militare inglese in Crimea’ foto – documentario dell’ambiente di guerra ‘Momento di ristoro delle truppe’ Crimea 1885

Fenton fotografò le truppe dal marzo al giugno 1885, quando fu costretto a tornare in patria a causa del colera e dove fu ricevuto anche dalla Regina Vittoria. Durante la sua permanenza, realizzò immagini di diverso genere: capi politici e militari delle forze alleate, paesaggi, scene di battaglie. Una particolarità delle fotografie scattate da Fenton è la totale assenza della morte. Pur essendo un fotografo di guerra, non riprese mai soldati feriti o nel momento della morte. Probabilmente operò in questo modo nel rispetto della sensibilità vittoriana secondo la quale non era di buon gusto mostrare certe immagini su organi d’informazione che sarebbero stati visti da donne e bambini. Comunque per la prima volta è mostrata la realtà degli accampanti militari e delle fortificazioni.

La famosa foto di Fenton “La valle dell’ombra della morte” mostra una strada in una valle desolata piena di palle di cannone. E’ considerata uno dei più antichi documenti fotografici della guerra; quella di Crimea fu la prima guerra ‘moderna’ della storia, che ha visto l’utilizzo di nuove tecnologie della comunicazione come il telegrafo e nuove armi. Le due fotografie sono identiche ma quella superiore è senza le palle di cannone; probabilmente si tratta di una messa in scena architettata da Fenton, che avrebbe posizionato le palle di cannone appositamente per dare ‘una verità emotiva’ creando l’intensità del momento.

Raising the Flag on Iwo Jma Fra le due guerre mondiali il fotoreporter diventa una professione e allo scoppio della seconda guerra mondiale molti fotografi americani giungono in Europa e nel Pacifico per seguire le varie azioni di guerra. Fra le poche immagini dello sbarco in Normandia quelle più famose sono di Robert Capa all’epoca accreditato per il settimanale illustrato Life e di Joe Rosenthal sulla conquista di Iwo Jma. La storia di quelle foto sono state raccolte nel primo capitolo del libro “ Get the picture “ che ripercorre cinquant’anni della storia del fotogiornalismo. E’ stato definito dalla rivista inglese Picture Post ‘il migliore fotoreporter di guerra del mondo’ per la forza visiva e l’incisività delle sue fotografie. Raising the Flag on Iwo Jma di Joe Rosenthal 26 Marzo 1946

Robert Capa, nato in Ungheria e vissuto in Germania, Francia, Stati Uniti, ha testimoniato cinque conflitti dal 1936 al 1954, ovvero la guerra civile di Spagna, la guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, il primo conflitto Arabo-Israeliani (1948) e quello francese in Indocina (1954). Capa fu tra i primi a capire l’importanza del mezzo fotografico come arma di denuncia e di testimonianza, senza retorica, spingendolo a scattare a pochi metri dai campi di battaglia. Riuscì a raccontare gli esuli, i soldati feriti, la popolazione civile stremata perché conosceva quelle esperienze in prima persona. Le sue immagini colpiscono per la loro immediatezza, per l’empatia e l’umanità che riescono a comunicare.

Altrettanto famose sono le foto scattate in Sicilia, al seguito dell’esercito americano, che sta liberando l’isola dai Tedeschi; in esse Capa riesce a ripetersi ed a scattare fotografie molto significative. La foto più conosciuta di Capa ‘Il miliziano morente’ diventata l’icona della guerra civile spagnola; oggi forse si è identificato il miliziano anarchico che morì davanti all’obiettivo. Si tratterebbe di Federico Borrell Garcia detto “Taino” ucciso nel 1936 da una pallottola franchista a soli 24 anni nei dintorni di Cordoba.

‘Robert Capa durante la guerra civile di Spagna’ 1936 Un contadino siciliano indica la direzione presa dai tedeschi nei pressi di Troina (Sicilia) ad un soldato americano, 4 – 5 agosto 1943.

‘Lo sbarco in Normandia: Omaha Beach’ 6 giugno 1944; la foto è scattata all’alba, un attimo prima che un soldato lo spinga in acqua, e la luce è scarsa. Con due Contax ed una Rolley al collo Capa riuscì a raggiungere la spiaggia, nascondendosi tra i mezzi anticarro e scattando le foto dal ‘punto di vista di una sardina’. ‘Lo sbarco in Normandia’ l’immagine del soldato H.S. Riley che annaspa nell’acqua tra un mare di rottami e cadaveri è fuori fuoco. Quando la foto fu pubblicata su Life il 19 giugno 1944, gli Americani e gli Alleati videro precisamente che cosa stava succedendo sulle coste del nord della Francia

Il giorno più lungo e importante del ‘900 ‘Il D-Day’: il giorno dello sbarco in Normandia. ‘Gli Americani entrano a Palermo’ 1944

Altra grande figura del fotogiornalismo e del reportage è stato il francese Cartier-Bresson,. maestro nella capacità di cogliere ‘il momento decisivo’ e di catturare ‘l’irrealtà nella realtà’ . Una delle sue frasi più importanti è “ho capito che la fotografia può fissare l’ eternità nell’ istante”. Cerca la spontaneità, l’intensità, la perfezione dell’oggetto; usa soprattutto l’obiettivo da 50 mm.. Nel 1935 l’ artista chiude con la fotografia e si interessa di cinema, soprattutto di documentari.

L’anno successivo decide di utilizzare le proprie competenze in ambito fotografico al servizio dell’informazione e parte per la Spagna per documentare la guerra civile. Catturato nel 1940 dai tedeschi, dopo alcuni anni di prigionia, rientra in Francia a Parigi dove fotografa la fine dell’occupazione. Continua a lavorare con altri colleghi tra cui Capa in giro per il mondo dopo avere fondato la più grande agenzia di fotogiornalismo del mondo la Magnum Photos. Parte per l’India dove incontra il Mahatma Gandhi poco prima del suo assassinio. A 70 anni lascia il mondo della fotografia e ritorna alla pittura, la sua prima passione.

Con Henry Cartier-Bresson si parla anche del mondo del cinema Con Henry Cartier-Bresson si parla anche del mondo del cinema .Quello di guerra è un genere che tratta in vari modi il tema della guerra. di solito ricostruisce battaglie navali, aeree o la vita civile durante la guerra. ‘Henri Cartier-Bresson e la sua Leica 35 mm.’

‘Liberazione di prigionieri e deportati in Germania’ ‘La Sala della Prefettura per la Promozione Industriale di Hiroshima’ oggi conosciuta come <Cupola della bomba-A> in una istantanea dal bombardiere B-29. E’ rimasta in piedi a testimonianza dell’orrore di quel 6 agosto 1945.

‘Il fungo su Nagasaki’ dall’aereo Big Stinks scattata dal maggiore James I. Hopkins il 9 agosto 1945. E’ diventata l’immagine simbolo del terrore atomico. E’ un’immagine che proviene da un passato lontano ma che rappresenta l’orrore ingiustificabile della guerra.